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🌳 Siamo messi male per la rivoluzione green?
INSIEME A:
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega tutto ciò che devi sapere per rimanere sul pezzo!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🎟️ Dovremo pagare per visitare Venezia?
🌳 Energia Green: EU vs Cina
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🎟️ Dovremo pagare per visitare Venezia?
Visitare Venezia potrebbe diventare davvero a pagamento… e no, non è uno scherzo!
Questo almeno è quello che si evince dalle parole della giunta comunale della città, che da ormai anni è in lotta contro il problema dell’overtourism (se non sai cos’è, ne abbiamo parlato qui).
Ma perché questa misura?
Tutto è partito dopo l’allarme UNESCO, che proprio questa estate ha inserito la città di Venezia nella lista dei beni culturali a rischio a causa del riscaldamento climatico e delle ‘ondate’ di persone che quotidianamente la visitano.
Per darvi un’idea, ogni anno Venezia ospita ben 23 milioni di visitatori, di cui 3,2 milioni solo nel centro storico e con picchi che possono arrivare a ben 120.000 ingressi in una sola giornata!
Proprio per questo motivo, il Comune ha pensato di rendere obbligatorio l’acquisto di un biglietto per poter visitare la città, in modo tale da ridurre gli ingressi dei visitatori e aumentare il benessere di chi nella città ci vive.
A tal proposito, dal 2021 è stato negato alle navi da crociera di attraccare nel porto del centro storico proprio per evitare ingenti ingressi di persone in un sola volta e preservare le fondamenta e l’ecosistema della laguna.
Ma il biglietto sarà obbligatorio per tutti?
No. Il biglietto sarà obbligatorio per chi visiterà la città in giornata, escludendo quindi:
🏡 I residenti nel Comune di Venezia
🏨 I visitatori che pernottano nel Centro storico
👨🏻💻 I lavoratori (anche pendolari)
🧑🏻🎓 Gli studenti
👧🏼 I bambini sotto i 14 anni
💳 I soggetti che risultano aver pagato l’Imu nel Comune di Venezia
🏥 Chi deve svolgere visite mediche
⚽️ Chi deve svolgere manifestazioni sportive
Il turista giornaliero che arriva a Venezia dovrà recarsi nell’apposito sito, registrare la propria prenotazione, pagare €5 per il biglietto e in cambio riceverà il QR code che dovrà mostrare all’ingresso.
E per i furbi si parla di una multa che va dai €50 ai €300.
Ma da quando partirà l’obbligo?
Il ticket d’ingrasso partirà in via sperimentale dal 2024, in un periodo che probabilmente sarà compreso tra Pasqua ed il 25 aprile.
Tuttavia, solo nelle prossime settimane avremo il calendario dei giorni in cui sarà obbligatorio: i cosiddetti giorni da “bollino nero” (circa una 30ina all’anno). Probabilmente, queste giornate saranno ponti, weekend e festività durante la primavera e l’estate.
Il piano, sul quale si discute da tempo, deve infatti ancora essere approvato dal Consiglio comunale allargato, che si riunirà il 12 settembre.
Oooook, ma quale sarà il ritorno economico?
Attraverso questa mossa, il Comune prevede di incassare €1,5 milioni all’anno.
In realtà, la stima è molto conservativa, perché nelle giornate da “bollino nero” in cui ci sarà l’obbligo del biglietto, non è previsto un tetto massimo di visitatori. La cifra, di conseguenza, potrebbe essere moooolto più alta.
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🌳 Siamo messi male per la rivoluzione green?
Nonostante i target europei per quanto riguarda l’energia rinnovabile e la sostenibilità siano molto ambiziosi, ridurre lo svantaggio in termini di filiera produttiva con la Cina potrebbe essere molto difficile…
Il Paese del Dragone gode infatti di vantaggi di costo e scala importanti.
Ma qual è lo svantaggio competitivo Europeo?
In Europa (e in Italia), i costi per lo sviluppo di filiere come quella dei pannelli fotovoltaici o delle batterie sono molto più elevati rispetto alla Cina, che negli anni è riuscita a costruirsi una posizione di leadership nel settore.
Per capire il divario, basti considerare che nei soli primi quattro mesi del 2023 la Cina ha installato 50 GW di fotovoltaico (più di quanto la Germania abbia fatto in 20 anni) e 14 GW di eolico, capacità superiore al totale Italiano.
Ma quanto siamo indietro?
Il gap è notevole… Se guardiamo anche solo al costo per costruire un impianto di produzione di pannelli fotovoltaici in Italia, quest’ultimo è dalle 2.2 alle 5.6 volte superiore alla Cina, mentre le spese per la produzione di batterie in EU sono superiori di oltre il +30%.
E come se non bastasse, oltre alla differenza di costi ci sono anche le tempistiche più lunghe: in Europa costruire un impianto di pannelli servono dai 20 ai 40 mesi, in Cina la metà.
Come mai tutto questo?
Ad incidere sicuramente è l’estrazione delle materie prime chiave, spesso concentrata in paesi extra-europei (il 100% del litio in Ue è importato).
La Cina si è assicurata condizioni migliori grazie ad importanti investimenti diretti esteri indirizzati proprio verso quei paesi in cui i materiali sono presenti.
Esistono soluzioni per risolvere il problema?
Da un’indagine condotta da Enel, alcune riguarderebbero l’implementazione di una strategia per assicurarsi la fornitura di materie prime critiche a migliori condizioni contrattuali, sfruttando i rapporti commerciali e diplomatici già in essere con i paesi fornitori.
A livello europeo il consiglio è invece quello di favorire la distribuzione del valore strategico generato dalle filiere locali attraverso meccanismi come l’esenzione dell’Iva sulle tecnologie made in Eu.
Angolo Politico 💬
🇮🇳 La Premier Meloni è arrivata a New Delhi per il G20 (Ansa)
🇩🇪 Germania: debito nascosto in veicoli finanziari speciali? (IlSole24Ore)
Angolo Cripto ⛓️
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Angolo Tech & Startup 💡
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Oggi nella storia? Il 10 settembre 1991, il gruppo musicale dei Nirvana rilascia il celebre singolo “Smells like Teen Spirit”.
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