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🛢️ L’Opec+ taglia la produzione di petrolio

INSIEME A:

Buongiorno! Questo è il Punto, l’uovo di Pasqua che vorresti sempre trovare a casa!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🛢️ L’OPEC+ taglia la produzione di petrolio

  • 🥊 WWE e UFC si fondono: nasce un nuovo colosso

Ma prima, prendiamo giusto qualche istante per augurarti una buona e felice Pasqua 🎉 da tutto il Team e ringraziarti per avere aperto la nostra newsletter anche oggi, per noi conta veramente tanto!

Mercati: settimana corta sui mercati, con le contrattazioni chiuse venerdì per festa. Una settimana stabile, segnata dalle continue difficoltà del comparto bancario e da segni positivi che arrivano invece dalle tech. A mercati chiusi è arrivato il report sul lavoro USA, che ha segnato una disoccupazione ancora in calo… per cui la FED ha ancora margine per fare il pugno duro.

🛢️ L’Opec+ taglia la produzione di petrolio

Aprile inizia con un annuncio shock da parte dell’OPEC+, che sorprende tutti con una mossa da conseguenze importanti sull’economia globale: stiamo parlando del taglio alla produzione di petrolio per oltre 1.5 milione di barili al giorno.

Aspè: cos’è l’OPEC+? 

L'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, meglio conosciuta come OPEC, venne fondata nel 1960 e comprende 13 stati, associati per negoziare con le compagnie petrolifere aspetti riguardanti produzione, prezzi e concessioni di petrolio.

Il “+” accanto alla sigla indica la presenza di ulteriori paesi, come la Russia, che seppur non formalmente aderenti all’organizzazione, coordinano le loro politiche con l’OPEC.

Dicevamo: riduzione di 1.5 milioni di barili al giorno…

Il 2023 avrà quindi una minore produzione di petrolio, con tagli così ripartiti:

  • 🇸🇦 Arabia saudita (-500.000 barili)

  • 🇦🇪 Emirati Arabi Uniti (-144.000 mila barili)

  • 🇮🇶 Iraq (-211.000 barili)

  • 🇰🇼 Kuwait (-128.000 barili)

  • 🇰🇿 Kazakistan (-78.000 barili)

  • 🇩🇿 Algeria (-48.000 barili)

  • 🇴🇲 Oman (-40.000 barili)

  • 🇷🇺 La Russia, che aveva già comunicato il taglio di -500.000 barili giornalieri da marzo a giugno, ha dichiarato che prolungherà il razionamento per tutto il 2023

In totale, tra Russia e OPEC, il calo di produzione è quantificato quindi in circa 1,5 milioni di barili di petrolio al giorno.

Ok, ma come mai?

Il Ministro Saudita dell’Energia ha sottolineato che si tratta di “una misura precauzionale per salvaguardare la stabilità del mercato del petrolio”.

Da marzo, infatti, i prezzi del petrolio greggio erano scesi prepotentemente, con i futures che toccavano i $70 al barile (il minimo da 15 mesi), anche a causa dei timori a seguito delle crisi bancarie. 

E così, a seguito della notizia, il prezzo del petrolio è salito, già nella mattinata di lunedì 3 aprile:

  • Il barile Wti con consegna a maggio a $79.02, con un aumento del 4,43%

  • Il Brent con consegna a giugno a $83.52 al barile (+4,54%)

Oltre a questo poi:

  • 💰 Il balzo dei prezzi del petrolio inevitabilmente aumenterà anche i profitti dei produttori locali di petrolio e gas.

  • 😱 Al contempo, la produzione di petrolio fa crescere le preoccupazioni per la stabilità dell’economia, in quanto impatta sul consumo negli Stati Uniti e in Europa, trascinando il timore di maggiore inflazione ed il rischio di recessione per alcuni paesi.

Aumentano le tensioni tra USA, Russia e Cina 😱

Aggiungiamo poi benzina sul fuoco: tra il petrolio e la valuta cinese, il Renminbi, ci sarà un forte legame d’ora in poi.

Come se il taglio della produzione non bastasse, sembra che l’Arabia Saudita voglia appoggiare l’idea della Cina di diminuire la potenza del dollaro nel mercato globale.

Il Paese ha infatti dichiarato che accetterà pagamenti in Renminbi da parte della Cina per il petrolio esportato nel suo territorio.

Se pensiamo che il valore del greggio venduto a Pechino si aggira attorno a $45 miliardi all’anno, non parliamo proprio di noccioline…

“L’obiettivo è piuttosto chiaro: la decisione dell’Arabia Saudita evidenzia che le sue relazioni bilaterali con la Cina stanno diventando sempre più importanti.

La Cina è già il partner commerciale più importante del regno e il futuro economico del paese è visto come residente a Est.”

Sembra palese che l’obiettivo di questa nuova “alleanza” sia di combattere il predominio degli Stati Uniti e del dollaro nel commercio internazionale.

In realtà, già da tempo la Russia aveva intrapreso una strada simile, diminuendo le proprie riserve di dollari a favore della valuta cinese (ne avevamo già parlato in una scorsa newsletter, che puoi leggere qui).

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 WWE e UFC si fondono: nasce un nuovo colosso

Signore e signori, inizia una nuova era per gli sport da combattimento.

Il 3 aprile è stata annunciata la fusione tra due delle più importanti società del settore: la WWE, che si occupa di wrestling, e l’UFC, la più importante associazione di arti marziali miste.

Ma prima, un mini riassunto sulle storie di entrambe:

La WWE venne fondata negli anni ‘50 e inizialmente operava tra Washington, New York e Boston.

Già al tempo dominava rispetto alle altre federazioni che offrivano spettacoli di wrestling, per via della qualità degli show… ma il boom arrivò con la nascita della televisione via cavo.

Vince McMahon, storico capo della WWE, la sfruttò proprio per portare i match sugli schermi di milioni di americani, e riuscì a trasformare la società in un vero e proprio monopolio mondiale.

Il boom che la WWE ebbe tra gli anni ‘90 e i primi anni 2000 fu sconcertante: il wrestling divenne un fenomeno mondiale e alcune delle sue più grandi star, tra cui The Rock e John Cena, divennero nomi conosciuti in tutto il mondo.

John Cena con il suo iconico “you can’t see me”

L’UFC nasce invece più tardi, agli inizi degli anni novanta, ma il vero successo inizia ad arrivare solo nei primi anni duemila, quando viene rilevata da due fratelli italoamericani (Frank e Lorenzo Fertitta) e gestita da Dana White, lo storico presidente.

Sotto la loro gestione la lega diventa più istituzionale e i match offerti iniziano ad avere un livello di lottatori sempre più alto.

Il successo mondiale viene raggiunto anche grazie a lottatori di spicco come Ronda Rousey e Conor McGregor, che hanno trasformato gli incontri in un vero e proprio show, contribuendo a far conoscere l’organizzazione anche a chi non era appassionato di MMA.

Conor McGregor, uno dei più conosciuti lottatori UFC

Ok, ma parliamo dell’accordo 💰

La fusione si è realizzata tramite l’acquisto da parte della Endeavor Group Holding (controllante dell’UFC) del 51% della WWE.

L’operazione darà vita ad un colosso dal valore di oltre $20 miliardi di dollari, secondo le stime che valutano $12,1 miliardi l’UFC e $9,3 miliardi la WWE.

Vince McMahon, storico Presidente della WWE

Alla guida della società ci sarà il CEO della controllante, Ari Emanuel, mentre McMahon diventerà presidente esecutivo del consiglio di amministrazione.

Anche se sotto un'unica ala, le due leghe continueranno ad operare separatamente e ad avere capi distinti.

Ma come mai questa mossa?

Nonostante i due mondi siano diversi (la WWE prevede match “finti” studiati a tavolino per lo spettacolo, mentre in MMA se le suonano per davvero), l’obiettivo è il medesimo: far crescere il numero di spettatori paganti.

L’idea degli organizzatori è quella di mettere insieme le stelle di entrambi i mondi e farle gareggiare negli stessi eventi, potendo quindi contare su una fanbase unificata da oltre un miliardo di persone!

Di conseguenza, questo porterebbe enormi benefici economici alla nuova società, come affermato dallo stesso MacMahon:

“Il nuovo gruppo controllato da Endeavor potrà massimizzare il valore dei diritti televisivi combinati e migliorare la monetizzazione delle sponsorizzazioni”

Vince McMahon

Angolo Politico 💬 

🇨🇳 Cina: esercitazioni militari attorno a Taiwan (Sole24Ore)

🇮🇹 Elly Schlein ha annunciato la segreteria del PD (Ansa)

Angolo Cripto ⛓️ 

⚒️ Celsius: il 12 aprile presenterà il piano di ristrutturazione (CT)

👮🏻‍♀️ Do Kwon ha convertito fondi illeciti da Luna a Bitcoin (CT)

Angolo Tech & Startup 💡

🎵 Apple: depositato brevetto di un nuovo iPod all-in-one? (TC)

🚗 Tesla: ancora tagli ai listini? (TC)

🏥 Ecco il test che diagnostica 50 tumori (Wired)

🧑🏻‍🏫 Ecco il piano per assumere 50mila insegnanti (Wired)

Oggi nella storia? Il 9 aprile 2003, a sole tre settimane dall'invasione dell'Iraq, le forze statunitensi abbattono la statua di bronzo di Saddam Hussein nella piazza Firdos di Baghdad, simboleggiando la fine del lungo e spesso brutale regno del presidente iracheno e una prima importante vittoria degli Stati Uniti.

Club del Libro 📕

Inauguriamo oggi una nuova sezione della newsletter: Il Club del Libro!

Ogni mese vi proporremo un libro che ci ha particolarmente colpiti e che pensiamo possa valer la pena leggere (dai che dobbiamo migliorare nelle classifiche degli stati con più lettori!!).

Quello di questo mese è Open, la biografia del campione del Tennis Andre Agassi.

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Questa settimana chiacchieriamo con Margherita Galluzzo, Head of Brand and Communication di WeRoad, una delle scale-up più famose in Italia, attiva nel mondo del travelling. Insieme a Margherita parleremo di:

  • ❓Cosa sta dietro alla peculiare strategia di marketing di WeRoad

  • ✨ La storia delle campagne che hanno segnato WeRoad, come quella dei viaggi su Marte o del calendario dei Ponti

  • 🤔 L'importanza di avere un tone of voice chiaro, immediato e creativo