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🌡️ L’UE ha lanciato un nuovo obiettivo climatico?

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🌡️ L’UE ha lanciato un nuovo obiettivo climatico?

  • 🛢️ Petrolio: cosa sta succedendo?

Queste le risposte al sondaggio della scorsa newsletter. Larga vittoria del Si, con oltre il 68% dei voti. Una fetta significativa di voi, circa 150 persone, sono indecise sull’argomento e preferiscono non esprimersi.

ENERGIA

🌡️ L’UE ha lanciato un nuovo obiettivo climatico?

La Commissione Europea ha lanciato un nuovo e ambizioso obiettivo climatico: ridurre le emissioni nocive del 90% entro il 2040 (rispetto ai livelli del 1990).

L’obiettivo si va ad aggiungere a quelli già esistenti, che prevedono una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Come raggiungeremo l’obiettivo?

Emissioni di gas serra storiche e previste fino al 2050 - Commissione Europea

Il tema dell'energia diventerà sempre più cruciale nei prossimi anni, soprattutto considerando che si prevede un aumento del 60% per il consumo di elettricità nell'UE entro il 2030.

E per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo, la Commissione ha recentemente condiviso alcune linee guida in modo da stimolare i Governi a prendere decisioni orientate verso questa direzione:

  • ☢️ Accelerare la diffusione di Mini Reattori Nucleari (detti SMR) entro il 2030. Si tratta di reattori di piccola taglia e modulari (cioè prodotti industrialmente in serie), con una potenza fino a 300 Mega Watt (per intenderci, una centrale nucleare raggiunge i 1.500-2.000 MWe)

  • 🔋 Promuovere la fabbricazione di prodotti tecnologici (come pale eoliche, o pannelli solari) a emissioni zero e in grado di contrastare la concorrenza cinese

  • ⚡ Garantire che le reti elettriche funzionino in modo più efficiente e portino ad una riduzione dei costi energetici per i consumatori e delle emissioni. Ad oggi, il 40% delle reti di distribuzione ha più di 40 anni e si stima un costo per il loro ammodernamento pari a circa €375-425 miliardi

Fino a qui tutto bello. Ma c’è qualcosa che ha fatto discutere…

A causa dei disagi e del clima generato dagli agricoltori in protesta (ne abbiamo parlato qui), Bruxelles ha eliminato alcune misure previste per il settore agricolo, responsabile per l’11% circa dei gas serra emessi in Europa.

In particolare:

  • 🧪 È stata ritirata la legge sulla riduzione dei pesticidi

  • 💨 È stato eliminato il taglio del 30% delle emissioni per il settore agricolo

Nonostante ciò, la Commissione Europea ha sottolineato che il Green Deal non viene abbandonato, piuttosto si intende attribuirgli una connotazione più “economica”.

Vogliamo che il processo di decarbonizzazione dell’Europa sia completato mantenendo la competitività dell’economia. Siamo consapevoli delle tensioni sociali e in questo momento mantenere la capacità industriale dell’Europa è un nostro imperativo.

Maroš Šefčovič - Vicepresidente della Commissione Europea

Ma il 2023 è stato un anno positivo… no?

L’anno appena concluso può essere festeggiato in quanto a traguardi raggiunti in ambito emissioni.

Nel recente report “European Electricity Review 2023, EMBER ha registrato alcuni dati da record che testimoniano come il percorso che l’Europa ha intrapreso verso la transizione energetica sia entrato nel vivo del suo svolgimento.

Tra i risultati più rilevanti:

  • L’uso dei combustibili fossili è sceso del 19%, raggiungendo il livello più basso di sempre (meno di ⅓ della produzione elettrica dell’UE)

  • ♻️ Le energie rinnovabili sono salite a una quota record del 44% del mix energetico

  • ☀️ L’eolico e il solare hanno prodotto il 27% dell’elettricità dell’UE nel 2023. Inoltre, l’eolico ha sorpassato il gas per la prima volta nella storia, grazie ad un aumento del +13% nell’ultimo anno

Insomma, gli obiettivi che l’UE si è posta da qui fino al 2030 (e al 2050) sono ambiziosi, ma siamo decisamente sulla strada giusta!

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ENERGY & GAS

🛢️ Petrolio: cosa sta succedendo?

L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha stimato che nel 2024 le scorte di greggio aumenteranno, e questo a causa sia di un generale rallentamento della domanda, sia perché alcuni paesi (come USA e Russia) stanno compensando i tagli alla produzione dei paesi produttori di petrolio, come l’Arabia Saudita.

Il punto però è chiaro: nel 2024 l’ago della bilancia nel settore del petrolio potrebbe spostarsi (e non di poco).

Che cosa sta succedendo in Arabia Saudita?

Nell’ultimo anno e mezzo, l’Arabia Saudita ha ridotto di una cifra consistente la sua estrazione di greggio, passando da 10,2 milioni a 9 milioni di barili al giorno.

Come mai?

Il motivo è molto semplice: il paese sta cercando di tenere alto il prezzo dell'oro nero (diminuendo la sua offerta).

Una tattica decisa assieme agli altri paesi dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec), che però non sta dando gli effetti sperati, e questo soprattutto a causa:

  • 📈 Dell’aumento della produzione dei paesi che dell’Opec non fanno parte, tra cui gli USA e il Brasile

  • Della capacità di Russia e Iran di aggirare l’embargo occidentale sul petrolio

E il fatto che il prezzo del petrolio non stia salendo (a causa dei motivi appena detti, ma anche per il rallentamento della sua domanda) sta causando ingenti danni all’Arabia Saudita, che ha in piano investimenti miliardari nei prossimi anni per costruire infrastrutture e città, utilizzando proprio i proventi del petrolio.

Saudi Aramco stessa, la principale compagnia petrolifera del paese, ha abbandonato un investimento da $40 miliardi, proprio perché in questo momento non sembra esserci affatto il bisogno di aumentare la capacità produttiva.

E poi c’è la questione delle sanzioni alla Russia…

Abbiamo infatti detto che uno dei motivi per cui il prezzo del greggio non sta salendo è dovuto all’aggiramento delle sanzioni da parte di Russia e Iran, che aumentano l’offerta globale del greggio.

A seguito dello scoppio della guerra in Ucraina e per danneggiare Mosca, l’UE e il G7 avevano infatti imposto un embargo al petrolio Russo. Il problema è che sono bastati pochi mesi per far trovare l’escamotage…

Il petrolio russo viene infatti ora trasportato da navi acquistate tramite società opache e battenti bandiera di paradisi fiscali, che rendono difficile se non impossibile stabilire la provenienza del greggio.

Così facendo, la Russia è riuscita ad aggirare le sanzioni e a continuare a trarre lauti profitti dall’esportazione di petrolio (anche verso l’Europa!).

E lo stesso ha fatto l’Iran (anch’esso soggetto a embargo), che ha addirittura registrato l’aumento di produzione maggiore degli ultimi 5 anni.

Nel mentre, gli USA hanno accelerato la produzione…

..arrivando a produrre nel 2023 ben 13,2 milioni di barili al giorno, un record assoluto che posiziona gli States al primo posto della classifica mondiale.

Insomma, il prezzo del petrolio non sta salendo, ci sono scorte e la domanda sembra essere calata.

Certo, questo non significa che ne potremo fare a meno, quantomeno nel breve periodo.

Secondo i dati del World Energy outlook, infatti, al 2030 la quota dei combustibili fossili (Gas e Petrolio) scenderà di poco, dall’attuale 80% al 73% (per tutta felicità delle compagnie petrolifere, che sanno che del loro petrolio ne avremo bisogno ancora per tanto tempo...)

Secondo te riusciremo a transitare verso un mondo senza petrolio?🛢️

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