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👩🏻⚖️ Zalando vs Commissione UE, che succede?
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter per chi a colazione mangia pane ed economia!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
👩🏻⚖️ Zalando vs Commissione UE, che succede?
📈 È arrivato il momento di abbandonare il classico portafoglio 60/40?
👩🏻⚖️ Zalando vs Commissione UE, che succede?
Zalando, il famoso e-commerce tedesco di abbigliamento, ha avviato un’azione legale alla Corte di giustizia UE, contro la Commissione europea.
Il motivo?
Secondo il colosso digitale, la denominazione di “Very large online platform (Vlop)” assegnatagli, non sarebbe corretta.
Ok, partiamo dall’inizio
Il Digital Services Act (DSA), approvato il 23 aprile 2023, consente alle Autorità Europee di imporre regole più “dure” per le aziende considerate Vlop e Vloses (ora ci arriviamo).
Il suo obiettivo è quello di rendere internet un posto più sicuro, costringendo le piattaforme tecnologiche a:
👨🏻💻 Essere più trasparenti circa il funzionamento dei loro algoritmi
🔫 Rimuovere contenuti o prodotti definiti "illegali"
❌ Eliminare la pubblicità basata su informazioni sensibili (ad esempio l'etnia, l'orientamento sessuale o l'affiliazione politica)
Vietare i dark pattern (meccanismi per indurre un utente a compiere una determinata azione)
Si richiede inoltre lo stop totale alla pubblicità mirata ai bambini e la formazione di unità di crisi per gestire minacce alla sicurezza pubblica in tempo zero.
Bene, ma cosa sono le Vlop e Vloses?
Secondo il Dsa, le Vlop (very large online platforms) e le Vloses (very large online search engines) sono quelle aziende che, rientrando nei parametri dettati dalle autorità, devono assecondare le nuove regole europee del Dsa.
Questi due termini definiscono le piattaforme online o i motori di ricerca che contano oltre 45 milioni di utenti, ossia più del 10% della popolazione europea.
Al momento, fanno parte delle Vlop ben 17 aziende, tra cui Amazon, Apple, Booking, Instagram, Youtube e, appunto, Zalando.
Le Vloses sono invece solo due: Bing e Google Search.
Perché Zalando non ci sta?
Secondo il DSA, Zalando è una Vlop: questo nonostante la piattaforma di moda fondata a Berlino nel 2008 e con un giro di affari di €10,3 miliardi di ricavi nel 2022, abbia dichiarato 31 milioni di utenti medi mensili.
Nello specifico, Zalando contesta la scelta della Commissione attraverso tre argomenti:
Zalando sostiene che sulla piattaforma siano in atto controlli sui prodotti e sui contenuti che i partner e rivenditori pubblicano, escludendola dal "rischio sistemico" di diffusione di contenuti dannosi o illegali da parte di terzi in cui possono incorrere le Vlop
Secondo l’azienda, la Commissione non ha compreso la logica del suo modello di business. Il 64% dei suoi ricavi passa dai servizi al dettaglio (esclusi dal Dsa).
La società tedesca lamenta una disparità di trattamento e la mancanza di trasparenza e consistenza nel modo in cui si contano gli ”utenti attivi del servizio"
Le ragioni della Commissione e quelle di Zalando
Come rivela la Commissione, tra commercio al dettaglio e partner il numero di utenti attivi medi supera di molto la soglia dei 45 milioni, arrivando a ben 83,3 milioni!
Di contro, Zalando si difende sostenendo che dovrebbero essere contati solo i 31 milioni di clienti che passano attraverso i partner, mentre gli altri 52,3 milioni sono riferibili al commercio al dettaglio (che, come detto prima, è escluso dalla normativa).
Ma perché Zalando non vuole essere inserito in questa categoria?
In breve, perché chi rientra tra Vlop e Vloses deve sostenere costi maggiori legati alle spese per il controllo, il tutto senza contare le sanzioni di chi viola le regole imposte, con multe fino al 6% del fatturato globale.
Come se non bastasse, le tempistiche per giungere ad una risposta da parte della Commissione non sembrano poter essere veloci: si parla di un minimo di un anno fino ad un massino di due.
Nel mentre però, l’e-commerce dovrà adattarsi alle regole stringenti del DSA, fino a nuove indicazioni.
🇨🇳 Inversione in Cina: arriva il taglio dei tassi
Mentre Fed e BCE hanno come unico imperativo quello di alzare i tassi di interesse, la Banca Centrale Cinese preferisce marciare nel verso opposto, mettendo in atto un ribasso delle percentuali.
Lo scorso 20 giugno infatti, la Cina ha infatti deciso di tagliare i due tassi di interesse principali di 10 punti base, il primo abbassamento dall’agosto del 2022!
Perché questo taglio?
Gli analisti erano convinti che, con la fine del lockdown, l'economia cinese avrebbe ripreso slancio, ma così sembra non essere.
Lo confermano i dati, che mostrano come la ripresa dopo la riapertura post-covid si sta appiattendo inesorabilmente, per via soprattutto della zavorra del mercato immobiliare.
Si aggiungono all’appello anche un calo dei prezzi della produzione (non scendevano così tanto dal 2016, -4,6%) e un livello di inflazione che nel Paese si attesta allo 0,2% su base annuale.
Numeri e prospettive che non sono piaciuti ad alcune grandi banche di oltre oceano.
Tra le diffidenti ci sono Citigroup e Goldman Sachs, che hanno abbassato le aspettative di crescita sul PIL cinese dello 0,6% rispetto alle stime precedenti, giustificando la riduzione con:
🤔 Scarsa fiducia di aziende, famiglie e investitori
📈 Alti livello dei tassi di interesse
🐌 Lenta ripresa post covid
Per cercare di risolvere la questione e rinvigorire la ripresa economica in stallo, la Banca Centrale Cinese ha deciso quindi di ridimensionare il tasso sui prestiti alle imprese /famiglie (portandolo al 3,55%) e quello di riferimento per i mutui, che è sceso fino al 4,2%.
E il mercato come l’ha presa??
Non benissimo.
L’indice Hang Seng China Enterprises ha perso quasi il 2%, affossato dai titoli immobiliari.
In calo anche anche i rendimenti dei titoli decennali cinesi (-2 punti base), con lo Yuan che rispetto all’euro si è deprezzato dello 0,25%.
‘‘L’obiettivo è rafforzare i prestiti, ma gli investitori sembrano un pò delusi dalla mossa della Banca Centrale Cinese e stanno aspettando ulteriori mosse per sostenere effettivamente l’economia’’
FED e BCE, al contrario…
Nell’ultima riunione, la Federal Reserve ha deciso di lasciare immobile la percentuale dei tassi di interesse dopo una lunga maratona in salita.
Quest’ultimi, in soli 14 mesi hanno superato quota 5%, segnando il ritmo di aumento più veloce degli ultimi 40 anni.
In Europa, invece, si spinge ancora.
L’ultima assemblea della BCE di giugno si è chiusa con aumento di 25 punti base, e probabilmente si farà lo stesso a luglio.
Angolo Politico 💬
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Oggi nella storia? Il 2 luglio 1992, Stephen Hawking batte il record di vendite britannico con il suo libro "Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo", con più di tre milioni di copie vendute in 22 lingue diverse.
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