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❌ WeWork ha dichiarato bancarotta: e ora?

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  • WeWork ha dichiarato bancarotta: e ora?

  • 👋🏻 I giovani italiani se ne vanno dall’Italia?

BUSINESS E TECH
WeWork ha dichiarato bancarotta: e ora?

Credits: Chaicharts

E alla fine è successo: WeWork, colosso americano del co-working, ha richiesto il “Chapter 11”, ossia la procedura con cui una società statunitense può dichiarare bancarotta, ristrutturare il proprio debito e proteggere i propri asset dall’aggressione dei creditori.

Ok, ma facciamo un passo indietro

Adam Neumann, Founder e ex-CEO di WeWork. Credits: BBC

WeWork, società fondata nel 2010 da Adam Neumann e Miguel McKelvey, aveva la mission di rivoluzionare il concetto di “spazi di lavoro condivisi”, mettendo a disposizione uffici e scrivanie in affitto per freelancer e aziende di ogni dimensione.

Nel corso di pochi anni è cresciuta vertiginosamente anche grazie ad ingenti investimenti ($22 i miliardi raccolti nel corso del tempo), arrivando ad una valutazione, al suo apice, di $47 miliardi.

Certo, il fatto che il suo fondatore, Neumann, l’abbia sempre venduta come una vera e propria tech-company (anche se di tech, ha sempre avuto poco), ha aiutato e non poco a gonfiarne il valore, ma WeWork è sempre stata vista come l’eterna promessa che prima o poi avrebbe dato grandi frutti.

Poi però sono arrivate le prime difficoltà…

Già nel 2019, infatti, la società aveva provato ad entrare in borsa senza successo, e i motivi erano tutt’altro che banali...

In quell’occasione, questioni relative ai risultati finanziari e alla governance aziendale avevano portato al ritiro dell’IPO e alla successiva uscita di scena proprio del co-founder e CEO Adam Neumann. Quotazione che però, tra una difficoltà e l’altra è arrivata qualche anno dopo (nel 2021), con una valutazione però di soli $9 miliardi, cifra ben lontana dai $47 miliardi di tre anni prima.

Nonostante gli sforzi per rimettere in sesto i conti, però, il modello di business della società ha sempre mostrato vistose crepe, aggravate ulteriormente dalla pandemia, che ha contribuito a distruggere la domanda per spazi di lavoro condivisi.

E alla fine, a causa degli onerosi contratti di locazione stipulati in un periodo nel quale raccogliere soldi era facile e pressoché gratuito…

…WeWork ha finito i soldi e ha dovuto dichiarare bancarotta

L'annuncio non ha certamente stupito, visti i $18,6 miliardi di debiti e le perdite che, solo tra aprile e giugno 2023, hanno raggiunto i $327 milioni.

Se è vero che la bancarotta segna un punto di discontinuità nella storia di WeWork, è anche vero che la parola fine per la società non è ancora arrivata. Il CEO David Tolley ha infatti dichiarato che larga parte dei creditori dell'azienda ha accettato di convertire i propri debiti in equity.

Inoltre, la ristrutturazione aziendale permetterà a WeWork di rescindere i contratti di locazione a lungo termine (contratti decisamente troppo onerosi) e concentrarsi sulle unità che continuano a generare profitti.

Insomma, di WeWork forse continueremo a sentir parlare, soprattutto considerando le centinaia di uffici di co-working strategicamente posizionati nelle più grandi città del mondo.

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ATTUALITÀ
👋🏻 I giovani italiani salutano il Bel Paese?

La quota di giovani Italiani di età compresa tra i 18 e i 34 anni che scappano dall’Italia e espatriano all’estero è in aumento del 2% rispetto al 2021.

Un fenomeno (purtroppo) in costante crescita, dato che negli ultimi 18 anni la comunità degli italiani residenti all’estero è aumentata del 91%, grazie principalmente al contributo di donne e giovani.

Ma a quanto ammonta il numero di italiani nel mondo?

Al 1° gennaio 2023 i nostri connazionali iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Iscritti all’Estero) erano 5,93 milioni, distribuiti per fasce d’età in modo piuttosto omogeneo:

  • Il 14,4% è minorenne

  • Il 21,7% ha tra 18 e 34 anni

  • Il 23,2% ha tra 35 e 49 anni

  • Il 19,5% ha tra 50 e 64 anni

  • Il 21,1% oltre 65 anni

E anche la quota di donne iscritte all’Aire è aumentata notevolmente, raddoppiando rispetto ai numeri del 2006 (ora sono circa 2,8 milioni).

A lasciare il Paese sono soprattutto donne molto qualificate, in particolare provenienti da settori scientifici, con la volontà di far carriera ed accedere ad un maggiore benessere economico (aka più soldi).

Ma se è vero che molti vanno all’estero, c’è anche qualcuno che torna…

E questo anche grazie alle misure sul rientro dei cervelli, dato che tra il 2012 e il 2021 i rimpatri dall’estero dei cittadini italiani sono più che raddoppiati, passando da 29.000 l’anno a 75.000 (misure sul rientro dei cervelli su cui proprio ora il Governo sta discutendo).

In tutto, i rientri totali nel decennio sono stati 443.000, di cui due su cinque da un Paese dell’Unione europea.

Ma il volume dei connazionali che tornano in patria non è sufficiente a compensare la perdita di popolazione dovuta agli espatri che, durante lo stesso periodo e fino all'anno della pandemia, sono aumentati in misura considerevole e hanno fatto registrare saldi migratori sempre negativi.

E i costi della fuga di cervelli ci sono e sono chiarissimi: si parla di circa €14 miliardi l’anno, che sono tutt’altro che noccioline, a cui poi si sommano le perdite di know-how e competenze per il nostro sistema produttivo e sociale

Visto questo, secondo alcuni sarebbe sensato implementare soluzioni strutturali affinché i giovani non se ne vadano via dall’Italia, piuttosto che cercare di convincerli a tornare…

GLI ANGOLI

🇮🇹 Il 42% dei contribuenti dichiara meno di €15.000 (Ansa)

🏥 Il 5 dicembre lo sciopero dei medici contro la manovra (IlSole24Ore)

👮🏻‍♀️ AirBnb: €779 milioni sequestrati in Italia (Wired)

👗 Shein si quota in borsa per €90 miliardi? (TC)

🔭 Le prime immagini della missione Euclid (Wired)

🍀 I progetti per togliere i metalli rari dalle batterie (Wired)

🤑 Prometeia cerca un Junior Business Analyst

✍️ Amazon cerca un Business Analyst

🆕 Plenitude cerca un Product Marketing Expert

💰️ Bending Spoons cerca un Finance Analyst

Il 9 novembre 1989, funzionari della Germania Est aprono il Muro di Berlino, consentendo il passaggio dalla parte Est a quella Ovest della città. Il giorno successivo, i tedeschi in festa iniziano ad abbattere il muro.

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