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🌍 USA-Cina: è di nuovo guerra (commerciale)

Buongiorno, questa è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

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  • 📈 Salari in Italia: il lungo cammino verso la ripresa

  • 🌍 USA-Cina: è di nuovo guerra (commerciale)

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ITALIA

📈 Salari in Italia: il lungo cammino verso la ripresa

Buone notizie sul fronte degli stipendi in Italia! Stando agli ultimi dati ISTAT, nel 2024 le retribuzioni orarie cresciute del +3,1% rispetto all'anno precedente.

Un dato che l'Istat ha definito come "un primo sensibile miglioramento" dopo anni in cui l'inflazione aveva eroso il potere d'acquisto dei lavoratori.

Ma è troppo presto per festeggiare…

Perché non possiamo ancora cantare vittoria?

Il +3,1% è un dato che da solo dice poco. Quando si parla di stipendi, infatti, è fondamentale considerare il loro potere d'acquisto reale, ovvero quanto si riesce effettivamente a comprare con lo stipendio che si percepisce.

E se è vero che nel 2024 gli stipendi sono saliti del +3,1% contro un'inflazione del +1% (permettendo finalmente un primo recupero), questo non basta a compensare quanto perso negli anni precedenti.

Dal 2021, infatti:

  • 📈 I prezzi sono aumentati complessivamente del +16,8%

  • 📉 Gli stipendi sono cresciuti solo del +8,2%

In altre parole, nonostante il buon risultato del 2024, gli italiani hanno perso circa il 9% di potere d'acquisto dal 2021.

Insomma, il divario da recuperare è ancora ampio...

Alcuni settori ne hanno risentito più di altri

Non tutti i settori hanno sofferto allo stesso modo. Secondo il rapporto annuale dell’Inapp, il quadro è piuttosto variegato:

  • 🏦 Banche e assicurazioni hanno retto meglio all'urto dell'inflazione

  • 🏭 Il settore manifatturiero è riuscito a "tenere botta"

  • 🏗️ Costruzioni e trasporti si sono attestati nella media

  • 🏨 Alberghi, ristoranti e commercio sono quelli che hanno sofferto di più

E rispetto al resto d’Europa come siamo messi?

Spoiler: male, molto male.

Secondo l'OCSE, l'Italia è tra i paesi dove gli stipendi hanno perso più potere d'acquisto. Rispetto al 2019, nel primo trimestre del 2024:

  • 🇮🇹 In Italia gli stipendi reali sono più bassi del -6,9%

  • 🇪🇸 In Spagna del -2,5%

  • 🇩🇪 In Germania del -2%

  • 🇫🇷 In Francia il gap è stato completamente recuperato

  • 🇬🇷 In Grecia sono addirittura più alti del +3,6%

Ma perché gli stipendi italiani non stanno al passo con l’aumento dei prezzi?

Il problema principale sta in una parola: produttività.

Pensate alla produttività come al "motore" dell'economia: misura quanto riusciamo a produrre con le risorse che abbiamo a disposizione.

Un'economia cresce tanto più quanto è efficiente questo “motore”. Ecco, il problema è che in Italia questo “motore” (aka la crescita della produttività) si è inceppato da più di 20 anni…

..visto che dal 2000 al 2023, mentre Francia, Germania e Spagna registravano crescite a doppia cifra, la produttività italiana è cresciuta solo del 2%.

Quindi, i nostri stipendi non crescono perché il nostro “motore” è inceppato (= la nostra produttività non cresce)…

Ma non è solo colpa della produttività…

C'è anche un altro elemento da considerare: i contratti collettivi nazionali.

In Italia, infatti, la crescita degli stipendi passa principalmente attraverso i rinnovi dei contratti collettivi nazionali, che stabiliscono le condizioni base come retribuzioni minime, orari e ferie.

Il problema? Nel 2024 il 50% dei lavoratori aveva un contratto scaduto!

Questo significa che tra un rinnovo e l'altro possono passare diversi anni, durante i quali gli stipendi restano fermi.

E, secondo gli economisti, uno dei motivi principali è che i sindacati italiani non avrebbero lo stesso potere contrattuale dei loro colleghi europei per imporre rinnovi puntuali.

Secondo te, qual è il principale motivo per cui gli stipendi in Italia crescono poco?

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COMMERCIO INTERNAZIONALE

🌍 USA-Cina: è di nuovo guerra (commerciale)

La guerra commerciale tra USA e Cina si sta nuovamente intensificando, con mosse e contromosse che sembrano uscite da un videogioco in cui vince chi la spara più grossa.

E questa volta lo scontro si sta giocando su più fronti, dai dazi alle terre rare, passando per le big tech.

Ma facciamo un passo indietro….

Cosa è successo?

Trump non ha perso tempo e dopo mesi di minacce durante i suoi comizi elettorali è passato ai fatti: da martedì sono scattati i nuovi dazi del 10% su tutte le importazioni dalla Cina.

E non è una novità da poco, perché:

  • 🏭 Molti prodotti cinesi erano già soggetti a dazi tra il 10% e il 25%

  • 🛍️ Questa volta Trump ha anche chiuso un "buco" normativo che permetteva a colossi dell'e-commerce come Temu e Shein di evitare i dazi attraverso spedizioni dirette ai consumatori americani

Una mossa che andrà a colpire duramente gli scambi commerciali tra i due paesi, che già valevano più di $400 miliardi all'anno.

La risposta della Cina non si è fatta attendere

Xi Jinping e Donal Trump

Pechino, infatti, ha risposto colpo su colpo con “controdazi” che entreranno in vigore il 10 febbraio:

  • 🛢️ Dazi del 15% su carbone e gas naturale liquefatto (GNL) dagli USA

  • ⛽️ Dazi del 10% su petrolio, attrezzature agricole e alcuni tipi di automobili

La Cina ha anche deciso di appellarsi all'Organizzazione mondiale del commercio, accusando gli USA di azioni unilaterali "di natura dolosa".

Ma non è tutto…

La Cina ha infatti deciso di attaccare su altri fronti:

  • 🔍 Ha avviato un'indagine antitrust contro Google (i cui servizi di ricerca sono già bloccati dal 2010)

  • 👕 Ha inserito in black list il gruppo PVH (proprietario dei brand Calvin Klein e Tommy Hilfiger) in relazione a delle controversie sul cotone dello Xinjiang

  • 🧬 Ha accusato Illumina Inc., società di biotecnologie, di aver “violato i principi del mercato“

E Pechino ha un’altra arma segreta (ed è molto pericolosa)

La vera minaccia della Cina non sono i dazi, ne tantomeno le accuse alle compagnie statunitensi, ma il controllo sui metalli strategici.

Uno stabilimento nella regione autonoma cinese della Mongolia Interna

Pechino ha infatti imposto restrizioni all'export di materiali di cui controlla gran parte della produzione mondiale:

  • 📱 Indio (70-80% della produzione mondiale): usato per schermi, fibre ottiche, 5G e satelliti

  • 🚀 Tungsteno: cruciale per missili e proiettili

  • 🔋 Tellurio (70-80%): essenziale per chip e pannelli solari

  • 🔩 Bismuto (70-80%): utilizzato nelle superleghe metalliche

  • ⚙️ Molibdeno (40%): impiegato nelle leghe siderurgiche

E i prezzi già ne risentono: alcuni metalli come tungsteno e indio hanno toccato i massimi degli ultimi 10 anni.

Il problema più grande? Questa stretta non colpisce solo gli USA, ma anche l'Europa e altri paesi importatori.

Cosa succederà ora?

Trump ha annunciato che prevede di parlare con il presidente cinese Xi Jinping "probabilmente nelle prossime 24 ore", avvertendo che se non si raggiungerà un accordo, le tariffe saranno "molto, molto significative".

Sul tavolo ci sono anche altre questioni spinose:

  • 💊 Gli USA accusano la Cina di non aver fatto abbastanza per fermare il flusso del fentanyl (oppioide che causa 100mila morti all'anno negli Stati Uniti)

  • 📱 Pechino ha rilanciato la proposta di Trump di dividere il controllo di TikTok negli Stati Uniti

Insomma, i mercati sperano che i due leader riescano a trovare un accordo per rimuovere i dazi, ma la situazione resta molto tesa.

E con la riapertura delle Borse cinesi dopo il Capodanno, si inizieranno a contare i primi "feriti" di questa nuova guerra commerciale…

📊 Secondo te, chi ha più da perdere in questa guerra commerciale?

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🇺🇸 Trump congela i dazi a Canada, Messico (RaiNews)

🇸🇪 Sparatoria in una scuola a Orebro, in Svezia (Skytg24)

🛩️ Siamo sempre più vicini al ritorno del Concorde nei cieli (Techy)

💻️ Per rispondere a DeepSeek, Microsoft punta su ottimizzazione e riduzione dei prezzi (Wired)

💻️ Al via l’Anno internazionale della fisica quantistica (Ansa)

🚀 Riuscito il volo di New Shepard per simulare la gravità lunare (Ansa)


✍️ Sanrio Europe cerca un Licensing Manager

💰️ Kedrion Biopharma cerca un External Communication Director

🆕 EG Italia cerca un ESG Lead

🤑 Kreston TDL cerca un commercialista

Il 6 febbraio 1840, firma del Trattato di Waitangi, documento fondante della Nuova Zelanda

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