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🔥 Un San Valentino da dimenticare

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  • 🔥 Il San Valentino che cambiò l'Italia

  • 💰 Banche italiane: nel 2024 profitti da record

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…e quel settore è il tech.

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ITALIA

🔥 Un San Valentino da dimenticare per i lavoratori italiani

Il 14 febbraio 1984, il San Valentino di 41 anni fa, è una data storica per l’economia italiana, tanto da essere ricordato come il "San Valentino più amaro della storia per i lavoratori italiani”.

Il motivo è che quel giorno vennero poste le basi per l’abolizione della scala mobile, quel meccanismo che adeguava automaticamente gli stipendi all'inflazione: la scala mobile.

Ma cos’era esattamente la scala mobile?

La scala mobile nasce nel dopoguerra, quando l'Italia, già devastata dal conflitto mondiale, doveva fare i conti con un'inflazione che superava il 90%.

Una situazione insostenibile per i lavoratori che vedevano il loro stipendio perdere valore di settimana in settimana, al punto che molte famiglie faticavano ad arrivare a fine mese.

Per questo motivo, la CGIL avviò un tavolo di trattative con Confindustria, al fine di trovare un modo per proteggere il potere d'acquisto dei lavoratori.

Il risultato fu "l'accordo sulla scala mobile", che prevedeva un meccanismo che adeguava automaticamente i salari all'aumento del costo della vita (la scala mobile).

Tutto funziona fino al 1973, anno in cui i problemi di questo sistema iniziano a manifestarsi…

Il problema? La crisi petrolifera

Titolo di giornale del Corriere della Sera, 1973

Quando nel 1973 la crisi in Medio Oriente si trasforma in crisi petrolifera, l’Italia è completamente investita da un’ondata inflazionistica, che porta l’aumento dei prezzi al 19% per quell’anno.

Con la scala mobile in pieno effetto, questo portò alla creazione di una spirale inflazionistica: i prezzi crescevano, gli stipendi li seguivano a ruota, i costi per le aziende salivano e queste li riversano sui prezzi, alimentando un circolo vizioso molto pericoloso.

E la situazione non fece che peggiorare nel 1979, con la seconda crisi petrolifera…

Si crea così la necessità di fermare la spirale inflazionistica

Vista l’insostenibilità della situazione, nel 1984 la politica decise di intervenire: Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio, propose di limitare gli aumenti automatici degli stipendi, chiedendo ai lavoratori di rinunciare a una parte degli aumenti salariali…

Nel concreto, chiedeva ai lavoratori di rinunciare a 4 scatti della scala mobile per cui se l'inflazione fosse stata del 10%, gli aumenti salariali sarebbero stati solo del 6% (e non del 10%).

Ma Craxi sapeva che non poteva chiedere questo sacrificio senza offrire ai sindacati (CGIL, CISL e UIL) nulla in cambio. Per questo mise sul tavolo un pacchetto di compensazioni:

  • 🏭 Sgravi fiscali per le imprese, per aiutarle a non licenziare

  • 💰 Prolungamenti della Cassa integrazione

  • 👨‍👩‍👧‍👦 Indicizzazione degli assegni familiari

Una proposta coraggiosa, sì, ma anche molto rischiosa…

E, infatti, non tutti furono d’accordo

Enrico Berlinguer, segretario del PCI e Bettino Craxi, segretario del PSI

I sindacati CISL e UIL accettarono la proposta, ma la CGIL si oppose duramente.

Il 14 febbraio del 1984 Craxi decise comunque di procedere, trasformando l'accordo in decreto legge

Le conseguenze? Immediate e drammatiche:

  • 👥 Il 24 marzo 1984 ci fu uno sciopero generale, con milioni di lavoratori in piazza a protestare

  • La CGIL e il Partito Comunista accusarono il governo di tradire i lavoratori

  • 🗳️ Si arrivò perfino a un referendum nel 1985 per cercare di abolire il decreto

Ma il 54,3% degli italiani votò per mantenere la riforma e il decreto di San Valentino diventò legge.

Negli anni successivi, la scala mobile venne sempre più riformata

Quella decisione segnò l'inizio della fine della scala mobile, che venne definitivamente abolita nel 1992 con il governo Amato.

Da quel momento in poi, gli aumenti salariali non furono più automatici, ma vennero (e vengono tutt’ora) negoziati attraverso:

  • 📄 Contratti collettivi nazionali (CCNL), che definiscono i minimi salariali e le condizioni generali di lavoro, con incrementi basati sull’inflazione programmata

  • 🤝 Contrattazioni aziendali o territoriali, che permettono aumenti retributivi aggiuntivi legati alla produttività e ai risultati economici dell’azienda o del settore

Ma quali sono state le conseguenze dell’abolizione della scala mobile?

L'abolizione della scala mobile ha avuto effetti contrastanti.

Da una parte:

  • 📉 Ha aiutato l'Italia a controllare l'inflazione, ponendo fine alla spirale inflazionistica che generava la scala mobile

  • 🌍 Ha reso le imprese italiane più competitive sui mercati internazionali

  • 🇪🇺 Ci ha permesso di rispettare i criteri di Maastricht per entrare nell'euro

Dall'altra, la fine di questo meccanismo ha portato a numerose ripercussioni negative:

  • 👥 Ha portato ad un progressivo indebolimento della classe media

  • 📊 È aumentata la precarietà, soprattutto tra i giovani

  • 💰 Gli stipendi reali dei lavoratori hanno perso valore nel tempo, tanto che l’Italia oggi è fanalino di coda tra i paesi europei per crescita dei salari reali nel tempo

E questa è solo la punta dell’iceberg…

Per approfondire la storia della Scala mobile, dei motivi dietro alla sua abolizione e di quel San Valentino che cambiò l’Italia, ti consigliamo di andare a vederti il nostro ultimo video su YouTube 👇️ 

FINANZA E MERCATI

💰 Banche italiane: nel 2024 profitti da record

Le banche italiane non se la passano per niente male...

Nel 2024, hanno registrato complessivamente profitti record, raggiungendo la cifra astronomica di €31,4 miliardi, con un aumento del +9,4% rispetto al 2023.

Un risultato che ha superato le aspettative degli analisti e che è stato trainato da ricavi in crescita del +6% a €88,6 miliardi.

Ma come hanno fatto le banche a guadagnare così tanto?

Due sono stati i principali driver di crescita nel 2024:

  • 💰 Il margine di interesse, ovvero la differenza tra gli interessi che le banche incassano sui prestiti e quelli che pagano sui depositi, che è cresciuto del +5%, arrivando a €51,1 miliardi

  • 💼 Le commissioni, cioè i ricavi che le banche ottengono dai servizi come la gestione del risparmio, che sono aumentate del +8%, toccando quota €32,2 miliardi

E i costi?

Nonostante l'aumento degli stipendi legato al nuovo contratto dei bancari (+2%), le spese amministrative (+2%) e gli altri costi (+1%), le banche sono riuscite a tenere sotto controllo le spese.

Anzi, guardando al lungo periodo, mentre le spese per il personale sono cresciute del +7% rispetto al 2021, quelle amministrative sono addirittura diminuite del -1%.

Cosa ci aspetta nel 2025?

Le previsioni per quest'anno dipendono molto da come si muoverà la curva dei tassi d'interesse.

Secondo gli esperti, ad oggi, nonostante le previsioni sull'inflazione, non ci dovrebbe essere un calo drastico dei tassi.

In più, si prevede che continui il trend di crescita delle commissioni, soprattutto dopo l'ottimo andamento dell'ultimo trimestre 2024.

C'è però da tenere d'occhio il risiko bancario in corso in Italia. Infatti, le operazioni di fusione annunciate potrebbero portare a:

  • 💸 Primi accantonamenti per coprire i costi di integrazione (i soldi messi da parte per pagare le spese legate alle fusioni, come l'unificazione dei sistemi informatici o la chiusura di filiali sovrapposte per intenderci)

  • 🏦 Possibili effetti sui costi operativi delle banche coinvolte

Insomma, nonostante le incertezze sull'economia italiana per il 2025, le banche sembrano non aver intenzione di rallentare…

Come andrà il 2025 per le banche italiane?

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