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🪨 Terre rare: il petrolio del XXI secolo

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Il menù di oggi prevede:

  • 🪨 Terre rare: il petrolio del XXI secolo

  • 🤖 OpenAI lancia due nuovi modelli “aperti”

MATERIE PRIME

🪨 Terre rare: il petrolio del XXI secolo

Sono le 10:30 del 12 gennaio 2023, quando il vice primo ministro svedese si presenta davanti alle telecamere per un annuncio che scuoterà le fondamenta geopolitiche mondiali.

La LKAB, la compagnia mineraria pubblica svedese, ha appena scoperto nel sottosuolo un tesoro da decine di miliardi di euro: oltre un milione di tonnellate di terre rare sepolte sotto la neve di Kiruna, nel Circolo Polare Artico.

Niente oro o petrolio, ma qualcosa di ancor più prezioso nel XXI secolo: quegli elementi chimici dai nomi strani – neodimio, disprosio, europio – senza cui il mondo moderno, semplicemente collasserebbe.

Stiamo parlando di 17 elementi che governano la nostra vita

Le cosiddette “terre rare” ci circondano nella vita di tutti i giorni, essendo impiegate:

  • 💻 In ogni dispositivo elettronico che usiamo

  • 🚗 Nei motori delle auto elettriche (fino a 3 kg per veicolo)

  • 💨 Nelle turbine eoliche (fino a una tonnellata ciascuna)

  • 🛰️ Nei sistemi radar e missilistici

Diversamente da quanto l’aggettivo “rare” potrebbe far pensare, in realtà questi elementi non sono particolarmente scarsi nella crosta terrestre.

Il problema è che sono dispersi in concentrazioni spesso troppo basse, e mescolate con minerali tossici o radioattivi.

Per questo motivo, estrarrle è un inferno: servono tonnellate di roccia, enormi quantità di acidi aggressivi e processi che generano montagne di rifiuti pericolosi per ottenere pochi chili di materiale puro.

Ed è proprio qui che la Cina ha visto un'enorme opportunità.

Negli anni Pechino ha sviluppato un vero e proprio dominio sulle terre rare

"Il Medio Oriente ha il petrolio. La Cina ha le terre rare", disse uno dei leader cinesi, Deng Xiaoping, nel 1992.

Una frase profetica che anticipava una delle più brillanti strategie geopolitiche mai attuate.

Negli anni '90, gli USA dominavano il mercato dell terre rare con la miniera di Mountain Pass in California.

La Cina controllava “solo” il 27% della produzione mondiale.

Ma Pechino aveva un piano:

  1. 💰 Investire massicciamente, quando nessun altro lo faceva

  2. 🛒 Inondare il mercato con terre rare a prezzi stracciati, sacrificando ambiente e popolazione.

A Baotou, nella Mongolia Interna, il costo di questa strategia è visibile nel "lago nero", un bacino di rifiuti tossici dove l'acqua è oleosa, l'aria brucia i polmoni e il cancro è la norma.

Intere comunità sono state avvelenate da torio e radio radioattivi.

Il lago nero di Baotou - Credits: Lifegate

A livello economico, però, il piano cinese funzionò perfettamente: nel 2002 Mountain Pass chiuse i battenti, seguita da decine di miniere in Australia, Canada e Sudafrica.

In un decennio, la Cina passò dal controllare un quarto della produzione mondiale a dominare praticamente l'intero mercato.

Non contenta, Pechino investì miliardi anche nella raffinazione e nella produzione di magneti, costruendo un ecosistema industriale completo che l'Occidente ha gradualmente perso.

Con il controllo sulle terre rare, Pechino ha un’arma che può mettere in ginocchio intere nazioni

E questo perché il suo dominio è schiacciante:

  • 🏭 68,5% dell'estrazione mondiale di terre rare

  • 🔬 85% della raffinazione

  • 🧲 93% della produzione di magneti

Un monopolio che, all’occorrenza, può diventare anche una potentissima arma geopolitica.

Nel 2010, ad esempio, durante una disputa territoriale, Pechino bloccò le esportazioni verso il Giappone, mettendo in ginocchio l'industria nipponica in poche settimane.

Il giacimento svedese dà speranza all’Europa, ma…

La scoperta svedese di Per Geijer rappresenta una grande speranza per l'Europa, che oggi importa il 98% delle sue terre rare proprio dalla Cina.

Il giacimento potrebbe coprire il fabbisogno europeo per decenni, aiutando l'UE a raggiungere i suoi obiettivi:

  • 🇪🇺 Estrarre almeno il 10% del proprio fabbisogno

  • ♻️ Riciclarne il 25%

  • Non dipendere da un singolo fornitore per più del 65%.

C'è però un grande problema: serviranno 10-15 anni per rendere operativa la miniera.

Un'eternità nell'epoca delle tensioni geopolitiche e della transizione energetica.

È una corsa contro il tempo: da una parte l'Europa cerca disperatamente l'indipendenza, dall'altra la Cina è determinata a mantenere il controllo su quello che è diventato il vero petrolio del XXI secolo.

Come nel XIX secolo ci fu la corsa all'oro e nel XX quella al petrolio, il XXI secolo sarà l'epoca delle terre rare.

Chi le controllerà, avrà in mano il futuro del mondo.

Se ti interessa capire perché le terre rare sono il nuovo petrolio e come questa battaglia geopolitica influenzerà la nostra vita nei prossimi anni, allora non puoi perderti il nostro ultimo video su Youtube!

IN COLLABORAZIONE CON: Techy

🤖 OpenAI lancia due nuovi modelli “aperti”

OpenAI ha appena rilasciato i suoi primi modelli “open-weight” in oltre cinque anni.

Si chiamano gpt-oss-120b e gpt-oss-20b e rappresentano un vero e proprio cambio di rotta per l'azienda, che negli ultimi anni si era concentrata solo su rilasci di modelli chiusi, proprietari.

L'ultima volta che OpenAI aveva rilasciato un modello open era stato nel 2019 con GPT-2.

Ma quindi…

Cosa significa che questi nuovi modelli sono “open weight”?

In pratica vuol dire che chiunque può vederne i parametri interni e capire come elaborano le informazioni.

È l'opposto di quello che succede con gli altri modelli (tipo GPT-4), che sono completamente chiusi: puoi usarli tramite API o interfaccia web, ma non puoi vedere come funzionano dentro né modificarli.

E dalla loro, questi nuovi modelli hanno anche il pro dell’accessibilità: il più piccolo dei due, gpt-oss-20b, è abbastanza compatto da girare su un dispositivo con più di 16 GB di memoria.

Ma cosa possono fare questi due modelli?

Tra i vari compiti che sono in grado di svolgere:

  • 🌐 Navigare sul web

  • 💻 Eseguire codice

  • 🤖 Operare come agenti AI

  • 🧠 Usare l'approccio "chain-of-thought" (come o1), processando le risposte attraverso più step

Tra l’altro, le performance sono piuttosto sorprendenti: Gpt-oss-120b ha performance molto simili ai modelli o3 e o4-mini di OpenAI, e in alcune valutazioni li supera addirittura.

I nuovi modelli a confronto con gli altri di OpenAI, nell’ambito della scrittura del codice

Con questi due nuovi modelli, OpenAI manda un messaggio alla Cina

Nonostante il blog di rilascio non menzioni direttamente DeepSeek o altre aziende AI cinesi, le parole di Altman sono chiarissime:

Tornando a quando abbiamo iniziato nel 2015, la missione di OpenAI è assicurare che l'AGI (l’intelligenza artificiale generale) benefici tutta l'umanità. A tal fine, siamo entusiasti che il mondo possa basarsi su uno stack AI open creato negli Stati Uniti, basato su valori democratici, disponibile gratuitamente per tutti.

Sam Altman, CEO di OpenAI

Insomma, non è un caso che questi modelli arrivino dopo il lancio, da parte della startup cinese DeepSeek, del suo modello open-weight e super economico.

Altman è chiaro: vuole che anche l'innovazione sui modelli open-weight avvenga negli Stati Uniti.

E mentre rilascia modelli open source, OpenAI continua la sua crescita vertiginosa

L'azienda sta organizzando un'operazione per permettere ai dipendenti di vendere parte delle loro azioni ad una valutazione di circa $500 miliardi: un aumento enorme rispetto ai $300 miliardi di pochi mesi fa.

E poi c'è GPT-5, il cui rilascio dovrebbe essere imminente.

Le prime impressioni?

Miglioramenti nelle capacità di coding e risoluzione di problemi scientifici e matematici, anche se il salto da GPT-4 a GPT-5 non sembra grande quanto quello da GPT-3 a GPT-4.

Nel mentre ChatGPT nel frattempo continua a crescere: dovrebbe raggiungere a breve 700 milioni di utenti attivi settimanali, dai 500 milioni di fine marzo.

Insomma, Sam Altman sembra proprio voler dire a tutti i competitori: “provate a prenderci, se ci riuscite”

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