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💶 Il governo conferma i tagli al cuneo!

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🏭 L’industria siderurgica è in crisi
💶 Il governo conferma i tagli al cuneo!
INDUSTRIA EUROPEA
🏭 L’industria siderurgica è in crisi

L’industria siderurgica europea sta attraversando una delle più grandi crisi della sua storia recente.
Secondo Eurofer, infatti, negli ultimi 10 anni la produzione di acciaio in Europa è letteralmente crollata (-29%):
📉 nel 2011 producevamo 177,8 milioni di tonnellate di acciaio
📉 nel 2023 siamo scesi a 126,2 milioni
Ma c’è di più, perché:
🏭️ gli impianti europei stanno lavorando solo al 60% della loro capacità
👷♀️ negli ultimi 15 anni sono stati persi quasi 100mila posti di lavoro nell’intero settore
E, come se non bastasse, le prospettive per il 2025 non mostrano segni di miglioramento.
Ma da dove nasce questa crisi?
La risposta ha un “colpevole” preciso: la Cina.
Questo perché una delle cause delle difficoltà europee è il fatto che il nostro mercato siderurgico è letteralmente inondato da acciaio cinese, che viene venduto a prezzi stracciati rispetto a quello europeo.
E mentre in passato erano l’Europa, Stati Uniti e Giappone a dominare il settore, negli ultimi 50 anni la situazione si è ribaltata, con la Cina che è diventata il primo produttore mondiale di acciaio.
Da questo punto di vista, la crescita è stata spaventosa:
nel 1967 la sua quota di mercato era solo del 3%
nel 1996 è salita al 14%
nel 2006 ha raggiunto il 34%
Oggi domina il mercato con il 54%

Ma come ha fatto la Cina a invadere il mercato siderurgico?
Il successo cinese non è casuale, ma il risultato di una serie di fattori:
🧲 presenza di enormi riserve di minerale di ferro
🌏 politiche governative favorevoli e un’attenta pianificazione strategica
🏗️ massicci investimenti in infrastrutture moderne e all’avanguardia
🏭 manodopera altamente produttiva a costi bassi
Questo mix di condizioni ha permesso alla Cina di raggiungere una capacità produttiva di oltre 1.019 milioni di tonnellate nel 2022.
Il problema?
La domanda interna cinese non tiene il passo con questa enorme offerta, “obbligando” la Cina a esportare a prezzi da dumping.
Dumping: vendita all’estero di una merce a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno, al fine di raggiungere rapidamente quote di mercato elevate, oppure smaltire stock che l’impresa non riesce a vendere.
Ma non è solo colpa della Cina…
Se è vero che la concorrenza cinese ha contribuito al declino dell’industria siderurgica europea, sarebbe semplicistico attribuire tutta la colpa ai dumping.
La crisi ha anche altre due facce:
🏗️ le crisi dell’automotive e delle costruzioni: questi due settori rappresentano rispettivamente il 18% e il 35% del consumo di acciaio in Europa, e il loro rallentamento pesa come un macigno sulla siderurgia
⚡️la crisi energetica: l’industria siderurgica è notoriamente “energivora” e l'aumento dei costi energetici ha pesato (molto) sui costi di produzione
E la crisi ha contagiato tutta l’industria
E come se non bastasse, questa crisi si sta riversando su tutto il comparto industriale europeo… basta guardare i dati della produzione metalmeccanica, che nel 2024 in Europa ha segnato:
📊 -2,1% nel primo trimestre
📊 -0,8% nel secondo trimestre
E le risposte a questa crisi?
Secondo gli esponenti del settore siderurgico e dell’industria, di risposte non ne sono ancora non sono arrivate. Si parla di un “ritardo preoccupante” e delle mancanza di una politica industriale di medio-lungo termine.
E questo è problematico, considerando che la siderurgia rappresenta una delle colonne portanti non solo dell'economia europea, ma soprattutto di quella italiana.
Secondo te, quali misure servono per proteggere la siderurgia europea? |
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LEGGE DI BILANCIO 2025
💶 Il governo conferma i tagli al cuneo!

Ieri, il Presidente Mattarella ha firmato il disegno di legge di bilancio 2025, aprendo ufficialmente la strada per l'approvazione della manovra finanziaria che porterà importanti novità per milioni di lavoratori italiani.
E proprio di novità ne ha parlato il ministro dell'Economia Giorgetti, annunciando che il taglio del cuneo fiscale - una delle misure più attese - coinvolgerà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto al 2024.
Ma come funziona oggi e cosa cambia l’anno prossimo?
Il taglio del cuneo era già presente quest’anno e prevedeva una riduzione dei contributi a carico dei lavoratori entro certe soglie di reddito:
🤑 fino a 25mila di reddito annuo: riduzione del 7% dei contributi previdenziali (= circa €100 in più al mese in busta paga)
📊 tra 25mila e 35mila di reddito annuo: riduzione del 6% dei contributi previdenziali (= circa €90 in più al mese in busta paga)
Questa manovra è stata rinnovata per il 2025 e per i prossimi 5 anni, ma il suo funzionamento è tecnicamente cambiato, non trattandosi più solo di una riduzione contributiva, ma anche di una riduzione delle imposte sui redditi da pagare.
Nel concreto:
👍 chi ha un reddito sotto i €20mila avrà una riduzione dei contributi più alta tanto è più basso il reddito: riduzione del 7,1% dei contributi per redditi sotto ai €8.500; riduzione del 5,3% dei contributi per redditi tra €8.500 e €15mila; riduzione del 4,8% dei contributi per redditi tra €15mila e €20mila
👎 chi ha un reddito tra €25mila e €32mila non avrà una riduzione dei contributi, ma una detrazione sulle imposte sui redditi che si pagano in busta paga pari a €80-90 al mese (qualche euro in meno rispetto alla decontribuzione di quest’anno)
🔝chi ha un reddito tra €32mila e €40mila ci guadagna, perché prima era completamente escluso dal bonus (detrazione che scende al crescere del reddito, ma che sarà tra €80 e €5 al mese)
❌ chi ha un reddito uguale o superiore a €40mila non avrà diritto ad alcun beneficio
Ma quanto ci troveremo in busta paga?
Per farvi capire meglio ecco degli esempi concreti:
💰 Con €15mila di reddito annuo: circa €66 al mese
💰 Da €20mila a €32mila di reddito annuo: circa €83 al mese
💰 Con €34mila di reddito annuo: circa €62 al mese
💰 Con €38mila di reddito annuo: circa €21 al mese
Ma perché queste novità?
Il motivo è legato alla risoluzione del problema della “trappola dei €35mila”, che caratterizzava la manovra dello scorso anno.
Problema dovuto al fatto che chi superava (anche solo di €1) la soglia dei €35mila di reddito, andava a perdere completamente la riduzione del cuneo, per cui si creava il paradosso per cui guadagnare €34mila garantiva un netto in busta paga più alto che guadagnarne €35mila.
La cosa positiva è che con questo “nuovo” sistema questo problema viene risolto: i benefici ci sono ancora e ora abbracciano - con benefici a scalare - redditi fino a €40mila, evitando così che un aumento di stipendio si trasformi in una perdita netta in busta paga.
Ma quanto pesa davvero il cuneo fiscale in Italia?
Per capire l'importanza di questi tagli, bisogna guardare il quadro completo: il nostro paese è al quinto posto tra i paesi OCSE per peso del cuneo fiscale per il lavoratore, rappresentando ben il 45,1% del costo totale del lavoro.
Ad oggi, solo quattro paesi fanno "peggio" di noi:
🇧🇪 Belgio: 52,7%
🇩🇪 Germania: 47,9%
🇦🇹 Austria: 47,5%
🇫🇷 Francia: 46,8%

Per questo motivo, agire sul taglio di questa componente è molto importante e rappresenta - sicuramente - un passo nella giusta direzione.
Che ne pensi di questa riforma? |

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Queste le risposte al primo sondaggio della scorsa newsletter: il 41,91% di coloro che hanno risposto ritiene che sia necessario investire di più per ridurre la pressione sugli ospedali
Ecco cosa hanno detto alcuni di voi



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Il 24 ottobre 1929, è il famoso giovedì nero, crolla la borsa di Wall Street, segnando un ribasso del 50% su diversi titoli.
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