• il Punto
  • Posts
  • ❌ I veri problemi dello Smart Working

❌ I veri problemi dello Smart Working

Buongiorno! Questo è il Punto, il tuo amico fidato che ti spiega tutto quello che devi sapere per rimanere aggiornato (e fare bella figura!)

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 💻 Smart-working: problemi in vista?

  • 🤑 Export italiano, che numeri nel 2022!

Mercati: un'inflazione in calo ma più alta delle aspettative ha segnato la settimana sui mercati, spostando i prezzi verso il basso. Ad aggiungere carne al fuoco sono state le richieste di disoccupazione degli americani, più basse delle aspettative, segno che il mercato del lavoro è ancora forte e può sostenere ulteriori aumenti dei tassi della FED. L'umore è chiaro: la burrasca potrebbe essere finita, ma il mare resta ancora molto mosso.

Le conseguenze dello smart-working si fanno sentire 😱

Come ormai tutti sappiamo, la pandemia ha dato un forte slancio all'utilizzo dello smart working in giro per il mondo, dando la possibilità a milioni di lavoratori di alternare il lavoro da casa con il lavoro in ufficio.

Dopo le necessità pandemiche, infatti, l'idea di rimanere in parte ancorati allo smart working si fonda sue ragioni:

  • Garantire flessibilità ai lavoratori

  • Permettere alle aziende di risparmiare sui costi degli uffici

Ok la teoria, ma è davvero così?

I costi nascosti dello smart working...

Secondo uno studio di Bloomberg e WHF Research, solo nella città di New York il fatto che le persone lavorino in smart working porta ad un costo netto di circa $12,4 miliardi di dollari, dovuti alle minori spese che le persone fanno stando a casa.

Insomma mica nocciolineeeeeee...

Da dove provengono questi "costi" ?

  • Meno acquisti in ristoranti e negozi

  • Tasso di utilizzo degli uffici inferiore al 50% (lunedì e venerdì i giorni critici)

  • Minor gettito fiscale, in quanto molte persone optano per lavorare da remoto, quindi fuori dalla città e dallo Stato di New York.

"Se entrano meno imposte, sarà difficile capire come mantenere la metropolitana, investire nelle scuole e offrire strade sicure e pulite."

Brad Lander, New York City Chief Accountability Officer

Tradotto: ci sono meno risorse per garantire servizi pubblici essenziali. La sola metropolitana sta portando perdite per circa 2 miliardi annui, dato che è tornata solo al 64% dei livelli pre-pandemia.

Allo stesso tempo anche il settore immobiliare sta soffrendo, poiché la metà degli immobili per uffici risultano sfitti.

La conseguenza è semplice: il rischio è che il mercato immobiliare newyorkese vada incontro ad un vero e proprio collasso, che secondo molti analisti potrebbe provocare un buco da decine di miliardi...

È quindi comprensibile la posizione del sindaco di New York, Eric Adams, che ha lanciato l'allarme e ha ordinato ai dipendenti municipali di tornare in ufficio 5 giorni su 5.

Il sindaco ha provato a spronare le aziende private a fare lo stesso, ma non sembra che i lavoratori americani abbiano alcuna intenzione di tornare al pre-pandemia.

Molte imprese, per andare incontro alle richieste dei lavoratori, hanno infatti deciso di adottare la formula ibrida, che prevede 3 giorni in presenza e 2 a casa (puntando quindi a trovare un compromesso che vada bene a tutti).

E in Italia? 🇮🇹

Anche in Italia lo smart working è ormai radicato nelle abitudini lavorative (anche se dipende da settori e mansioni), ma i numeri sono ancora tutto fuorché elevati.

Secondo un recente studio INAPP è di appena il 14% il tasso di adozione allo smart working, a fronte di una potenzialità di circa il 40%.

Eppure circa il 70% dei lavoratori che lo fanno (e datori di lavoro) testimoniano benefici:

Se da un lato la pandemia ha visto incrementare la quota di lavoratori in smart working, con il graduale ritorno alla normalità sono sempre meno quelli che optano per il telelavoro, in maggioranza concentrati nel centro-nord.

Insomma, l'interesse per lo smart-working c'è, i vantaggi sono chiari e le criticità poche (anche se il caso di New York fa alzare le antenne ad aziende e imprese del settore immobiliare).

In più, a tirare acqua al mulino del lavoro "non-fisico", c'è anche la preferenza generazionale.

Le nuove generazioni sembrano voler portare infatti una ventata di remote working nelle aziende, complice i sempre più alti affitti dei centri città e gli stipendi che faticano a tenere botta (in Italia, Milano è regina di questa classifica).

Staremo a vedere se il trend dello smart/remote working continuerà a svilupparsi oppure è solo un lascito della pandemia che andrà pian piano a scemare.

Una certezza però ce l'abbiamo: i meme sullo smart working non smetteranno di farci ridere.

Export italiano, che numeri nel 2022! 🤑

Buone notizie per l'export italiano, che nel 2022 ha raggiunto cifre da record, superando per la prima volta il valore di €600 miliardi (+100€ miliardi rispetto al 2021).Le esportazioni hanno rappresentato un fattore determinante per la sopravvivenza di molte aziende manifatturiere del territorio in un contesto, quello dello scorso anno, estremamente complesso.Conflitto Russo-Ucraino, crisi delle supply chain, inflazione galoppante, aumento dei prezzi energetici e chi più ne ha più ne metta...Insomma, nonostante tutto è andata più che bene!

Brava Italia quindi, anche in confronto agli altri paesi UE 🥳Il trend crescente delle esportazioni italiane sembra non volersi fermare e il mese di dicembre è stato il 14esimo consecutivo a registrare un aumento in doppia cifra (+13,5%).

Certamente, buona parte dell'aumento del valore è da attribuirsi alla crescita dei prezzi unitari delle merci (che hanno registrato fino a + 20%), mentre le quantità sono rimaste pressoché simili.Ciò che conforta però, è il confronto con gli altri stati europei, dove il nostro paese per una volta non sfigura, anzi!

Per l'Italia l'aumento del valore delle esportazioni nel 2022 (+20%) è stato superiore sia rispetto ai nostri cugini francesi 🇫🇷 (fermi a +18,5%), che ai tedeschi 🇩🇪In Germania, complice il rallentamento del settore chimico e automobilistico, le esportazioni sono cresciute solo del 13,7%, il dato peggiore di tutti gli stati dell'UE.

Per una volta possiamo dirlo: Salutate la capolista!!!🥇

Ottime notizie anche per quanto riguarda la distribuzione geografica dell'export italianoSì, perché se le esportazioni verso gli stati UE 🇪🇺 sono cresciute del 20%, lo stesso hanno fatto quelle rivolte a paesi Extra-Ue (sempre +20%). In generale poi, l'export italiano si è rivolto solo per poco più della metà (52%) verso i paesi della comunità, mentre la restante parte è stata indirizzata ad altri stati esteri.Ma quali sono stati i settori che hanno performato meglio?In cima alla lista troviamo:

  • 🏥 Farmaceutico

  • 🍕Alimentare

  • 🥤Beverage

  • 🪙 Metallurgico

Ok, tutto perfetto...

C'è sempre un però eh?Nonostante questo quadro positivo infatti, durante l'anno sono aumentate sensibilmente anche le importazioni, per un valore totale di €655 miliardi (+175 miliardi rispetto al 2021). Per questo motivo, il saldo della bilancia commerciale italiana segna una perdita di €30 miliardi, rispetto al positivo di €40 miliardi del 2021. In breve, significa che nel 2022 abbiamo importato più merci di quante ne abbiamo esportate, ed è la prima volta dal 2011 che questo avviene.Ovviamente, va considerato il contesto macroeconomico che ha caratterizzato questo 2022. L'aumento dei prezzi del gas che ha caratterizzato la prima parte dell'anno, fra gli altri, ha influito sensibilmente proprio sul saldo della bilancia, anche se da novembre la situazione è andata migliorando.

Angolo Politico 💬 

🚨 Superbonus: lunedì incontro governo-imprese (Repubblica)

🇮🇹 Magistratura: la prima donna che guiderà la Cassazione (Ansa) 

Angolo Crypto ⛓️ 

📺 YouTube: il nuovo CEO è un fan del Web3 (CT)

📈 Bitcoin: nuovo rally lo porta in prossimità dei $25.000 (CT)

Angolo Tech & Startup 💡

💶 Fintech: la crisi delle tech non riguarda questo settore? (TC)

🇺🇸 TikTok shop arriva negli USA (TC)

📉 Gas sotto i €50 per la prima volta da Dicembre 2021 (Sole24Ore)

💰 Superenalotto: vinti €371 milioni di euro (FP)

Oggi nella storia? Il 19 febbraio 1945 viene lanciata l'operazione "Detachment", che dà il via all'invasione americana di Iwo Jima, isola nel pacifico sotto il controllo giapponese.La foto della bandiera americana issata quattro giorni dopo vincerà in seguito il premio Pulitzer.

Ti è piaciuta la Newsletter di oggi?

Login o Iscriviti per partecipare ai sondaggi.

Meme del Giorno 🤪

Fashion week

Non perdere il nostro podcast: Clicca qui