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Siamo in recessione😱
Buon Sabato! Settimana piena di notizie quella appena passata, tra l'aumento dei tassi della FED e i risultati del PIL americano, oltre che le trimestrali di big tech come Google, Apple, Microsoft, Amazon e Meta.
Le storie di oggi1 - É davvero arrivata la recessione?2 - Trimestrali: bene Apple e Amazon, così così Google, male Microsoft e Meta
É arrivata davvero la recessione? 😳
Qualche giorno fa sono stati i pubblicati i dati relativi al PIL americano per il secondo trimestre del 2022 e i dati parlano chiaro:
PIL in calo del -0,9% contro aspettative di +0,3%, dopo che nel primo trimestre il calo era stato del -1,6%.
Quando la crescita è negativa per due trimestri consecutivi, come in questo caso, le convenzioni ci dicono che ci troviamo, purtroppo, in recessione.
Andamento PIL americano dal 2019 ad oggi
Nonostante ciò, pezzi grossi come Jerome Powell (Chairman della FED) e Janet Yellen (Segretario del Tesoro USA) sottolineano come l'economia statunitense non si trovi ancora davvero in recessione, e che i dati attuali siano solo segno di una "recessione tecnica".Ma cosa vuol dire tutto ciò?In USA di "ufficializzare" una recessione se ne occupa il National Bureau of Economic Research (NBER), che parla di recessione come il periodo che intercorre tra il punto massimo e il punto minimo dell'attività economica del Paese.Per questa ragione, il NBER tende a indicare una recessione solo con il senno del poi, quindi solo quando è effettivamente passato qualche mese dal suo inizio, in modo da aver chiaro che si tratti effettivamente di una difficoltà persistente (= anche se oggi lo fossimo già, il NBER non si esprimerebbe in tal senso). In aggiunta, il NBER non guarda solo l'andamento del PIL, ma fa un'analisi a 360 gradi, considerando i consumi privati, il mercato immobiliare e la disoccupazione (che in USA oggi è molto bassa, pari al 3,6%).
Ed è proprio per questo motivo che molti parlano di "recessione tecnica" e di come ci sia ancora molta forza nell'economia statunitense.
E i mercati nel frattempo volano??I titoli di giornale principali lato finanza di questa settimana ci hanno detto che
La FED ha aumentato (di nuovo) i tassi di interesse del +0,75%, per cercare di combattere l'inflazione;
Gli USA sono entrati in recessione tecnica.
Eppure se guardiamo all'andamento dei mercati questa settimana (grafico qui sotto), possiamo vedere come le reazioni siano state tutto fuorché negative.
Andamento dei mercati americani questa settimana
Ma allora cosa diamine è successo?Sono tre (+1) i motivi per cui i mercati non hanno reagito male alle notizie di cui stavamo parlando:
AUMENTO DEI TASSI: l'aumento di +0,75% dei tassi di interesse era stato già scontato dagli investitori, che si aspettavano una mossa simile da parte della FED. Basandosi i movimenti dei mercati sulle aspettative future essendo questo movimento preventivato, i mercati non sono stati "turbati" dall'annuncio (diverso sarebbe stato con un +1% o un +0,50%).
RECESSIONE TECNICA: il PIL statunitense è sceso ancora, ma la situazione del mercato del lavoro rimane (PER ORA) solida, per cui i mercati non sembrano particolarmente preoccupati. Certo è che la situazione sembra avviarsi verso un'inesorabile recessione, per cui vedremo se le aspettative (e quindi i prezzi) si adegueranno ad esse (spoiler, probabilmente sì).
TRIMESTRALI: a sollevare l'umore dei mercati ci hanno pensato le big tech, che alla prova dei conti hanno regalato sorprese, per fortuna, non troppo negative. Come leggerete nel prossimo articolo, nonostante alcune abbiano leggermente deluso, le previsioni parlavano di un impatto più preponderante dell'inflazione sui conti delle grandi, che per ora hanno resistito abbastanza bene.
+1 - IRRAZIONALITÀ DI BREVE: c'è poco da fare, i mercati nel breve sono irrazionali. Visto tutto quello che sta succedendo, la cosa più sensata sarebbe stato una correzione (magari leggera) al ribasso, ma ovviamente nel breve c'è sempre l'irrazionalità che comanda (e noi la seguiamo a ruota cercando giustificazioni razionali a movimenti, spesso e volentieri, casuali :) ).
Quindi cosa ci dobbiamo aspettare in futuro?Che arrivi una recessione è ormai certo (di fatto ci siamo già dentro) e che questa, prima o poi, si rifaccia sui mercati ancor di più di quanto successo fino ad ora nel 2022 è possibile (forse probabile).Ora siamo in una situazione particolarmente complicata, perché se l'inflazione non dovesse mostrare importanti segni di rallentamento nei prossimi mesi, allora l'intervento della FED dovrebbe rafforzarsi ancor di più e a quel punto le conseguenze sull'economia e, in ultima istanza, sul mercato del lavoro, potrebbero essere più pesanti del previsto.A livello di investimenti, c'è poco da poter prevedere: nonostante tutto ciò che sta succedendo, lo S&P500 a luglio ha segnato il miglior mese dal 2020, con un +9,11% all'attivo (nonostante YTD la situazione sia ancora fortemente negativa: -13,89%).
Le big tech alla prova dei conti: è tempo di trimestrali 😱
Luglio vuol dire solo una cosa per gli investitori: trimestrali!Ogni anno viene diviso in 4 trimestri al termine dei quali vengono pubblicati i risultati per quel trimestre di ogni azienda quotata in borsa.
TRIMESTRALI?Il funzionamento è semplice: ogni tre mesi (ad esempio dopo gennaio, febbraio e marzo) è il momento di pubblicare i dati finanziari di come è andato il trimestre appena concluso. Queste relazioni sono curate dalle stesse società e possono essere visti come dei bilanci intermedi e sono fondamentali per gli investitori, perché permettendo loro di vedere dati "freschi" su come sta andando l'azienda, leggere ed ascoltare il punto di vista del top management sulla situazione attuale a livello macroeconomico e geopolitico e valutare di conseguenza se sussistono ancora i presupposti per rimanere investiti nell'azienda.
Dopo il trimestre di aprile-maggio-giugno, questa settimana sono state pubblicate le relazioni del secondo trimestre del 2022 (detto anche Q2 2022)... e quante cose abbiamo di cui parlare! 😱
In particolare, parleremo di big tech: Amazon, Apple, Microsoft, Meta (Facebook) e Alphabet (Google).
Alphabet: bene ma non benissimoAlphabet è la holding di Google e racchiude al suo interno numerosi brand molto conosciuti, tra cui Google stessa, ma anche Youtube o Waymo.
FATTURATO: per Alphabet il Q2 si chiude con ricavi trimestrali pari a $69,7 miliardi, contro attese di $69,9 (non ha battutto le stime degli analisti per $200 milioni). Il fatturato è in crescita solo del +13% e rappresenta l'aumento più basso degli ultimi 2 anni per la società guidata da Sundar Pichai.
MOTIVAZIONI: Il rallentamento è dovuto principalmente al Dollaro forte e alla riduzione dei budget pubblicitari online, che hanno investito l'intero settore. A fare tanta fatica è YouTube, che cresce solo del +5%, colpito principalmente dalla concorrenza dei video brevi di TikTok. Bene invece Google Cloud, che registra una crescita del +36% (anche se leggermente sotto le attese).
UTILI: gli utili per azione si fermano a $1,21, di gran lunga sotto le attese di $1,28 e in netto ribasso rispetto agli $1,36 del 2021, calo trascinato dall'aumento dei costi del personale e da alcune sventure della divisione Google Other Bets (che tra le altre comprende anche il brand di auto di guida autonoma Waymo).
REAZIONE MERCATI: Il mercato ha risposto bene ai numeri, con il titolo che in after-hours ha segnato un +3%, a riprova che, nonostante il rallentamento, i mercati hanno forse penalizzato troppo il titolo da inizio anno ad oggi.
Meta: male ma non malissimoMeta, ovvero la holding contenente Facebook, Instagram e Whatsapp, pubblica la relazione nella stessa giornata di Google, ma con risultati nettamente diversi.
Per la prima volta nella sua storia, infatti, Meta ha registrato una riduzione dei ricavi trimestrali. Secondo il CEO e fondatore Mark Zuckerberg, la causa è attestabile alla recessione economica che stiamo vivendo.
"Sembra che siamo entrati in una fase di recessione economica che avrà un ampio impatto nel settore della pubblicità digitale. [...] Oggi la situazione appare peggiore di quella di un trimestre fa".
FATTURATO: per Meta il Q2 si chiude con ricavi trimestrali in contrazione dell'1% e aspettative degli analisti non rispettate ($28,8 miliardi contro aspettative di $28,9). Zuckerberg si attende un trend simile anche per il prossimo trimestre, con proiezioni che dicono che il Q3 potrebbe portare "solo" $25 miliardi di dollari contro stime di $30 miliardi (non va bene Mark!).
UTILI: il reddito operativo* è crollato addirittura del -32%, attestandosi a $8,4 miliardi e l'utile netto* è sceso a quota $6,7 miliardi, in contrazione del 36%. Come se non bastasse, in discesa anche uno dei dati più importanti per un social: gli utenti giornalieri di Facebook si sono fermati a 2,88 miliardi, sotto le aspettative degli analisti di 2,91 miliardi.
MOTIVAZIONI: Il rallentamento è dovuto principalmente al Dollaro forte e alla riduzione dei budget pubblicitari online, che hanno investito l'intero settore. L'utile è zavorrato da oltre $2,8 miliardi di perdita di Reality Labs, la divisione che si occupa di Metaverso, che in cambio ha portato "solo" $452 milioni di fatturato.
REAZIONE MERCATI: il mercato non ha reagito benissimo, con Meta che chiude la settimana in ribasso del -5,86% (da inizio anno la società di Zuckerberg ha lasciato sul piatto il -53%)
Se vi state chiedendo cosa sono reddito operativo e utile netto...Il reddito operativo è la differenza tra il valore della produzione e i costi per produrla. Viene anche indicato con l'acronimo EBIT (Earnings Before Interest and Tax) e, di conseguenza, togliendo anche le tasse ed interessi si trova proprio l'utile netto, cioè la somma che, al netto di tutto, entra nelle "tasche" dell'azienda.
Amazon: la crescita sembra non volersi fermarePer Amazon, il colosso dell'e-commerce statunitense, la situazione è nettamente diversa: le stime sono state infrante.
FATTURATO: l'attesa per i ricavi si fermava a $119,09 miliardi mentre la realtà ha portato una somma di ben $121,23 miliardi, in crescita del +7% rispetto al 2021 e non sembra che il mostro di Jeff Bezos voglia fermarsi... le proiezioni per il Q3 sono di $128 miliardi, mentre per il Q4 sono addirittura di $130 miliardi!
UTILI: non benissimo la situazione profittabilità, con l'EBIT che crolla dai $7,7 miliardi dello scorso anno ai $3,3 miliardi del Q2 2022, trascinati dall'e-commerce che brucia oltre 2 miliardi e mezzo. Per fortuna di Amazon, AWS (la divisione Cloud) continua a macinare utili, segnando $5,5 miliardi nel Q2. Pesa anche la svalutazione di $2 miliardi sulle perdite della partecipata Rivian, il cui titolo da inizio anno è in correzione del -66%.
MOTIVAZIONI: a guidare la crescita sono i consumi privati ancora forti, mentre a deprimere la profittabilità, oltre alla perdita di Rivian, sono l'aumento dei costi e la sempre più difficile gestione della supply chain.
REAZIONE MERCATI: i mercati hanno premiato la crescita oltre le aspettative, con il titolo che è volato del +14% in after-hours.
"Nonostante le pressioni inflazionistiche nell’energia e nei costi dei trasporti, stiamo facendo progressi sui costi più controllabili, in particolare migliorando la produttività della nostra rete. [...] Stiamo inoltre assistendo a un’accelerazione dei ricavi mentre continuiamo a rendere Prime migliore per i nostri clienti investendo nella velocità delle consegne e aumentando i benefit".
Apple: non sbaglia un colpoNon è da meno Apple che decide un'altra volta di sorprendere gli analisti con numeri da capogiro.
FATTURATO: l'iPhone non passa mai di moda e, con le sue vendite superiori alle previsioni, aiuta i conti di Apple a battere le stime nel secondo trimestre dell'anno. Il colosso di Cupertino segna ricavi di $83 miliardi, contro stime di $82,8, in crescita del +2% rispetto al 2021. La crescita è stata trainata dagli iPhone e dai servizi (che sono però stati sotto le aspettative degli analisti), mentre in leggera difficoltà Mac, iPad e Wearables.
UTILI: battono le attese il gross margin, che supera il 43% e gli utili per azione, pari a $1,20 contro stime di 1,16, anche se il valore è in netta contrazione rispetto allo stesso trimestre del 2021 (-8%). A pesare sono l'aumento dei costi e gli investimenti in Ricerca e Sviluppo.
MOTIVAZIONI: l'aumento del fatturato segna un trend in netto rallentamento, con Apple che attribuisce una perdita di fatturato di $4 miliardi alla carenza di silicio necessario per la produzione dei chip.
REAZIONE MERCATI: i mercati hanno premiato la capacità di Apple di non deludere (quasi mai) le aspettative, con il titolo che è cresciuto del +3% in after-hours.
"Continuiamo a dimostrare la nostra capacità di gestire efficacemente la nostra attività, nonostante un contesto operativo difficile"
Rispetto al futuro, Tim Cook non ha fornito un guidance preciso per il prossimo trimestre, ma ha confermato di aspettarsi un'accelerazione del fatturato nel prossimo trimestre, che per Apple coincide con il rilascio dei nuovi prodotti nel periodo di Settembre-Ottobre.
Microsoft: sbaglia un colpo dopo 14 volteDopo 14 trimestri consecutivi in Microsoft batteva le attese degli analisti, la streak è giunta al termine.
FATTURATO: Microsoft delude leggermente le attese, con ricavi a $51,9 miliardi contro stime di $52,4 (ma +12% rispetto al 2021). Tutte le linee di business hanno registrato performance inferiori alle stime, compreso il Cloud, con Azure però che segna comunque un +40%.
UTILI: gli utili per azione segnano $2,23 contro stime di $2,29, dovuti sia al Dollaro forte che all'uscita dell'azienda dalla Russia.
MOTIVAZIONI: A pesare sul fatturato sono il Dollaro forte (che ha ridotto le vendite estere) e il calo delle licenze Windows, che è dovuto ad una riduzione delle vendite di PC figlia dei problemi di supply chain (che ha avuto anche Apple).
REAZIONE MERCATI: i mercati si aspettavano probabilmente peggio, visto che alla pubblicazione dei risultati Microsoft è cresciuta del +5% in after-hours.
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