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👨🏻‍⚕️ Servono più soldi per la sanità pubblica?

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 👨🏻‍⚕️ Servono più soldi per la sanità pubblica?

  • 👜 Gucci sta affondando Kering?

Queste le risposte al sondaggio della scorsa newsletter. Il 65% circa di voi sostiene che l’Italia non dovrebbe allocare ulteriori risorse nelle spesa militare, mentre il 32% ritiene sia necessario spendere di più in armi, soprattutto visto il contesto geopolitico sempre più teso.

SANITÀ ITALIANA

👨🏻‍⚕️ Servono più soldi per la sanità pubblica?

L’Italia è uno dei paesi UE che spende meno per il suo Servizio Sanitario Nazionale in rapporto al PIL, circa il -32% in meno della media dei nostri vicini europei.

Secondo l’ultimo report CREA, quest’anno servirebbero almeno altri €15 miliardi per far sì che il distacco non aumenti ancora, tenendo conto che nel 2023 l’Italia ha speso in sanità pubblica il 6,7% del PIL circa €129 miliardi).

Una cifra non sufficiente, che causa una serie di problemi che “obbligano” gli italiani a rivolgersi alla sanità privata.

Ma quali sono i problemi della sanità pubblica?

Il vero problema dalla sanità pubblica è legato ad una vecchia legge del 2009, che impone vincoli stringenti (e obsoleti, parliamo di valori stabiliti nel 2004) al budget che le regioni possono allocare per l’assunzione del personale medico.

E poi, mancano comunque le risorse, visto che nel 2024 verranno allocati fondi complessivi pari al 6,2% del PIL, mentre ne servirebbero per circa il 7,2%.

E tutto questo causa una serie di problemi:

  • 🧑‍⚕️ Carenza di personale medico: c’è un enorme gap tra il numero di professionisti necessari e quelli disponibili, anche a causa della fuga di cervelli all’estero e l’aumento dei pensionamenti. Tra il 2003 e il 2021, il numero di medici per 1.000 abitanti over 75 è passato da 42,3 a 34,6

  • 📜 Liste d’attesa sempre più lunghe: in alcune regioni i cittadini devono affrontare lunghi tempi di attesa per accedere alle cure. Si stima che la quota di persone che ha rinunciato alle cure necessarie a causa delle liste d’attesa sia pari al 3,8%

  • 🗺️ Disparità regionali: esiste un'ampia disparità nell'accesso ai servizi sanitari tra le diverse regioni italiane. Alcune regioni, in particolare nel Nord, offrono servizi sanitari di qualità superiore rispetto ad altre, specialmente nel Mezzogiorno

Indice di performance in ambito sanitario (1 è il risultato massimo raggiungibile) - Fonte: CREA 

Insomma, la sanità pubblica sta lentamente perdendo per strada i principi che l’hanno ispirata, quali assistenza gratuita e universalità, costringendo gli italiani a sborsare di tasca propria per curarsi.

Gli italiani sono '“costretti” a rivolgersi alla sanità privata?

Non è un caso quindi, che sempre più italiani abbiano iniziato a cercare soluzioni alternative nella sanità privata, arrivando a spendere complessivamente €40 miliardi (dato per il 2022). Questa cifra è in crescita dello 0,6% medio annuo nell’ultimo quinquennio, ma segna addirittura +5% se confrontata con il valore del 2021.

Il problema è che la sanità privata costa, e non tutti possono permettersela. E questo è davvero una sfida enorme, che l’Italia dovrà però affrontare, visto che da qui passa il futuro della sanità pubblica.

Recentemente hai dovuto rivolgerti alla sanità privata a causa di liste di attesa troppo lunghe?

Dicci la tua opinione rispondendo al sondaggio qui sotto!

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SETTORE DELLA MODA

👜 Gucci sta affondando Kering?

Questa settimana è stata un vero incubo per il settore del lusso.

Il gruppo Kering, la holding di Gucci, è crollata in borsa dopo un allarme sul calo delle vendite proprio da parte della casa di moda italiana, bruciando in un giorno €7,6 miliardi di capitalizzazione (e facendo segnare -14%).

Tra il 19 e il 20 marzo, Kering ha perso il 14%

E ora c’è il timore che si possa scatenare un effetto domino che vada a colpire tutto il settore della moda.

Ma Gucci è così importante per Kering?

Kering è una delle più celebri holding del lusso, fondata nel 1963 da François Pinault, che ad oggi conta oltre 40.000 dipendenti in tutto il mondo ed ha un fatturato che supera i €20 miliardi annui.

Si tratta della seconda holding del lusso più importante dopo LVMH, e tra i suoi brand vanta nomi come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga e Alexander McQueen.

Proprio il brand italiano, però, è importantissimo per Kering, poiché è responsabile da solo di oltre i due terzi (68%) degli utili del gruppo.

È facile capire quindi come mai c’è particolare attenzione sui risultati della maison fondata da Guccio Gucci.

Quindi, cosa ha fatto crollare il titolo di Kering?

Martedì scorso, Kering ha annunciato un profit warning, avvertendo il mercato che le performance sarebbero state inferiori alle aspettative.

Per la precisione, la holding ha previsto un calo del 10% sui ricavi del primo trimestre 2024 rispetto all’anno precedente, principalmente a causa:

  • 🧥 Del rallentamento delle vendite di Gucci: Gucci ha registrato un calo del 20% delle vendite, su cui pesa la performance negativa nell'area dell'Asia-Pacifico. La Cina è il mercato principale per i beni di lusso, ma come ben sappiamo non se la sta passando particolarmente bene

  • 🌍 Delle tensioni geopolitiche e l'inflazione: la guerra in Ucraina e l'alta inflazione stanno frenando la spesa dei consumatori

Ma come mai il mercato asiatico è in calo?

Nel 2023, l’Asia ha contribuito al mercato del lusso in modo incredibile: $135,2 miliardi, con il 40% (!!!) degli acquirenti di beni di lusso a livello mondiale che si trova proprio in Cina.

Da qualche tempo a questa parte, però, il paese del Dragone non se la sta passando particolarmente bene. Il settore immobiliare è sull’orlo del collasso, la disoccupazione giovanile è in costante aumento ed la crescita del PIL rallenta rispetto al passato.

Il potere d’acquisto delle famiglie di cinesi si sta riducendo, e con esso la possibilità di acquistare capi firmati.

E il punto è che la situazione sta diventando sempre più seria, tanto che l’allarme della riduzione delle vendite in territorio cinese non solo ha colpito Gucci, ma anche tutti i brand maggiormente esposti al mercato orientale, tra cui Dior, LVMH e Moncler.

Insomma, non un bel momento per uno dei mercati, quello del lusso, considerato tra i più resilienti in assoluto.

È uscita la nuova puntata di Direct: il podcast che in 15 minuti ti aggiorna sulle notizie economiche e di attualità che non puoi perderti. In questa puntata parliamo di:

  • 🧠 Il chip nel cervello di Neuralink fa giocare a scacchi con il pensiero - e aiuta chi ha malattie gravi!

  • 🇺🇸 Biden paga $20 miliardi a Intel per costruire i microchip in America - cosa ne sarà di Tawan?

  • 🇮🇹 In Italia abbiamo un problema di liste d’attesa sanitarie - e infatti le persone si curano privatamente

Ascolta ora cliccando qui in basso 👇🏻

🇷🇺 Massiccio attacco russo ai sistemi energetici ucraini (RaiNews)

🇪🇺 L'Ue lancia dazi sul grano russo, freno alle importazioni (Ansa)

🧠 Cosa ci dice il video del primo paziente con l’impianto cerebrale di Neuralink (Wired)

⚖️ Microsoft, Meta, X e Match si schierano contro Apple sul DMA (GNN)

🤖 Al G7 sull’intelligenza artificiale si è parlato di sviluppo etico (BN)

🐖 Primo fegato di maiale modificato trapiantato nell’uomo (Ansa)


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Il 24 marzo 1989, una delle peggiori fuoriuscite di petrolio nella storia degli USA ha inizio quando la superpetroliera Exxon Valdez si incaglia in Alaska.

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We all have that one friend 😐️ (Meme da X)