Sangue nelle strade🩸

Buon Sabato! Oggi parliamo di una brutta settimana sui mercati, tra dati sull'inflazione e dichiarazioni della BCE. Ma parliamo anche del frazionamento azionario di Amazon e della classifica dei CEO più pagati negli USA, dove al secondo posto troviamo un italiano.

Le storie di oggi1 - Sangue sui mercati: tra inflazione e BCE i mercati continuano a crollare. Quando torneremo a salire?2 - Amazon divide le proprie azioni in 20 per aumentare la liquidità e favorire i piccoli investitori3 - Il secondo CEO più pagato negli Stati Uniti è un italiano

Sangue sui mercati: tra inflazione e BCE i mercati continuano a crollare. Quando torneremo a salire?

S&P500 - Rendimento degli ultimi 5 giorni

É appena finita una settimana in cui non si è salvato praticamente nulla sui mercati. In America il sangue scorre nelle strade (come si vede dal grafico per gli ultimi 5 giorni), in Europa la situazione non è tanto migliore. Ma cosa sta succedendo? Come mai nuovamente crolli?Partiamo dagli USA: cosa succede? 🇺🇸La giornata di ieri ha le sembianze di un vero e proprio venerdì nero (o forse a questo punto un venerdì rosso?).Lo S&P500 chiude la giornata con un -2,91%, il NASDAQ-100 con un -3,52% e il Dow-Jones con un -2,73%. Guardando alle azioni: Microsoft -4,4%, Apple -3,8%, Amazon -5,6%, Meta -4,6%, Salesforce -4,6%, Nvidia -5,95%.Questa è la decima settimana nelle ultime 11 che S&P500 e NASDAQ-100 chiudono in negativo ed è la peggiore settimana per lo S&P da inizio gennaio.Ma che succede? Come mai questa strage? 😭Nella giornata di ieri sono stati pubblicati i dati sull'inflazione. Come potete immaginare, i mercati non l'hanno presa benissimo.Il consenso degli economisti e analisti si attendeva un'inflazione su base annua all'8,3%, ma il dato effettivo si è assestato leggermente al di sopra, all'8,6%."Ma che sarà mai uno 0,3% in più rispetto alle attese?"Il problema non sta tanto nella variazione rispetto alle aspettative, che è pur sempre minima, ma per il fatto che si tratti di una variazione positiva, che di fatto ci dice che l'inflazione sta ANCORA crescendo (e che quindi non si è ancora fermata).Ma facciamo un passo indietro: i mercati dai minimi del 19 di maggio erano ripartiti e anche bene, con lo S&P500 che segnava un +7% e il NASDAQ-100 che segnava un +8,15% (nel periodo che va dal 19 maggio al 2 giugno 2022).Ma perché erano ripartiti i mercati? 🤔Lo avevano fatto perché le aspettative erano che "il peggio fosse alle spalle". L'idea era che l'inflazione avesse effettivamente raggiunto il picco e sì, sarebbe rimasta alta per un un po', ma la sua crescita si sarebbe arrestata. Sulla base di questo, gli investitori avevano riacquistato un minimo di fiducia.Torniamo con i piedi per terra? 🙁La notizia di ieri è stata, di fatto, una news che ha spezzato gli animi: non tanto un fulmine a ciel sereno (perché era qualcosa che poteva succedere, non era così improbabile), quanto piuttosto una realizzazione che ci riporta, di nuovo, un po' tutti con i piedi per terra.Le conclusioni che la giornata di ieri ci fanno trarre sono chiare: il peggio NON è (ancora) alle spalle, la situazione macroeconomica è completamente cambiata dallo scorso anno (ed è bene che ce ne rendiamo conto) e il rischio di recessione c'è ed è evidente.In Europa ce la passiamo meglio? 😅Risposta breve: no.Risposta lunga: nella giornata di giovedì la BCE ha annunciato due cose molte importanti:

  • A partire da luglio i tassi di interesse verranno alzati di 25 punti base (+0,25%), per la prima volta dal 2011.

  • Dal primo luglio stop al Quantitative Easing.

Le decisioni sono coerenti con la direzione di politica monetaria restrittiva che anche la BCE ha intrapreso e che appaiono sempre più necessarie considerando il dilagare dell'inflazione.Christine Lagarde, Presidente della BCE, non esclude inoltre che i tassi possano addirittura crescere dello +0,50% dopo settembre, qualora l'inflazione non dovesse placarsi:

La calibrazione di questo aumento dei tassi dipenderà dalle prospettive di inflazione a medio termine aggiornate. Se le prospettive di inflazione a medio termine persistono o si deteriorano, un incremento [dei tassi] maggiore sarà appropriato nella riunione di settembre.

Christine Lagarde, Presidente della BCE

La BCE sembra avere una linea chiara: percorso graduale ma sostenuto di aumento dei tassi, al fine di raggiungere l'obiettivo principe: riportare l'inflazione vicina all'obiettivo di medio periodo del 2%.

Stime di inflazione e di PIL 🔍La BCE ci fa anche sapere di aver rivisto le stime per l'inflazione nell'Eurozona: le previsioni dicono 6,8% nel 2022, che scenderà al 3,5% nel 2023 e al 2,1% nel 2024. Importante ricordare le stime precedenti della BCE, che a marzo ci aveva detto di aspettarsi un 5,1% nel 2022, 2,1% nel 2023 e 1,9% nel 2024.Riviste anche le previsioni sul PIL (reale) nell'Eurozona, stimato al +2,8% per il 2022 (stima precedente: +3,7%), +2,1% nel 2023 (stima precedente: +2,8%) e +2,1% nel 2024 (stima precedente: +1,6%).Come hanno reagito i mercati europei? 🇪🇺Beh come avrebbero dovuto reagire? Ovviamente hanno reagito male.La politica restrittiva spaventa e lo fa in tutti i sensi: non solo i comparti azionari che possono soffrire dall'aumento dei tassi, ma anche i mercati in senso lato, che sono timorosi delle possibili difficoltà che specie alcune paesi europei potrebbero fronteggiare proprio a causa dell'aumento dei tassi."Stai parlando dell'Italia, vero? E del debito pubblico, vero? E dello spread, vero?"Purtroppo sì. Si torna sempre lì. L'aumento dei tassi spaventa l'Europa soprattutto perché genera alcune conseguenze:

  • L'aumento dei tassi porta ad un aumento del costo del debito per gli stati, che ora dovranno pagare più interessi per indebitarsi (soprattutto gli stati più rischiosi, come l'Italia - infatti se andiamo a vedere lo Spread tra BTP-Bund** è aumentato, raggiungendo i 224 punti).

  • Svalutazione dei titoli di stato in circolazione: se i tassi di interesse per i nuovi titoli di stato aumentano allora i titoli di stato meno recenti saranno meno attraenti (perché hanno tassi più bassi), per cui il loro prezzo scenderà. La conseguenza è soprattutto su tutti gli istituti che hanno in portafoglio questi titoli (es. Intesa San Paolo con i titoli di stato italiani - infatti se andiamo a vedere Intesa è uno dei titoli che ha sofferto di più in questi giorni, avendo lasciando sul piatto oltre il -7%).

  • Rischio di una crisi del debito: l'aumento dei costi per l'indebitamento può portare ad una spirale che potrebbe innescare un incubo stile 2011. Se i tassi aumentano, il costo per indebitarsi per gli stati aumenta e, di conseguenza, i paesi che sono più indebitati e quindi devono più fare riferimento al mercato per sanare i propri conti pubblici tenderanno a soffrire. Nel caso i tassi a cui si indebitano certi paesi (Italia e Grecia su tutti, ma non solo) dovessero iniziare ad andare fuori controllo (con lo spread che quindi va alle stelle), allora potremmo andare incontro ad una nuova crisi del debito stile 2011-2012.

**SPREAD BTP-BUND: COSA É?Lo spread (in italiano differenziale) tra BTP e BUND è la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato tedeschi a 10 anni, ovvero i BUND, e i titoli di stato italiani a 10 anni, ovvero i BTP.Perchè esiste una differenza?Immagina di dover prestare €100 ad un tuo amico e di volergli chiedere interessi. Sarai disposto a far pagare di meno all'amico che sai che ti restituirà tranquillamente i tuoi soldi, mentre farai pagare un po' di più l'altro su cui hai meno sicurezze.Allo stesso modo, l'Italia è un paese più rischioso della Germania, per cui pagherà di più per prendere a prestito denaro.Se lo spread aumenta, significa che la differenza tra quanto rendono i BTP e quanto rendono i BUND aumenta. Questo può succedere solo se il rendimento dei BTP aumenta o quello dei BUND diminuisce.Il rendimento dei BTP aumenta quando l'Italia è percepita come più rischiosa come paese o quando, a parità di fattori, i tassi sul mercato aumentano.Lo spread a 224 punti base indica che il rendimento dei BTP è 2,24% SUPERIORE a quello dei BUND. Quindi per indebitarsi l'Italia dovrà pagare il 2,24% in più di quanto debba fare la Germania.

Quanto è probabile che ciò succeda? 😱Difficile a dirsi: certo è che la BCE farà qualsiasi cosa per evitare una situazione simile, probabilmente riponendo in essere meccanismi che proteggano gli stati da spread fuori controllo (i cosiddetti scudi anti-spread).Chiaro, ad oggi la BCE ha le mani legate sull'aumento dei tassi: non può non agire, perché l'inflazione fuori controllo è un male che deve necessariamente essere combattuto. Certo è che le conseguenze in Europa ci sono e hanno il rischio di non limitarsi solo alle quotazioni azionarie.Cosa fare in questo momento? 🙄L'estate è alle porte: staccatevi dai grafici, fate un bel respiro, andate a fare una passeggiata e mangiatevi un gelato.I mercati nel breve possono spaventare e possono fare danni. Ma ciò che fa più danni di tutto siamo noi quando agiamo d'impulso e cerchiamo di cambiare strategia in corso d'opera.Se in tempi felici hai strutturato il tuo portafoglio come si deve, ora devi solo rimanere fedele a ciò che hai fatto.Abbi pazienza, sono questi i momenti in cui si vede davvero l'orizzonte temporale degli investitori.

Amazon splitta le azioni per la prima volta dal 1999: il colosso di Bezos segue le orme di Apple, Google e Tesla📈

Alla chiusura della Borsa nella giornata di mercoledì 9 marzo, Amazon ha annunciato il frazionamento delle proprie azioni, con un rapporto di 20 a 1. Il cambiamento è divenuto effettivo lo scorso lunedì, quando gli investitori del colosso di Seattle hanno ricevuto 19 azioni per ogni titolo da loro detenuto in portafoglio. La società realizza così il primo stock split dal lontano 1999, anno in cui aveva effettuato due frazionamenti (il primo con rapporto di 2 a 1 e il secondo di 3 a 1).

Ma prima di tutto, cos'è uno stock split?Con stock split si fa riferimento al frazionamento azionario da parte di un'azienda quotata, che porta all'aumento del numero di azioni disponibili sul mercato e diminuisce il loro valore unitario, senza quindi modificare la capitalizzazione di Borsa della società.Ma facciamo un esempio:Se un'azienda ha il patrimonio diviso in 100 azioni ed ognuna di esse vale €10, la sua capitalizzazione sarà pari a €1.000.Supponiamo che a seguito del frazionamento si decida di dividere ciascuna azione in 5: si avranno in circolazione 500 azioni dal valore unitario di 2, ma la capitalizzazione dell'impresa rimarrà sempre pari a 1.000.NB: Esiste anche il processo opposto, denominato reverse stock split, che consiste in un'aggregazione azionaria che aumenta il valore dei titoli e ne riduce il numero.Quest'ultima situazione può verificarsi nel caso in cui il management decida di rendere meno frazionato il capitale della propria azienda.

Perché le aziende lo fanno? 🤔Tendenzialmente, una mossa di questo tipo viene effettuata da società che hanno visto il proprio valore azionario crescere in modo consistente.

Lo stock split (deciso dal Consiglio di Amministrazione) porta con sé un grande vantaggio: facilita l'acquisto e la vendita dei titoli e conseguentemente ne aumenta la liquidità.I piccoli azionisti, infatti, difficilmente hanno la possibilità di comprare azioni dal costo a quattro cifre (a meno che ricorrano all'investimento in leva - quindi indebitandosi per investire).E così avviene che, diminuendo il prezzo dei titoli, si amplia la platea di investitori, soprattuto piccoli (quelli con pochi capitali, quindi famiglie e piccoli risparmiatori), facilitando in questo modo gli scambi e "riaccendendo" l'interesse sull'azienda stessa.

Per Amazon ha senso questa mossa? 📈Se osserviamo la quotazione di Amazon (vedi grafico), possiamo notare come da Luglio 2020 ad Aprile 2022, l'azione si sia mossa in modo orizzontale.

Dopo il boom post prima pandemia, il prezzo ha seguito quello che in gergo prende il nome di "Sideways Trend", ovvero si è mosso oscillando all'interno di un range definito (si dice che ha oscillato tra supporto e resistenza), senza mai trovare il modo di rompere verso l'alto o verso il basso.I motivi sono molti ma si potrebbe argomentare come, in una situazione come questa, fare uno stock split possa essere un'ottima idea. Questo perché, aprendo ai piccoli investitori, l'azione attrae nuovi capitali e la maggiore liquidità potrebbe essere funzionale a rompere la suddetta resistenza e far ripartire il trend rialzista.Al netto del crollo dell'ultimo mese, dovuto alla variazione delle condizioni macroeconomiche e delle difficoltà diffuse per tutte le azioni tech, Amazon con il frazionamento ha portato il prezzo del singolo titolo da $2.447 a circa $126,20 (ora $109).

Ma lo stock split porta davvero alla crescita? 😱Secondo i dati di Bank of America, le società che hanno annunciato un frazionamento azionario mediamente nei 12 mesi successivi hanno visto crescere il valore delle proprie quotazioni del +25%, segno che un impatto effettivamente lo stock split lo ha.

Così come dichiarato da Mark Lehmann, CEO del gruppo JPM, lo split è un segnale positivo per gli investitori:

"I frazionamenti delle azioni sono un segnale di ottimismo: poche aziende hanno effettuato stock split prima che le cose andassero male"

Mark Lehman, CEO di JPM Group

Non solo Amazon ha fatto stock split di recente 🔎Google ha annunciato lo split lo scorso febbraio, sempre con rapporto di 20 a 1 (il quale diverrà effettivo a luglio), Tesla ed Apple lo hanno realizzato nell'estate 2020, dividendo le proprie azioni in 5 nel caso della motorcompany di Musk e 4 per il gigante di Cupertino (peraltro sembrerebbe che Tesla in questi giorni stia per annunciare un nuovo stock split 3:1).C'è anche un altro motivo per cui lo split potrebbe portare benefici 📌Quale è il motivo? Si tratta della possibilità di entrare nell'esclusivo club dei 30, ovvero il Dow Jones Industrial Average, il secondo indice statunitense più antico, nonché il barometro dell'economia odierna.Questo indice è pesato in relazione al prezzo azionario dei titoli (differentemente dal Nasdaq Composite, ad esempio, dove ciò avviene in base alla capitalizzazione di mercato).Entrare nel Dow Jones con quotazioni a quattro cifre non sarebbe possibile, per via dell'eccessivo peso che si avrebbe. Società come Google e Amazon, ad esempio, con un prezzo dei titoli pre-split a quattro cifre, ne avrebbero rappresentato una parte eccessivamente consistente se vi fossero state inserite.Il frazionamento potrebbe quindi portare i suddetti titoli all'inclusione nel Dow, seppur la decisione (arbitraria) rimanga poi agli editori dell'indice (Apple, per esempio, è stata inserita nel 2015, mentre le ultime aggiunte sono state Salesforce e Honeywell nel 2020).

Quindi cosa ci aspetta? 😳Insomma, le big corp Americane si sono mosse quindi per rendere maggiormente liquidi i propri titoli, facilitarne gli scambi e aumentarne l'appeal, in un periodo di forte instabilità e incertezze.Ci si chiede se queste mosse avranno l'effetto sperato o se l'uragano in arrivo (guarda la scorsa newsletter 😉) spazzerà via tutto.Vista la situazione di questi giorni, forse dovremo aspettare ancora un po' per vederne i risultati...

Sul podio dei CEO più pagati negli Stati Uniti è presente un italiano! 🇮🇹

Di chi si tratta? Di cosa si occupa? Come è arrivato ad un traguardo così importante? 💸

Negli scorsi giorni sono stati pubblicati i dati riguardo i compensi del 2021 degli amministratori delegati delle società statunitensi e, un po’ a sorpresa, l’italiano Fabrizio Freda si è posizionato al secondo posto di questa speciale classifica.

Chi ha stilato la classifica? 🏆Lo studio è stato effettuato dall’Insitute for Policy Studies e, nonostante riguardi solo le top società americane, risulta abbastanza esplicativo riguardo la remunerazione dei CEO a livello globale.In primis perché negli Stati Uniti si concentrano le principali aziende in termini di capitalizzazione (dunque di ricchezza). In secondo luogo perché possiamo essere sicuri della trasparenza di dati e risultati (probabilmente), il che rende più facile l’elaborazione e i commenti annessi (basti pensare al mercato cinese dove i dati che provengono sono spesso incompleti o caratterizzati da un ritardo sistematico).

Chi vince?🥇Tornando allo studio, il primo posto è occupato dall’ormai noto CEO di Amazon, Andy Jassy, che intasca circa $212,7 milioni di dollari. A completare il podio, la medaglia di bronzo è al collo di Jay Snowden, numero uno di Penn National Gaming, con un compenso di $65,9 milioni di dollari.

La medaglia d’argento va invece all'italiano Fabrizio Freda, amministratore delegato di Estée Lauder, azienda attiva nel mercato dei cosmetici, dei profumi e dei prodotti per la cura della pelle e dei capelli. L'azienda lo scorso anno ha fatturato circa $7 miliardi di dollari e Freda si è portato a casa circa $66 milioni di dollari. 

Ma chi è Fabrizio Freda? 🤔

Fabrizio Freda è nato nel 1957 a Napoli e si è laureato alla Federico II. Nel 1982 è entrato in Procter & Gamble in cui è rimasto fino al 2009, prima per dieci anni nel settore Health and Beauty, poi nel dipartimento Global Snack Division.

In P&G, proprio nella divisione snack, si è guadagnato negli anni ‘90 il soprannome di “The Pringles Man”, perché è stato proprio lui a lanciare sul mercato le famose patatine Pringles, distribuite ormai in tutto il Mondo.

Nel 2009 viene chiamato da Leonard Lauder a diventare Amministratore Delegato di Estée Lauder. La Lauder era già all’epoca una delle principali società della cosmesi a livello internazionale, ma vista la crisi economica dei mutui sub-prime non godeva di ottima salute finanziaria.Per la prima volta, la società della famiglia Lauder fondata da Estée, la donna che negli anni 40 inventò i campioncini di profumo come strategia di vendita, assunse un CEO esterno. Era una scommessa vera e propria per l'azienda, che fino a quel punto era sempre stata a conduzione familiare.

Quali risultati ha ottenuto? 📌Nel 2009, quando prese il comando, la capitalizzazione era di "appena" $6,4 miliardi di dollari. In 11 anni i risultati sono stati strepitosi:

  • É stato creato valore per $98,6 miliardi di dollari

  • Sono raddoppiate le vendite a $14 miliardi

  • L’occupazione è cresciuta del 55%

  • Dal 2009 a oggi il ritorno complessivo per gli azionisti (dividendi inclusi) è stato del 1.931%.

Il suo ottimo lavoro gli ha permesso di ottenere traguardi quasi inimmaginabili per un italiano all’estero: è presente da anni ormai nella lista dei top 30 CEO più pagati negli Stati Uniti ed ha scalato posizioni su posizioni, fino a raggiungere quasi la vetta di questa speciale classifica, in cui è secondo solo ad Andy Jassy, imbattibile a causa del colosso tecnologico che gestisce.

Come è strutturata la remunerazione degli amministratori? 💰C’è da sottolineare che, nella quasi totalità dei casi, i compensi che ottengono i CEO non sono erogati per intero (non tutto cash), ma vengono offerte stock option dell'azienda.Queste opzioni assegnano la facoltà di acquistare ad un prezzo favorevole (o di sottoscrivere gratuitamente, nel caso si utilizzino azioni di nuova emissione) azioni della società.Questo permette alle società di non elargire per intero somme troppe ingenti per le casse e d’altro canto le opzioni possono rappresentare un incentivo alla produttività del top management, spinto a performare meglio per far volare il titolo e dunque il valore del loro compenso.Le stock option, peraltro, sono favorevoli dal punto di vista fiscale perché non tassabili, a differenza dei tradizionali compensi in liquidità, che invece richiedono trattenute.

E per chi dice che è l'ennesimo italiano che fa le fortune di società estere? 🤔Fabrizio Freda, come la maggior parte dei talenti italiani, ha trovato fortuna all’estero, in contesti dove il mercato del lavoro è più fluido e non ancorato a logiche conservative.Rimproverargli il fatto di aver lasciato l’Italia però, risulta ridondante e privo di logica: nel nostro Paese è patologica l’incapacità di far crescere le imprese oltre una certa soglia e chi aspira ad inserirsi in dinamiche sempre più internazionali e di grandi dimensioni, è spinto a trasferirsi in aree più fertili da questo punto di vista, come il nord Europa o gli Stati Uniti d’America.

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