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🇮🇹 PNRR: in arrivo €18,5 miliardi

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Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🇮🇹 PNRR: in arrivo €18,5 miliardi

  • 🇨🇳 È finito il miracolo cinese?

🇮🇹 PNRR: in arrivo €18,5 miliardi

Oggi parliamo, ancora una volta, di PNRR (ma sono buone notizie, per fortuna).

Sono infatti riniziati gli incontri tra Governo italiano e la Commissione Europea, in merito alla terza tranche (e la quarta) di fondi prevista.

Ok, ricapitoliamo un attimo la situazione…

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede fondi per €191,5 miliardi.

Questi sono ripartiti in €69 miliardi di sovvenzioni e €122,5 miliardi di prestiti e, per ottenerli tutti, l’Italia deve raggiungere 525 obiettivi prefissati dalla UE (relativi a sei pilastri principali, come la transizione ecologica o la digitalizzazione).

Ad oggi, Roma ha ricevuto da Bruxelles €67 miliardi, così suddivisi:

  • Agosto 2021: €24,9 miliardi erogati come pre-finanziamento

  • Aprile 2022: €21 miliardi come prima rata vera e propria, di cui €10 miliardi di sovvenzioni e €11 miliardi di prestiti

  • Dicembre 2022: €21 miliardi, suddivisi come nella prima rata

In tutto, sono previste dieci rate fino al 2026.

Ok, e ora come si va avanti?

Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare la conferma ufficiale della UE per la terza rata di €18,5 miliardi. 

Insomma, niente male!

E, nel frattempo, la Commissione sta analizzando le richieste di revisione da parte del Governo italiano per quanto riguarda la quarta rata da €16,5 miliardi.

In realtà si tratta di una questione esclusivamente formale, dato che i cambiamenti proposti sono stati messi a punto insieme da Roma e Bruxelles.

Il via libera dovrebbe quindi arrivare tra poco (dita incrociate)…

Il clima di incontri sembra essere positivo…

Il ministro per gli affari UE, il Sud e il PNRR Raffaele Fitto ha infatti dichiarato di essere ottimista in merito alla collaborazione con Bruxelles.

Prima della fine di Luglio il piano aveva subito un forte rallentamento, causato da un tentativo di revisione in merito ai progetti prefissati.

Per farsi un’idea più concreta: dei 350 progetti previsti il Governo Meloni ha chiesto la revisione di ben 144 di essi.

I motivi?

In gran parte si tratta di modifiche rispetto alle scadenze temporali previste dai vari progetti, perché, in generale, la burocrazia italiana si è rivelata più lenta del previsto, sopratutto per quanto concerne gli enti più “locali”.

Anche su queste modifiche, si aspetta ora l’ok della Commissione.

In collaborazione con: ELSA SPEAK

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🇨🇳 È finito il miracolo cinese?

L’economia cinese, per decenni caratterizzata da una crescita fenomenale, sta ora attraversando un momento di incertezza.

La potenza asiatica, seconda solo agli Stati Uniti in quanto a prodotto interno lordo, sembra ora affrontare una serie di sfide in grado di mettere in discussione la continuità di tale miracolo.

Ok, ma a come siamo arrivati a questo?

Per scoprirlo dobbiamo fare un passo indietro, e capire come abbia fatto l’economia cinese a crescere così tanto negli ultimi decenni.

Uno dei principali driver è stato il costante investimento in infrastrutture.
Palazzi, aeroporti, autostrade e altre infrastrutture, costruiti grazie alla possibilità di accedere al credito a tassi vantaggiosi, hanno sostenuto la crescita economica e fornito occupazioni a milioni di persone.

Un’economia basata principalmente su investimenti infrastrutturali, soprattutto se su larga scala come nel caso in questione, porta però con sé alcuni svantaggi.

In primis, il livello di indebitamento

Se andiamo a vedere il rapporto tra il debito complessivo (che considera il debito sovrano, quello delle imprese e dei cittadini) e PIL, quest’ultimo si attesta al 270%.

Un valore simile a quello degli Stati Uniti, ma con alcune differenze fondamentali, tra cui il fatto che quello cinese stia crescendo ad un ritmo maggiore e sia meno sostenibile (soprattutto se teniamo in considerazione che il PIL pro capite del gigante asiatico è meno di un sesto di quello degli US).

Inoltre, gli investimenti in infrastrutture sembrerebbero non essere più in grado di sostenere l’economia.

Questo perché, in breve, si è già costruito tutto il “costruibile”, e fenomeni quali l’overbuiliding sono ora la norma (con intere aree urbane costruite ma rimaste deserte, simbolo dell’eccesso edilizio e della pianificazione non allineata con la reale domanda).

E non solo…

La Cina fa infatti fatica a stimolare la domanda interna, forte driver di crescita dei paesi occidentali come gli Stati Uniti (dove vale circa il 68% del PIL, contro il solo 38% di Pechino).

Uno degli approcci potenziali per risolvere la crisi sarebbe proprio quello di stimolare i consumi, attraverso un:

  • ❌ Ridirezionamento del credito lontano dal settore immobiliare

  • 💰 Incremento del reddito disponibile per i cittadini

  • 🫴🏻 Introduzione politiche di welfare, simili a quelle occidentali

Tuttavia, l'implementazione di tali riforme è complicata.

La visione prevalente della dirigenza cinese, in particolare del presidente Xi Jinping, è avversa all'introduzione di un "welfare state" in stile occidentale, che secondo lui “incoraggerebbe ad un approccio più pigro alla vita”.

Angolo Politico 💬 

🤝 Erdogan: pronto alla mediazione Kiev-Mosca? (Ansa)

🇮🇹 Superbonus: proroga per i condomini nel 2024? (Ansa)

Angolo Cripto ⛓️ 

🤑 Metaverso: il prossimo paradiso fiscale? (CT)

❌ Binance: l’head of product lascia la società (CT)

Angolo Tech & Startup 💡

☀️ I pannelli solari europei costano 6x quelli cinesi (IlSole24Ore)

🛵 Hero MotoCorp pianifica investimenti da $65 milioni (TC)

🕣 Su Wordpress ora puoi creare siti web che durano… 100 anni! (Wired)

🌊 Il sistema che ripulisce il Pacifico dalla plastica (GNN)

Oggi nella storia? Il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi estive tenutesi a Monaco, un gruppo di terroristi palestinesi prende d'assalto l'appartamento del Villaggio Olimpico degli atleti israeliani, uccidendone due e prendendone in ostaggio altri nove.

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