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🔍 Perplexity sfida Google: 34,5 miliardi per comprare Chrome

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Il menù di oggi prevede:
🔍 Perplexity sfida Google: 34,5 miliardi per comprare Chrome
📱 Booking è nei guai: oltre 10mila hotel chiedono miliardi di risarcimento
USA
🔍 Perplexity sfida Google: 34,5 miliardi per comprare Chrome

Un colpo di scena scuote il mondo tech: Perplexity, startup di intelligenza artificiale fondata nel 2022, ha presentato un’offerta da $34,5 miliardi per acquistare Chrome, il browser più usato al mondo.
La proposta non è uno scherzo né una trovata pubblicitaria: si tratta di un’offerta formale, in contanti, arrivata proprio mentre un giudice federale valuta se costringere Google a separarsi dal suo browser a causa di accuse di monopolio.
Perché Perplexity vuole Chrome?
Perplexity si presenta come il “nuovo Google”, ma basato sull’AI per dare risposte più precise, contestualizzate e immediate.

Aravind Srinivas, CEO e co-founder di Perplexity
Perplexity punta a Chrome perché è il punto di accesso principale al web: miliardi di persone lo usano ogni giorno per navigare. Avere il controllo del browser significherebbe anche decidere quale motore di ricerca gli utenti vedono per primo, e questo può spostare enormi quote di mercato.
E davvero Google è costretta a vendere Chrome?
Qui viene il bello. Pochi mesi fa, il giudice federale Amit Mehta ha stabilito che Google detiene un monopolio illegale nel mercato della ricerca online.
Ora lo stesso giudice deve decidere quali "rimedi" applicare per ristabilire la concorrenza. E una delle opzioni più discusse è proprio costringere Google a vendere Chrome.
La reazione di Google? Un secco no. L'azienda ha fatto sapere che non ha nessuna intenzione di separarsi dal browser e che un'operazione del genere "rischierebbe di compromettere innovazione, sicurezza e continuità del servizio".
I numeri dietro l’offerta sono impressionanti
💰 L'offerta di Perplexity: $34,5 miliardi
💵 Valore stimato di Perplexity: $18 miliardi
Avete letto bene: Perplexity sta offrendo quasi il doppio della sua valutazione complessiva per comprare Chrome.
Come è possibile? La startup sostiene di poter contare su investitori pronti a finanziare l'operazione. Anche se alcune voci del venture capital hanno già fatto sapere di non essere state contattate…
Ma cosa promette Perplexity agli utenti di Chrome?
Per convincere tutti (giudice e utenti inclusi), Perplexity ha fatto diverse promesse:
🔍 Chrome manterrà Google come motore di ricerca predefinito (ma con piena libertà di configurazione per gli utenti)
💻 Il codice open source di Chromium resterà accessibile alla comunità di sviluppatori
💸 Investirà $3 miliardi nei prossimi due anni per trattenere talenti e potenziare le infrastrutture
Insomma, sulla carta tutto dovrebbe rimanere come prima, solo con un nuovo proprietario…
Il punto è che Chrome non è un semplice browser
Chrome è un'infrastruttura globale complessa, con miliardi di utenti e un ecosistema di estensioni, aggiornamenti di sicurezza e standard web che richiedono un coordinamento imponente.
Non è chiaro se una startup come Perplexity, per quanto innovativa, sia davvero pronta a farsi carico di una tale responsabilità. Gestire Chrome significa non solo mantenere il software, ma anche:
🔁 aggiornamenti di sicurezza costanti
👐 compatibilità con milioni di siti
👍 coordinamento sugli standard web
Ad oggi, solo Google ha dimostrato di poter sostenere questo ecosistema su scala planetaria. Ed è incerto se una giovane startup, per quanto ambiziosa, sia pronta a reggere un peso simile.
Perplexity non è l’unica azienda ad aver fiutato l’opportunità “Chrome“
Si vocifera che anche OpenAI e Yahoo abbiano mostrato interesse nel caso di una vendita forzata, ma nessuno ha messo sul tavolo un’offerta concreta come quella di Perplexity.

Se l’operazione andasse in porto, per la prima volta da oltre dieci anni browser e motore di ricerca dominante verrebbero separati. Le conseguenze potrebbero essere enormi:
👊 più concorrenza tra motori di ricerca,
📝 nuove regole per la pubblicità online,
💻 spazi per attori alternativi nel mercato della navigazione
Se invece fosse solo una mossa di marketing, Perplexity avrebbe comunque ottenuto un’enorme visibilità.
In entrambi i casi, resta un segnale forte: anche i giganti del web non sono più intoccabili.
Cosa pensi dell'offerta di Perplexity per Chrome? |
GIUSTIZIA
📱 Booking.com è nei guai: oltre 10mila hotel chiedono miliardi di risarcimento

Booking.com si trova ad affrontare una delle più grandi class action nella storia del commercio digitale.
Una class action è una causa collettiva in cui un gruppo di persone o aziende, che hanno subito lo stesso tipo di danno da parte di un soggetto (ad esempio un’azienda), si uniscono per agire insieme in tribunale
Oltre 10mila hotel europei hanno deciso di fare causa alla piattaforma di prenotazioni, chiedendo risarcimenti che potrebbero raggiungere miliardi di euro.
Ma cosa ha scatenato questa valanga di ricorsi legali?
Tutto ha avuto inizio il 19 settembre 2024, quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato illegali le cosiddette clausole di parità dei prezzi utilizzate da Booking.com per oltre vent’anni.
Queste clausole obbligavano gli hotel a non offrire tariffe più basse né sul proprio sito ufficiale, né su piattaforme concorrenti.
Secondo i giudici europei, né la versione “ampia” (divieto di sconti ovunque) né quella “ristretta” (solo sul sito dell’hotel) erano proporzionate o necessarie al funzionamento dei portali di prenotazione.
In pratica, gli hotel che volevano apparire su Booking non potevano proporre offerte più convenienti altrove.
Il risultato?
🔒 Prezzi di fatto bloccati verso l’alto
💸 Impossibilità per gli albergatori di premiare chi prenotava direttamente
🏨 Consumatori costretti a pagare tariffe gonfiate dalle commissioni di Booking, dal 10% al 25%
In pratica, se un hotel voleva fare uno sconto del 10% per attirare prenotazioni dirette (e risparmiare sulle commissioni), non poteva farlo a causa di queste clausole.
La sentenza non prevedeva, però, risarcimenti automatici
La decisione della Corte di Giustizia UE non aveva previsto risarcimenti automatici, ma dava agli hotel la base legale per agire in giudizio.

E gli hotel non se lo sono fatti ripetere due volte…
Il 7 agosto scorso, l'associazione europea degli albergatori Hotrec, insieme all'Hotel Claims Alliance e a una trentina di altre sigle, ha annunciato una class action che ha già raccolto l'adesione di oltre 10mila strutture in tutta Europa.
L'azione legale sarà esaminata dal tribunale di Amsterdam (dove ha sede legale Booking.com) e copre un periodo lunghissimo: dal 2004 al 2024.
Gli hotel sostengono di aver subito danni enormi in questi vent'anni:
🏨 Perdita di prenotazioni dirette a favore della piattaforma
💰 Erosione dei margini di profitto dovuta alle commissioni elevate
👥 Impossibilità di fidelizzare i clienti offrendo tariffe migliori sul proprio sito
Quanto rischia Booking.com?
Secondo le stime delle associazioni, l’impatto economico delle clausole sul mercato è enorme, con danni cumulati nell’ordine dei miliardi di euro.
E non sono solo gli hotel a muoversi. Anche i consumatori si stanno organizzando: in Olanda, le associazioni Consumentenbond e Stichting Consumenten Competition Claims hanno lanciato un’azione collettiva. In pochi giorni hanno aderito oltre 180mila viaggiatori, convinti di aver pagato soggiorni più cari del necessario.
Tuttavia, sia gli hotel che i consumatori dovranno dimostrare davanti ai giudici il legame diretto tra le clausole di Booking e le perdite subite. Serviranno dati su prenotazioni, contabilità e confronti storici sui prezzi.
Dal canto suo, Booking.com respinge le accuse
La piattaforma sostiene che gli hotel siano sempre stati liberi di fissare i propri prezzi. Ma dopo la pronuncia della Corte Ue questa linea difensiva appare decisamente indebolita…
E c'è un altro problema per la piattaforma: il Digital Markets Act europeo, in vigore dal 2024, ha classificato Booking.com come "gatekeeper", imponendole di eliminare definitivamente le clausole di parità dei prezzi.
Con il 71% di quota di mercato in Europa, un verdetto sfavorevole potrebbe costare a Booking.com alcuni miliardi di euro e cambiare radicalmente gli equilibri nel settore delle prenotazioni online.
Resta ora da capire se questa causa diventerà davvero uno dei più grandi casi di risarcimento nella storia del commercio digitale…
Secondo te, quale sarà l'esito di questa mega class action contro Booking.com? |

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