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🇨🇳 Perché le auto cinesi costano così poco?

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🇨🇳 Perché le auto cinesi costano così poco?

  • 🏦 Chi sono i cittadini che pagano più tasse?

Oggi spostiamo qua in alto il “Today in History” per ricordare una data importantissima per la storia italiana: il 25 aprile 1945, l'esercito delle Germania nazista si arrende e lascia il Bel Paese, ponendo fine all'occupazione tedesca. L'evento viene ricordato ogni anno dalla Festa della Liberazione.

CINA

🇨🇳 Perché le auto cinesi costano così poco?

(Nella foto Giorgio Mastrota, vera e propria icona delle televendite italiane)

Le auto elettriche cinesi si apprestano a conquistare i mercati occidentali, grazie ai loro prezzi super-competitivi.

A lanciare l’allarme è il report di Jato Dynamics, secondo cui nel primo semestre del 2023 un’auto elettrica cinese aveva un prezzo medio retail sui €31.000, contro i €66.000 di quelle europee e i €68.000 di quelle americane.

Insomma, un’auto cinese costa in media meno della metà delle controparti UE e US.

Ma come fanno le auto elettriche cinesi a costare così poco?

Al contrario di quello che si può pensare, non è solo una questione di manodopera a basso costo. 

Pechino ha infatti costruito gran parte del proprio vantaggio competitivo grazie a:

  • Controllo diretto delle materie prime necessarie alla produzione di auto elettriche

  • 💰 Ingenti sussidi statali elargiti alle imprese del settore automotive

Ma andiamo con ordine…

Perché è importante controllare le materie prime?

Nel corso degli ultimi decenni, la Cina ha sviluppato un controllo significativo sulle materie prime, e ciò è stato possibile grazie a:

  • ⛰ La leadership nell’estrazione delle Terre Rare: il gruppo di 17 elementi chimici dalle utilissime applicazioni in ambito tecnologico e industriale

  • 🏭 Lo sviluppo nella raffinazione del litio e del cobalto: (due terre rare fondamentali per i veicoli elettrici) con quote di mercato rispettivamente del 58% e 65%

  • 🫰🏻 Gli Investimenti diretti nei paesi estrattori: come la Repubblica Democratica del Congo, che ospita la metà delle riserve mondiali di cobalto, e dove 15 delle 17 miniere sono nelle mani della Cina

E se aggiungiamo che il 77% delle batterie in circolazione vengono realizzate in Cina, si può intuire come i car makers cinesi beneficino di costi di approvvigionamento e produzione decisamente inferiori rispetto alla concorrenza.

E poi ci sono i sussidi statali alle imprese…

Il Governo cinese sta finanziando pesantemente alcuni settori, come quello delle tecnologie verdi, dell’energia solare, e, appunto, quello della mobilità elettrica.

Ma di quanti soldi parliamo?

I sussidi complessivi della Cina sono circa da 3 a 9 volte superiori a quelli di altri Paesi OCSE come gli Stati Uniti o la Germania.

Per intenderci, la sola BYD, il colosso cinese di auto elettriche, ha ricevuto €2,1 miliardi nel 2022.

Insomma, quando si parla di aiuto elettriche, i colossi cinesi stanno giocando da un po’ di tempo in un campionato a parte

E se l’UE vuole proteggere un settore che svolge un ruolo assolutamente centrale nella sua economia, beh delle risposte saranno necessarie

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TASSE E IMPOSTE

🏦 Chi sono i cittadini che pagano più imposte?

Nel 2023 gli italiani hanno dichiarato redditi più alti rispetto all’anno precedente…

Questo è quello che il MEF ha comunicato rispetto al reddito totale dichiarato dagli italiani, che nel 2023 è aumentato del 6,3% rispetto all’anno prima, arrivando a €970 miliardi.

Da tutti questi redditi, nelle casse dello Stato sono entrati €174,2 miliardi di IRPEF, numero in leggero aumento rispetto al 2022 (+2%).

Ma chi ha pagato più imposte nel 2023?

Rispetto alle dichiarazioni IRPEF, ci sono almeno 3 dati molto interessanti:

  • Il 63% dell’IRPEF versata è stata pagata dal 20% dei contribuenti

  • 9,7 milioni di contribuenti versano €0 di IRPEF (perché sono nella soglia del no tax)

  • Chi ha pagato l’IRPEF, in media ha versato €5.380

Il problema è che in Italia abbiamo molte persone con redditi dichiarati molto bassi

Nel 2023 infatti sono stati 17 milioni gli italiani che hanno dichiarano un reddito inferiore ai €15.000 all’anno.

Al netto delle sottodichiarazioni, questo dato evidenzia un problema legato al livello degli stipendi, che mischiato con l’aumento del costo della vita che abbiamo visto negli ultimi 2 anni, rappresenta la ricetta perfetta per l’aumento del rischio di povertà per molte famiglie.

Se è infatti vero che il reddito medio dichiarato è cresciuto del +4,7% rispetto al 2022, se aggiungiamo l’inflazione a questo calcolo, scopriamo che in realtà i redditi reali sono scesi del 3,1% in termini reali.

E all’argando l’orizzonte la situazione reddituale non migliora: basti pensare che negli ultimi 30 anni i salari reali sono stati praticamente fermi in Italia, unico Paese europeo con risultati così deprimenti…

È uscita la nuova puntata di Direct: il podcast che in 15 minuti ti aggiorna sulle notizie economiche e di attualità che non puoi perderti. In questa puntata parliamo di:

  • 🇮🇹 In Italia cala il numero dei NEET - e altri dati positivi - ma continua ad aumentare il deficit da Superbonus…

  • 🎵 TikTok rischia il ban anche in Europa per una feature controversa - è la fine del social di origine cinese?

  • 🤖 Meta rilascia Llama 3, il suo modello AI open-source - e le performance fanno ben sperare per il futuro!

Ascolta ora cliccando qui in basso 👇🏻

🤑 Le città più ricche in Italia: la mappa dei redditi comune per comune (SkyTg24)

🇮🇹 Primo sì al premierato, parte il voto sull'autonomia (Ansa)

🎼 Biden firma una proposta di legge che vieta TikTok se ByteDance non riesce a vendere l'app (TC)

💻️ L'Europol dichiara guerra alla crittografia end-to-end (Wired)

🧑‍⚕️ Un primo passo per lo stop al numero chiuso a Medicina (Wired)

🧬 Scoperta contro il cancro che potenzia le cellule immunitarie senza effetti collaterali nocivi (GNN)


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