- il Punto
- Posts
- 💻️ OpenAI: la storia dietro l’azienda che ha portato l’AI nelle mani di tutti
💻️ OpenAI: la storia dietro l’azienda che ha portato l’AI nelle mani di tutti
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
💻️ OpenAI: la storia dietro l’azienda che ha portato l’AI nelle mani di tutti
📉 L'Italia è più povera di 20 anni fa

IN COLLABORAZIONE CON: Scalable Capital
💻️ OpenAI: la vera storia dietro l’azienda che ha portato l’AI nelle mani di tutti
OpenAI è entrata nelle nostre vite quasi all’improvviso: un giorno internet funzionava come sempre, il giorno dopo milioni di persone parlavano con un chatbot capace di scrivere, analizzare, creare e persino ragionare.
Ma mentre ChatGPT diventava parte della nostra routine, dietro le quinte si consumava una storia molto diversa: scontri interni, ambizioni personali, visioni opposte sul futuro dell’AI e un licenziamento lampo che nel 2023 ha fatto tremare la Silicon Valley.
Per capire come OpenAI sia diventata il cuore della rivoluzione dell’AI, dobbiamo fare un passo indietro e guardare alle origini del suo fondatore, Sam Altman.
Le origini di Sam Altman: dall’Illinois alla Silicon Valley
Sam Altman nasce a Chicago nel 1985, in una famiglia della classe media.
Fin da ragazzo mostra curiosità, ambizione e una naturale inclinazione alla leadership. Dopo il liceo entra a Stanford, dove respira per la prima volta l’aria delle startup della Silicon Valley.
Una volta lì, però, non ci mette molto a capire che voleva costruire qualcosa di suo.
L’occasione arriva con Loopt, un’app di geolocalizzazione lanciata nel 2005, che viene velocemente ammessa a Y Combinator, il più famoso acceleratore di startup al mondo.
L’app non decolla, ma rappresenta comunque un passaggio decisivo nella vita di Sam, perché gli permette di conoscere Paul Graham, il fondatore dell’acceleratore YC.
Paul rimane infatti talmente colpito dalle capacità di Sam da affidargli, nel 2014, la guida dell’intera organizzazione di YC.
E da quella posizione privilegiata, inizia a maturare in Sam l’idea che avrebbe cambiato il mondo: OpenAI.
La nascita di OpenAI: una cena e un’intuizione
Tutto inizia nel 2015 in un lussuoso hotel di Palo Alto.
Attorno a un tavolo siedono quattro persone che avrebbero cambiato per sempre la storia dell'AI:
🧠 Ilya Sutskever: ricercatore di punta di Google nel campo dell'intelligenza artificiale
💻 Greg Brockman: CTO di Stripe (app per pagamenti online)
🚀 Elon Musk: che non ha bisogno di presentazioni
👨💼 Sam Altman: 30enne presidente di Y Combinator
La cena ha un obiettivo e cioè discutere del nuovo grande trend del mondo tecnologico: l’intelligenza artificiale.
È Musk a rompere il ghiaccio, perché è lui che aveva i timori più grandi sull’AI.
Secondo Musk, infatti, c’era la minaccia che l’AI diventasse un rischio per l’umanità, soprattutto considerando che Google - allora l’azienda più avanzata di questo settore - non era affidabile per gestire una tecnologia così potente e potenzialmente pericolosa.
La soluzione? Creare un'organizzazione no-profit, trasparente e open-source, che sviluppi un’AI sicura, anteponendo il bene dell'umanità al profitto.
Così, il 10 dicembre 2015 nasce OpenAI, con la missione quasi idealista di democratizzare l’AI.
In questa nuova organizzazione, Altman è il CEO, Musk mette i soldi, Brockman gestisce gli aspetti operativi e Sutskever la ricerca tecnica.
La svolta commerciale (e la fine dell’idillio)
Per OpenAI, i primi anni sono quelli della sperimentazione pura.
Il team lavora dall'appartamento di Brockman a San Francisco, senza un ufficio vero e proprio e lavorando su progetti di ogni tipo: dai videogiochi agli agenti digitali in grado di muoversi sul web per prenotare voli o acquistare biglietti.
In questa fase però, i soldi non sono abbastanza e l’azienda ha bisogno di fondi.
Così, a fine 2017, Musk avanza una proposta drastica: fondere OpenAI con Tesla, garantendo stabilità finanziaria.
L’idea non piace, con Sam Altman e gli altri cofondatori che rifiutano categoriacamente, non volendo lasciare il progetto nelle mani di Elon.
Questo porta ad una battaglia interna, che nel 2018 porta Musk a lasciare OpenAI, portando via con sé i suoi finanziamenti.
Con pochi soldi ancora da poter spendere e il tempo che stava piano piano finendo, Altman nel 2019 prende una decisione storica: cede alle richieste dei potenziali investitori e trasforma OpenAI in una “capped-profit company”, quindi una società con una struttura ibrida che mantiene sì la missione originaria di no-profit, ma permette di attrarre capitali privati con un limite ai profitti generabili dagli investitori.
La scelta è controversa e non piace di certo a Musk che guarda dagli spalti, ma funziona più di tutti su Microsoft, che decide di investire $1 miliardo di dollari in OpenAI e ne diventa il partner strategico.
E poi arriva ChatGPT
Con Musk fuori dai giochi, un sacco di soldi tra le mani e una partnership con Microsoft, OpenAI inizia ad accelerare.
La svolta arriva il 30 novembre 2022, quando OpenAI rilascia al mondo il modello GPT-3, motore dell’ormai celebre ChatGPT.
In poco tempo, ChatGPT diventa un fenomeno globale:
📈 Raggiunge i 100 milioni di utenti in poche settimane
🚀 La crescita più rapida nella storia di Internet
💰 Arriva ad una valutazione da centinaia di miliardi
La pugnalata alle spalle a Sam Altman
Con ChatGPT, OpenAI inzia una cavalcata mai vista prima, che la proietta in men che non si dica nella stratosfera.
Mentre però il mondo la celebra, all’interno dell’azienda iniziano a venire al pettine mesi e mesi di tensioni e discussioni.
Non tutti, infatti, condividono la direzione che Altman sta imponendo all’azienda, e alcuni temono addirittura che la corsa al successo commerciale stia tradendo la missione originaria di sicurezza e trasparenza su cui OpenAI era stata fondata.
Queste tensioni esplodono in maniera inaspettata e clamorosa il 17 novembre 2023, quando improvvisamente il board annuncia il licenziamento in tronco di Altman, accusato di non essere stato trasparente con il CdA.
La reazione è immediata:
😠 Greg Brockman si dimette in segno di protesta
📉 Microsoft minaccia di assumere Altman e tutto il suo team
🛑 Centinaia di dipendenti firmano una lettera minacciando di andarsene
Quando tutto sembra in fiamme, però, arriva un altro colpo di scena.
Ilya Sutskever, uno degli artefici del “golpe” del CdA, cambia improvvisamente schieramento e si scusa pubblicamente.
Con lui, cade il fronte interno contro Altman e dopo cinque giorni di caos, Sam torna al suo posto come CEO di OpenAI, con il board che viene poi completamente rinnovato e tutti i protagonisti del colpo che escono di scena.
Una cavalcata inarrestabile
Da quel momento Altman non si è più fermato. Oggi OpenAI conta:
👥 800 milioni di utenti attivi settimanali su ChatGPT
💵 Una valutazione stimata di centinaia di miliardi (e all’orizzonte una possibile IPO che la valuterebbe $1 trillion)
🏗️ Progetto Stargate: infrastruttura da $500 miliardi annunciata a gennaio 2025 per addestrare le prossime generazioni di AI
Insomma, da piccolo laboratorio no-profit nato per "proteggere l'umanità", OpenAI è diventata il cuore pulsante della corsa globale all'Intelligenza Artificiale Generale.
La missione originaria di trasparenza e sicurezza sembra essere rimasta un po' indietro, sacrificata sull'altare della crescita e del profitto.
👉 Se vuoi approfondire la storia di OpenAI con tanti retroscena e dettagli, guarda l’ultimo video uscito sul canale YouTube di Scalable Capital!
Non è un consiglio di investimento. Investire comporta dei rischi. Si possono applicare commissioni per crypto, costi prodotto, spread e/o incentivi.
ITALIA
📉 L'Italia è più povera di 20 anni fa

Incredibile ma vero, i redditi in Italia sono più bassi rispetto a 20 anni fa.
Lo conferma Eurostat, che ha pubblicato dati poco incoraggianti sul reddito reale pro capite (cioè tenuto conto dell’inflazione) dei Paesi europei. Il risultato è chiaro: insieme alla Grecia, l’Italia è l’unico Stato dell’UE dove le persone sono più povere rispetto all’inizio degli anni Duemila.
Ma quanto hanno perso in concreto gli italiani?
Negli ultimi 20 anni:

🇬🇷 Grecia ha registrato un - 5,1% di reddito reale pro capite
🇮🇹 Italia: - 3,9%
🇩🇪 Germania: +24,3%
🇫🇷 Francia: +21,2%
🇪🇸 Spagna: + 10,7%
Nella pratica significa che tedeschi, francesi e spagnoli stanno meglio oggi rispetto a vent'anni fa. In Italia invece si sta peggio.
Ma perché i redditi italiani non crescono?
La risposta si riassume in una parola: produttività.
È il “motore” dell’economia, cioè la capacità di creare valore con le risorse disponibili.
Quando questo motore funziona, un Paese cresce, aumentano salari e investimenti, e il benessere migliora.
In Italia però questo motore è quasi fermo da 20 anni: dal 2004 al 2024 la produttività è aumentata appena del 2%, mentre negli altri Paesi avanzati è cresciuta in media del 20%.

Le ragioni della bassa produttività in Italia sono tante
1. Le imprese italiane sono molto piccole e poco strutturate
Il 95% delle aziende italiane ha meno di 9 dipendenti. Questo le rende meno capaci di:
💻 investire in nuove tecnologie
🎓 formare adeguatamente il personale
🌍 entrare nei mercati internazionali
2. In molti settori si investe poco in tecnologia e innovazione
La spesa in Ricerca e Sviluppo (R&S) delle imprese italiane è tra le più basse d’Europa: solo lo 0,8% del PIL, contro il 2,1% della Germania.
Questo significa meno:
📜 brevetti
🆕 prodotti nuovi
📈 processi produttivi più efficienti
Senza innovazione, non si crea valore aggiunto… e la produttività resta ferma.
3. I nostri talenti scappano all’estero
La bassa produttività, i bassi salari e la scarsa innovazione contribuiscono alla fuga di cervelli dall’Italia ad altri paesi, alimentando un circolo vizioso che “inceppa il nostro motore”. Nel 2024, hanno lasciato l'Italia circa 70 mila giovani tra i 18 e i 39 anni e quasi la metà di questi era laureato…
4. L'occupazione cresce nei settori meno produttivi
Nell’ultimo anno, è vero, molti nuovi posti di lavoro sono stati creati, con oltre 350 mila nuovi occupati (+1,6%).
Il problema però è che la maggior parte di questi lavora in settori a bassa intensità tecnologica, come:
🗺️ turismo
🧑🍳 ristorazione
🧑⚕️ servizi alla persona
Che sì, sono importanti per l’economia, ma producono poco valore aggiunto per ogni ora lavorata. E non riescono a trainare la crescita complessiva del Paese.
Il risultato di tutto questo?
Una macchina che gira ma non ingrana mai la marcia giusta. Se non si interviene ora, rischiamo di ritrovarci fra altri 20 anni esattamente nello stesso punto…
Secondo te, quale di questi fattori pesa di più sulla bassa produttività italiana? |

🇻🇪 Trump dichiara chiuso lo spazio aereo sul Venezuela. 'Ordine di Hegseth nei raid contro i narcos: uccideteli tutti' (Ansa)
🇺🇦 Si è dimesso uno degli uomini più potenti in Ucraina (IlPost)

🇪🇺 Verso uno scudo antimissile europeo integrato, è la sfida di Leonardo che lo ha chiamato Michelangelo (Dome) (Wired)
🛍️ Su ChatGpt arriva ricerca shopping, la fa al posto degli utenti (Ansa)

🧠 Nel cervello un sistema operativo già configurato alla nascita (Ansa)
🌙 Ricostruito l'identikit di Theia, dal suo impatto con la Terra è nata la Luna (Ansa)

Il 30 novembre 1786 il Granducato di Toscana, su iniziativa di Pietro Leopoldo di Lorena, abolì la pena di morte, diventando il primo paese al mondo a farlo
Ti è piaciuta la Newsletter di oggi? |
Raggiungi 75mila professionisti con un click 💻️
Fai pubblicità in questa newsletter per far conoscere il tuo servizio o prodotto ad oltre 75mila professionisti, che sono per la stragrande maggioranza decision maker in azienda (C-Level, Mid-Upper management e imprenditori). Contattaci ora!



