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🤖 OpenAI cambia pelle (e diventa un'azienda a scopo di lucro)

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🤖 OpenAI cambia pelle (e diventa un'azienda a scopo di lucro)

  • 🎓 Trump spinge i ricercatori USA verso l'Europa (e l'UE ne approfitta)

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"E se perdo tutto?" È la prima domanda che ci facciamo tutti quando pensiamo di investire.

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TECH

🤖 OpenAI cambia pelle (e diventa un'azienda a scopo di lucro)

Dopo mesi di trattative e tensioni, OpenAI ha completato la sua metamorfosi: l’azienda che ha creato ChatGPT non è più una semplice organizzazione “no profit”, ma una vera e propria società a scopo di lucro (pur mantenendo una parte no-profit). La trasformazione segna la fine di un’era e l’inizio di una nuova fase, in cui la sfida non è solo tecnologica, ma anche finanziaria.

La decisione arriva dopo oltre un anno di negoziati interni e di scontri legali, soprattutto con Elon Musk, che aveva co-fondato OpenAI nel 2015 e che da tempo si opponeva alla sua deriva “commerciale”.

Ma al di là delle tensioni personali, questa mossa nasce da esigenze molto concrete.

Perché OpenAI ha fatto questa mossa?

I motivi sono fondamentalmente due:

1️⃣ Bisogno di capitali enormi

Sviluppare sistemi di intelligenza artificiale richiede investimenti colossali in infrastrutture, server e talenti.

Il vecchio modello di OpenAI, nato nel 2019, prevedeva limiti ai rendimenti per gli investitori: massimo 100 volte l'investimento iniziale.

Questo limite scoraggiava potenzialmente gli investitori e rendeva più difficile raccogliere i capitali necessari.

2️⃣ Competizione agguerrita

OpenAI deve competere con giganti come:

  • 🚀 xAI di Elon Musk che potrebbe presto raggiungere una valutazione di $200 miliardi dopo un nuovo round di finanziamento da 10 miliardi

  • 🤖 Anthropic, Google DeepMind, Meta e altri giganti pronti a investire cifre astronomiche per dominare la corsa all’intelligenza artificiale

Senza la possibilità di offrire rendimenti illimitati agli investitori, OpenAI rischiava di rimanere indietro nella corsa all'AI.

Così OpenAI si è trasformata…

Per restare competitiva, OpenAI è diventata una Public Benefit Corporation (PBC), una forma giuridica che unisce l’obiettivo di profitto a una missione di interesse pubblico. In altre parole, potrà agire come una normale società commerciale, ma dovrà anche dimostrare di perseguire obiettivi sociali o etici.

Cosa cambia concretamente:

  • 💰 Potrà raccogliere capitali senza limiti, come una qualsiasi società tech quotata

  • 📈 Potrà prepararsi a un’IPO, cioè una quotazione in Borsa

  • 🏦 Potrà distribuire dividendi agli azionisti

Ma attenzione: non sparisce la parte no profit. La OpenAI Foundation resta in piedi e mantiene il controllo della nuova società. È lei, infatti, a nominare e rimuovere i membri del consiglio di amministrazione.

Ma come funzionerà la nuova struttura?

Ecco come si distribuisce oggi la “torta” di OpenAI, valutata circa $500 miliardi:

  • 💻 Microsoft: detiene circa il 27% della nuova società (è il principale investitore e partner tecnologico)

  • 👥 Dipendenti, ex dipendenti e altri investitori: controllano il 47%

  • 🏛️ OpenAI Foundation: conserva il 26% e mantiene il potere di supervisione

La OpenAI Foundation ha già annunciato un fondo da $25 miliardi destinato a progetti di innovazione sanitaria, cura delle malattie e sicurezza dell'intelligenza artificiale.

Ma Sam Altman ci guadagna qualcosa da questa operazione?

Sorprendentemente, Sam Altman, CEO e volto pubblico di OpenAI, non riceverà azioni nella nuova società. Secondo Bloomberg e Reuters, Altman ha scelto di non trarre profitti diretti dalla trasformazione.

Altman ha però rivelato che:

  • 📊 Un'IPO (quotazione in Borsa) è l'opzione più probabile per il futuro di OpenAI

  • 💼 La società ha obbligazioni finanziarie per circa $1.400 miliardi, destinate alla costruzione di infrastrutture di data center

  • 🎯 L'obiettivo è trasformare OpenAI da sviluppatrice di prodotti a piattaforma globale per imprese e sviluppatori

Non mancano le critiche

Non tutti però vedono di buon occhio questa evoluzione. Tra i più duri c’è proprio Elon Musk, che ha fatto causa a OpenAI accusandola di aver “tradito la missione originaria” di sviluppare intelligenze artificiali open source a beneficio dell’umanità.

Le sue parole puntano il dito contro la chiusura dei modelli più recenti: solo alcune versioni di GPT restano open-source, cioè con il codice accessibile a tutti.

L'ironia della situazione? La xAI di Musk è una società a scopo di lucro tradizionale (dopo aver abbandonato lo status pbc nel 2024) e non segue principi di open source.

Insomma…

Con questa ristrutturazione, OpenAI entra in una nuova era. Da laboratorio sperimentale a potenziale colosso tecnologico quotato, capace di competere alla pari con i giganti di Silicon Valley. Ma questa nuova pelle porta con sé domande complesse: può un’azienda bilanciare la ricerca del profitto con la promessa di “beneficiare l’umanità intera”?

La risposta, per ora, è sospesa tra l’ambizione economica e la responsabilità etica. OpenAI cambia, sì ma resta da vedere se riuscirà a farlo senza perdere la sua essenza.

Secondo te, questa trasformazione di OpenAI è:

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EDUCAZIONE

🎓 Trump spinge i ricercatori USA verso l'Europa (e l'UE ne approfitta)

Negli ultimi mesi, le politiche di Donald Trump contro il mondo accademico americano stanno generando un effetto inatteso: sempre più ricercatori statunitensi stanno cercando opportunità in Europa.

E l’Unione Europea non si è fatta trovare impreparata, registrando un boom di domande ai propri programmi di finanziamento alla ricerca come non si vedeva da decenni.

I numeri parlano chiaro

  • 📊 Le candidature provenienti dagli Stati Uniti all’European Research Council (ERC) per i ricercatori all’inizio carriera sono triplicate rispetto al 2024

  • 👨‍🔬 Per i ricercatori senior, le domande sono schizzate addirittura del +82% rispetto al 2023

  • 📈 Le borse post-dottorato Marie Skłodowska-Curie hanno ricevuto 17.058 domande, il numero più alto in 40 anni di programmi di ricerca UE

Insomma, l'interesse verso l'Europa è esploso…

Ma perché i ricercatori lasciano gli USA?

La risposta sta nelle politiche aggressive di Trump contro il mondo universitario americano.

L'amministrazione Trump ha infatti:

  • 💸 Tagliato miliardi di dollari di finanziamenti federali alle università

  • 🚫 Cancellato grant (contributi a fondo perduto) su temi come diversità e cambiamento climatico, considerati non allineati con le sue politiche

  • 🎯 Bloccato i fondi per fare pressione su istituzioni come Harvard affinché promuovano la "diversità di vedute" nei campus

  • 📋 Imposto requisiti di disclosure più stringenti alle università straniere che ricevono fondi federali USA

Queste misure hanno spinto molti accademici e studenti a cercare alternative all'estero, e l'Europa rappresenta una destinazione sempre più attraente!

Stiamo assistendo a un controesodo

Questa situazione ricorda, paradossalmente, quanto accaduto negli anni ‘30 e '40 del secolo scorso, ma al contrario.

All'epoca, furono gli scienziati europei a fuggire verso gli Stati Uniti a causa della guerra. Questa emigrazione forzata diede agli USA un vantaggio enorme nella ricerca scientifica che mantengono ancora oggi.

Ora, per la prima volta da decenni, l'esodo potrebbe invertirsi.

Come ha scritto il Financial Times: "Offrendo libertà accademica senza impedimenti, l'Europa potrebbe iniziare a invertire il lungo esodo di cervelli verso l'altra sponda dell'Atlantico".

E diversi paesi europei si stanno già muovendo…

Le università e i centri di ricerca più importanti d'Europa hanno colto l'occasione al volo:

  • 🇫🇷 In Francia, l'Aix Marseille University ha lanciato programmi per assumere scienziati americani "minacciati"

  • 🇧🇪 In Belgio, la Vrije Universiteit Brussel sta facendo lo stesso

  • 🇸🇪 In Svezia, il Karolinska Institute si è attivato

  • 🇬🇧 Nel Regno Unito, tutte le università più prestigiose hanno aperto le porte

E quando non si muovono le università, si muovono direttamente gli Stati:

  • 🏛️ Berlino, la Catalogna, la Spagna e i Paesi Bassi stanno tutti attivando programmi per attrarre scienziati in fuga in settori strategici

  • 🇩🇪 In Germania, otto scienziati di fama hanno chiesto al governo di impegnarsi per riportare nel paese 100 ricercatori di livello internazionale

Anche l’UE sta facendo la sua parte

La commissaria europea per la ricerca, Ekaterina Zaharieva, ha dichiarato: "Non celebriamo quello che sta accadendo agli scienziati, ma vogliamo dare loro opportunità per continuare il loro lavoro".

L'aumento di interesse fa parte della strategia "Choose Europe" lanciata a maggio, che vuole aiutare le aziende innovative a operare e crescere nel blocco europeo.

In particolare, l'UE sta lavorando a:

  • 🏦 Scaleup Europe fund: un fondo che investirà in aziende europee in settori strategici come intelligenza artificiale, quantum, semiconduttori e biotech

  • 💰 Budget iniziale di €2,5 miliardi, destinato a crescere fino a €5 miliardi

  • 🤝 Coinvolgimento di investitori privati come Novo Holdings, il fondo sovrano danese EIFO e la spagnola Criteria Caixa

Ma c’è un problema di fondo…

Nonostante questi sforzi e l'arrivo di talenti americani, l'Europa ha storicamente un punto debole: le aziende tech europee hanno sempre dovuto rivolgersi ai mercati USA per ottenere investimenti.

E questo resta un nodo cruciale da sciogliere se l'UE vuole davvero competere nella corsa ai talenti, perché non basta attrarre ricercatori brillanti…

…serve anche un ecosistema che permetta alle loro innovazioni di crescere senza dover attraversare l'Atlantico.

Secondo te, l'Europa riuscirà davvero a trattenere questi talenti?

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Il 4 novembre 1918, l'armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918 ed entrato in vigore il 4 novembre, pose fine alle ostilità tra l'Italia e l'Austria-Ungheria. 

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