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☢️ Nuclitalia: l'Italia torna al nucleare


Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa prevede il menù di oggi:
🔋 Nuclitalia: l'Italia torna al nucleare
📉 Lo spread italiano torna sotto i 100 punti (ma non significa quello che pensa Meloni)
IN COLLABORAZIONE CON: Future Proof Society
📚 Il primo SUMMIT per una società a prova di futuro
Il mondo ha un bisogno urgente di cambiare le cose: transizione energetica, trasformazione digitale e nuovo ordine globale sono 3 delle grandi sfide che attendono i prossimi anni.
Ma cosa possiamo fare noi persone normali per dire la nostra su questi cambiamenti?
Beh, un modo è partecipare al Future Proof Society 2025, il summit che, dal 5 al 7 giugno a L’Aquila, riunirà menti brillanti e speaker internazionali per parlare di come costruire una società a prova di futuro!
Durante questo evento:
🚀 Si parlerà delle tre grandi transizioni del nostro tempo: digitale, energetica e geopolitica
🔄 Potrai partecipare a 72 ore di panel, workshop e momenti di networking
🎙️ Talk e confronti, sì - ma anche concerti, sport, podcast live e tanto intrattenimento: c’è molto di più di quanto immagini
E lo sai quale è il bello? La partecipazione è gratuita!
Che aspetti? Prenota ora il tuo posto! 👇
ITALIA
🔋 Nuclitalia: l'Italia torna al nucleare

Dopo 30 anni dal referendum che nel 1987 aveva decretato l'abbandono dell'energia nucleare, l'Italia riapre ufficialmente le porte all'atomo con la nascita di Nuclitalia, una nuova società dedicata allo sviluppo del nucleare nel nostro Paese.
Chi c’è dietro questa newco?
A costituire Nuclitalia sono tre aziende (che hanno tutte una partecipazione statale):
🔋 Enel: detiene la maggioranza con il 51% delle quote
⚡️ Ansaldo Energia: possiede il 39% ed è specializzata nella costruzione di centrali per la produzione di energia
🛠️ Leonardo: con il 10%, è il più importante produttore italiano in ambito militare

Ma cosa farà esattamente Nuclitalia?
Nuclitalia avrà il compito di coordinare la ricerca, pianificazione e implementazione delle tecnologie nucleari di nuova generazione per l'Italia, concentrandosi in particolare su:
☢️ SMR (Small Modular Reactor), i cosiddetti "mini reattori" nucleari
☢️ AMR (Advanced Modular Reactor), i reattori di quarta generazione
L'obiettivo principale è identificare le tecnologie più adatte alle esigenze energetiche e industriali italiane, puntando sull'innovazione, la sostenibilità ambientale ed economica, e valorizzando le competenze della filiera nazionale.
Ma cosa sono questi SMR di cui si parla tanto?
Gli Small Modular Reactors, che saranno il focus iniziale di Nuclitalia, sono reattori nucleari di dimensioni ridotte con una potenza tra 10 e 300 megawatt. Rispetto alle centrali tradizionali, offrono numerosi vantaggi:

Uno Small Modular Reactor
💰 Costi ridotti per i sistemi di sicurezza (ma con le stesse garanzie)
🏭 Dimensioni più contenute, ideali per la manifattura italiana
🌍 Minore impatto sull'occupazione del suolo
🇪🇺 Iter autorizzativi più snelli a livello europeo
🏭️ Strutture modulari che facilitano la produzione in serie e l'assemblaggio
La nascita di Nuclitalia si inserisce nei piani del Governo per il ritorno al nucleare in Italia
La creazione di Nuclitalia rappresenta un tassello importante nella più ampia strategia nazionale di ritorno al nucleare, sostenuta dal Governo attraverso un disegno di legge delega approvato il 28 febbraio scorso.
Questo disegno di legge deve ancora iniziare il suo iter parlamentare nella Commissione ambiente della Camera, e i tempi potrebbero non essere immediati. Sul piano economico, prevede:
💰 20 milioni di euro all'anno a sostegno dei progetti dal 2027 al 2029
💰 7,5 milioni destinati ad attività di informazione per i cittadini
Sebbene il percorso per il ritorno all'energia nucleare in Italia sia ancora lungo, la nascita di Nuclitalia segna un passo concreto in questa direzione, aprendo una nuova fase nella politica energetica del Paese.
E tu cosa ne pensi del ritorno al nucleare in Italia? |
ITALIA
📉 Lo spread torna sotto i 100 punti… ok ma che vuol dire?

La Premier Giorgia Meloni ha recentemente dichiarato alla Camera: «Lo spread oggi è sotto i 100 punti base. Significa che i titoli di stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di stato tedeschi».
Questa affermazione, che ha suscitato perplessità tra gli economisti (e persino nel Ministro dell'Economia Giorgetti seduto accanto a lei), contiene un errore concettuale importante. Vediamo perché.
Ma cos’è esattamente lo spread?
Lo spread rappresenta la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato italiani (i BTP) e quelli tedeschi (i Bund), entrambi con scadenza a dieci anni.
In poche parole:
📊 È una misura relativa, che indica quanto di più l'Italia deve offrire rispetto alla Germania per attrarre investitori
📈 Riflette la fiducia degli investitori nell'economia italiana rispetto a quella tedesca (considerata il benchmark di sicurezza in Europa)

Un esempio pratico?
La situazione attuale è questa:
🇮🇹 BTP italiani a 10 anni: rendimento del 3,7%
🇩🇪 Bund tedeschi a 10 anni: rendimento del 2,7%
➗ Spread risultante: 1% (equivalente a 100 punti base)
Questo valore positivo comunica un messaggio chiaro: gli investitori considerano i titoli italiani più rischiosi di quelli tedeschi e, di conseguenza, chiedono un interesse maggiore per compensare questo rischio.
Ecco dove sta l’errore!
L'esistenza stessa di uno spread maggiore di zero indica che i titoli di Stato dell'Italia, e quindi la sua economia, sono considerati più rischiosi di quelli tedeschi.
Affinché si possa dire che sono ritenuti meno rischiosi, come ha affermato la Presidente del Consiglio, lo spread dovrebbe diventare negativo.
Qual era l’intenzione di Meloni?
Quello che forse Meloni voleva sottolineare è un'altra cosa: negli ultimi mesi i titoli di Stato italiani sono andati particolarmente bene sul mercato, e il loro tasso di interesse è sceso più di quanto lo abbiano fatto quelli degli altri paesi paragonabili, come Spagna e Francia.
Il fatto che lo spread sia sceso sotto i 100 punti, livello non visto dal 2021, è effettivamente un segnale positivo per l'economia italiana.
Ma da questo a sostenere che siamo "più sicuri della Germania" c'è una distanza considerevole…
Perché lo spread sta diminuendo?
La recente riduzione dello spread sotto i 100 punti base è certamente un segnale positivo e riflette una maggiore fiducia dei mercati nella sostenibilità del debito italiano.
Ma c’è un altro fattore spesso trascurato: l'economia tedesca sta affrontando una grave crisi.
Questo ha portato i rendimenti dei titoli tedeschi a salire, contribuendo così a ridurre lo spread.
In altre parole, parte del calo dello spread non è dovuto solo a un miglioramento della situazione italiana, ma anche a un peggioramento di quella tedesca.
Secondo te, cosa indica principalmente il calo dello spread italiano sotto i 100 punti? |

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