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🔋 Nucleare sì, nucleare no: l'Italia a un bivio energetico

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
☢️ Nucleare sì, nucleare no: l'Italia a un bivio energetico
📊 La situazione finanziaria del Vaticano dopo Papa Francesco
IN COLLABORAZIONE CON: Freedom24
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DISCLAIMER: Investire è un rischio. Le proiezioni e i risultati passati non sono indicatori affidabili della performance futura. È essenziale condurre una propria analisi prima di effettuare qualsiasi investimento. Se necessario, è necessario richiedere una consulenza indipendente sugli investimenti a uno specialista certificato.
ITALIA
☢️ Nucleare sì, nucleare no: l'Italia a un bivio energetico

L'Italia sta affrontando un problema energetico gigantesco.
Da un lato dobbiamo abbandonare i combustibili fossili per ragioni legate al cambiamento climatico, dall'altro la domanda di elettricità continua ad aumentare a ritmi incredibili.
Per molti, la soluzione è nelle rinnovabili, ma sole e vento non sono sempre disponibili (sono, in gergo, fonti intermittenti).
In questo contesto, per qualcuno la soluzione per produrre più energia, ridurre le emissioni e allo stesso tempo tagliare i prezzi delle bollette, sarebbe quella di ritornare all'energia nucleare.
Quali sono i vantaggi del nucleare?
L'Italia avrebbe almeno 3 buoni motivi per ri-abbracciare l'energia atomica:
1. 🌿 Ha un impatto ambientale minimo
Un luogo comune sul nucleare è l’idea che sia altamente inquinante. Ma la verità è che il nucleare è tra le fonti più pulite: emette meno CO2 dell'eolico e 4 volte meno del solare.

Oltre a questo, ha un'eccezionale densità energetica: un singolo pellet di uranio delle dimensioni di una moneta può produrre tanta energia quanto 1 tonnellata di carbone.
Questa caratteristica si traduce in un impatto territoriale minimo: una centrale nucleare da 1 GW occupa circa 2 km², mentre per la stessa potenza con il fotovoltaico servirebbero 80 km² di pannelli.
2. ⏱️ Garantisce una produzione costante e prezzi stabili
A differenza delle rinnovabili, il nucleare produce energia 24/7, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.
A livello economico, una volta sostenuta la spesa iniziale per la costruzione, i costi operativi sono contenuti e stabili. Nel nucleare, l'uranio incide solo per il 10% sul costo finale dell'energia prodotta, contro l'80% di gas e carbone.
Questo significa che se il prezzo dell'uranio raddoppiasse, il prezzo dell'energia atomica salirebbe solo di un 5%.
3. 🌍 Ci rende geopoliticamente indipendenti
Il nucleare ci libererebbe dalla dipendenza da paesi instabili o potenzialmente ostili.
L'uranio proviene principalmente da Canada e Australia, alleati stabili. In più, una centrale ha bisogno di appena 30 tonnellate all'anno per funzionare, una quantità facilmente “stoccabile” anche per diversi anni.
Ma è tutto oro quello che luccica?
I principali detrattori dell’energia nucleare sostengono che quest’ultima abbia problemi in quanto a:
☢️ Sicurezza
Chernobyl e Fukushima evocano immagini di evacuazioni e zone contaminate, amplificate da film e reportage drammatici.
Ma è davvero così?
Se guardiamo ai dati, non proprio. Per ogni TWh prodotto, il nucleare causa 0,03 morti contro i 24 del carbone. E poi, i reattori moderni hanno sistemi di sicurezza passiva che funzionano senza elettricità o intervento umano, con multiple barriere fisiche.

⚠️ Scorie
L'immagine comune del nucleare è quella di barili verdi gocciolanti, ma anche questa è scorretta.
Le scorie ad alta intensità sono molto meno voluminose di quanto si pensi. Un cittadino francese, che ottiene il 70% della sua elettricità dal nucleare, produce 5 grammi di scorie ad alta intensità all'anno. In tutta la sua vita, genererà scorie pari al volume di una lattina di Coca-Cola.
💰Costi
È vero, costruire una centrale nucleare richiede grandi investimenti e tempi lunghi: circa €10-16 miliardi e 6-12 anni per essere costruita.
Ma è un investimento per 60+ anni di energia affidabile e a basso costo.
E poi, se ci pensiamo, le stesse caratteristiche valgono per molte opere fondamentali, come dighe, ferrovie, ponti e strade, che nessuno si sognerebbe di scartare solo perché richiedono molto lavoro.
Il futuro dell’Italia passa dal Nucleare?
La domanda è aperta, perché in Italia il Nucleare resta ancora oggi un tema fortemente politico.
Quello che però sappiamo è che se volessimo coprire il 50% del nostro fabbisogno elettrico, avremmo bisogno di 12-13 reattori (suddivisi in 7 centrali), con un investimento di circa €170 miliardi (tra pubblico e privato).
Una cifra importante, vero, ma che creerebbe occupazione qualificata e garantirebbe energia pulita e stabile per decenni.
E lo farebbe non in sostituzione, ma a fianco delle rinnovabili, perché questa non è una scelta del "o uno o l'altro", ma del “se vogliamo il miglior mix energetico, queste sono entrambe fonti su cui puntare”.
Sul tema del Nucleare in Italia e del nostro problema energetico ci abbiamo fatto un video su Youtube👇🏻
VATICANO
📊 La situazione finanziaria del Vaticano dopo Papa Francesco

Mentre il mondo cattolico piange la scomparsa del Pontefice, dietro le quinte del più piccolo Stato del mondo si profila una situazione finanziaria tutt'altro che rosea…
Il Vaticano, infatti, sta attraversando un periodo di difficoltà economica che si protrae da anni, con un deficit operativo annuo che, secondo alcune fonti, avrebbe superato i $90 milioni nel 2023.
Ma qual è la situazione finanziaria attuale del Vaticano?
Ottenere dati precisi sulle finanze della Santa Sede non è semplice, visto che l'organo di Governo del Vaticano non fornisce informazioni dettagliate sul proprio bilancio.
Quel che è certo è che negli ultimi anni, il Vaticano ha attraversato una fase finanziaria complessa. Secondo stime interne, il deficit operativo nel 2023 avrebbe superato i $90 milioni.
E non è tutto. A novembre, proprio Papa Francesco aveva lanciato un allarme sullo stato del fondo pensioni vaticano, parlando di un "grave squilibrio prospettico" destinato ad aumentare senza interventi adeguati.
Quel che è certo è che la situazione non fosse delle più rosee neanche prima…
Secondo le stime del World Factbook della CIA, nel 2013 (anno di inizio del suo pontificato) le entrate della Santa Sede ammontavano a circa $315 milioni, mentre le uscite raggiungevano i $348 milioni.
Insomma, già dal primo anno, Papa Francesco si è trovato a dover gestire un bilancio in rosso che, negli anni successivi, non è stato facile risanare.
Le cause? Sembrerebbero due: l'economia europea in difficoltà e il costo del mantenimento dei 2.832 dipendenti vaticani.
Ma da dove arrivano i soldi della Santa Sede?
La Santa Sede può contare su diverse fonti di entrata:
💸 Obolo di San Pietro: le donazioni raccolte dai cattolici di tutto il mondo che ammontano a circa $52 milioni all'anno, con contributi maggiori da Stati Uniti, Germania e Italia
🏢 Proprietà immobiliari: il Vaticano possiede numerosi immobili, anche se solo il 20% di essi produce effettivamente reddito
🙏 Donazioni delle diocesi: rappresentano circa il 24% delle entrate
E poi Città del Vaticano ha delle vere e proprie attività commerciali

🏛️ I ricavi dai 5 milioni di turisti che visitano i Musei Vaticani ogni anno
📬 La vendita di francobolli e monete da collezione molto ricercati
🛒 Cimeli turistici e pubblicazioni religiose
Secondo l'American Magazine, circa il 5% delle entrate proviene dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano (inclusi i Musei) e dall'Istituto per le Opere di Religione, comunemente noto come Banca Vaticana.
E poi c'è l'Italia che dà una mano non da poco: lo Stato italiano infatti fornisce alla Città del Vaticano una serie di agevolazioni ed esenzioni fiscali.
Ma dove vanno a finire tutte queste risorse?
La Santa Sede utilizza i fondi principalmente per:
👨💼 Servizi amministrativi e spese di gestione corrente
👥 Carità ai poveri
🏥 Assistenza medica attraverso i suoi numerosi ospedali, tra cui il famoso Bambino Gesù
✝️ Attività missionarie e di evangelizzazione
Secondo l'American Magazine, circa il 63% delle risorse è destinata ai servizi amministrativi e alle spese di gestione corrente.
Quali sfide finanziarie dovrà affrontare il prossimo Papa?
Il nuovo Papa - chiunque sarà - si troverà ad affrontare sfide economiche non indifferenti:
📉 Un deficit strutturale che continua ad aumentare
👴 Un sistema pensionistico che rischia il collasso senza interventi immediati
🌍 La necessità di modernizzare le fonti di entrata per renderle meno dipendenti da fattori esterni come il turismo
E tutto questo mentre dovrà guidare spiritualmente una Chiesa con 1,3 miliardi di fedeli in tutto il mondo.
Secondo te quale sarà la principale sfida economica che dovrà affrontare il prossimo Papa? |

🇺🇦 Lo storico incontro di Trump e Zelensky in Vaticano ai funerali di Papa Francesco (AGI)
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🐆 Corsa contro l’estinzione (Techy)

🌈 Gli scienziati definiscono un colore mai visto prima dall'occhio umano, chiamato "Olo": un blu-verde di intensa saturazione (GNN)
➡️ Trasmissione quantistica da record su normali fibre ottiche (Ansa)

Il 27 aprile 1941, durante la seconda guerra mondiale, le truppe tedesche entrano ad Atene.
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