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🤔 Netflix: nuovi cambiamenti in arrivo?

INSIEME A:

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Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🤔 Netflix: nuovi cambiamenti in arrivo?

  • 📈 È arrivato il momento di abbandonare il classico portafoglio 60/40?

📈 Netflix: nuovi cambiamenti in arrivo?

Non solo il recente crollo del valore azionario, l’aggiunta della pubblicità e lo stop alla condivisione delle password, Netflix continua a far parlare di sé.

Inutile dirlo, potrebbero non essere buone notizie per i consumatori seriali di serie tv…

Ok, che cosa sta succedendo?

L’azienda statunitense ha ritoccato ancora una volta i piani di abbonamento (ma non si tratta di aggiunte, anzi…).

Il test è già attivo in Canada, dove il piano base da $5.99 al mese è stato eliminato in favore di una nuova opzione che prevede l’inserimento di inserzioni pubblicitarie all’interno della piattaforma.

Gli utenti che ad oggi sono iscritti al piano base non devono preoccuparsi e potranno continuare a guardare le loro serie tv preferite allo stesso prezzo.

La storia cambia nel momento in cui si decide di cambiare piano di abbonamento o registrarsi per la prima volta, in quel caso non sarà più possibile tornare alla stessa tariffa.

Ma come mai Netflix sta effettuando tutti questi cambiamenti?

Negli ultimi mesi la società non sta affrontando un periodo facile.

Come abbiamo ricordato prima, soltanto poco più di un anno fa il titolo perdeva oltre il 30% in una singola seduta a Wall Street a causa della prima, storica, diminuzione degli abbonati (-200k rispetto alle previsioni di +2,5mln).

Da lì in poi, l’azienda di Los Gatos ha iniziato a provare diversi modi con cui aumentare le proprie revenues, anche attraverso:

  • ✅ L’aggiunta del piano con pubblicità

  • ❌ La stretta sulla condivisione delle password

E oggi, con lo stop al piano base, la scelta più economica per i clienti riguarderà il piano da $16,49 oppure quello base (ma con l’aggiunta delle pubblicità).

Ma da dove viene questa decisione?

Come ben sappiamo, le inserzioni sono estremamente remunerative.

Basti pensare che nel primo trimestre del 2023, il piano base con pubblicità ha portato maggiori entrate alla compagnia rispetto a quello standard, seppur tra i due vi sia una differenza di prezzo di circa $10.

E i competitor?

Per quanto riguarda Disney+, negli USA la pubblicità è oramai già presente, con gli utenti che possono scegliere di effettuare l’upgrade al piano più costoso che non prevede interruzioni pubblicitarie.

Per Amazon, invece, la spinta ad adottare un piano con pubblicità arriva proprio dagli inserzionisti, che spesso non riescono ad avere accesso ai titoli premium offerti dalla piattaforma (per quali non sono previste inserzioni).

Insomma, se all’inizio i servizi streaming si differenziavano dalla televisione tradizionale proprio per l’assenza di pubblicità, sembra che la direzione intrapresa porti ora ad una certa convergenza.

📈 È arrivato il momento di abbandonare il classico portafoglio 60/40?

Avete mai sentito parlare del portafoglio 60/40?

Il portafoglio 60/40 è una strategia di investimento che alloca il 60% del capitale in azioni e il 40% in obbligazioni e titoli di Stato.

Questa allocazione è storicamente considerata come un modo bilanciato di investire e mira a combinare il potenziale di crescita offerto dalle azioni con la stabilità e la protezione di obbligazioni e titoli di Stato.

È adatto a investitori con una moderata tolleranza al rischio e moderate aspettative di rendimento e l'obiettivo è ottenere rendimenti senza esporsi ad un rischio fuori dal comune.

Ma è vero che il portafoglio 60/40 è superato?

Da quando nel 2022 i mercati hanno iniziato ad andare in difficoltà, molti hanno incominciato a sottolineare come forse il classico portafoglio 60/40 fosse ormai da “mandare in pensione”…

E il motivo alla base delle critiche è abbastanza chiaro: il punto di forza di questo portafoglio è sempre stato quello di essere in grado di “funzionare” abbastanza bene nei vari momenti del ciclo economico, ma questa verità è iniziata di recente a venire meno…

Dal 1977 al 2022, le azioni e i titoli di Stato hanno avuto una correlazione media pari a 0,3 - piuttosto bassa, segno che quando una asset class saliva, l’altra si muoveva sì nella stessa direzione, ma non sicuramente con la stessa intensità (e talvolta si muoveva addirittura in direzione opposta, come si vede dal grafico con la linea verde).

La logica che sta dietro il portafoglio 60/40 è che quando gli asset più volatili (le azioni) vengono venduti a causa di rallentamenti economici, gli asset meno volatili (le obbligazioni) si apprezzano (e viceversa).

E questa magica simbiosi del 60/40 ha dato rendimenti molto soddisfacenti per moooolto tempo. E a dirla tutta, ci sono stati giusto una manciata di anni in cui sia azioni che obbligazioni sono scesi contemporaneamente…

…e indovinate un po’ cosa è successo nel 2022…

Nel contesto di inflazione e aumento dei tassi che stiamo vivendo, infatti, sia azioni che titoli di stato hanno fatto parecchia fatica, facendo registrare al classico portafoglio 60/40 una perdita del -17% nel 2022.

Ma quindi che portafoglio ha senso costruire?

Tenendo presente le circostanze attuali e le performance storiche, il New York Life Investments ha cercato di ripensare il portafoglio 60/40, cercando di renderlo più “adatto” al contesto attuale e a ciò che ci si attende possa accadere nei prossimi anni.

Come?

L’idea non è tanto quella di cambiare il 60/40, quanto piuttosto di scegliere in modo più oculato la composizione della parte azionaria e di quella obbligazionaria. Si tratta sempre di suddividere il portafoglio in 60% azioni e 40% obbligazioni, ma farlo in modo leggermente diverso.

L’esempio di portafoglio che secondo il New York Life Investiments potrebbe essere l’evoluzione del classico 60/40 è così composto:

  • 30% high dividend equity: azioni che garantiscono elevati dividendi (come le dividend aristocrats)

  • 10% value equity: azioni che rientrano nel concetto di value investing (in opposizione al growth investing che si concentra più su azioni tech e ad alte opportunità di crescita)

  • 10% large cap equity: azioni di aziende ad alta capitalizzazione

  • 10% satellite equity: parte di portafoglio in azioni da dedicare a specifici settori o trend a cui l’investitore crede fortemente

  • 25% core bonds: titoli di stato ad alto rating e tasso fisso

  • 10% corporate bonds: obbligazioni corporate a medio-alto rating

  • 5% satellite bonds: parte di portafoglio in obbligazioni da dedicare a specifiche esigenze, come bond a duration bassa per rendimenti a breve termine.

Aspè ma quindi questa soluzione va bene per tutti?

Quando si parla di investimenti la risposta è sempre di diffidare da soluzioni che vanno bene per tutti - perché la realtà è ben diversa…

Perché allora ne stiamo parlando? Lungi da noi dare consigli finanziari di alcun tipo, il ragionamento sul 60/40 è particolarmente interessante, soprattutto perché gli “esperti” rimangono divisi a riguardo.

Blackrock, ad esempio, si è spinta fino a definire il classico 60/40 una struttura obsoleta, mentre Goldman Sachs o continua a considerare un valido e solido approccio agli investimenti.

Quindi cosa fare?

Sicuramente essere consapevoli e (in)formati quando ci si approccia agli investimenti può essere utile, soprattutto perché poi le esigenze di ognuno di noi sono diverse…

Che si opti per un portafoglio 60/40 classico, per un 60/40 “corretto” oppure per un all-in sulle crypto, la certezza è che per investire abbiamo bisogno di un broker - e almeno su questo conviene andare sul sicuro!

Uno dei migliori in Europa è Scalable Capital, con cui puoi iniziare facilmente e velocemente il tuo percorso di investimento.

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Oggi nella storia? Il 29 giugno 1963 prende fuoco il Globe Theater, luogo in cui venivano rappresentate le opere teatrali di William Shakespeare. Verrà ricostruito nel 1977, seguendo meticolosamente il progetto originale.

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