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🌍 L'Accordo di Parigi compie 10 anni
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Ecco cosa offre il menù di oggi:
🌍 L'Accordo di Parigi compie 10 anni
🖥️ L'Italia diventa il nuovo hub europeo dei data center

CLIMA
🌍 L'Accordo di Parigi compie 10 anni

Dieci anni fa, 195 paesi firmavano l'Accordo di Parigi promettendo di salvare il pianeta dal riscaldamento globale. Oggi? Siamo qui a fare i conti con promesse mantenute a metà, temperature record e Trump che sta per uscire (di nuovo) dal trattato.
E proprio in questi giorni, mentre si celebra il decennale, i rappresentanti di quasi tutti i paesi del mondo sono riuniti alla COP30 di Belém, in Brasile, per cercare di capire come rimediare a un decennio di risultati... diciamo “contrastanti”.
Ma facciamo un passo indietro: cos’è l’Accordo di Parigi?
Nel 2015, in un contesto internazionale decisamente più tranquillo di oggi, 195 paesi si misero d'accordo su un obiettivo ambizioso: limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C rispetto all'era preindustriale entro fine secolo.
Come? Ogni paese si sarebbe impegnato autonomamente a:
🏭 Ridurre le emissioni di gas serra con piani volontari (chiamati NDC)
💰 I paesi ricchi avrebbero aiutato quelli poveri con almeno $100 miliardi l'anno
🌱 Favorire la transizione verso energie rinnovabili
Il problema? Nessuno di questi impegni era davvero vincolante. Più che obblighi giuridici, si trattava di dichiarazioni di intenti tra Stati, con un valore più simbolico che coercitivo.
E quindi, dopo 10 anni a che punto siamo?
Partiamo dal dato più preoccupante: il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato e abbiamo temporaneamente già superato quella famosa soglia di 1,5°C che dovevamo raggiungere (al massimo) a fine secolo.
Ma vediamo i numeri nel dettaglio:
📈 Temperatura globale:
Nel 2015 eravamo diretti verso un aumento di 3,8°C entro fine secolo
Oggi siamo su una traiettoria di 2,5-2,9°C
L'obiettivo era di restare sotto 1,5°C (praticamente impossibile ormai)

💸 Fondi per i paesi poveri:
Promessi: 100 miliardi l'anno dal 2020
Raggiunti: solo nel 2022 (con due anni di ritardo)
Servirebbero: almeno 300 miliardi entro il 2035
🏭 Emissioni di gas serra: i principali "colpevoli", Cina, Stati Uniti, UE e India, hanno continuato a emettere più del previsto. La crescita delle emissioni è rallentata, certo, ma continuano comunque a crescere.

Ma allora è stato tutto un fallimento?
Non proprio. Ci sono anche delle buone notizie che vanno riconosciute:
☀️ Il boom del solare:
2015: 200 gigawatt installati globalmente
2024: 600 gigawatt installati (triplicati!)
I costi di produzione sono crollati, rendendo il solare più economico di qualsiasi fonte fossile
🚗 La rivoluzione elettrica:
Le vendite di veicoli elettrici sono aumentate del 3.300% in 10 anni
Nel 2024, un'auto su cinque venduta era elettrica o ibrida
La Cina domina il mercato (e questo sta creando problemi a Europa e USA)
🔌 Le rinnovabili costano meno: Produrre elettricità da solare ed eolico oggi costa meno che produrla da carbone, gas o petrolio. Un cambiamento epocale che sembrava impossibile solo 15 anni fa.
Insomma, qualche progresso c'è stato, ma è come correre su un tapis roulant che va sempre più veloce: stiamo facendo dei passi avanti, ma il problema corre più veloce di noi.
E adesso che succederà con Trump alla Casa Bianca?
La situazione si complica ulteriormente con il ritorno di Trump. Gli USA non hanno mandato rappresentanti alla COP30 a Belém e il Presidente ha già annunciato che uscirà dall'Accordo di Parigi (come aveva fatto nel 2017).
Ma c'è un paradosso ancora più grande: mentre promettevano di ridurre le emissioni, gli USA sono diventati il primo esportatore mondiale di gas naturale liquefatto.
Come è successo? Negli ultimi 10 anni hanno investito miliardi in gasdotti, impianti di liquefazione e navi per il trasporto. E qui sta il problema: queste infrastrutture devono essere usate per decenni per ripagare gli investimenti. In pratica, gli Stati Uniti si sono legati le mani al gas proprio mentre dovrebbero abbandonarlo.
E mentre l'Occidente tentenna, la Cina fa il bello e il cattivo tempo: da un lato è leader mondiale nel solare e nelle auto elettriche, dall'altro ha aumentato a dismisura l'uso del carbone per produrre energia.
La verità è che l'Accordo di Parigi è servito a fissare degli obiettivi e a creare una cornice di riferimento. Ma dopo 10 anni, una cosa è chiara: il riscaldamento globale va più veloce dei nostri sforzi per fermarlo.
Secondo te, l'Accordo di Parigi nei prossimi 10 anni: |
ITALIA
🖥️ L'Italia diventerà la Silicon Valley dei data center?

L'Italia sta vivendo una trasformazione digitale senza precedenti. I colossi tech stanno investendo miliardi per costruire data center nel nostro Paese: 14 progetti già approvati, altri 10 in valutazione, per un totale di oltre €2,5 miliardi.
Tuttavia, c'è un problema: le richieste di energia per questi data center sono aumentate drasticamente, passando da 30 GW previsti per fine 2024 a più di 63 GW a ottobre 2025. Questo aumento repentino ha sollevato preoccupazioni, e secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica italiana, gran parte di queste richieste potrebbe non concretizzarsi mai.
A questo punto viene naturale chiedersi: siamo davvero di fronte a una rivoluzione digitale o stiamo assistendo a una bolla speculativa che cresce troppo rapidamente?
Ma perché tutti vogliono i data center?
I data center sono il cuore dell'economia digitale moderna. Sono enormi strutture piene di server che gestiscono tutto: dal nostro streaming Netflix all'home banking, dalle videochiamate all'intelligenza artificiale.
Con l'esplosione dell'AI, la domanda di potenza computazionale è schizzata alle stelle. E l'Italia si è trovata nella posizione perfetta per attirare investimenti:
🌍 Posizione strategica tra Europa e Mediterraneo
🏭 Infrastrutture all’avanguardia, come il cavo Sparkle Genova-Mumbai che collega Europa e Asia
📈 I mercati tradizionali saturi: Francoforte, Londra e Amsterdam non hanno più spazio
🤖 Boom di AI e cloud che richiede sempre più capacità

Chi sta investendo (e dove)?
I giganti del tech stanno invadendo la Lombardia:
🤖 Microsoft è il protagonista assoluto con 5 poli diversi e oltre €1 miliardo di investimenti, incluso il mega impianto di Bornasco con gruppi elettrogeni per oltre 150 MWt
🇫🇷 Data4 (francese): €1,3 miliardi a Vittuone + €600 milioni per un secondo centro
🛒 Amazon Web Services: €890 milioni per due edifici tra Rho e Pero
🏢 Equinix: tre progetti confermati più uno in valutazione
💻 CyrusOne: due strutture a Segrate da 132 e 50 megawatt
La geografia è chiara: tutto si concentra tra Milano e la sua cintura industriale. L'unica eccezione? Il Tecnopolo Tiburtino di Roma dove Aruba sta espandendo per la pubblica amministrazione.
Il problema è che stiamo correndo troppo velocemente
Le richieste di connessione elettrica a Terna sono aumentate drasticamente: dai 30 GW di fine 2024 agli oltre 63 GW di ottobre 2025. Per capirci, 63 GW equivalgono a quasi metà dell'intera potenza elettrica nazionale.
Terna è stata chiara: non tutte le richieste di connessione si tradurranno in costruzioni effettive. In questo caso, si parla di "saturazione virtuale", dove gli sviluppatori prenotano capacità sulla carta senza poi realizzare i progetti.
È una dinamica già vista nel settore delle energie rinnovabili e i numeri fanno riflettere:
📊 Oltre 50 GW richiesti in autorizzazione
🏗️ Meno di 2 GW potrebbero concretizzarsi entro il 2030
⏸️ Molte iniziative destinate a restare in stand-by
In pratica, molti operatori stanno "prenotando" capacità solo per garantirsi una posizione o rivenderla, ma solo una piccola parte diventerà un vero investimento nel breve periodo.
La situazione ricorda la bolla della fibra ottica degli anni 2000, quando si investirono miliardi per un boom che arrivò con 10 anni di ritardo. Risultato: chilometri di fibra inutilizzata e fallimenti a catena.
I segnali preoccupanti ci sono già:
📉 Big Tech più caute
💸 Costi esplosi del 20-25% per inflazione e tassi
⚡ Stress sulla rete elettrica
💧 Impatto ambientale: consumo d'acqua enorme per il raffreddamento e ricorso a generatori fossili di emergenza
Insomma…
L'Italia ha l'occasione di diventare un hub digitale europeo con investimenti miliardari, ma il rischio bolla è concreto: troppi progetti esistono solo sulla carta.
Nel lungo periodo, con l'AI che divora sempre più risorse, questa capacità servirà. Nel breve, però, rischiamo di ritrovarci con infrastrutture sottoutilizzate come già successo con la fibra ottica.
Serve equilibrio tra l'euforia da corsa all'oro e la paralisi da paura. Il tempo stringe, e altri mercati emergenti sono pronti a rubare la scena.
Secondo te, l'Italia dovrebbe: |

🌏️ Gaza, oggi voto in Consiglio di Sicurezza dell'Onu su risoluzione americana (Skytg24)
🇹🇼 La grossa crisi tra Cina e Giappone, su Taiwan (IlPost)

🤯 Gemini ora può creare intere presentazioni con un solo prompt (X)
🪑 Questa sedia ti porta in giro per casa senza muovere un muscolo (HDBlog)

🚀 Il nuovo satellite Cosmo-SkyMed verso il lancio (Ansa)
📱 Lo smartphone per controllare due esperimenti in orbita (Ansa)

Il 18 novembre 1865, Firenze divenne capitale d'Italia con la prima seduta del Parlamento a Palazzo Vecchio
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