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🍎 Apple investe $100 miliardi negli USA

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Il menù di oggi prevede:
🍎 Apple piega la testa a Trump: altri $100 miliardi negli USA
🏖️ Le spiagge italiane si svuotano
USA
🍎 Apple piega la testa a Trump e investe $100 miliardi negli USA

Apple ha annunciato un nuovo investimento da $100 miliardi per ampliare la produzione negli Stati Uniti.
La mossa risponde alle pressioni di Donald Trump, che da tempo chiede di riportare una parte significativa della filiera produttiva in patria.
Questo investimento si aggiunge ai $500 miliardi già previsti nei prossimi quattro anni e inaugura il programma "American Manufacturing Program", pensato per ricostruire segmenti chiave dell’industria manifatturiera avanzata negli USA.
Ma cosa prevede esattamente questo piano?
Tra le iniziative più rilevanti del nuovo investimento:
🔍 Accordo con Corning: produrrà il 100% del vetro di copertura per iPhone e Apple Watch nello stabilimento di Harrodsburg, in Kentucky
💻 Collaborazione con Samsung: nella fabbrica di chip di Austin, Texas, per introdurre una nuova tecnologia di produzione di semiconduttori che, secondo Apple, non è mai stata realizzata prima a livello globale
🏭 Fabbrica di server: quella di Houston inizierà la produzione su larga scala nel 2026
🌐 Data center: quello di Maiden, in North Carolina, sarà oggetto di un'espansione
🎓 Accademia in Michigan: per la formazione in tecnologie produttive avanzate, destinata ad accompagnare lo sviluppo di competenze all'interno delle imprese statunitensi

Ma rimane un dubbio…
Non è ancora chiaro se questi nuovi impegni riusciranno a placare le critiche di Trump, che ha minacciato l'imposizione di tariffe del 25% sui prodotti Apple se l'azienda non dovesse aumentare la produzione negli USA.
E il problema è che i dazi stanno già pesando, e non poco, sui conti di Apple:
💸 L'azienda ha stimato che ulteriori tariffe potrebbero far lievitare i costi aziendali di altri $1,1 miliardi solo nel prossimo trimestre
📈 A fronte degli $800 milioni già spesi in precedenza per le tariffe esistenti
Ma perché i costi sono così alti?
Tra le misure adottate recentemente, Trump ha introdotto nuovi dazi "reciproci" che colpiscono l'importazione di prodotti da numerosi paesi, tra cui:
🇻🇳 Vietnam: da cui provengono molti dei Mac, iPad e Apple Watch
🇮🇳 India: incremento del 25% sulle tariffe, dove attualmente viene realizzata la maggior parte degli iPhone destinati al mercato statunitense
Non è la prima volta che Trump e Cook si “confrontano“
Già durante il primo mandato di Trump, Tim Cook aveva cercato un dialogo diretto con la Casa Bianca.
E in effetti, alcuni risultati li aveva ottenuti: Apple aveva annunciato la produzione del Mac Pro 2019 in Texas, dopo che l'amministrazione Trump aveva concesso una deroga sui dazi per alcuni componenti.

Tuttavia, già all'epoca, l'azienda aveva preso in considerazione un ritorno alla produzione in Cina, dopo le difficoltà riscontrate nella realizzazione del Mac Pro 2013, causate da problemi di approvvigionamento di componenti.
Insomma, la strada per portare la produzione Apple negli Stati Uniti non è mai stata semplice...
Riuscirà questa volta Apple a soddisfare Trump?
Con questo massiccio investimento da $100 miliardi, Cook sta cercando di dimostrare che l'azienda fa sul serio nel riportare la produzione in America.
Ma la domanda rimane: sarà abbastanza per Trump?
Il presidente ha più volte ribadito che Apple potrebbe produrre interamente gli iPhone negli Stati Uniti, e non è chiaro se questi nuovi impegni riusciranno davvero a convincerlo a non imporre le tariffe del 25% minacciate.
Una cosa è certa: tra dazi, investimenti miliardari e pressioni politiche, la partita tra Trump e Cook è tutt'altro che finita...
Cosa ne pensi della strategia di Apple? |
ITALIA
🏖️ Le spiagge italiane si svuotano (ma la montagna è sold out)

L’estate 2025 si sta rivelando una stagione deludente per il turismo balneare italiano.
Dopo un giugno discreto, luglio si è rivelato un vero flop: le presenze sono calate in modo significativo, preoccupando operatori e famiglie. Ora tutte le speranze sono riposte in Ferragosto, l’ultima grande occasione per tentare di salvare la stagione.
I dati parlano chiaro:
Secondo il Sindacato Italiano Balneari (SIB), a luglio 2025 le presenze in spiaggia sono diminuite in media del 15% rispetto allo stesso mese del 2024. In alcune regioni la situazione è stata ancora più critica:
🍷 Toscana: luglio rovinato dal maltempo, soprattutto nei weekend. Forti cali anche tra i turisti stranieri ad alto budget
⛱️ Romagna: -15% di presenze medie, con punte di -30% per alcune strutture
☀️ Calabria: picchi del -25%

Ma perché gli italiani stanno abbandonando l’ombrellone?
Le cause di questo cambiamento sono diverse e si intrecciano tra loro:
🏦 Crisi del potere d'acquisto: i costi di gestione post-Covid impediscono di abbassare i prezzi, mentre molte famiglie devono fare i conti con un reale ridimensionamento del budget
🌡️ Fattore climatico: il cambiamento climatico sta spingendo i turisti verso luoghi dove si respira di più e fa più fresco
⚡ Cambio di mentalità: sempre più persone vedono le vacanze non solo come relax, ma come occasione per vivere esperienze, scoprire culture e fare attività all’aria aperta
E mentre le spiagge si svuotano, in montagna succede l’opposto
Sulle Dolomiti, ma anche a Cortina e Rocca Pietore, la stagione turistica sta andando molto bene, con presenze che includono tanti italiani, ma anche moltissimi stranieri.
E non parliamo solo del solito turismo europeo: arrivano persone perfino da Cina, Corea del Sud, Giappone, Thailandia e Canada.
L’afflusso è tale che alcune località soffrono di overtourism, tra cui:
🏔️ Seceda
🏔️ Lago di Braies
🏔️ Tre Cime di Lavaredo
In queste località i flussi sono difficili da gestire, tanto che gli operatori stanno cercando di promuovere anche aree altrettanto belle, ma ancora poco frequentate spostandosi di pochi chilometri.
Ma quindi è vero che gli italiani non vanno più in vacanza?
Non del tutto.
Si stima che 8,4 milioni di italiani quest’estate rinunceranno alle ferie, principalmente per motivi economici (69% dei casi).
Il 31,4% non potrà permettersi una settimana di vacanza — un dato preoccupante, ma in realtà il più basso dal 2004.
Per capire quanto sia significativo questo miglioramento, basta guardare l'evoluzione storica:
📈 2013: 51% degli italiani non poteva permettersi una vacanza
📊 2021: 37,5%
✅ 2024: 31,4%

La tendenza è chiaramente positiva, con un miglioramento costante dal 2021 in poi.
Resta il fatto che quasi un terzo della popolazione sopra i 16 anni non può ancora permettersi una settimana di vacanza, e siamo (purtroppo) ancora sopra la media europea. Tuttavia, i dati raccontano una storia di progressivo recupero che merita di essere messa in luce.
Secondo te, qual è la causa principale del calo del turismo balneare in Italia? |

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