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👔 Come Jack Bogle con gli ETF sfidò Wall Street (e vinse)


Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa prevede il menù di oggi:
👔 Come Jack Bogle con gli ETF sfidò Wall Street (e vinse)
🚀 L'Europa vuole diventare la Silicon Valley del futuro
IN COLLABORAZIONE CON: Scalable Capital
👔 Come Jack Bogle con gli ETF sfidò Wall Street (e vinse)

Immaginate un mondo dove investire era impossibile senza avere milioni in banca. Un mondo dove banchieri in completi da $5.000 vi promettevano di battere il mercato, ma poi vi facevano pagare commissioni stratosferiche per performance spesso deludenti.
Questo era il mondo della finanza fino a 30 anni fa. Oggi, con il vostro smartphone, potete accedere agli stessi strumenti dei fondi sovrani più grandi del mondo, spendendo praticamente zero.
Come è stato possibile? La risposta sta in una rivoluzione silenziosa che ha trasformato completamente Wall Street: la nascita degli ETF.
Negli anni ‘70 Wall Street era un club esclusivo per ricchi
Negli anni ‘70, a Wall Street:
💰 Le commissioni erano stratosferiche, fino al 2-3% annuo solo per gestire i vostri soldi
🏦 I minimi di investimento erano proibitivi servivano decine di migliaia di dollari per iniziare
👔 I "maghi" della finanza promettevano di battere il mercato, ma raramente ci riuscivano
Per il cittadino comune, le opzioni erano limitate: o tenere i soldi in banca con rendimenti minimi, o affidarsi a costosi fondi comuni che spesso deludevano le aspettative.
Insomma, il sistema era costruito appositamente per tenere fuori i piccoli investitori e arricchire l'élite finanziaria.
Ma nel 1974 un uomo cambiò tutto…
Il suo nome era John Clifton Bogle, ma tutti lo chiamavano Jack, e aveva appena perso il lavoro dopo una fusione aziendale finita male.

John C. Bogle
Jack non era nato ricco, la sua famiglia aveva perso tutto nella Grande Depressione del '29. Questo gli aveva fatto maturare un senso di ingiustizia verso un sistema finanziario che arricchiva pochi a spese di molti.
Dopo il licenziamento, invece di cercare un altro lavoro ben pagato a Wall Street, decise di fondare la sua società di investimenti: Vanguard.
La filosofia dietro Vanguard era tanto semplice quanto dirompente
L’idea di Bogle? Basta laute commissioni da dare a banchieri che cercano di battere il mercato, meglio commissioni basse per uno strumento che replica il mercato.
Nel 1976, Bogle lanciò il Vanguard 500 Index Fund, il primo fondo che replicava l'S&P 500 con commissioni 4 volte più basse dei fondi tradizionali.
Al lancio, la reazione di Wall Street fu spietata:
👔 I gestori lo deridevano pubblicamente
📰 Forbes lo accusava di "puntare alla mediocrità"
🏛️ Gli analisti la ribattezzarono "Bogle's folly" (la follia di Bogle)
Ma i risultati, nel tempo, gli daranno ragione…
Il problema? L’idea di Bogle era geniale, ma aveva ancora dei limiti
I fondi indicizzati di Bogle, infatti, avevano delle restrizioni frustranti: potevano essere comprati e venduti solo una volta al giorno e spesso richiedevano investimenti minimi significativi.
Insomma, era democratico sulla carta, ma ancora troppo rigido nella pratica.
Nel gennaio 1993 Nathan Most di State Street lanciò "Spider", completando quello che Bogle aveva iniziato.
La differenza cruciale? Gli ETF “Spider“ potevano essere:
🕐 Negoziati in qualsiasi momento durante le ore di mercato
💵 Acquistati senza minimi di investimento proibitivi
📊 Venduti e comprati come normali azioni
In pratica, Nathan Most aveva preso l'idea geniale di Bogle e l'aveva resa finalmente utilizzabile per tutti.
Insomma se Bogle aveva democratizzato il concetto di investimento passivo, Most aveva democratizzato l'accesso rendendolo pratico e flessibile.
Nei primi 10 anni, gli ETF “Spider“ ricevettero poca gloria. Pochi ci credono, molti sono scettici. Ma il seme della rivoluzione era stato piantato.
E nel 2008 arrivò la svolta
La storia la sapete: a Settembre 2008, Lehman Brothers dichiarò bancarotta e i mercati di tutto il mondo crollarono.
Mentre i risparmiatori vedevano evaporare i loro investimenti, accadde qualcosa di inaspettato: gli ETF non solo stavano resistendo alla tempesta, ma emergevano come uno degli strumenti più resilienti.
Perché? Semplice:
🔍 Trasparenza totale: sai sempre quello che possiedi
💧 Liquidità garantita: puoi vendere quando vuoi (molti fondi tradizionali bloccarono i riscatti)
❌ Niente brutte sorprese: quello che vedi è quello che ottieni
E nel 2010, gli ETF gestivano già $1.300 miliardi. Ma il meglio doveva ancora arrivare…
Il decennio 2010-2020 vede un’accelerazione impressionante nella crescita degli ETF
💰 2000: $74 miliardi in gestione
💰 2010: $1.300 miliardi
💰 2020: $7.000 miliardi
💰 2024: quasi $15.000 miliardi

In meno di 25 anni, gli ETF sono passati dall'essere un esperimento a gestire una cifra più grande dell'economia di Giappone, Germania e Regno Unito messe insieme.
Ma la vera rivoluzione degli ETF non sono stati i numeri (anche se impressionanti)
È il cambiamento di potere:
💪 Dai banchieri ai risparmiatori - il controllo è tornato nelle mani delle persone comuni
📱 Dalla complessità alla semplicità - tutto dal vostro smartphone
🌍 Dall'esclusività alla democrazia - gli stessi strumenti per tutti
Jack Bogle, morto nel 2019, è riuscito a vedere la sua visione diventare realtà: una finanza più democratica, trasparente e accessibile.
Vuoi approfondire l’incredibile storia di come gli ETF hanno cambiato il mondo degli investimenti?
Nel video YouTube di Scalable Capital trovi la storia completa, con tutti gli aneddoti, i personaggi e i retroscena che hanno reso possibile questa trasformazione. 👇️
Investire comporta dei rischi
*Termini e condizioni: scalable.capital/promozione-interessi
UNIONE EUROPEA
🚀 L'Europa vuole diventare la Silicon Valley del futuro

La Commissione europea ha lanciato una strategia ambiziosa per conquistare il mondo delle start-up: si chiama "Choose Europe to Start and Scale" e vuole rendere l'Europa il posto ideale per avviare e far crescere aziende tecnologiche a livello globale.
Ma perché l’UE ha bisogno di questa strategia?
La verità è una: l'Europa è drammaticamente indietro nella corsa globale dell'innovazione.
Le cifre sono impietose:
🏢 L'Europa controlla appena l'8% delle scaleup globali, contro il 60% del Nord America
💰 Le startup europee attraggono solo il 5% del capitale di rischio globale (vs 52% USA e 40% Cina)
🦄 Nemmeno una startup fondata nell'UE negli ultimi 50 anni è riuscita a superare la valutazione di €100 miliardi
E in più, molte delle startup europee più promettenti finiscono per trasferirsi altrove per accedere ai capitali necessari alla crescita.
Secondo France Digitale, questo fenomeno potrebbe costare all'Europa fino a mille miliardi di euro annui in valore di mercato perduto.
E c’è un altro grosso problema…
In Europa abbiamo troppa frammentazione e troppa burocrazia.
Le start-up europee si trovano ad affrontare ostacoli che i loro competitor americani o asiatici non hanno:
🇪🇺 Regole diverse in ogni paese
📎 Oneri amministrativi complessi
💶 Difficoltà nell'accesso ai finanziamenti
🔍️ Problemi nel trovare e trattenere talenti
La strategia della Commissione UE vuole affrontare tutte queste sfide supportando le imprese in tutte le fasi del loro ciclo di vita: dalla nascita, alla crescita, fino alla maturazione e al successo nell'UE.
Il piano si articola in cinque mosse
La Commissione ha identificato cinque aree prioritarie di intervento:

Il vicepresidente esecutivo della Commissione UE, Stéphane Séjourné, e la commissaria per le Startup, Ekaterina Zaharieva, presentano la nuova strategia "Choose Europe to Start and Scale"
1. 🏗️ Ambiente più favorevole all'innovazione
L'Europa introdurrà un 28esimo regime europeo per semplificare la burocrazia che consiste in una sorta di status legale opzionale per le aziende innovative, con regole comuni in tutta l'Unione.
In più:
📱 Un portafoglio digitale europeo per facilitare l'interazione con le amministrazioni pubbliche
🧪 Sandbox regolatorie, cioè spazi protetti dove le startup potranno sperimentare nuove tecnologie senza il peso immediato delle normative esistenti
💰 Finanziamenti potenziati
Arriverà un mercato del capitale di rischio più integrato con l'espansione del Consiglio europeo per l'innovazione, un nuovo fondo Scale-up Europe e un patto per mobilitare grandi investitori istituzionali.
🔬 Dal laboratorio al successo
L'iniziativa "Lab to Unicorn" colmerà il divario tra università e mercato, creando hub europei capaci di trasformare la ricerca scientifica in prodotti e aziende di successo
🌟 Caccia ai talenti
Il programma "Blue Carpet" renderà più semplice l’arrivo e la permanenza di talenti stranieri, focalizzandosi su su educazione imprenditoriale, stock option per dipendenti e percorsi preferenziali per fondatori extra-UE.
🛠️ Infrastrutture semplificate
Una “Carta di accesso” semplificata per infrastrutture tecnologiche e di ricerca, con condizioni armonizzate in tutta l'UE.
L’UE ha un obiettivo chiaro…
Con questa strategia, l'Europa vuole chiaramente dire la sua nel panorama globale dell'innovazione tecnologica. L'approccio è ambizioso e tocca tutti i punti critici che finora hanno limitato la crescita delle start-up europee.
Resta da vedere se le promesse si trasformeranno in realtà e soprattutto se riusciranno a competere davvero con giganti come Silicon Valley o l'ecosistema tecnologico cinese.
I risultati delle iniziative verranno monitorati tramite indicatori di performance globali, con un primo bilancio previsto entro la fine del 2027.
Una cosa è certa: l'Europa ha finalmente capito che non può più permettersi di restare indietro nella corsa all'innovazione tecnologica globale.
Secondo te, l'Europa riuscirà a diventare competitiva con Stati Uniti e Cina nel settore startup? |

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