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📱 Nokia: la storia del gigante che è crollato e poi risorto dalle ceneri

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Il menù di oggi prevede:
📱 Nokia: la storia del gigante che è crollato e poi risorto dalle ceneri
📉 Spread sotto quota 90: l'Italia torna ai livelli del 2010
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STORIA IMPRENDITORIALE
📱 Nokia: la storia del gigante che è crollato e poi risorto dalle ceneri
9 gennaio 2007, Moscone Center di San Francisco.
Steve Jobs salì sul palco, infilò una mano in tasca e ne tirò fuori un oggetto destinato a cambiare per sempre il nostro modo di vivere: l’iPhone.
Dall’altra parte del mondo, in Finlandia, i dirigenti di Nokia osservavano la scena con un misto di sufficienza e sicurezza. D’altronde, loro dominavano il 50% del mercato mondiale dei cellulari. Cosa avrebbe mai potuto fare Apple contro un colosso del genere?
Spoiler: molto. Anzi, moltissimo.
Ma qual è la storia di Nokia?
Tutto cominciò nel 1865, quando Fredrik Idestam aprì una cartiera sul fiume Nokianvirta in Finlandia. Il primo prodotto? Rotoli di carta igienica.
E sì, avete letto bene…
Ma quella era solo la prima tappa. Nei decenni successivi Nokia si espanse in settori totalmente diversi:
🔌 energia elettrica
🛞 prodotti in gomma
⚡️ elettronica e telecomunicazioni
Il vero punto di svolta arrivò nel 1987 con il Mobira Cityman, il primo cellulare portatile firmato Nokia. Pesava 800 grammi, costava $3.000 ed era tutto tranne che comodo. Ma era il futuro. E Nokia era pronta a cavalcarlo.
Tra gli anni ‘90 e 2000 Nokia esplose letteralmente

Lanciò il Nokia 1011, poi il mitico 3310, quello “indistruttibile”, con il T9 che scriveva da solo, Snake che ci ha rubato ore di vita e quella suoneria che ancora oggi riconosciamo tutti.
Nel 2007 Nokia era sulla vetta del mondo:
💰 $51 miliardi di fatturato
📱 437 milioni di telefoni venduti
🏆 50% della quota di mercato globale
Sette dei quindici telefoni più venduti di sempre portavano il suo nome. Insomma, niente e nessuno sembrava poterla fermare.
Ma il 9 gennaio 2007 cambiò tutto
Quando Jobs presentò il primo iPhone, gli ingegneri di Nokia lo analizzarono e trovarono solo difetti:

💰 Costava troppo
🔋 La batteria che durava pochissimo
📱 Era fragile e solo touchscreen
📶 Non aveva il 3G
E in parte avevano ragione: la prima versione dell'iPhone era piena di limitazioni tecniche.
Il problema era che stavano guardando il dito e non la luna
Gli ingegneri di Nokia avevano sbagliato la cosa più importante: l'iPhone non era un telefono migliore, era una categoria completamente nuova. Era letteralmente un computer in tasca.
E soprattutto, spostava la competizione dall’hardware (dove Nokia era imbattibile), al software.
Questo perché il sistema operativo Symbian di Nokia era tecnicamente superiore a iOS, ma era dannatamente complicato da usare. Ogni menu aveva sottomenu e per fare qualsiasi cosa servivano 15 passaggi.
Apple, invece, aveva capito che il software non doveva essere potente, doveva essere semplice.
Il risultato?
🍎 App Store: 300mila applicazioni dopo 3 anni
📱 Ovi Store di Nokia: solo 3mila applicazioni
Gli sviluppatori fuggirono in massa verso iOS e Android. Symbian era considerato un incubo da programmare. E Nokia iniziò lentamente a perdere terreno.
📉 Fatturato: da $51 miliardi (2007) a $38 miliardi (2011)
📊 Quota di mercato: dal 50% al 25%
Nel disperato tentativo di cambiare rotta, Nokia nominò un nuovo CEO, Stephen Elop, che definì l’azienda "una piattaforma in fiamme".
La soluzione per lui? Abbandonare Symbian e passare a Windows Phone.
Sulla carta sembrava una buona mossa. Ma Windows Phone non convinse il pubblico.
Nel 2011 uscì il Nokia Lumia: design curato, prestazioni ottime…… ma il mercato era già altrove. I consumatori si erano già affezionati ad Apple e Android.
Nel settembre 2013 arrivò il punto di non ritorno
Nokia vendette la sua divisione mobile a Microsoft per $7,2 miliardi.
In soli cinque anni, l’azienda che dominava il mondo era diventata l’ombra di sé stessa.
Ma la storia di Nokia finisce davvero qui?
La risposta vi sorprenderà: assolutamente no!
Quando tutti pensavano che fosse finita, nei quartier generali di Espoo, qualcuno stava già lavorando a un nuovo inizio.
Come reinventarsi in un mondo dominato da altri?
La risposta fu sorprendente. Nokia smise di cercare di essere visibile e decise di diventare essenziale. Non più sotto i riflettori, ma dietro le quinte dell’innovazione.
Vuoi scoprire come ha fatto a tornare in gioco, e perché oggi Nokia è più importante che mai?
Guarda la seconda parte di questa storia sul nostro canale YouTube👇️
ITALIA
📉 Spread sotto quota 90: l'Italia torna ai livelli del 2010

Finalmente una buona notizia per l'Italia!
Per la prima volta dal 2010, lo spread tra BTP decennali italiani e Bund tedeschi è sceso sotto la soglia dei 90 punti base, toccando addirittura gli 87 punti nelle prime battute di seduta di ieri.
Un traguardo che non vedevamo da ben 15 anni, precisamente dal 2010, anno della crisi del debito greco.
Ma cos’è esattamente lo spread?
Lo spread rappresenta la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato italiani (i BTP) e quelli tedeschi (i Bund), entrambi con scadenza a dieci anni.
In poche parole:
📊 È una misura relativa, che indica quanto di più l'Italia deve offrire rispetto alla Germania per attrarre investitori
📈 Riflette la fiducia degli investitori nell'economia italiana rispetto a quella tedesca (considerata il benchmark di sicurezza in Europa)
Un esempio pratico?
La situazione attuale è questa:
🇮🇹 BTP italiani a 10 anni: rendimento del 3,47%
🇩🇪 Bund tedeschi a 10 anni: rendimento del 2,6%
➗ Spread risultante: 0,87% (equivalente a 87 punti base)
Questo valore positivo comunica un messaggio chiaro: gli investitori considerano i titoli italiani più rischiosi di quelli tedeschi e, di conseguenza, chiedono un interesse maggiore per compensare questo rischio.

Tuttavia, il fatto che stia diminuendo fa ben sperare
Quando lo spread si riduce, significa in generale che la percezione del rischio legato all’Italia sta diminuendo.
Va fatta però una precisazione importante: da una parte, il calo dello spread BTP-Bund è dovuto al ribasso dei rendimenti italiani, dall’altra anche al rialzo dei Bund tedeschi.
La Germania, infatti, ha avviato maxi-piani di investimento che ha fatto salire le attese sul proprio debito.
Di contro, l’Italia è oggi vista (un po’ a sorpresa) come più disciplinata sul piano fiscale.
Lo sottolinea anche un’analisi di Bloomberg: dopo anni da "Paese periferico", l’Italia sta vivendo una luna di miele con i mercati: le sue obbligazioni sono comprate con entusiasmo, i rendimenti scendono su tutte le scadenze e il rischio percepito diminuisce.
Alcune scadenze (come quella a 2 anni) sono persino diventate più convenienti della Francia (e non succedeva dai primi anni 2000!).
E questo che vantaggi porta all’Italia?
Un spread basso ha effetti molto concreti per le casse dello Stato:
💰 Minori costi di finanziamento → lo Stato paga meno interessi sul debito quando emette nuovi titoli, liberando risorse nel bilancio
🏥 Più risorse per gli investimenti → con meno soldi spesi per interessi, ci sono più fondi disponibili per welfare, sanità, scuola e infrastrutture (se il governo sceglie di usarli così)
🚫 Meno tasse → se i conti migliorano, si può evitare di aumentare le tasse per coprire la spesa pubblica
In sostanza, quando lo spread scende, l'Italia spende meno per finanziare il proprio debito. Questo può tradursi in più investimenti o meno tasse, a seconda delle scelte politiche e delle condizioni economiche.
Insomma, dopo anni di difficoltà, finalmente possiamo dire che c'è una buona notizia per l'economia italiana. La strada è ancora lunga, ma questo traguardo rappresenta un segnale importante di ritrovata fiducia nei confronti del nostro Paese…
Secondo te, cosa indica principalmente il calo dello spread italiano sotto i 100 punti? |

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