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🏁 Red Bull: oltre la bevanda, la creazione di un fenomeno globale

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🏁 Red Bull: oltre la bevanda, la creazione di un fenomeno globale

  • 🚢 India e Russia navigano verso nord: la nuova alleanza dei ghiacci

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STORIE IMPRENDITORIALI

🏁 Red Bull: oltre la bevanda, la creazione di un fenomeno globale

Red Bull non è solo una bevanda energetica: è un’icona di coraggio, innovazione e marketing fuori dagli schemi. Un marchio conosciuto da tutti, ma la cui storia è nota a pochi.

Tutto è iniziato negli anni '80, quando Dietrich Mateschitz, un manager austriaco, scoprì durante un viaggio di lavoro una bevanda che avrebbe rivoluzionato la sua vita e quella di milioni di persone nel mondo.

L’intuizione di Dietrich Mateschitz

Nel 1982, durante un viaggio di lavoro in Thailandia, Mateschitz provò per caso una bevanda energetica chiamata Krating Daeng, dal sapore intenso e dolce, e soprattutto incredibilmente efficace contro la stanchezza e il jet lag.

Mateschitz vide in quel prodotto un potenziale enorme, qualcosa che in Europa non esisteva ancora.

Tornato in Austria, decise di cambiare la sua vita: si licenziò e investì $500.000 per portare quella bevanda nel mercato occidentale, collaborando con Chaleo Yoovidhya, il creatore di Krating Daeng.

La sua missione era chiara: adattare la bevanda per il mercato europeo, rendendola meno dolce e più frizzante.

Da Krating Daeng a Red Bull

Il perfezionamento della formula durò mesi, con modifiche come l’aggiunta di anidride carbonica e la riduzione dello zucchero.

Mateschitz intuì subito che anche il nome andava adattato: “Krating Daeng” risultava troppo ostico per il pubblico occidentale, così lo reinventò in “Red Bull”, essenziale, diretto e capace di restare immediatamente impresso.

Nel 1984 nacque ufficialmente Red Bull GmbH, con la produzione che partiva direttamente dalla Thailandia. Quando la bevanda arrivò in Europa, però, emerse subito il primo grande intoppo: le autorità sanitarie tedesche bloccarono la distribuzione del prodotto, perché conteneva caffeina e taurina in dosi mai viste.

Dopo due anni di stallo, Mateschitz non si arrese e decise di trasferire la sede in Austria, dove le normative erano decisamente più favorevoli.

Nel 1987, Red Bull finalmente arrivò sugli scaffali austriaci

Il debutto sul mercato austriaco, però, si rivelò un fallimento: le vendite non decollavano e il prodotto non veniva compreso. I problemi principali erano:

  • 📦️ Packaging troppo diverso dalle bibite tradizionali

  • 👄 Gusto troppo dolce e un retrogusto quasi medicinale

  • 🫰 Prezzo molto più alto rispetto a bevande concorrenti

Mateschitz si trovò di fronte al primo grande fallimento, con perdite ingenti e un brand che faticava a prendere quota

Fu allora che Mateschitz ebbe un’intuizione che avrebbe cambiato tutto

L’imprenditore austriaco comprese che Red Bull non era semplicemente una bevanda, ma un vero e proprio catalizzatore di energia per chi affronta sfide fisiche e mentali. Con questa intuizione, Mateschitz abbandonò le strategie di marketing convenzionali e iniziò a investire in eventi sportivi estremi, immergendosi profondamente nella cultura giovanile e trasformando il brand in un’icona globale di adrenalina e innovazione.

Il risultato fu un cambiamento radicale nel modo in cui il brand veniva percepito.

Red Bull iniziò a sponsorizzare eventi di motocross, snowboard, mountain-bike e di cliff diving, creando un legame emotivo con i suoi consumatori. I punti chiave della nuova strategia di marketing di Mateschitz includevano:

  • 🏅 Sponsorizzazione di eventi di sport estremi

  • 🏂️ Creazione di esperienze adrenaliniche uniche

  • 💪 Posizionamento di Red Bull come carburante per sfide estreme

  • 📱 Utilizzo dei media per raccontare storie emozionanti

La bevanda diventò il simbolo di adrenalina e audacia e iniziò a conquistare il mondo

Nel 1989, Red Bull arrivò in Germania, e nel 1992 sbarcò nei Paesi dell'Est Europa. Nel 1997 fu la volta degli Stati Uniti, dove il brand conquistò rapidamente una solida posizione.

Nel 2004, Mateschitz acquistò la scuderia Jaguar Racing in Formula 1, trasformandola in Red Bull Racing. La scommessa era alta, ma tra il 2010 e il 2013, Red Bull Racing vinse ben quattro campionati mondiali consecutivi con Sebastian Vettel.

Sebastian Vettel e Mateschitz

Non si fermò alla F1. Mateschitz acquistò anche squadre di calcio come il Red Bull Salisburgo e l’RB Lipsia, creando un vero e proprio impero calcistico. Il branding di Red Bull, con il suo logo dei due tori rossi, divenne un marchio globale riconoscibile ovunque.

Red Bull ti mette le ali

Il punto più alto della storia di Red Bull arrivò nel 2012, quando finanziò il progetto Red Bull Stratos: il lancio nello spazio di Felix Baumgartner, il base jumper austriaco che, saltando da 39.000m, infranse la barriera del suono.

Un’impresa che, non solo segnò la storia del marketing consolidando lo slogan "Red Bull ti mette le ali", ma anche un traguardo scientifico che cambiò per sempre la percezione del brand.

Il lancio attirò milioni di spettatori in tutto il mondo e aumentò le vendite del 7%, generando $1,6 miliardi in più.

Il successo globale

Oggi, Red Bull è un colosso con un fatturato di $11,3 miliardi, di cui circa l’80% proviene dalle bevande energetiche e il resto da eventi sportivi, team di calcio e Formula 1. L'azienda continua a dominare nel mondo del marketing sportivo e dei contenuti, con eventi e media che arrivano a milioni di persone in tutto il mondo.

Red Bull ha fatto molto più che vendere una bevanda: ha creato un brand che ispira, che sfida e che, in qualche modo, ti dice che con abbastanza coraggio, anche l’impossibile può diventare realtà.

Se vuoi approfondire questa storia straordinaria, guarda il nostro ultimo video su YouTube! 👇️ 

ITALIA

📈 L'Italia torna in serie A: Moody's ci promuove

Era dal 2002 che aspettavamo questo momento. Venerdì scorso Moody's, la più severa tra le agenzie di rating, ha finalmente promosso l'Italia, alzando il nostro voto da "Baa3" a "Baa2" con outlook stabile.

Per capirci, è come essere passati dalla sufficienza stiracchiata a un bel 7 in pagella. E non è una cosa da poco, visto che Moody's è storicamente quella che ci ha sempre guardato con più sospetto.

Cos’è il rating e cosa significa questa decisione?

Il rating è una sorta di pagella che misura l’affidabilità finanziaria di un Paese:

  • 📈 Rating alto → meno rischio per chi presta soldi allo Stato

  • 📉 Rating basso → più rischio, quindi interessi più alti da pagare

Con la nuova promozione, l’Italia viene considerata un po’ più sicura agli occhi degli investitori. E, s'ì, il 2024 è stato l'anno della svolta per il rating italiano.

Il nostro pagellino attuale:

  • Moody's: Baa2 (outlook stabile)

  • Fitch: BBB+ (outlook stabile)

  • S&P: BBB+ (outlook stabile)

  • DBRS: A low (outlook stabile)

Insomma, per la prima volta da anni, sono tutti d'accordo: l'Italia non è più vista come la pecora nera dell'Eurozona.

Perché proprio ora Moody’s ha deciso di promuoverci?

L'agenzia americana ha messo nero su bianco varie motivazioni:

  • 🏛️ Stabilità politica: un elemento che in passato ci era spesso mancato e che ora viene riconosciuto come punto di forza

  • 🇪🇺 PNRR: buon progresso nel piano di ripresa

  • 📈 Misure fiscali credibili, sostenute anche dal buon andamento del mercato del lavoro e dalle entrate fiscali

  • 📊 Maggiore prudenza nei conti pubblici e forte impegno a raggiungere gli obiettivi di bilancio previsti dal nuovo quadro UE

Ma non è tutto oro quel che luccica

Prima di stappare lo spumante, ricordiamoci che restano sul tavolo problemi strutturali enormi:

  • ⚠️ Demografia: siamo uno dei paesi più vecchi al mondo e senza giovani non c'è crescita

  • ⚠️ Debito pubblico: il rating migliora ma i 3.000 miliardi di debito non spariscono

  • ⚠️ Gabbie UE: le normative europee su auto e case green rischiano di soffocare la nostra industria

Ma cosa cambierà concretamente per noi con questa promozione?

  • 👇️ Tassi più bassi sui BTP = lo Stato paga meno interessi = più soldi per sanità e servizi (in teoria)

  • 🏦 Banche più solide = potrebbero offrire mutui a tassi migliori

  • 💼 Più investimenti = i fondi pensione internazionali potrebbero comprare più titoli italiani

Il risparmio sugli interessi potrebbe valere diversi miliardi all'anno. Soldi che potrebbero essere usati per ridurre le tasse o migliorare i servizi. Il condizionale qui, però, è d'obbligo.

Insomma, è una buona notizia che ci fa risparmiare e migliora la nostra reputazione internazionale. Ma la vera sfida resta far crescere l'economia reale, non solo incassare voti migliori dalle agenzie di rating.

Tra 5 anni, quale paese avrà il rating migliore?

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🇮🇹 Elezioni regionali: il centrosinistra vince in Puglia e Campania, il centrodestra in Veneto (Ansa)

🇺🇦 Chi ha scritto il piano per l’Ucraina? (IlPost)

🇪🇺 Quanto manca all'Europa per avere la sua prima startup da 1.000 miliardi (Wired)

⚖ Ma i modelli AI sono schierati politicamente? (Techy)

🧠 Nel cervello un'arma naturale contro le placche dell'Alzheimer (Ansa)

🔭 Dal telescopio Webb la foto di un embrione cosmico (Ansa)

Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che è stata istituita dall'Onu nel 1999 in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e brutalmente uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana

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