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🇷🇺 L'economia russa inizia a scricchiolare

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🇷🇺 L'economia russa inizia a scricchiolare

  • 🌾 L'agricoltura italiana è un'eccellenza (anche) in Europa

RUSSIA

🇷🇺 L'economia russa inizia a scricchiolare

All'inizio dell'invasione dell'Ucraina, molti analisti occidentali avevano previsto un collasso imminente dell'economia russa, paragonabile a quello degli anni Novanta.

Quel crollo non è mai arrivato. Putin è rimasto saldo al Cremlino e i dati ufficiali hanno perfino mostrato il PIL in crescita, creando l'illusione di un sistema che reggeva nonostante tutto.

In realtà, quella crescita era solo l'effetto di una tipica economia di guerra: lo Stato pompa miliardi nella produzione militare, gonfiando artificialmente il PIL senza generare benessere reale.

Ma oggi, dopo quasi tre anni di conflitto, i segnali di difficoltà sono sempre più evidenti.

Ma come funzione un’economia di guerra?

È il classico dilemma del “burro o cannoni”: le fabbriche lavorano a ciclo continuo, ma non producono ricchezza, producono munizioni.
Significa che l’economia è attivissima, ma in modo sterile dal punto di vista del benessere

In pratica:

  • 🏭 La spesa pubblica tiene a galla stipendi e industrie strategiche

  • 📉 Il settore civile si svuota progressivamente

  • 💰 L'attività economica continua, ma senza creare benessere reale

  • 🏘️ I consumi crollano e le regioni interne accumulano debiti

I russi tagliano perfino sul cibo

Dopo due anni di crescita alimentata dalla guerra, ora i numeri raccontano una storia diversa.

Secondo i dati di SberIndex riportati da Bloomberg, le famiglie russe hanno iniziato a tagliare la spesa anche sul cibo. Questo è un campanello d'allarme importante, perché il consumo alimentare diminuisce solo quando la pressione sui redditi diventa davvero insostenibile.

I numeri confermano che qualcosa si è rotto

  • 📊 PIL in crescita di circa l'0,9%,

  • 📈 Inflazione ancora alta all'8%

  • 💸 Tassi d'interesse al 16,5% che rendono il credito carissimo

  • ☝️ Deficit pubblico intorno al 2,6% del PIL

  • 🏢 Aziende dell'acciaio, del minerario e dell'energia con ricavi in calo

Il problema è che tassi così elevati rendono più costoso rifinanziare il debito aziendale, riducendo i margini e rallentando gli investimenti.

Il bancomat energetico si sta svuotando

Ma il vero problema per Mosca arriva dal settore che finora aveva garantito un flusso continuo di denaro: petrolio e gas.

Secondo Reuters, a novembre le entrate da energia si sono fermate a circa 520 miliardi di rubli. Significa un calo del 35% rispetto allo stesso mese del 2024 e del 7,4% rispetto a ottobre.

Un crollo drastico per un settore che fino a poco tempo fa era il bancomat del Cremlino.

Ma perché questo crollo?

Le ragioni sono tre:

  • 💵 Prezzo del petrolio troppo basso: sceso attorno ai $57 al barile, troppo poco per garantire le entrate necessarie

  • 💱 Il paradosso del rublo forte: la Russia vende petrolio in dollari ma li converte in rubli. Se il rublo vale di più, ogni dollaro rende meno in valuta locale

  • ⚠️ Sanzioni sempre più pesanti: le sanzioni americane su Rosneft e Lukoil rendono più difficile esportare e incassare rapidamente

E quindi chi paga il conto?

Con le entrate energetiche che crollano e il deficit federale che ha raggiunto circa 4,2 trilioni di rubli, il Cremlino ha deciso di spostare il peso della guerra sui consumatori. La riforma fiscale appena approvata prevede:

  • 📈 Aumento dell'IVA dal 20% al 22%

  • 📉 Abbassamento della soglia oltre la quale le imprese devono versare l'IVA, da 60 milioni a 10 milioni di rubli annui

Secondo le stime del governo, la sola mossa sull'IVA potrebbe portare circa 1 trilione di rubli aggiuntivi. L'entrata in vigore è prevista dal 2026, con una transizione fino al 2028.

Accanto all’IVA arrivano altre misure:

  • 🥃 accise più alte su birra, alcol e sigarette

  • 🚘 tasse aggiuntive sulle auto

  • 💻 un possibile prelievo “tecnologico” sui dispositivi elettronici

E non è finita qui

Mentre il bilancio federale cerca di tenere aumentando le tasse, le regioni stanno accumulando deficit record. Al 19 novembre, le entità regionali erano in un disavanzo combinato di circa 0,6 trilioni di rubli, un livello che non si vedeva da anni.

Questo si traduce in:

  • 🏥 Tagli alle prestazioni sociali

  • 🏗️ Rinvio di investimenti in infrastrutture

  • 🏫 Riduzione della spesa in sanità e scuola

Questo accade perché la guerra sposta risorse verso il centro e le periferie federali faticano sempre di più a tenere i conti in ordine.

Insomma, la Russia non sta finendo i soldi per continuare la guerra, ma il margine si assottiglia mese dopo mese. Il costo economico del conflitto si manifesta ora in modo sempre più diretto nella vita quotidiana delle famiglie e nei conti pubblici.

La domanda è: quanto a lungo il Cremlino potrà continuare a finanziare una guerra costosa facendo pagare il conto a consumatori e regioni senza innescare tensioni più profonde? Per ora la risposta è una sola: la Russia è una dittatura, e questo permette di tenere tutto sotto controllo. 

Ma per quanto ancora?

Secondo te, quanto potrà ancora reggere l'economia russa con questi ritmi di spesa militare?

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ITALIA

🌾 L'agricoltura italiana è un'eccellenza (anche) in Europa

Il settore agroalimentare italiano continua a giocare un ruolo cruciale nell’economia nazionale, confermando la sua leadership non solo in Europa ma anche a livello globale. Il rapporto ISMEA 2025 sottolinea l’importanza di questo settore, che contribuisce al 15% del PIL del Paese, considerando l’intera filiera, dal campo alla tavola.

Con un valore aggiunto agricolo di €44,4 miliardi, l’Italia si conferma come il primo Paese dell’Unione Europea in questo ambito, e terzo per quanto riguarda l’industria alimentare, dietro Germania e Francia.

I numeri parlano chiaro

  • 📈 Crescita del reddito agricolo: + 9,2% nel 2024, molto sopra la media UE (+0,7%)

  • 🧑‍🌾 Occupazione: circa 1 milione di addetti nel 2024 (+0,7% rispetto al 2023). Nell’ultimo decennio ha registrato +2,9% a fronte del -17% europeo

  • 🍎 Prodotti Dop/Igp: l’Italia è il leader mondiale con circa 900 prodotti registrati

  • 💰 Investimenti privati agricoli ai massimi: €10,6 miliardi nel 2024

  • Produttività agricola: la più alta della media UE con €46.300 di valore aggiunto per addetto

Anche le esportazioni crescono

L'export agroalimentare italiano ha raggiunto un valore di 70 miliardi nel 2024, con un saldo della bilancia commerciale che è passato da un deficit di €6 miliardi nel 2015 a un surplus di €2,8 miliardi nel 2024. 

Questo trend positivo è proseguito anche nel 2025, con un incremento delle esportazioni del 5,7% nei primi nove mesi dell'anno. Particolare rilevanza ha avuto la crescita delle esportazioni negli Stati Uniti, dove nel 2024 i prodotti italiani hanno visto un aumento del 17,1%, raggiungendo €7,8 miliardi.

Non mancano le sfide

Nonostante i numeri positivi, il settore agroalimentare italiano deve fare i conti con le sfide geopolitiche globali e le politiche commerciali internazionali:

  • 🇺🇸 I dazi imposti da Trump nel 2025 potrebbero influenzare negativamente i prodotti italiani

  • 🛑 Sebbene l’agroalimentare italiano sia meno colpito rispetto ad altri settori, il settore risente di un dazio medio ponderato del 12,9%

  • 🔄 L’impatto dipenderà dalla sostituibilità dei prodotti italiani nei mercati e dalle dinamiche del tasso di cambio

La situazione rimane comunque in evoluzione e una valutazione più accurata dell'impatto dei dazi potrà essere formulata solo a partire dalla metà del 2026.

Il governo sta investendo nel settore

Per fronteggiare le sfide e continuare a sostenere il settore, il Governo ha mobilitato:

  • 💰️ Fondi pubblici: oltre €15 miliardi per sostenere le filiere, l’innovazione e l’occupazione giovanile

  • 💶 PNRR e risorse: l'attuazione del PNRR agricolo ha portato le risorse gestite dal Ministero dell'Agricoltura da €3,6 a €8,9 miliardi

  • 🫰 Fondo contratti di filiera: aumento della dotazione finanziaria del fondo, con un incremento di €2 miliardi, per un totale complessivo di 4 miliardi

Insomma, si tratta di un settore in continua crescita

Il settore agroalimentare italiano continua a essere un'eccellenza europea e mondiale, anche se le sfide legate al protezionismo commerciale e ai dazi USA potrebbero mettere alla prova questa leadership.

Le politiche governative e gli investimenti strategici saranno fondamentali per garantire la competitività del settore nei prossimi anni.

Secondo te, quale sarà l'impatto dei dazi USA sull'export agroalimentare italiano?

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