Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

• 🇪🇺 L’Italia non sta sfruttando il PNRR?

• 📈 Crescono le spese militari… e l’Italia?

Queste le risposte al sondaggio della scorsa newsletter. La maggioranza, circa il 56% di voi, ritiene che l’ILVA vada rilanciata, poiché strategicamente importante per il panorama industriale italiano. Per il 26% circa di voi, invece, l’acciaieria sarebbe da chiudere poiché troppo dannosa a livello ambientale.

EU & PNRR

🇪🇺 L’Italia non sta sfruttando il PNRR?

Il pagamento della quarta rata da €16,5 miliardi del PNRR (avvenuto a dicembre 2023) aveva portato il tesoretto dell’Italia a €102 miliardi (pari al 52% delle risorse assegnate).

Il problema è che, ad oggi, gran parte dei soldi non sono stati ancora spesi. Dei €194,4 miliardi che saranno resi disponibili dal PNRR da qui al 2026, infatti, ne sono stati spesi finora solamente €46 di miliardi.

In pratica quindi, abbiamo ricevuto sì la metà dei fondi, ma di questi ne abbiamo spesi meno della metà (46 miliardi su 102).

Ora, che l’Italia sia indietro sulla tabella di marcia lo attestano anche le previsioni fatte dal Ministero dell’Economia negli scorsi mesi e anni, visto che nel 2021 la spesa PNRR prevista nel periodo 2020-2023 sarebbe dovuta essere €85,9 miliardi.

Questa stessa stima nel 2022 è stata corretta al ribasso a €61,4 miliardi, salvo poi non raggiungere nemmeno questa...

Ma chi sono i promossi e i bocciati del 2023?

Nell’anno appena trascorso, alcuni Ministeri hanno impiegato meglio di altri le risorse loro assegnate:

• 🏭 Ministero delle Imprese: ha speso il 47%, €13 miliardi su €29 miliardi disponibili

• ♻️ Ministero dell’Ambiente: ha speso il 42%, €14 miliardi su €34 miliardi disponibili

Ma c’è anche chi ha fatto decisamente male:

• 🚧 Ministero delle Infrastrutture: 6%, €6 miliardi su €40 miliardi

• 👨‍⚕️ Ministero della Salute: 3,7%, €0,6 miliardi su €15 miliardi

• 👷 Ministero del Lavoro: 0,7%, €59 milioni su €8 miliardi

Se a prima vista la situazione potrebbe sembrare decisamente poco idilliaca, il Ministro Raffaele Fitto ha provato a calmare gli animi, imputando (parte) dei presunti ritardi ad una semplice mancanza di aggiornamento dei dati sulla piattaforma che tiene traccia delle spese.

Nonostante questo, però, il Governo corre ai ripari

Se è vero che il Ministro non è particolarmente preoccupato, il Governo ha comunque emesso un nuovo decreto legge (che ha quindi forza di legge immediata) contenente alcune disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR.

Gli interventi programmati dal Governo, per i quali sono stati nominati tre commissari straordinari ah hoc, riguardano:

• 🧑‍🎓 La realizzazione di 60.000 nuovi alloggi per studenti entro il 2026

• 🕵🏻 Il recupero e la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata

• 🧑‍🌾 La creazione di alloggi per i lavoratori del settore agricolo per combattere il caporalato

Insomma, l’idea è quella di sbrigarsi a spendere questi soldi che abbiamo a disposizione, visto che si tratta di un’occasione che non avremo una seconda volta…

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INDUSTRIA BELLICA

📈 Crescono le spese militari… e l’Italia?

Tra il 2001 e il 2022, la spesa militare complessiva a livello mondiale è passata da $1.139 miliardi a $2.240 miliardi, registrando una crescita del +96%.

Con la guerra e i conflitti sempre più “vicini”, non stupisce che anche i paesi dell'Europa abbiano accelerato la “corsa alle armi”, con un aumento delle spese militari tra il 2013 e il 2022 del 72% per i Paesi dell’Est Europa e del 30% per quelli dell’Europa Centro-Occidentale.

E questo anche a seguito delle indicazioni che la NATO ha fornito ai propri paesi membri in tema di spese militari.

Ma qual è l’obiettivo della NATO?

L’alleanza militare conta al suo interno 31 stati membri (tra cui anche l’Italia) e ha fissato come target per le spese militari annuali di ciascun paese il 2% del PIL.

Una soglia che in questo momento viene raggiunta solamente da una manciata di paesi (11 su 31), anche se già da quest’anno le cose dovrebbero cambiare.

Secondo le dichiarazioni di Jens Stoltemberg (il Segretario Generale), al blocco di quei paesi che già spendono abbastanza per la difesa se ne dovrebbero aggiungere altri sette (tra cui Francia e Germania).

E l’Italia?

Noi rimarremo invece piuttosto lontani dal target, visto che le spese militari sono state pari all’1,46% del PIL nel 2023, ma non si prevede un loro aumento né nel corso del 2024, né del 2025.

Se l’Italia non si smuove, lo fa però Fincantieri

Il colosso italiano operante nel settore della cantieristica navale, infatti, ha stretto una Joint Venture con EDGE Group, una holding con sede negli Emirati Arabi Uniti leader nel settore della difesa e tecnologia militare avanzata.

La nuova società, che vedrà il 51% delle azioni di proprietà di Edge Group e il 49% in mano a Fincantieri, sfrutterà il know-how in ambito di ingegneria navale di Fincantieri e l’esperienza nel settore delle tecnologie avanzate di difesa della società emiratina, con gli obiettivi di:

• ⚓️ Produrre una vasta gamma di navi militari

• 🌊 Realizzare diversi sottomarini di medie dimensioni

La nuova Joint Venture dovrebbe avere un valore stimato di oltre €30 miliardi. Le navi saranno costruite nei cantieri della Liguria, ma con una successiva base operativa ad Abu Dhabi, poiché queste flotte risiederanno lì e richiederanno manutenzione costante.

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