- il Punto
- Posts
- 🤖 L’intelligenza artificiale porterà l’Italia verso la siccità?
🤖 L’intelligenza artificiale porterà l’Italia verso la siccità?
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🚱 L’intelligenza artificiale porterà l’Italia verso la siccità?
🪖 I paesi stanno accumulando armi come mai prima d'ora
AI (EDITORIALE by techy)
🚱 L’intelligenza artificiale porterà l’Italia verso la siccità?
La terra è composta per il 71% da acqua ma di questa, meno dell'1% è disponibile per il consumo umano.
L'acqua disponibile però non viene utilizzata solo per i bisogni umani, ma anche nei processi agricoli, nella produzione manifatturiera e… nei data center!
Che cos’è un data center ?
Un data center è un'infrastruttura che ospita un gran numero di server e computer che servono per archiviare, gestire e trasmettere dati digitali.
In pratica, è il "cervello" che consente di eseguire le attività che svolgiamo online quotidianamente, come inviare email, guardare video in streaming, fare acquisti online e usare social media.
C’è però un problema…
Un data center consuma moooolta energia, perché i server funzionano 24/24 e gestiscono un'enorme quantità di dati.
Per questo motivo, il loro funzionamento genera molto calore, che deve essere costantemente dissipato per evitare surriscaldamenti e quindi l’interruzione dei servizi.
E per raffreddare i circuiti dei data center si utilizza principalmente proprio l’acqua, che in gran parte non può essere riutilizzata perché evapora a causa delle alte temperature.
Ma quanta acqua consumano i data center?
In Virginia, lo stato americano dove c’è la più grande concentrazione di data center al mondo, il consumo di acqua è aumentato del 65% in appena 4 anni (dal 2019 al 2023), come riporta il FT.
Ma a cosa corrisponde il consumo di un data center?
Considerando che un data center di medie dimensioni consuma 450.000 galloni, e che in USA attualmente ce ne sono quasi 3.000, ciò significa che ogni giorno i data center consumano come 71 milioni di cittadini americani (20% della popolazione).
E il problema non è solo il consumo d’acqua, ma anche da dove questa proviene...
Google, infatti, ha dichiarato che nel 2024 il 15% dei suoi prelievi di acqua dolce arrivava da aree con "elevata scarsità d'acqua", e Microsoft ha affermato che il 42% dell'acqua consumata nel 2023 proveniva da "aree con stress idrico".
E parlando di stress idrico, l’Italia è un paese che soffre di questo problema..
Ma cosa c’entra l’Italia con i data center?
In questo periodo, aziende come Google, Microsoft e Amazon stanno valutando di costruire nuovi data center in Italia, visto che all’estero le zone come Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi sono vicine alla saturazione, come riporta il Sole 24 Ore.
Il problema è che, come abbiamo detto, questi data center consumano tanta acqua, e in Italia siamo pieni di territori già colpiti da stress idrico.
Lo stress idrico è una condizione che si verifica quando la domanda di acqua in una regione supera la quantità disponibile. In altre parole, non c'è abbastanza acqua per soddisfare le necessità delle persone, dell'agricoltura, dell'industria e dell'ambiente.
Fonte dei dati: TEHA
Infatti, siamo al 4° posto nell’Unione Europea tra i paesi più colpiti da questo fenomeno e la situazione peggiorerà entro il 2030.
Quindi, da una parte c’è l’occasione di attrarre €15 miliardi di investimenti e di creare tantissimi posti di lavoro, ma dall’altra c’è il rischio di compromettere ulteriormente un territorio delicato.
Quale delle seguenti opzioni considereresti più importante per il futuro?Diccelo rispondendo al sondaggio! |
Se questo contenuto ti è piaciuto, puoi iscriverti a techy qui👇🏻
|
“Real Vs AI” è il gioco di techy che mette alla prova le tue capacità e ti sfida a riconoscere quale immagine è realizzata dall’intelligenza artificiale.
Sai indovinare quale tra le due immagini è reale e quale generata dall’AI?
Quale delle due immagini è stata generata dall'intelligenza artificiale?Sfida l'AI e mettiti alla prova rispondendo al sondaggio qui sotto! |
Vuoi vedere la soluzione? La trovi qui!
SETTORE DELLA DIFESA
🪖 I paesi stanno accumulando armi come mai prima d'ora
Nel 2023, la spesa militare globale ha raggiunto un nuovo record.
La cifra totale è arrivata a €2.300 miliardi, rappresentando un incremento del +6,8% (in termini reali) rispetto al 2022 e un impressionante aumento del +48% rispetto al 2017, quando si attestava a €1.550 miliardi.
Non si registrava una spesa così elevata dal 2009 ma, con l'attuale instabilità geopolitica, è probabile che questa cifra continuerà a crescere nei prossimi anni.
Chi spende di più per la difesa e per le armi?
A livello globale, la spesa militare rappresenta il 2,3% del PIL mondiale.
Gli Stati Uniti sono il principale contributore, coprendo da soli il 37% del totale, ma anche la NATO (di cui gli USA fanno parte) gioca un ruolo cruciale, totalizzando il 55% della spesa globale.
E questo anche perché essere membri della NATO richiede a tutti i suoi membri di destinare almeno il 2% del proprio PIL alla difesa e alle spese militari.
In realtà, nel 2021 quasi nessun paese europeo rispettava la soglia del 2% ma negli anni la situazione è cambiata. Nel 2024 infatti, a seguito dell'escalation dei conflitti globali, degli alleati europei della NATO soltanto Spagna, Italia, Portogallo e Belgio non hanno raggiunto il target del 2%.
Ma tornando ai paesi che spendono di più…
Se invece di considerare i valori assoluti osserviamo la spesa in rapporto al PIL, nelle prime posizioni emergono i paesi coinvolti nei vari conflitti, ovvero:
🇺🇦 Ucraina: al 1° posto con il 37% di spesa militare/Pil
🇷🇺 Russia: al 4° posto con il 5,9%
🇮🇱 Israele: al 6° posto con il 5,3%
Ma chi ci è che ci guadagna da questo aumento?
Negli ultimi vent’anni, il commercio internazionale di armi è più che raddoppiato e ad oggi si stima che valga oltre €450 miliardi.
A beneficiare maggiormente di questo giro d’affari sono gli Stati Uniti, che esportano verso 107 paesi diversi circa il 42% delle armi e delle strumentazioni militari a livello globale.
L’Europa, invece occupa il 30% del mercato globale, nonostante abbia raddoppiato le importazioni nel 2019-2023 rispetto al quinquennio precedente.
E l’Italia?
Anche l’Italia, avendo un’industria bellica abbastanza sviluppata, ha guadagnato dalle guerre in corso.
Secondo quanto riportato dal SIPRI, il valore delle esportazioni di armamenti italiani è aumentato del +86% nel quinquennio 2019-2023 rispetto al quinquennio precedente.
In più, nello stesso periodo le esportazioni italiane sono passate dal rappresentare il 2,2% di tutte le esportazioni mondiali al 4,3%, e l’Italia è balzata al 6° posto tra i top esportatori di armi.
🇮🇹 Ius Scholae, Bonaccini: “Pd pronto a tavolo con Fi” (SkyTg24)
🇻🇪 Onu: 'La Corte suprema del Venezuela non è imparziale e indipendente' (Ansa)
🧠 Neuralink, risolti i problemi del chip sul secondo paziente (Ansa)
🇪🇺 I CEO di Meta e Spotify criticano la regolamentazione dell'IA nell'UE (TC)
🍯 Il miele di Manuka riduce dell'84% la crescita delle cellule del cancro al seno nelle cellule umane (GNN)
🇮🇷 Iran oggi: il neopresidente Pezeshkian può avviare il cambiamento (BN)
🤑 Sandvik cerca un Post Process Developer
✍️ Zegna cerca un Store Customer Advisor
💰️ Honeywell cerca un Bid Manager
🆕 Nestlé cerca un Junior Risk & Compliance Specialist
Il 25 agosto 1609, Galileo Galilei presenta il suo primo telescopio al Senato di Venezia.
Ti è piaciuta la Newsletter di oggi? |
Raggiungi 58mila professionisti con un click 💻️
Fai pubblicità in questa newsletter per far conoscere il tuo servizio o prodotto ad oltre 58mila professionisti, che sono per la stragrande maggioranza decision maker in azienda (C-Level, Mid-Upper management e imprenditori). Contattaci ora!