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🏭 L'industria italiana è in crisi
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🏭 L’industria italiana è in crisi
📉 Il Governo è pronto a vendere Poste Italiane?
MACROECONOMIA
🏭 L’industria italiana è in crisi
Ormai è ufficiale: il settore industriale italiano è entrato in crisi (e questo è un problema).
Secondo un’indagine di Federmeccanica, i primi 6 mesi del 2024 sono stati pressoché disastrosi per il comparto industriale italiano, con rallentamenti su tutti i fronti:
📉 la produzione industriale è calata del 3,9% nel I semestre 2024
😦 …e dell’1,7% nel II semestre 2024
A fare fatica è l’industria in generale, ma in particolar modo il comparto metalmeccanico, quello degli autoveicoli e rimorchi e quello di macchine e apparecchi meccanici.
Ma quali sono i motivi di queste difficoltà?
Ce ne sono (ovviamente) diversi, ma i principali si legano al complicato contesto internazionale.
1. Difficoltà per la crisi nel Mar Rosso 🌊
gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi mercantili nello stretto del Gibuti (il tratto di mare che separa la penisola araba dal “Corno” d’Africa), stanno avendo pesanti conseguenze sui tempi di consegna e sull’affidabilità delle catene di approvvigionamento
In Italia parliamo di 4 imprese su 10 che stanno soffrendo per queste problematiche, sia per l’aumento dei tempi che per l’aumento dei costi
Per ovviare al problema, molte imprese stanno investendo in scorte di magazzino, cosa che però di riflesso le mette più in difficoltà dal punto di vista finanziario e di gestione della cassa
2. Una nuova crisi dopo anni di crisi 📉
il problema è che molte imprese industriali (soprattutto quelle medio-piccole) sono appena uscite da due crisi: quella del covid (2020) e quella energetica (2022)
entrambe queste crisi hanno contribuito ad indebolire le aziende, che si sono de-patrimonializzate (perché hanno dovuto assorbire le perdite), che si sono indebitate per superare il periodo e che hanno visto i loro margini stringersi (per l’aumento dei costi energetici e delle materie prime)
3. Carenza di manodopera qualificata 🧑🏭
a tutto questo, si aggiunge poi la sempre maggiore difficoltà che le imprese industriali hanno a trovare manodopera tecnica qualificata
In Italia, 7 imprese industriali su 10 sono proprio in questa situazione
4. Crisi dell’economia tedesca 🇩🇪
l’industria italiana è fortemente dipendente dalle esportazioni verso la Germania e, di conseguenza, il rallentamento dell’economia tedesca pesa anche sulle nostre imprese
e visto che la Germania è passata da “locomotiva d’Europa” a “malato d’Europa”, le cose non sembrano in via di miglioramento (il PIL tedesco è sceso dello 0,3% nel 2023 e si prevede in crescita solo dello 0,2% nel 2024)
Il problema è che l’industria è alla base dell’economia del nostro Paese
L’industria nel suo complesso pesa parecchio sui conti del nostro Paese:
📊 genera tra il 20% e il 25% del PIL italiano
🤑 per un valore aggiunto tra i €380 miliardi e i €480 miliardi
💼 dà lavoro a milioni e milioni di persone
Insomma, non parliamo di un qualcosa di poco conto, ma di una dei pilastri portanti della nostra economia…
A dirla tutta, le difficoltà non sono solo italiane…
Se guardiamo infatti fuori dai nostri confini, la situazione in Europa non è tanto migliore.
Per fare un esempio, la produzione metalmeccanica ha segnato in media un -2,1% nel I trimestre 2024 e -0,8% nel II trimestre 2024, segno che il rallentamento non è solo italiano.
Nello specifico, peggio di noi ha fatto la produzione industriale francese, mentre leggermente meglio di noi quella tedesca. Decisamente meglio invece la Spagna, che nel I trimestre del 2024 stava addirittura crescendo.
Se è vero che il problema non è solo italiano, è chiaro che la crisi del settore industriale rischia di investire molte delle nostre aziende, che, dopo le recenti batoste da covid e da crisi energetica, potrebbero, questa volta, davvero non farcela.
Secondo te sta per arrivare una nuova crisi economica? |
FINANZA E MERCATI
📉 Il Governo è pronto a vendere Poste Italiane?
Dopo 9 mesi dalla prima discussione a riguardo, il governo sembra definitivamente intenzionato a vendere una parte di Poste Italiane.
L’idea sarebbe quella di collocare sui mercati finanziari (tramite OPV - Offerta Pubblica di Vendita) il 15% del capitale di Poste Italiane, per un possibile incasso per le casse dello Stato di circa 2,5 miliardi di euro.
Un'offerta pubblica di vendita (OPV) è una procedura finanziaria attraverso cui l’azionista di una società (in questo caso lo Stato) offre al pubblico di investitori (istituzionali e privati) una parte significativa delle proprie azioni (in questo caso il 15% del capitale di Poste Italiane).
Ma perché mai lo Stato vuole vendere Poste Italiane?
Questa vendita fa parte della strategia di privatizzazioni annunciata 11 mesi fa dal Governo Meloni, che vendendo parte di alcune partecipazioni statali punta a raccogliere in 3 anni circa €20 miliardi di euro (al fine di “ridurre il debito pubblico”).
Coerenti con questa strategia sono state la cessione del 25% di Monte dei Paschi di Siena per €920 milioni e la cessione del 2,8% di ENI per €1,4 miliardi.
Oltre a queste, il Governo vorrebbe cedere (senza però perdere la maggioranza) anche:
🚆 il 30-40% di Ferrovie dello Stato per un valore di €5 miliardi
📺 il 15% di Rai Way (che gestisce le torri di trasmissione Rai) per un valore di €200 milioni
🌉 quote di altre società, come Enel, Snam, Terna e Leonardo
L’idea è vendere Poste Italiane entro il prossimo mese
Da quanto trapela, l’idea del Governo sarebbe quella di vendere questo 15% di Poste Italiane entro la fine di Ottobre (mantenendo dopo la vendita una quota però superiore al 50%).
Realisticamente, di questi 2,5 miliardi di euro:
🏦 1,8 miliardi saranno destinati a investitori istituzionali
🤑 0,7 miliardi saranno destinati a investitori privati e dipendenti
Ma è realistico ridurre il debito pubblico privatizzando?
In breve: no.
Se da una parte privatizzare può essere sensato (nel breve) perché porta nelle casse dello Stato liquidità immediata, dall’altra lo Stato rinuncia ai dividendi e nel lungo periodo rischia di pagarla cara…
…soprattutto se questo lo fa per degli importi che per l’obiettivo di ridurre il debito pubblico spostano ben poco.
Sia chiaro, ben vengano i tentativi di ridurre il debito pubblico italiano…
…ma questo ammonta a circa a €2.950 miliardi (140% del PIL), per cui €20 miliardi dalle privatizzazioni rappresentano davvero solo un piccolo granello di sabbia (per la precisione, sono lo 0,67% del debito).
Siamo sicuri che vender i gioielli di famiglia sia il metodo più sostenibile nel lungo periodo per ridurre questa valanga che è il debito pubblico?
Perché il rischio è che sia solo una piccola pezza ad un enorme buco…
Sei d'accordo con la scelta di privatizzare le aziende per ridurre il debito pubblico? |
🇺🇸 La FED taglia i tassi dello 0,50% (Ansa)
❌ La corte UE annulla la multa da $1,5 miliardi a Google (Ansa)
🚜 Questa startup coltiva verdure fresche nei supermercati (techy)
💰 Google segnalerà le immagini generate con l’AI (TC)
🦠 Questi nanorobot uccidono le cellule tumorali (techy)
🧬 Un’AI ha decifrato il codice genetico dell’autismo (techy)
Queste le risposte al primo sondaggio della scorsa newsletter: La stragrande maggioranza di voi (89%) erano consapevoli che abbiamo un grosso problema con i salari in Italia.
Ecco cosa hanno detto alcuni di voi:
Mentre per quanto riguarda il sondaggio su Volkswagen e BMW, questi sono i risultati:
🤑 Younited cerca un Digital Marketing Manager
✍️ Bending Spoons cerca un Growth Manager
💰️ BingX cerca un Growth Business Development Manager
🆕 Joinrs cerca un Junior Performance Marketing Graduate
Il 19 settembre 1941, nell'ambito della campagna offensiva in Unione Sovietica, i bombardieri tedeschi fanno esplodere la città di Leningrado.
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