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La più grande truffa nella storia della Silicon Valley
Buona Domenica!Questa settimana vi parliamo della magica (o tragica?) storia di Elizabeth Holmes, l'artefice della più grande truffa finanziaria nella storia della Silicon Valley. Ma entreremo anche nel mondo M&A, parlando di tre storie che hanno riempito questa settimana (e che riguardano l'Italia da vicino).
Le storie di oggi1 - Una settimana di M&A da urlo: le tre notizie che non puoi perderti!2 - Elizabeth Holmes: da 'nuovo Steve Jobs' a 11 anni di galera
Una settimana di M&A da urlo: le tre notizie che non puoi perderti!
La settimana appena trascorsa si può riassumere con tre belle parole: "Mergers and Acquisitions" (per gli amici M&A - si tratta di un termine inglese che sta ad indicare "fusioni ed acquisizioni").In questa settimana, infatti, ci sono state alcune operazioni di M&A degne di nota, alcune delle quali con aziende italiane al centro!Qui di seguito metteremo nero su bianco l’accordo tra Bending Spoons ed Evernote, indosseremo le vesti di Estée Lauder che acquista il marchio d’abbigliamento Tom Ford e infine sfrecceremo verso l’accordo tra MV Agusta e KTM.
1. Estée Lauder compra Tom Ford con un’offerta da capogirooooo
La notte del 15 novembre il noto brand d’abbigliamento Tom Ford ha detto il fatidico ''sì, lo voglio'' al suo spasimante Estée Lauder, friendzonando l’ormai caro amico Kering (che possiede marchi come Yves Saint Laurent e Gucci), che da tempo portava avanti le sue avance.Sfortunatamente per il gruppo internazionale che opera nel settore del lusso (Kering), le trattative si sono arenate su più fronti e le due parti non sono riuscite a chiudere.
Il matrimonio tra Tom Ford ed Estée Lauder, però, non si basa sull’amore, ma su un ingente offerta da parte di Lauder di $2,8 miliardi di dollari: si tratta del più grande accordo mai fatto per il colosso dei cosmetici, che in passato ha già acquisito marchi importanti come MAC, Clinique, La Mer e Aveda (ma mai ad una cifra così "esagerata").
Le condizioni dell’accordoIl patto prevede non solo il tesoretto promesso, ma anche la permanenza fino al 2023 del genio creativo Tom Ford e di Domenico De Sole, Presidente di Tom Ford International e da anni socio dello stilista.
Tom Ford e Domenico De Sole
Ci sono però altri due nomi da citare parlando di questo affare: Marcolin e il gruppo Zegna.Il primo prenderà in gestione l’eyewear e sborserà a Estée Lauder $250 milioni al momento del closing. Il secondo, invece, ha fatto sapere di aver firmato con il colosso beauty un accordo per l’acquisizione di una licenza a lungo termine per la divisione moda di Tom Ford, che comprende le linee uomo e donna, l’intimo e gli accessori.
I mercati reagiscono bene :)La chiusura del deal (prevista entro il secondo trimestre del 2023) renderebbe chiara la sinergia che esiste tra il mercato della moda e quello della cosmesi di lusso, che, nonostante l’aumento generale dei prezzi e le interruzioni della catena di approvvigionamento, continuano ad attirare investitori e somme di denaro.
Alla notizia i mercati hanno reagito bene, con il colosso del beauty che ha segnato un netto rialzo del +5,69%, che mitiga un 2022 per ora disastroso (-37% da inizio anno).
2. MV Augusta e KTM sfrecceranno insiemeRombo di motori, semafori verdi e via verso l’operazione che potrebbe riportare in pista i magici gioiellini rosso-argento portati sui podi di tutto il mondo da Giacomo Agostini negli anni 60’-70’ (per i non appassionati, stiamo parlando delle moto della casa produttrice italiana MV Agusta).
Aspé ma di cosa stiamo parlando?Tutto è cominciato lo scorso 3 novembre, quando il colosso austriaco KTM (azienda del gruppo Pierer Mobility AG) e MV Agusta hanno annunciato, tramite un comunicato congiunto, l'acquisizione del 25,1% della proprietà del marchio italiano da parte di KTM.L'accordo si è sviluppato sotto forma di un aumento di capitale da €30 milioni, che oltre a nuove risorse ha anche portato con se un nuovo consiglio di amministrazione, che ora include due esponenti del management di KTM.
Ma cosa prevede la partnership?La partnership prevede che KTM fornisca il proprio supporto in ambito supply chain, subentrando nella gestione dell’ufficio acquisti di MV Agusta. In aggiunta, KTM mette anche a disposizione l'enorme rete di distribuzione commerciale in tutto il mondo di Pierer Mobility, così da aprire mercati come il Nord-America e l'Asia allo storico brand italiano.Il rilancio di un brand in difficoltàCon questo accordo MV Agusta chiude un cerchio.Dopo alcuni anni complicati dal punto di vista finanziario, culminati con il concordato preventivo nel 2017, lo storico marchio italiano ha infatti ritrovato la crescita grazie agli investimenti fatti dalla nuova proprietà (famiglia Sardarov), che l'acquistò cinque anni fa.In 5 anni sono stati investiti circa €180 milioni di euro per il suo rilancio: sono stati ripagati i debiti e l'azienda è tornata sulla retta via. Il 2021 si è chiuso con 5mila moto prodotte e un fatturato di circa €90 milioni di euro e il 2022 si prospetta addirittura di chiudere il bilancio in utile.Obiettivi più che chiariL'obiettivo di MV Agusta e KTM è chiaro: crescere e crescere bene, per arrivare nel 2026 a vendere 25mila moto l’anno e raggiungere i €350 milioni di euro di fatturato.
3. Un'italiana fa compere in Silicon Valley
Una società italiana che compra un gigante della Silicon Valley. Ciò che è successo questa settimana è letteralmente storico e rappresenta uno notizia strepitosa per il panorama start-up italiano.
Bending Spoons, start-up italiana basata a Milano, ha acquistato Evernote, l'azienda dietro la celebre app per la gestione di impegni e appunti.Chi è e cosa fa Bending Spoons?Bending Spoons è una start-up italiana fondata nel 2013, che si occupa di sviluppare app per IOS (principalmente) e Android.Oltre a sviluppare app da zero, Bending Spoons è specializzata nell'acquisizione di realtà "da migliorare" (aka da ristrutturare), su cui poi va a migliorare l'infrastruttura tecnologia, l'esperienza utente e, soprattutto, la monetizzazione.L'azienda di recente ha raccolto un round da €340 milioni, da investitori italiani (Intesa Sanpaolo e BancoBPM) e internazionali, segno di quanto sia buono il lavoro che l'azienda sta facendo.FUN FACT:Nell'ultima sua visita in Italia, il CEO di Apple Tim Cook è andato proprio nella sede di Bending Spoons a Milano a fare una visita. Raga parliamo di Tim Cook, non del primo che passa!!
Tim Cook da Bending Spoons - Ottobre 2022
Ma torniamo all'accordo con EvernoteEntusiasta dell'accordo è il CEO & Co-Founder di Bending Spoons, Luca Ferrari:
“Ogni giorno milioni di persone in tutto il mondo si affidano a Evernote per organizzare la propria vita.
Evernote si adatta perfettamente al portafoglio di Bending Spoons e siamo lieti di poter servire la sua vasta e fedele base di utenti.
Abbiamo progetti molto ambiziosi per servirli al meglio”.
La notizia è stata confermata anche dall’Amministratore Delegato di Evernote Ian Small, in un post presente sul blog dell’azienda americana:
“Questa decisione è il prossimo passo strategico nel nostro viaggio per diventare un'estensione del cervello.
Il percorso che abbiamo intrapreso negli ultimi anni, ovvero ricostruire le nostre app per espandere l'utilità di Evernote e aumentare il suo fascino, ha reso possibili nuove funzionalità, una profonda attenzione ai nostri clienti e in definitiva, una soluzione di produttività #everbetter, che è l’apice della prossima fase di innovazione e crescita.
Entrare a far parte della squadra di Bending Spoons darà impulso a questo viaggio, migliorando le nostre offerte team, professional, personal e free”.
Le conseguenze dell'unioneQuesta unione porterà sicuramente il brand Evernote a risalire da un periodo difficile e da un contesto competitivo che nel corso degli anni è diventato sempre più complesso da gestire.Gli obiettivi per il gigante americano sono chiari: risolvere una situazione di cassa palesemente poco brillante e investire nel miglioramento dell'infrastruttura tecnologica, anche grazie all’aiuto italiano.Un'acquisizione storicaL’acquisizione per il brand milanese diventa un momento storico importante: d'altronde non è tutti giorni che si sente di un'azienda italiana che fa shopping in Silicon Valley!Bending Spoons rappresenta sicuramente un'eccellenza nel nostro Paese e un esempio di come fare impresa in Italia sia ancora possibile.Complimenti ragazzi!👏🏻
Elizabeth Holmes: da miliardaria e 'nuova Steve Jobs' al carcere (in poche semplici mosse)
Inc Magazine la definì "il prossimo Steve Jobs". Forbes invece come "la più giovane miliardaria del mondo che si è fatta da sola". Il Times la inserì nella lista delle persone più influenti al mondo nel 2015.
Insomma Elizabeth Holmes sembrava avere tutte le carte in regole per essere il nuovo astro nascente della Silicon Valley. Peccato però che tutto il suo successo si basasse su un enorme castello di carta (o forse su una sola goccia di sangue?).
Ma chi è Elizabeth Holmes?
Elizabeth nasce a Washington il 3 febbraio 1984;
Durante il liceo, era interessata alla programmazione e inizia la sua prima attività vendendo compilatori C++ a università cinesi;
Nel 2001 frequenta Stanford, dove studia ingegneria chimica e lavora come ricercatrice e assistente di laboratorio nella School of Engineering;
Nel marzo 2004 lascia l'università e utilizza i fondi per le tasse scolastiche come capitale iniziale per un'azienda di tecnologia nel mondo healthcare (sanità).
Ed è qui che inizia la sua storia: la storia di Elizabeth Holmes e di Theranos.
Theranos: la storia di una sola goccia di sangue
Proprio dopo aver lasciato gli studi a Standford, Elizabeth apre la sua azienda tecnologica nel mondo sanitario e lo fa a Palo Alto, in California.L'azienda si chiama Real-Time Cures e vuole “democratizzare l’assistenza sanitaria”. L'obiettivo è quello di dare accesso a 240 diverse analisi del sangue attraverso una singola puntura al dito ("una sola goccia di sangue"), che tutti avrebbero potuto fare semplicemente da casa.Questo attraverso una macchinario tecnologicamente iper-avanzato, chiamato Edison, che era in grado di fare ciò che in passato richiedeva enormi macchinari molto costosi.
Nel dicembre 2004 l'azienda, che aveva cambiato nome in Theranos, aveva già attirato l'attenzione degli investitori ed era riuscita a raccogliere $6 milioni.Grazie all’idea innovativa e alle connessioni che Holmes riuscì a sviluppare, la crescita di Theranos fu esponenziale: investitori del calibro di Larry Ellison (cofondatore di Oracle), Rupert Murdoch (fondatore di News Corp, Fox e Sky News) e Betsy DeVos (ex Segretario dell’istruzione USA) entrarono nel capitale, sicuri di avere tra le mani le "next billion dollar company".
Theranos poteva poi contare di altrettanti grandi nomi nel Consiglio di Amministrazione: Henry Kissinger e George Shults (ex segretari di Stato), James Mattis e William Perry (ex Ministri della Difesa) e Richard Kovacevich (ex CEO di Wells Fargo).
Insomma, tutto sembrava andare nel verso giusto per Holmes. Il successo la chiamava e le porte si stava spalancando. Anche l’allora Vice Presidente Joe Biden rimase impressionato dal lavoro che la giovane imprenditrice stava svolgendo, tanto da visitare i suoi laboratori nel 2015.
All'apice della sua vita, Theranos arrivò a valere oltre $9 miliardi (il tutto in poco meno di 10 anni), rendendo Elizabeth una delle più giovani self-made billionaires della storia.
Ma allora, com’è possibile che una donna di successo come Elizabeth Holmes sia passata da essere miliardaria al carcere?!
La caduta (fragorosa) 📉Il 16 ottobre 2015 è l'inizio della fine: viene pubblicato sul Wall Street Journal un articolo rivelazione del giornalista John Carreyrou, intitolato “La grande start-up Theranos sta facendo fatica con la sua tecnologia per gli esami del sangue".Articolo in cui l'autore, anche grazie a testimonianze di alcuni ex-dipendenti, sosteneva come di fatto la macchina Edison, senza troppi giri di parole, non funzionasse (per niente).
Come se non bastasse, non solo non funzionava, ma in alcuni casi i risultati delle analisi erano sbagliati al punto di risultare pericolosi per i pazienti.
Il macchinario Edison di Theranos
Nonostante i tentativi della dirigenza di Theranos di smentire le accuse, il danno era ormai fatto. Anche perché Theranos non poteva provare il contrario - per quanto ci provasse a farlo funzionare, Edison non andava, perché quella tecnologia non esisteva.In meno di un anno la valutazione passò da più di $9 miliardi a $0. Nel 2018, la società fallì completamente.
Oltre al danno, la beffa Dopo aver visto crollare la sua fortuna nel giro di poco tempo, la Holmes ha dovuto affrontare un processo diventato particolarmente famoso negli Stati Uniti, iniziato a settembre 2021 e concluso venerdì 18 novembre 2022.Elizabeth è stata accusata di avere mentito e ingannato per anni clienti e investitori in quella che è stata definita la più grande truffa della Silicon Valley.
Infatti, secondo il procuratore Robert Leach, la fondatrice di Theranos decise di mentire agli investitori, ai clienti e alla stampa quando capì di avere finito tempo e soldi per lo sviluppo delle tecnologie di analisi promesse e, nonostante avesse sempre saputo che Edison non poteva funzionare come voleva far credere, avrebbe continuato a far finta di nulla.
Pensate che nel 2011 i ricavi generati ammontavano a mezzo milione di dollari, mentre nel 2013 la stessa società perdeva tra gli $1 e $2 milioni A SETTIMANA!
Dall’altra parte, la Holmes si difendeva sostenendo che “fallire non è un reato". "Fare del tuo meglio e non dimostrarsi all’altezza non è un crimine”, aggiungendo in tribunale che per 15 anni ha dedicato la sua vita alla società e a migliorare la vita di molte persone. Nel dubbio, ci mise di mezzo anche l’ex direttore generale e operativo Ramesh Balwani, con il quale la fondatrice aveva anche una relazione sentimentale che la avrebbe influenzata negativamente**.
Elizabeth Holmes e Ramesh "Sunny" Balwani
Oltre a questo, secondo la difesa, Holmes non era a conoscenza delle imprecisioni dei test del macchinario Edison, poiché non era di sua competenza (ma di altri team interni a Theranos) e respingendo inoltre l’accusa di aver ingannato gli investitori, i quali erano a conoscenza dei rischi legati alla start-up in questione.
**Come ogni storia, c'è di mezzo l'amoreOvviamente non poteva mancare un piccolo intreccio amoroso in questa vicenda: entra quindi in gioco Ramesh “Sunny” Balwani, partner in affari (e non solo) di Holmes.Insieme, ormai sull’orlo del disastro, pensarono ad una soluzione: modificare macchinari già esistenti in commercio per i test del sangue, in modo che potessero funzionare con poche gocce diluite, da spacciare per sistemi di Theranos.Questo stratagemma avrebbe consentito ai due dirigenti di prendere tempo nella speranza di ottenere nuovi finanziamenti. Ovviamente, non funzionò.
Il verdettoA causa di tutti i capi d’accusa, Elizabeth Holmes rischiava fino a 20 anni di carcere e, dopo mesi di lunghi processi, il verdetto finale la dichiara colpevole e condannata a 11 anni e tre mesi di reclusione, a cui verranno poi aggiunti 3 anni di libertà vigilata.
Con questo processo, Holmes e Theranos hanno portato a galla un grande problema nell'ecosistema start-up statunitense.Ci sono molte aziende tecnologiche con grandi obiettivi che, però, ricevono valutazioni e investimenti miliardari, semplicemente sulla base di promesse, senza avere nulla di concreto da offrire ai clienti.Il problema è che queste realtà rischiano di causare danni economici a molte persone (ricche e non - soprattutto ai dipendenti) e abbassano il grado di fiducia della società interi nei confronti di start-up e progetti che possono in realtà avere le giuste potenzialità per cambiare il mondo.
Un piccolo consiglio per voiDietro alla storia di Elizabeth Holmes e Theranos c'è davvero un mondo. Se vi va di approfondirlo (ne vale la pena), vi consiglio un bellissimo libro scritto proprio da chi quella storia l'ha vissuta da vicino.Parlo dello scrittore che accennavamo prima, John Carreyrou, che ha scritto il libro "Per una sola goccia di sangue" (o "Bad Blood" in inglese).Se vi va, potete cliccare direttamente sull'immagine qui sotto per comprarlo su Amazon (per onestà intellettuale sottolineiamo che il link non è né sponsorizzato né affiliato :)).
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