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🇫🇷 La Francia rischia il default?

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Il menù di oggi prevede:
🇫🇷 La Francia rischia il default? Il governo traballa e l'economia è in bilico
🚗 La Cina domina il mercato dei veicoli elettrici
FRANCIA
🇫🇷 La Francia rischia il default? Il governo traballa e l'economia è in bilico

La Francia si trova in un momento delicato: senza un bilancio approvato, senza una maggioranza solida e con un governo che rischia di cadere.
Il Primo Ministro François Bayrou ha annunciato che l’8 settembre chiederà un voto di fiducia all’Assemblea Nazionale. Una sfida che potrebbe concludersi con la caduta dell’esecutivo e aprire una nuova fase di instabilità politica ed economica.
Ma come siamo arrivati a questa situazione?
L’economia francese è da tempo sotto pressione e le prospettive per il futuro non sono incoraggianti:
📈 Il debito pubblico, oggi al 113% del PIL, potrebbe superare il 120% entro la fine del decennio
💶 I tassi sui titoli di Stato a 10 anni sono al 3,5%, livello più alto degli ultimi 10 anni
🔼 Il deficit di bilancio è al 5,8% del PIL, quasi il doppio rispetto al limite del 3% fissato dall’UE

Questi numeri spiegano perché la proposta di legge di bilancio per il 2026 sia diventata terreno di scontro politico: il piano del governo prevede tagli e sacrifici che toccano cittadini e imprese.
Per questo l’esecutivo ha legato al testo la fiducia, rendendolo una prova decisiva per la sua tenuta.
Ma cosa prevede esattamente il piano di bilancio per il 2026 proposto dal governo?
Il progetto di bilancio di Bayrou prevede:
📉 riduzione del deficit dal 5,4% previsto nel 2025 al 4,6% nel 2026, fino a raggiungere il 2,8% entro il 2029
💰 tagli per €43,8 miliardi già dal 2026
⬇️ contenimento del debito al 117,6% del PIL nel 2026 e al 117,2% nel 2029
Per raggiungere questi obiettivi, il governo ha proposto misure drastiche:
🛑 blocco delle assunzioni nel settore pubblico,
⏱️ congelamento dell’indicizzazione di pensioni e scaglioni fiscali,
✂️ eliminazione di due giorni festivi

Secondo l’esecutivo, i conti pubblici sono in condizioni critiche e necessitano di una vera e propria “chirurgia d’urgenza”. Tuttavia, l’opposizione, pur riconoscendo che deficit e debito siano eccessivi, contesta duramente il metodo scelto per affrontare il problema.
Cosa potrebbe succedere ora?
Il governo Bayrou è appeso ad un filo, vincere un voto di fiducia richiede la maggioranza assoluta dei voti. E il problema politico è evidente: la coalizione centrista di Bayrou dispone solo di 210 seggi su 577.
Contro di lui hanno già annunciato il loro voto:
⚫️ l’estrema destra del Rassemblement National,
🔵 la sinistra radicale di La France Insoumise,
🟢 i Verdi,
🔴 i Comunisti
Insieme contano 264 deputati.
L’unico possibile appoggio potrebbe arrivare dai Socialisti, ma questi chiedono modifiche sostanziali al bilancio, difficili da accettare.
La matematica lascia pochi dubbi: Bayrou rischia seriamente di perdere la fiducia.
Cosa succederebbe in caso di caduta del governo?
Se Bayrou non dovesse superare il voto dell’8 settembre, Macron avrà due strade davanti a sé:

1️⃣ nominare un nuovo primo ministro, con il compito di cercare una maggioranza in un’Assemblea frammentata
2️⃣ sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni, ipotesi che finora il presidente ha escluso
Entrambe le soluzioni aprirebbero una fase di ulteriore incertezza politica.
Secondo te, Bayrou supererà il voto di fiducia? |
AUTOMOTIVE
🚗 La Cina ha vinto la partita delle auto elettriche?

La Cina ha letteralmente conquistato il mercato delle auto elettriche.
Nel 2024 la Cina ha venduto più di 11 milioni di veicoli elettrici (inclusi gli ibridi plug-in), pari al 66% del mercato globale. Per capirci, più di tre auto elettriche su cinque vendute nel mondo sono cinesi.
E mentre Europa e Stati Uniti esitano sulla transizione, Pechino ha trasformato l’elettrico in un pilastro della propria economia.
E pensare che solo un paio di anni fa, le case automobilistiche cinesi non erano nemmeno considerate veri concorrenti. Oggi la situazione si è completamente ribaltata…
Qual è la situazione a livello mondiale?
I dati del 2024 rivelano un panorama tutt'altro che omogeneo:
🇨🇳 Cina: i veicoli elettrici sono ormai una realtà consolidata con 11,3 milioni di unità vendute
🇺🇸 Stati Uniti: solo 1,5 milioni di unità vendute, appena l’8,4% del mercato
🇪🇺 Europa: si colloca in una posizione intermedia, con 3,2 milioni di auto elettriche venduti

E pensare che nel 2011, Elon Musk liquidò BYD ridendo dei suoi prodotti durante un'intervista. "Hai visto la loro auto? Non la trovo particolarmente attraente, la tecnologia non è molto avanzata."
Tredici anni dopo, BYD ha avuto l'ultima parola: ad aprile ha superato Tesla diventando il maggiore produttore di veicoli elettrici al mondo per fatturato, producendo circa 1 milione di unità all'anno negli ultimi tre anni.
Quali sono i segreti del successo cinese?
Tra il 2009 e il 2023, Pechino ha investito circa $230 miliardi nello sviluppo dei veicoli elettrici. Ma non è solo una questione di soldi, il successo cinese nasce da una strategia integrata che ha incluso:
💰 Sussidi governativi e incentivi fiscali massicci
👷 Costi del lavoro più bassi
💱 Yuan debole che favorisce le esportazioni
🔋 Solida catena di fornitura di batterie
🚀 Sviluppi tecnologici innovativi

E le previsioni sono impressionanti: entro il 2030 la Cina produrrà 36 milioni di veicoli all'anno e le esportazioni passeranno da 1 milione del 2020 a circa 9 milioni.
Dove hanno sbagliato i produttori europei e statunitensi?
Il passaggio dal motore a combustione alla propulsione elettrica non è una semplice evoluzione tecnologica, ma una rivoluzione industriale che stravolge l'intera catena produttiva.
Progettare un veicolo elettrico richiede competenze completamente diverse:
🔌 Ingegneri specializzati in elettronica di potenza
💻 Esperti di software e gestione termica
🧪 Chimici dei materiali per batterie
E mentre la Cina investiva da quasi due decenni nella formazione di queste figure, Europa e Stati Uniti continuavano a puntare sulle competenze tradizionali.
Il risultato? Oggi, Paesi come la Germania devono ridurre personale specializzato nei motori a combustione, ma faticano a trovare ingegneri pronti per la transizione all’elettrico.
Ma è davvero “game over” per l’Europa?
Definire la partita come già chiusa sarebbe un errore.
L'evoluzione verso le batterie allo stato solido potrebbe cambiare nuovamente gli equilibri. Su questa tecnologia stanno lavorando intensamente:
🇯🇵 Toyota (Giappone)
🇺🇸 QuantumScape (Stati Uniti)
🇨🇳 CATL (la stessa Cina)

Le batterie allo stato solido sono indicate da tutti come la soluzione del futuro per alimentare i veicoli elettrici. Hanno una densità energetica superiore, sono più sicure e garantiscono autonomie superiori
Queste nuove batterie promettono:
⚡ Densità energetica superiore
🚀 Ricarica più rapida
🔓 Minor dipendenza da litio e cobalto (e quindi dalla Cina)
La geopolitica della mobilità elettrica si muove quindi lungo coordinate altamente dinamiche, dove innovazione tecnologica, instabilità internazionale e politiche pubbliche interagiscono in modo imprevedibile.
E la capacità dei governi di comprendere e anticipare le traiettorie tecnologiche emergenti sarà cruciale per non rimanere tagliati fuori da questa rivoluzione.
Secondo te, entro quanto tempo i veicoli elettrici cinesi domineranno anche il mercato europeo? |

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Il 31 agosto 1994, in Irlanda l'IRA dichiara la "completa cessazione di tutte le operazioni militari", annuncio di pace rivelatosi poi non rispettato, con il riaprirsi del conflitto il 9 febbraio 1996
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