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🇪🇺 L’ultimatum di Draghi all’Europa

Buongiorno, questa è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

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  • 🇪🇺 L’ultimatum di Draghi all’Unione Europea

  • 🛢️ Eni crea un nuovo hub energetico nel Mediterraneo

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UNIONE EUROPEA

🇪🇺 L’ultimatum di Draghi all’UE

"L'Europa sta diventando il principale nemico di se stessa".

È questo il monito lanciato da Mario Draghi ai parlamentari europei a Bruxelles, in occasione della settimana parlamentare europea 2025.

A cinque mesi dalla pubblicazione del suo rapporto sulla competitività, l'ex Presidente della BCE ha constatato un peggioramento della situazione, descrivendo un'Europa "vulnerabile e incapace di essere competitiva", proprio nel momento in cui la competitività è diventata la sfida decisiva a livello globale…

Ma perché l’UE è “il principale nemico di se stessa“?

Secondo Draghi, i principali problemi del’Europa sono interni:

  • 📝 Eccesso di burocrazia

  • 📋 Troppe regole

  • 🧩 Frammentazione del mercato interno

E poi, da quando è stato pubblicato il rapporto, lo scenario internazionale è nettamente peggiorato

Se a settembre la preoccupazione principale era l'ascesa della Cina, oggi l'Europa deve affrontare ulteriori sfide:

  • 🛃 Nuovi dazi americani imposti dall’amministrazione Trump

  • 🏭 Sovrapproduzione cinese (reindirizzata verso l'Europa)

  • 💸 Politiche fiscali USA studiate per attrarre le aziende europee

  • 🇺🇦 Il rischio di essere "lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa"

Ma quindi… quali sono le priorità d’azione secondo Draghi?

1. L’energia è una questione sempre più urgente

I prezzi del gas naturale sono aumentati di circa il 40% da settembre e "ridurre i prezzi dell'energia è diventato imperativo".

Nel suo rapporto, Draghi propone diverse soluzioni concrete:

  • ⚡ Riforma del mercato dell'energia

  • 🔍 Maggiore trasparenza nel commercio energetico

  • 📝 Maggiore utilizzo di contratti a lungo termine

  • 🌐 Massicci investimenti nelle reti e interconnessioni

  • 🌱 Sviluppo di energie rinnovabili

2. La difesa europea è ancora troppo frammentata per essere efficace

Nonostante l'UE sia il terzo attore mondiale per spesa militare, la sua capacità produttiva è insufficiente per sostenere maggiori investimenti nella difesa, che nella situazione geopolitica attuale sono prioritari.

Il problema principale della difesa europea è la frammentazione della capacità industriale lungo i confini nazionali, con sistemi di difesa poco capaci di funzionare insieme efficacemente.

3. L’industria tradizionale rimane fondamentale

Draghi ha anche ribadito l'importanza di continuare a sostenere settori strategici come quello chimico e siderurgico, visto che:

  • 🏭 Dal 2012, i settori mid-tech hanno registrato la crescita più rapida in termini di produttività

  • 👨‍🏭 Il settore manifatturiero europeo impiega circa 30 milioni di persone

  • 🛡️ In un contesto di crescente protezionismo globale, mantenere industrie come quella siderurgica e chimica è diventato cruciale

4. L’Europa è in ritardo sull’innovazione tecnologica

Per Draghi, restano fondamentali lo sviluppo dell'innovazione e della competitività tecnologica.

Per fare un esempio, l'Europa è in ritardo significativo nel campo dell'intelligenza artificiale, basti pensare che quasi l’80% dei modelli linguistici avanzati viene sviluppato negli Stati Uniti e quasi il 20% in Cina (mentre molto poco viene fatto in Europa).

La soluzione? Agire come un unico stato

La proposta dell'ex presidente della BCE è tanto radicale quanto necessaria: "È sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre di più come se fossimo un unico stato."

Per farlo, Draghi propone di:

  • 🚧 Abbattere le barriere interne

  • 📊 Standardizzare e armonizzare le normative nazionali

  • 📝 Semplificare le regolamentazioni

  • 💰 Spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity

Ma quanto costerebbe tutto questo?

Per rendere l'Europa davvero competitiva, Draghi stima necessari investimenti per €700-800 miliardi all’anno, cifra che l’ex Presidente del Consiglio considera addirittura "prudente".

Soldi che dovranno essere recuperati facendo debito comune, visto che nessun Paese potrebbe permettersi tali cifre agendo da solo…

Al di là dei finanziamenti, serve anche un cambio di mentalità

"Finora l'Europa si è concentrata su obiettivi singoli o nazionali senza calcolarne il costo collettivo,” ha detto Draghi ma ora serve "un cambio fondamentale di mentalità"

Le barriere interne, secondo l'ex premier, sono "un retaggio di tempi in cui lo stato nazionale era la cornice naturale per l'azione”, ma questo approccio non ha garantito né benessere agli europei, né finanze pubbliche sane, né autonomia nazionale.

Alla domanda su cosa fare concretamente, la risposta di Draghi è disarmante nella sua franchezza: "Non ne ho idea, ma fate qualcosa! L'Europa non può più permettersi di aspettare.”

Secondo te quale dovrebbe essere la priorità per l'Unione Europea?

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ENERGIA

🛢️ Eni crea un nuovo hub energetico nel Mediterraneo

Nei giorni scorsi il CEO di Eni Claudio Descalzi ha firmato un accordo strategico con i ministri dell'Energia di Egitto e Cipro.

L'intesa riguarda lo sviluppo e lo sfruttamento del giacimento di gas naturale "Cronos", situato nelle acque territoriali dell’isola di Cipro.

Questo accordo rappresenta un passo importante verso la creazione di un nuovo hub energetico nel Mediterraneo, con potenziali ripercussioni sulla distribuzione e sull'approvvigionamento di energia nell’intera regione.

Ma di che giacimento stiamo parlando?

Il giacimento "Cronos" si trova a circa 160 km dalle coste meridionali di Cipro, a ben 2.287 metri di profondità.

Il giacimento si trova nel cosiddetto "Blocco 6", una delle tredici porzioni di mare cipriota date in licenza a società petrolifere.

Credits: EnergiaOltre

E non è certo un giacimento qualsiasi, visto che si stima possa fornire fino a 85 miliardi di metri cubi di gas, che per capirci è più del gas consumato dall’Italia in tutto il 2024 (circa 60 miliardi di metri cubi)…

Insomma, parliamo di un potenziale davvero significativo.

Ma cosa prevede l’accordo?

Il gas, una volta estratto dal giacimento, seguirà un percorso ben definito:

  • 🌊 Verrà inviato a terra tramite condotte sottomarine

  • 🏭 Sarà trattato nell'impianto "Zohr" in Egitto

  • ❄️ Verrà liquefatto nell'impianto LNG di Damietta

  • 🚢 Infine sarà trasportato via nave verso l'Europa

Giacimento offshore di Zohr, a circa 190 chilometri a nord della città di Port Said

"Questo accordo consente di portare il gas cipriota al mercato in modo tempestivo, contribuendo alla sicurezza energetica e alla competitività degli approvvigionamenti energetici"

Claudio Descalzi, Amministratore delegato di Eni

Perché questo accordo è così importante per l’Europa?

Negli ultimi due anni, l'Europa ha dovuto completamente ripensare la propria strategia energetica. Prima dell'invasione dell'Ucraina, circa il 40% del gas consumato in Europa proveniva dalla Russia. Nel 2023, questa percentuale è crollata all'8%.

Per compensare, i paesi europei hanno:

  • 🇳🇴 Aumentato le importazioni dalla Norvegia, diventata il primo fornitore

  • 🇺🇸 Incrementato gli acquisti di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti (sebbene più costoso)

  • 🌍 Cercato nuovi partner commerciali

In questo contesto, l'accordo tra Eni, Cipro ed Egitto rappresenta un ulteriore tassello nella strategia di diversificazione energetica europea.

Per Eni non si tratta certo di un debutto in questi Paesi…

In effetti, Eni vanta una presenza storica consolidata in entrambi i paesi coinvolti:

  • 🇨🇾 A Cipro, Eni è attiva dal 2013 e opera in diversi blocchi esplorativi

  • 🇪🇬 In Egitto, la presenza risale addirittura al 1954, e oggi Eni è il principale produttore del Paese

Questa doppia presenza ha sicuramente facilitato la negoziazione e la conclusione dell'accordo, permettendo all'azienda italiana di giocare un ruolo da protagonista nel ridisegno della mappa energetica mediterranea.

Secondo te, quanto contribuirà questo accordo alla diversificazione energetica dell'Europa?

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🪖 Trump vuole tagliare il sostegno militare ai paesi europei, stravolgendo equilibri mondiali (IlPost)

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