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🇮🇹 L'Italia ha un (grosso) problema con l'evasione fiscale

Buongiorno, questa è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Il menù di oggi è offerto da Scalable Capital, la piattaforma per investire in modo facile e sicuro, senza spendere un sacco di soldi in commissioni:
🇮🇹 L'Italia ha un (grosso) problema con l'evasione fiscale
📱 Tim-Iliad: si accende il risiko delle telecomunicazioni
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ITALIA
🇮🇹 L'Italia ha un (grosso) problema con l'evasione fiscale

In Italia ogni anno spariscono nel nulla più di €80 miliardi. Non vengono rubati, non vengono persi... semplicemente non vengono dichiarati al fisco.
La cifra esatta, secondo la relazione annuale sull'Economia non Osservata del Ministero dell'Economia, è di €82,4 miliardi, che invece di entrare nelle casse dello stato ed essere utilizzati per far crescere il nostro Paese, rimangono nelle tasche degli evasori.
Ma quali sono le imposte e i tributi più evasi?
Il Ministero dell'Economia ci dice anche che di questi €82,4 miliardi evasi nel 2021 (l'anno più recente di cui abbiamo i dati):
💶 l’87% si riferisce ad evasione tributaria
💶 il restante 13% è evasione contributiva
Insomma, il vero problema sono le imposte tributarie, e in particolare:
💰 IRPEF (imposta sui redditi): 42% dell'evasione totale, circa €34 miliardi l'anno
🧾 IVA: 22% dell'evasione totale, circa €18 miliardi l'anno
🏢 IRES e IRAP (imposte sulle aziende): 15% del totale, quasi €13 miliardi l'anno
🏠 IMU e TASI (imposte comunali): 6% del totale, circa €5 miliardi l'anno

Il resto rientra in altre categorie, come il canone RAI o le accise sui prodotti energetici, ma il loro impatto è decisamente minore.
Ma chi evade tutta questa IRPEF?
Quando parliamo di IRPEF, i dati ci raccontano un’amara verità: l'evasione non arriva dalla maggior parte delle persone, cioè dai dipendenti, ma viene perpetrata in larghissima parte dai lavoratori autonomi in partita IVA.
Di quei €34 miliardi evasi di IRPEF, infatti:
👨💼 Solo il 12% (€4 miliardi) viene evaso dai dipendenti
📊 Ben €30 miliardi sono evasi da lavoratori autonomi in partita IVA
Il motivo? Sta tutto nel sistema: mentre per i dipendenti l'IRPEF viene trattenuta direttamente in busta paga (ritenuta alla fonte), per le partite IVA l'imposta viene calcolata sulla base di quello che dichiarano, senza controlli preventivi.
Per fortuna, qualche segnale positivo ci arriva dall’IVA
Se è vero che il problema dell'evasione in Italia è grande, negli ultimi anni qualche notizia positiva l'abbiamo avuta, soprattutto guardando all'IVA.
Dal 2017 al 2021, l'evasione di IVA è passata da €35,5 miliardi a €17,8 miliardi, praticamente dimezzandosi in soli 5 anni.

Questo miglioramento è dovuto a tre interventi chiave:
📝 2017: allargamento dello Split Payment
🔄 2018: estensione del Reverse Charge
💻 2019: introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria
Ma perché in Italia evadiamo così tanto?
Le ragioni sono diverse:
💸 La pressione fiscale altissima: siamo al terzo posto tra i Paesi OCSE, con il 42,8% del PIL

📉 La scarsa qualità percepita dei servizi pubblici
⚠️ Gli sprechi di Stato
📚 La complessità del sistema fiscale
🤝 I continui condoni fiscali (82 dall'Unità d'Italia!)
E queste sono solo alcune delle cause…
Per approfondire meglio il tema dell'evasione fiscale in Italia, capirne le vere cause e scoprire quali conseguenze ha sul nostro paese, ti suggeriamo di guardare il nostro video su YouTube dove analizziamo nel dettaglio:
Perché alcune categorie evadono più di altre
Cosa stiamo facendo (e cosa non stiamo facendo) per risolvere il problema
Quali sono le soluzioni possibili
ITALIA
📱 Tim-Iliad: si accende il risiko delle telecomunicazioni

Il titolo Tim è tornato a correre in Borsa e ha raggiunto quota €0,3 per azione, un livello che non si vedeva da fine 2023.
Un balzo notevole, con il titolo che ha messo a segno un rialzo del +15% nell'ultimo mese e addirittura del +35% negli ultimi sei mesi.

E il motivo di questo rally è legato ad alcune indiscrezioni che potrebbero ridisegnare il panorama delle telecomunicazioni in Italia.
Negli ultimi giorni, infatti, girano voci su una possibile integrazione industriale tra le attività consumer di Tim e la francese Iliad.
Ma non è tutto…
Che cosa sta succedendo davvero?
Iliad, attraverso una serie di incontri con il ministro Giorgetti e il capo Gabinetto di Palazzo Chigi, ha mostrato un forte interesse per il gruppo di telecomunicazioni italiano Tim.
Ma soprattutto, i vertici del gruppo francese - Benedetto Levi e Thomas Reynaud - hanno voluto rassicurare il governo italiano su due punti chiave:
❌ Nessuna intenzione di procedere a uno spezzatino della società
👥 Nessun piano di licenziamenti in vista

L’obiettivo sarebbe quello di acquisire una grossa quota di Tim per fonderla con Iliad Italia, garantendo la tutela dell’occupazione ed evitando lo scorporo in più attività.
In realtà, non è la prima volta che Iliad ci prova…
Il gruppo francese, infatti, non è nuovo a questo tipo di operazioni nel nostro paese. Alla fine del 2023, infatti, aveva provato a mettere le mani su Vodafone Italia, presentando una proposta di fusione che valutava Vodafone Italia ben €10,45 miliardi.
Alla fine la trattativa non era andata a buon fine, con Vodafone che aveva rispedito l'offerta al mittente per poi essere successivamente acquisita nel 2025 da Swisscom.
Ma Iliad non è l’unico pretendente per Tim
Dopo la vendita dell’intera rete a una cordata guidata dal fondo americano KKR (e che include anche il Ministero dell'Economia e F2i) avvenuta lo scorso luglio, per Tim sembra essere arrivato il momento del consolidamento.

Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim
E i pretendenti non mancano, perché oltre a Iliad:
📮 Poste Italiane starebbe valutando un possibile partnership con Tim
💰 Vivendi (primo socio di Tim con il 24%) avrebbe avviato trattative con il fondo CVC per cedere la sua quota
📈 Il fondo Apax potrebbe avviare una potenziale OPA su tutta la società, finalizzata al delisting
In ogni caso, ci sono alcuni nodi da sciogliere…
Qualsiasi operazione dovrà fare i conti con diversi ostacoli:
🏛️ Il necessario via libera del governo attraverso il Golden Power (il potere speciale che permette al governo di bloccare operazioni che potrebbero danneggiare gli interessi nazionali)
📊 La complessa struttura del capitale di Tim
🔄 La possibile conversione delle azioni di risparmio in caso di delisting
🇧🇷 L'eventuale OPA a cascata sulle minoranze di Tim Brasil (dal valore stimato €2 miliardi)
Nel frattempo, gli occhi sono puntati sui conti
Il mercato resta in attesa di sviluppi concreti, con due date cerchiate in rosso sul calendario:
📅 12 febbraio: pubblicazione del bilancio 2024 di Tim
📊 13 febbraio: presentazione del piano industriale 2025-2027 di Tim
Per quanto riguarda il piano industriale, Tim si concentrerà soprattutto su come ottenere più liquidità, che è fondamentale per mantenere l'azienda finanziariamente sana. Per farlo, ci sono due operazioni importanti in programma:
🕳️ La vendita di Sparkle, società che gestisce le infrastrutture sottomarine di telecomunicazione, con un valore stimato di € 700 milioni
⚖️ La conclusione di una causa legale con il Mef sul tema dei canoni, che potrebbe garantire un introito di circa € 1 miliardo
Secondo te, quale sarà il futuro di Tim? |

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L’11 febbraio 1990, è una data simbolica per l'abolizione dell'apartheid: in Sudafrica viene liberato Nelson Mandela dopo ventisei anni di carcere.
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