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🧩 L'incredibile storia di LEGO: da falegnameria danese a colosso globale

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🧩 L'incredibile storia di LEGO: da falegnameria danese a colosso globale

  • 🌉 La Corte dei Conti blocca il Ponte sullo Stretto: troppi nodi nei conti e nelle carte

STORIE IMPRENDITORIALI

🧩 L'incredibile storia di LEGO: da falegnameria danese a colosso globale

La storia della LEGO ha inizio nel 1934, quando Ole Kirk Christiansen, un giovane falegname danese, trasformò la sua officina in una piccola fabbrica di giocattoli in legno.

Animato dalla passione per il lavoro ben fatto e dalla convinzione che un buon giocattolo dovesse essere resistente e stimolare la creatività dei bambini, Christiansen perfezionò sempre di più le sue creazioni, gettando le basi di un marchio destinato a diventare un’icona mondiale.

Il passaggio alla plastica

Nel 1947 decise di innovare investendo in una pressa per la produzione di giocattoli in plastica, un materiale più economico e adatto a una produzione rapida e su larga scala.

Da questa scelta nacquero, nel 1949, i primi mattoncini LEGO in plastica, che però inizialmente non incontrarono il favore del pubblico.

La svolta arrivò nel 1955 con il “Sistema nel Gioco”, un’idea rivoluzionaria che trasformò LEGO da una semplice collezione di giocattoli separati in un universo connesso, dove ogni pezzo poteva combinarsi con gli altri per dare vita a costruzioni sempre nuove e più complesse.

La nascita del mattoncino LEGO

Nel 1958 LEGO brevettò il suo mattoncino definitivo, con i cilindri interni che permettevano incastri perfetti e costruzioni stabili. Fu l’invenzione che cambiò per sempre la storia dell’azienda e del gioco creativo.

Ole Christiansen non fece in tempo a vederne il successo: morì poche settimane dopo il deposito del brevetto, lasciando la guida dell’impresa al figlio Godtfred.

Gli anni del boom: ruote, trenini e LEGOLAND

Tra gli anni ‘60 e ‘70 LEGO crebbe rapidamente, grazie a innovazioni che ampliarono il suo universo di gioco:

  • 🛞 Le ruote LEGO (1963): che permisero di creare veicoli in movimento

  • 🚂 Il trenino elettrico (1966): un successo globale, con oltre un milione di unità vendute

  • 🎡 L’apertura di LEGOLAND (1968): il primo parco tematico interamente costruito con mattoncini LEGO, che trasformò il brand in un’esperienza reale e immersiva

  • 🤷 Le minifigure LEGO (1978): piccola, snodabile e compatibile con i set esistenti. Con lei, le costruzioni presero vita. I bambini non costruivano più solo edifici o veicoli, ma vere e proprie storie

Questo segnò l'inizio di una crescita esplosiva per l’azienda, che continuò con nuove linee tematiche negli anni ’80 come:

  • 🏙️ LEGO City, con pompieri e poliziotti,

  • 🏰 LEGO Castello, con re, draghi e cavalieri,

  • 🌌 LEGO Spazio, con basi lunari e astronavi

Fu l’inizio dell’età dell’oro di LEGO, con vendite record e un’espansione mondiale senza precedenti.

Gli anni ‘90: l’espansione e le licenze

Negli anni ‘90 l’azienda, ormai nelle mani della terza generazione, si espanse su scala globale.

L’accordo con Lucasfilm per i set di Star Wars del 1998 fu un successo straordinario. Ma l’arrivo dei videogiochi e delle nuove forme di intrattenimento digitale cambiò le abitudini dei bambini, e LEGO cominciò a perdere terreno…

Il baratro dei primi anni 2000: LEGO a un passo dal fallimento

Nel 2003 l’azienda registrò una perdita record di €240 milioni. 

Le linee di business si erano moltiplicate (parchi, videogiochi, abbigliamento) ma senza una strategia coerente.

Per evitare il tracollo, Kjeld Christiansen affidò la guida a Jørgen Vig Knudstorp, un giovane consulente della McKinsey. Knudstorp impose una terapia d’urto:

  • 🎢 vendette i parchi LEGOLAND al fondo Blackstone

  • ✂️ ridusse la produzione e licenzia migliaia di dipendenti

  • 🧱 riportò il focus sui mattoncini, cuore del marchio

“LEGO non ha un problema di prodotto, ha un problema di strategia”, spiegò ai dirigenti.

Ed effettivamente, il piano funzionò: nel 2005 l’azienda tornò in utile e nel 2006 triplicò i profitti. Dopo anni di difficoltà, LEGO era salva.

La rinascita: dal gioco al fenomeno culturale

Negli anni successivi LEGO ritrovò la sua magia con prodotti pensati per un pubblico più ampio

  • 🥷 LEGO Ninjago (2011): non era solo una linea di costruzioni, ma un universo narrativo con serie TV, videogiochi e fumetti

  • 🎬️ The LEGO Movie (2014): un successo mondiale da $469 milioni che trasformò LEGO in un’icona pop

Da allora LEGO continua a crescere grazie a collaborazioni con Harry Potter, Super Mario e perfino la Formula 1, conquistando anche il pubblico adulto con progetti come LEGO Ideas, dove sono i fan a proporre nuovi set.

LEGO oggi: un gigante che non smette di costruire

Oggi LEGO è un colosso da €10 miliardi di fatturato annuo, con oltre 1.000 negozi in 54 paesi e più di 800 set attivi.

La LEGO House di Billund, con 25 milioni di mattoncini e un ristorante dove il cibo arriva su trenini LEGO, è diventata una meta di pellegrinaggio per i fan di tutto il mondo.

La forza di LEGO è sempre la stessa: innovare senza mai tradire la propria essenza. Dalla piccola falegnameria di Ole Christiansen a simbolo della creatività globale, LEGO ha dimostrato che anche un semplice mattoncino può costruire un impero.

Se vuoi scoprire di più sulla storia di LEGO guarda subito il nostro nuovo video su YouTube 👇️

ITALIA

🌉 La Corte dei Conti blocca il Ponte sullo Stretto: troppi nodi nei conti e nelle carte

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina ha subito una battuta d'arresto importante: la Corte dei Conti ha bocciato la delibera da €13,5 miliardi approvata ad agosto dal governo.

Ma quindi… cos’è successo esattamente?

Mercoledì 29 ottobre, la Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess (il comitato di ministri che decide quali grandi opere finanziare) che aveva approvato il progetto definitivo del Ponte il 6 agosto scorso.

Cosa significa in pratica?

  • 🚫 Senza questo visto, il governo non può erogare i fondi pubblici previsti

  • ⏸️ L'avvio dei lavori resta formalmente bloccato

  • 📝 I giudici renderanno note le motivazioni dettagliate entro 30 giorni

La decisione non è arrivata dal nulla: già il 24 settembre la Corte aveva chiesto chiarimenti al governo su diversi aspetti critici del progetto.

Ma facciamo un passo indietro perché i giudici hanno detto no?

I dubbi della Corte dei Conti riguardano diversi punti cruciali che il governo non è riuscito a chiarire in modo soddisfacente:

  • 📊 I conti economici: i numeri del progetto hanno sollevato perplessità. I magistrati dubitano che tutti i costi siano stati calcolati correttamente

  • 🌱 Le norme ambientali: il governo ha applicato la procedura IROPI (Imperativi requisiti di interesse pubblico prevalente) per aggirare alcuni vincoli ambientali, arrivando persino a classificare il ponte come opera di interesse militare

  • 💰 I 189 milioni già spesi: la Corte dei Conti vuole capire come siano stati utilizzati questi fondi, visto che sono stati impiegati quando la società Stretto di Messina era in liquidazione, cioè in una fase in cui non avrebbe potuto effettuare nuove spese o portare avanti attività operative

  • 📄 Documenti mancanti: nelle risposte del governo mancavano atti fondamentali, come la delibera del CdA della società del luglio 2011 e gli atti aggiuntivi al contratto con le imprese costruttrici

Ma il problema più grosso riguarda le regole europee sugli appalti

La direttiva UE 2014/24 stabilisce che se i costi di un'opera aumentano di oltre il 50% rispetto al contratto iniziale, bisogna indire una nuova gara d'appalto.

E qui sta il punto:

  • 2006: il contratto prevedeva €4,6 miliardi

  • 2024: la stima è salita a 13,5 miliardi (quasi il triplo!)

Secondo la normativa europea, il governo avrebbe dovuto avviare una nuova gara internazionale. Invece ha riattivato il vecchio contratto con Eurolink (Webuild, Sacyr e IHI), il consorzio che aveva vinto nel 2006.

Il progetto del ponte era stato cancellato nel 2013 durante la crisi economica, per poi essere riattivato nel 2023.

E adesso? Il governo può andare avanti lo stesso

Il no della Corte non blocca definitivamente il ponte.

La legge italiana prevede una via d'uscita: il Consiglio dei ministri può riapprovare il progetto dichiarando che risponde a "particolari interessi pubblici".

La procedura funziona così:

1️⃣ La Corte ha 30 giorni per rendere pubbliche le motivazioni della bocciatura

2️⃣ Il governo può poi ripresentare la richiesta alla Corte, che giudicherà a sezioni unite

3️⃣ A quel punto la Corte può:

  • registrare normalmente il progetto (cambiando idea)

  • registrarlo "con riserva", segnalando che mantiene le sue criticità

Nel secondo caso, la delibera diventa operativa nonostante il parere negativo, ma la Corte segnala il tutto al Parlamento. L'opposizione protesterà sicuramente, ma con l'ampia maggioranza che sostiene il governo è improbabile che ci siano conseguenze concrete.

Meloni ha già convocato una riunione d'urgenza e il governo ha confermato che procederà, promettendo di rispondere "puntualmente a ciascun rilievo" della Corte.

Insomma…

Il Ponte sullo Stretto continua a essere un progetto pieno da incertezze: bilanci ancora nebulosi, interrogativi ambientali e una procedura d’appalto che potrebbe entrare in rotta di collisione con le norme europee.

Così il ponte resta sospeso non solo tra la Sicilia e la Calabria, ma anche tra sogno e fattibilità. Dopo decenni di annunci, studi e rinvii, la domanda resta irrisolta: sarà finalmente costruito, o continuerà a essere l’emblema di un’Italia che promette grandi opere ma non riesce mai a completarle?

Secondo te, il governo dovrebbe:

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🇮🇹 Via libera definitivo alla riforma della giustizia, ora il referendum. Scontro in Aula e polemica con le toghe (Ansa)

💬 Chat 'femministe' indagate, insulti a Mattarella, Segre e Murgia (Ansa) 

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🛴 Ma quindi, in Italia posso ancora usare il mio monopattino? (Techy)

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Il 2 novembre 1975, viene ucciso all'Idroscalo di Ostia Pier Paolo Pasolini

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