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🇮🇹 Il Governo vuole aiutare i giovani?

INSIEME A:

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter fresca e divertente che ti spiega economia ed attualità.

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🇮🇹 Italia: incentivi per assumere i “Neet”?

  • 🇨🇳 Nuova via della seta: cosa cambia tra Cina e Italia?

🇮🇹 Italia: incentivi per assumere i “Neet”?

1 giovane italiano su 5 non studia né lavora.

I cosiddetti NEET (Neither in employment or in education and training) ovvero quegli individui di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non seguono un percorso di istruzione o di formazione non sono pochi in Italia…

Nel 2022 l’Istat ha dichiarato che il 19% della popolazione italiana compresa in quella fascia d’età rientra in questa categoria, contro una media europea del 10,8%.

Insomma, non una bella situazione…

…E quindi, ecco l’incentivo

Per cercare di migliorare la situazione, il Governo ha messo sul piatto una nuova misura.

Nel nuovo Decreto Lavoro approvato lo scorso 1 maggio (ne abbiamo parlato anche qui), il Governo ha proposto un incentivo fino al 60% della retribuzione mensile lorda per quei datori di lavoro che assumono giovani under 30 che non lavorano né studiano.

La misura sarà valida dal 1 giugno al 31 dicembre prossimo, e sarà accessibile solo se il datore assumerà con contratto:

  •  💼 A tempo indeterminato

  • 👩‍⚕️ Di apprendistato professionalizzante o di mestiere

Ai giovani lavoratori è invece richiesto essere registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione giovani.

Ma quanti soldi costerà allo Stato?

La copertura prevista dal decreto è di €80 milioni per il 2023 e di €51,8 milioni di euro per il 2024, mentre la divisione regionale avverrà successivamente tramite apposito decreto.

Considerando la durata del bonus e il fatto che verrà distribuito in ordine di presentazione fino a esaurimento fondo, è difficile pensare che basterà per dare una svolta alla situazione dei NEET in Italia…

Ma da qualche parte bisognerà pur iniziare, no?

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Il contenuto di questo secondo articolo è stato scritto da un caro amico che è ritornato a trovarci: Pietro Michelangeli.

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🇨🇳 Nuova via della seta: cosa cambia tra Cina e Italia?

Nel 2019 l’Italia ha firmato con la Cina un Memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative (BRI), diventando così l’unico paese del G7 a firmare un accordo di collaborazione con Pechino sul progetto.

Ma di che cosa si tratta?

La BRI, nota anche come “Nuova Via della Seta”, è un ambizioso progetto di infrastrutture proposto dalla Cina nel 2013.

L’opera consiste in un vasto sistema di reti commerciali e infrastrutture che collegano la Cina all'Europa, all'Asia e all'Africa.

Il progetto mira a:

  • 🤝 Promuovere la cooperazione economica tra i paesi partecipanti

  • 📈 Migliorare l'accesso ai mercati

  • 🌿 Spingere lo sviluppo sostenibile.

Nel solo 2021, la nazione guidata da Xi Jinping ha investito un totale di $59,5 miliardi nei paesi aderenti all’iniziativa.

Insomma, mica spiccioli!

Circa il 37,5% dei fondi è stato diretto al settore energetico, mentre il settore dei trasporti ha ricevuto circa il 27,5%.

Ma cosa centra l’Italia?

Tornando a noi, da quando è stato concordato il patto, molte cose sono cambiate.

Il rapporto commerciale Italia-Cina, infatti, non è decollato. L’export italiano nel paese del Dragone è cresciuto, è vero, ma senza l’accelerazione sperata.

Nel frattempo però, sono esplose le importazioni di merce cinese in Italia: dai $31,7 miliardi del 2019 siamo arrivati ai $57,5 del 2022.

La Cina rappresenta oggi il nostro secondo maggiore fornitore, ma nei fatti l’Italia resta un partner commerciale secondario per Pechino.

E anche l’idea che abbiamo della Cina è mutata

Nell’ultimo periodo infatti, la visione che il mondo ha della Cina è cambiata. 

L’Italia oggi è tra i paesi dell’Ue che considera la Nuova Via della Seta in modo negativo rispetto alle aspettative passate. Prima di essere eletta ad esempio, Giorgia Meloni ha affermato che aderire alla BRI è stato un "grosso errore".

Tuttavia, in base al Memorandum firmato nel 2019, le due parti possono terminare l'accordo dopo cinque anni, altrimenti la partnership viene estesa per un altro periodo della stessa durata.

L'Italia ha quindi tempo fino alla fine del 2023 per informare la Cina circa la volontà di porre fine all'accordo.

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Angolo Politico 💬 

🇫🇷 Francia: bloccato anche il secondo referendum sulle pensioni (Ansa)

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Oggi nella storia? Il 4 maggio 1979 Margaret Thatcher, leader del Partito Conservatore, diventa la prima prima ministro donna della Gran Bretagna. Visto il suo temperamento deciso e risoluto nell’esecuzione delle riforme, verrà soprannominata “The Iron Lady”.

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