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🏭 L’Italia ha un problema di produttività + PNRR: siamo in ritardo

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🏭 L’Italia ha un problema di produttività…

  • 💶 PNRR, l’Italia è (ancora) in ritardo

ECONOMIA ITALIANA (con WeAreStarting)

🏭 L’Italia ha un problema di produttività…

Purtroppo si sa, uno dei più grandi problemi della nostra economia è la bassa produttività: in Italia, per ogni ora di lavoro viene generato meno valore aggiunto rispetto a Paesi come Germania o Francia…

E quando si parla di (bassa) produttività in Italia, spesso l'attenzione si focalizza sulle Piccole e Medie Imprese (PMI), che costituiscono una parte preponderante del nostro tessuto imprenditoriale.

Le PMI, definite come aziende con meno di 250 addetti, sono spesso additate come colpevoli, come quegli elementi che "deprimono" la produttività nazionale.

Ma è davvero così? La bassa produttività italiana è davvero colpa delle PMI?

Le PMI Italiane sono meno produttive delle grandi imprese

Se confrontiamo la produttività delle PMI con quella delle grandi imprese - e lo facciamo prendendo come riferimento la produttività delle grandi imprese e fissandola a 100 - ecco come si posizionano le PMI in alcuni paesi europei:

  • 🇩🇪 Germania: 72,84%

  • 🇫🇷 Francia: 64,33%

  • 🇪🇸 Spagna: 60,84%

  • 🇮🇹Italia: 51,82%

Insomma, una PMI italiana, a parità di input, produce circa la metà rispetto a una grande azienda!

E se questo non stupisce in generale (ci si aspetta che una grande azienda sia in grado di sfruttare economie di scala e sinergie per aumentare il suo output produttivo), il divario diventa preoccupante se confrontato con altri paesi europei.

Ma il vero problema non sono le PMI, ma… le Micro imprese!

Se si analizzano i dati in modo più approfondito, infatti, si scopre che non tutte le PMI pesano negativamente sulla produttività italiana, anzi!

Scomponendo le PMI in tre categorie - microimprese, piccole imprese e medie imprese - la situazione diventa molto più chiara.

Le microimprese, ovvero quelle con meno di 10 addetti, rappresentano il vero "problema" in termini di produttività. Queste aziende, che rientrano tecnicamente nel computo delle PMI, hanno infatti una produttività significativamente inferiore rispetto alle piccole e medie imprese (quello con più di 10 dipendenti ma meno di 250 dipendenti).

Se guardiamo ai “business services” (che racchiudono quasi 3 milioni di PMI attive in ambiti come consulenza, servizi legali, marketing, gestione operativa ecc), il confronto di produttività con le grandi imprese lascia pochi dubbi:

  • 1️⃣ Micro imprese: 52,5%

  • 2️⃣ Piccole imprese: 82,9%

  • 3️⃣ Medie imprese: 101,8% (quindi sono più produttive rispetto alle grandi imprese appartenenti allo stesso settore!)

Il problema principale è che le microimprese in Italia sono estremamente numerose: si parla di circa 4 milioni di aziende che impiegano ben 7 milioni di persone, la cui bassa produttività "deprime" il dato complessivo delle PMI e, di conseguenza, quello dell'intero sistema produttivo italiano.

Ma come mai le Micro imprese sono così poco produttive?

Sono diversi fattori che contribuiscono alla scarsa produttività delle microimprese italiane, tra cui:

  • Processi poco strutturati

  • 📠 Minori investimenti in macchinari e innovazioni di processo

  • 👨🏻‍💼 Management con un livello di istruzione mediamente più basso

Certo, nonostante le criticità, ci sono segnali positivi anche per le microimprese, visto che, tra il 2015 e il 2019 (ultimi dati disponibili), si sono registrati miglioramenti significativi in quanto a:

  • 💰 investimenti fissi per addetto: +26%

  • 📈 valore aggiunto per addetto: +5%

  • 💻 livello di digitalizzazione, che ha mostrato segni di miglioramento

In ogni caso, se le Micro imprese italiane arrancano ancora in quanto a produttività, lo stesso non si può affatto dire per le piccole e medie imprese.

Le piccole e medie imprese italiane sono un vero punto di forza

Infatti, le piccole imprese (da 10 a 49 addetti) e le medie imprese (da 50 a 249 addetti) italiane non hanno nulla da invidiare alle loro controparti europee in termini di produttività…

Anzi! Si rivelano tra le più forti e dinamiche del nostro sistema produttivo:

  • 📈 La produttività delle piccole e medie imprese italiane è aumentata del 6,5% tra il 2010 e il 2019, mentre quella delle grandi aziende ha registrato un calo del 5%

  • 💪🏻 La loro produttività è addirittura superiore a quella delle imprese di pari dimensioni in Francia e Germania

Insomma, le Piccole e Medie imprese italiane non solo non responsabili del problema della bassa produttività, ma anzi sono un vero e proprio punto di forza della nostra economia.

E parlando di piccole e medie imprese…

C’è un modo per investire in modo facile e veloce su PMI e Startup innovative…

E quel modo è WeAreStarting, una piattaforma online autorizzata dalla Consob che ti consente di:

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  • 🔍 Accedere a società particolari e innovative, non facilmente accessibili tramite altri canali

  • Non pagare alcuna commissione sugli investimenti

Insomma, se vuoi investire in PMI e Startup con la massima trasparenza e flessibilità, allora dovresti farlo con WeAreStarting!

PNRR

💶 PNRR: l’Italia è (ancora) in ritardo

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano sembra essere in una nuova fase di stallo, con la spesa effettiva che fatica a decollare, nonostante le numerose promesse di accelerazione.

I dati più recenti mostrano un quadro preoccupante, con numeri ben lontani dagli obiettivi prefissati…

Ma quanto siamo in ritardo?

Secondo le ultime rilevazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB):

  • 💰 Attualmente la spesa totale ha raggiunto quota €53,5 miliardi, cioè solo il 27,5% delle risorse complessive previste dal Piano (€194,4 miliardi). Si tratta di un valore basso considerando che dobbiamo spendere tutto entro la fine del 2026…

E il problema è che abbiamo speso troppo poco rispetto a quello che dovevamo spendere:

  • 🎯 Obiettivo di spesa per il 2024: €43,96 miliardi

  • 💸 Spesa effettiva finora: €8,93 miliardi

Praticamente siamo quasi alla fine del 2024 e abbiamo realizzato solo il 20% dell’obiettivo che ci eravamo prefissati per quest’anno!

La gestione del Piano fa acqua da tutte le parti

Le difficoltà di spesa del piano riguardano un po’ tutte e 7 le missioni in cui si articola il PNRR.

Ma a che punto sono queste singole missioni?

  • 🌿 Transizione verde: solo il 10,6% della spesa annuale realizzata

  • 🤝 Inclusione e coesione: 14,1%

  • 💻 Digitalizzazione e PA: 14,8%

  • 🏥 Salute: 22,3%

I settori più "virtuosi" sono:

  • 📚 Istruzione e ricerca: 35,5%

  • 🚆 Infrastrutture: 33,6%

Ma quali sono le cause di questi ritardi?

Dietro ai numeri “deludenti” della spesa PNRR si nascondono alcuni problemi strutturali del nostro Paese:

  • 📑 Burocrazia lenta e complessa: gli investimenti sono frenati o rallentati dai tempi lunghi che servono per ottenere autorizzazioni e permessi

  • 🧑‍💻 Carenza di personale qualificato a livello amministrativo: mancano figure specializzate (soprattutto a livello regionale e comunale) che sappiano gestire al meglio i fondi

  • 🏢 Frammentazione delle competenze tra diversi livelli di governo: la sovrapposizione dei ruoli tra Stato, Regioni e Comuni crea confusione e ad oggi manca un coordinamento efficace tra i vari livelli

Questi fattori, radicati nel sistema italiano, non solo rallentano l'implementazione del PNRR, ma rischiano di comprometterne l'efficacia complessiva…

E questi problemi non sono nemmeno una novità, visto che proprio a causa di questi abbiamo storicamente sempre fatto una grande fatica a spendere i soldi che l’UE ci dava tramite il suo bilancio settennale (che finivano per tornare indietro).

E le conseguenze?

Ovviamente, questo rallentamento ha conseguenze tangibili sull’economia italiana, influenzando negativamente le prospettive di crescita del nostro Paese.

L’Istat, intanto, ha recentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita e l’obiettivo ufficiale del +1% per il 2024 sembra ora "più lontano", come sottolineato anche da Banca d'Italia.

Con il passaggio di consegne imminente tra l'attuale ministro per il PNRR, Raffaele Fitto, e il suo successore (non ancora nominato), il tempo stringe sia sul piano politico che su quello pratico.

La sfida sarà accelerare la spesa senza compromettere la qualità degli investimenti, un equilibrio delicato ma essenziale per il futuro economico dell'Italia.

Secondo te, come si evolverà la situazione del PNRR italiano nei prossimi mesi?

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Queste le risposte al primo sondaggio della scorsa newsletter: l’88,54% di coloro che hanno risposto non ha mai acquistato su Shein.

Ecco cosa hanno detto alcuni di voi:


✍️ Acqua di Parma cerca un Regulatory Affairs Support

💰️ ePRICE cerca un Junior Controller

🆕 ADVANT Nctm cerca un Business Development

🤑 agap2 Italia cerca un Cost Controller

Il 10 ottobre 732, in Francia si combatté la Battaglia di Poitiers

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