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💻 In Italia abbiamo un problema di digitalizzazione?
Buongiorno!Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
💻 In Italia abbiamo un problema di digitalizzazione?
🛒 EssilorLuxottica sta facendo acquisti in giro per il mondo
DIGITAL TRANSFORMATION (CON OPIT)
💻 In Italia abbiamo un problema di digitalizzazione?
Il tessuto imprenditoriale italiano è composto in larga parte da piccole e medie imprese (le cosiddette PMI) e negli ultimi anni si è trovato di fronte ad una sfida cruciale: quella della digitalizzazione.
Nonostante i progressi degli ultimi anni, l'Italia fatica ancora a tenere il passo con i suoi vicini europei, e questo rappresenta un bel problema (ma anche una grande opportunità) per lo sviluppo dell’economia italiana nei prossimi anni.
Ma facciamo un passo indietro…
Come se la cava l’Italia in quanto a digitalizzazione?
L'Indice di Digitalizzazione dell'Economia e della Società (DESI), che serve a monitorare le prestazioni digitali dei paesi dell’Unione, colloca l'Italia al 18° posto tra i 27 Stati dell'UE.
Va detto che ci sono stati miglioramenti (il punteggio italiano è passato da 28,2 a 49,3 tra il 2017 e il 2022), ma rimaniamo comunque sotto alla media europea di 52,3 e sotto anche a diversi paesi con cui ha senso confrontarci, tra cui:
🇪🇸 Spagna, che ha un punteggio di 60,8
🇫🇷 Francia, che ha un punteggio di 53,3
🇩🇪 Germania, che ha un punteggio di 52,9
Insomma, c’è un po’ di lavoro da fare…
E invece le PMI Italiane quanto sono digitalizzate?
Anche in questo caso, la situazione è un po’ luci ed ombre.
Secondo il report Istat Imprese e ICT 2023, le PMI italiane superano (o se la giocano) con le controparti europee per quanto riguarda:
☁️ L’adozione di sistemi cloud (61,4% vs media UE del 45,2%)
💳 La fatturazione elettronica (adottata dal 97,5% vs media UE del 38,6%)
💻 L’utilizzo di software gestionali (47,9% vs medi UE del 48,7%)
Mentre soffrono ancora abbastanza se andiamo a guardare:
📦 La condivisione elettronica dei dati con i fornitori (13,6% vs media UE del 23,5%)
🤖 L’adozione di sistemi AI (5% vs media UE dell’8%)
Il vero problema, però, è rappresentato dalla mancanza di competenze digitali
Per fare un esempio, l'ISTAT riporta che la mancanza di competenze è stata un ostacolo per il 55,1% delle imprese che hanno considerato di iniziare ad utilizzare l’AI (e che per questo motivo ci hanno poi rinunciato).
Un dato che non stupisce più di tanto, se consideriamo il fatto che in Italia la quota di laureati in ambito ICT nel 2022 è stata pari solamente all’1,5% contro una media europea del 4,5%.
Il tema quindi è chiaro ed è quello dello skill mismatch: come potremo mai digitalizzarci se mancano le persone con le competenze necessarie per aiutarci a farlo…?
Il problema dell’Italia, di fatto, è il forte divario tra le competenze richieste delle imprese e quelle di cui sono invece in possesso i lavoratori, anche quelli giovani che entrano ora nel mercato del lavoro.
E in questo senso i numeri parlano chiaro…
Secondo le stime dell’Osservatorio sulle competenze digitali, nel 2023 in Italia:
✅ ci sono stati 219mila annunci per profili ICT
❌ ma i profili trovati sono stati solo 44mila
🥶 di fatto, all’appello sono mancate 175mila persone…
Eppure, l’investimento in competenze è molto remunerativo…
…basti pensare che le imprese con più di 10 dipendenti che hanno un alto livello di “Digital Intensity” riescono a generare un fatturato per dipendente di ben €408.500 l’anno, rispetto ai €162.500 l’anno delle imprese con una intensità digitale bassa…
Eppure, in Italia solamente il 15,5% delle imprese ha offerto formazione ICT ai propri dipendenti, contro una media UE del 20%...
Ma quindi… come si possono aumentare le competenze digitali in modo efficace?
La digitalizzazione, lo sviluppo sostenibile e l'avanzamento delle tecnologie richiedono competenze sempre nuove e aggiornate, ma scuole e università non riescono a tenere il passo con queste esigenze.
Ed è proprio per questo che nascono realtà come OPIT, che offre una Laurea Magistrale in Digital e Business & Innovation.
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FUSIONI E ACQUISIZIONI
🛒EssilorLuxottica sta facendo acquisti in giro per il mondo
Nel giro di un’ora, EssilorLuxottica ha annunciato che acquisirà ben due aziende: il brand americano Supreme NY e l’azienda tedesca di ricerca oculistica Heidelberg Engineering.
La multinazionale italo-francese, che possiede brand come Ray-Ban, Oakley, Persol, è già il più grande produttore di occhiali al mondo ma sembra volersi espandere anche in altri settori quali:
👕 abbigliamento
👀 cura delle malattie agli occhi
Ma andiamo con ordine.
Supreme? Di cosa stiamo parlando?
Supreme NY è un brand di abbigliamento streetwear fondato nel 1994 ma diventato famoso tra il 2015 e il 2017 grazie alla sua aura di esclusività e alle collaborazioni con grandi marchi di moda come Louis Vuitton.
Pensate che nel 2019, quasi l'80% dei consumatori globali identificava Supreme NY come l'emblema dello streetwear.
Anche grazie alla notorietà acquisita, nel novembre 2020 Supreme NY viene acquisita dal gruppo VF Corporation (già proprietario di The North Face e Vans) per $2,1 miliardi.
E dopo alcuni anni d’oro sono iniziati i primi problemi.
Il brand di streetwear sta avendo un periodo di crisi
Nell’ultimo anno però il fatturato è calato del 6,8% ed è passato da $561 milioni nel 2022 a $523,1 milioni nel 2023.
Questa crisi è il risultato di diversi fattori:
📉Crisi dello streetwear: il mercato dello streetwear sta passando di moda e le vendite stanno calando in generale
👕Concorrenti: negli anni i concorrenti si sono moltiplicati e mano mano stanno rosicchiando quote di mercato a Supreme NY
🆕Brand Emergenti: nel settore del lusso c’è anche stato un calo di interesse verso i grandi brand di moda in favore dei brand emergenti
E grazie a questo periodo negativo, il valore di Supreme è sceso e ciò ha permesso a EssilorLuxottica di acquistare il brand a sconto, $1,5 miliardi (circa €1,39 miliardi di euro), quindi $600 milioni in meno rispetto a quanto l’aveva comprata VF Corporation nel 2020.
Per quanto riguarda l’altra acquisizione invece?
Cosa fa di preciso Heidelberg Engineering?
Si tratta di un’azienda tedesca fondata nel 1990 e specializzata nella diagnosi precoce delle patologie oculari e nella creazione di strumenti e software per la cura degli occhi.
L’azienda opera in un settore, quello del Med-Tech, in cui EssilorLuxottica vuole espandersi, e dunque ne ha acquisito l’80%.
Med-Tech, o tecnologia medica, è il settore che riguarda lo sviluppo e l'utilizzo di dispositivi volti a migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie, in questo caso quelle agli occhi.
E l’AD del gruppo ha commentato così l’operazione.
“L’acquisizione si iscrive perfettamente nella strategia dicrescere nel med-tech. Con le risorse di cui disponiamo nel settore dell’ottica supporteremo la crescita di Heidelberg Engineering per migliorare l’esperienza di medici e pazienti”
Insomma, per la prima volta, il gruppo espande il suo portafoglio oltre i marchi di occhiali e acquisisce due aziende di livello internazionale.
Il mercato però non ha apprezzato la strategia del gruppo, considerandola fuori dal core business dell’azienda, e infatti il titolo ha perso il 5% nelle ore dopo l’annuncio delle acquisizioni.
Nei prossimi mesi vedremo chi avrà ragione.
Conoscevi Supreme NY? Pensi che l'acquisizione possa aumentare il valore di EssilorLuxottica?Dicci cosa ne pensi! |
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🌙 Gli scienziati confermano l’esistenza della prima grotta lunare che potrebbe aiutare gli astronauti a ripararsi dalle temperature estreme (CNN)
Queste le risposte al primo sondaggio della scorsa newsletter: il 54% di voi non ha mai acquistato nulla sugli e-commerce cinesi come Temu e Shein, mentre il 44% almeno una volta l’ha fatto.
Ecco cosa hanno detto alcuni di voi:
🤑 Prima cerca un Data Analyst
✍️ IlSole24ore cerca un Junior Project Manager
💰️ illimity cerca un IT Business Analyst Intern
🆕 McKinsey cerca un Business Analyst - Private Equity
Il 18 luglio 1936, un colpo di Stato militare contro la Seconda Repubblica della Spagna dà inizio alla Guerra Civile.
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