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🤖 Intelligenza artificiale: che settimana!

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🤖 Intelligenza artificiale: che settimana!

  • 🏦 Banche Italiane: 2023 da record!

Queste le risposte al sondaggio della scorsa newsletter. Pubblico spaccato su Sanremo, ma la maggioranza di voi, circa il 43%, dichiara di non averlo guardato. Tra i motivi principali la durata dello show, ritenuta esageratamente lunga.

TECH & AI

🤖 Intelligenza artificiale: che settimana!

Entro il 2030, il contributo dell'Intelligenza artificiale all'economia mondiale supererà la produzione combinata di due giganti come India e Cina. Si prevede che il mercato dell’AI, valutato nel 2022 $136,55 miliardi, crescerà del 37,3% annuo fino a raggiungere, nel 2030, una market size da $1.800 miliardi.

E proprio parlando di AI, nell'ultima settimana abbiamo assistito a due eventi particolarmente importanti per il settore:

  • 💰 Il record di ricavi ottenuto da OpenAI

  • 🔄 Il renaming di Bard (l'AI sviluppata da Google) in Gemini

OpenAI to the moon!

Dopo il suo successo commerciale, OpenAI sta finalmente iniziando a macinare forte anche su lato dei ricavi.

L’Annual Run Rate* della società (una misura dei ricavi di un singolo mese, moltiplicata per 12) avrebbe infatti raggiunto a dicembre l’incredibile cifra record di $2 miliardi e, come se non bastasse, si stima possa raddoppiare entro il 2025, soprattutto grazie al sempre crescente interesse per il suo prodotto di punta, ChatGPT.

Annual Run Rate: indicatore finanziario che viene utilizzato per stimare o proiettare i ricavi annuali di un'azienda in base ai ricavi generati durante un periodo di tempo più breve (in questo caso un mese). Viene utilizzato maggiormente dalle società con modelli di business a pagamento ricorrente, come le aziende software che offrono abbonamenti mensili o annuali.

Non è tutto oro quel che luccica, ma…

Con questi numeri, OpenAI entrerebbe a far parte di un circolo molto esclusivo di aziende, in grado di raggiungere $1 miliardo di ricavi entro un decennio dalla fondazione.

Nonostante questo però, il CEO Sam Altman ha sottolineato come l’azienda continui a registrare perdite a causa degli elevati costi legati alla costruzione e alla manutenzione dei suoi modelli.

E se uno dei costi maggiori è costituito dall’acquisto dei chip su cui far girare questi modelli, sembrerebbe che Altman abbia una (costosissima) soluzione anche a questo: produrli internamente!

Altman avrebbe infatti incontrato diversi investitori, tra cui il Governo degli Emirati Arabi Uniti, per intavolare le prime discussioni su come raccogliere $7mila miliardi di dollari (una cifra senza senso, pari a oltre tre volte il PIL dell’Italia), che servirebbe proprio a costruire abbastanza fabbriche di microchip da non essere più dipendente dagli attuali produttori.

Insomma, Sam è proprio un tipo da go big or go home…

Il Renaming dell’AI di Google è solamente marketing?

E se da una parte della corsa all’intelligenza artificiale ci sono Microsoft e OpenAi, dall’altra c’è sicuramente Google.

Giovedì scorso, il CEO Sundar Pichai, ha annunciato l’operazione di renaming del chatbot Bard, che cambierà nome in Gemini.

Ovviamente non si tratta dell’unica novità. Per colmare il gap dal prodotto sviluppato da Open AI sono stati infatti presentati:

  • 🤖 Un’app per IOS e Android

  • Gemini Advanced: una versione a pagamento destinata principalmente ai professionisti

A differenza di GPT 4, Gemini Advanced sarà incluso nel nuovo abbonamento Google One AI Premium che, al prezzo di €21.99 al mese, offrirà altri vantaggi come 2 TB di spazio di archiviazione, una VPN e un tool per il monitoraggio del Dark Web.

E per ora sembrerebbe già essere un grande successo, visti i 100 milioni di utenti già iscritti.

La domanda che però resta per questa corsa all’AI è sempre quella: chi la spunterà tra OpenAI e Google?

Chi vincerà la battaglia dell'Ai?

Diccelo con un commento!

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È uscita la seconda puntata della nuova stagione di “Facciamo il Punto”, il podcast dove raccontiamo le storie di imprenditori, manager o personalità di successo che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco ed ottenere risultati incredibili 🤩 

Oggi chiacchieriamo con Camillo Mekacher-Vogel, founder di Asset Classic, un fondo che investe nel settore delle auto d'epoca.

Qualche considerazione dalla puntata:

  • Quando parli di qualcosa che ti appassiona, le persone lo percepiscono: nel sentire parlare Camillo di auto d'epoca si percepisce l'amore e il fuoco che questo settore rappresenta per lui.

  • I don't know what I want, but I know how to get it: se parti con la fine in testa, il percorso diventa moooolto più sensato (e accettabile).

  • Dietro alle auto d'epoca c'è un mondo: ed è un mondo fatto di appassionati, di esperienzialità e di cultura dell'heritage.

Una conversazione illuminante! Ma basta spoiler, se ti va la trovi qui sotto:

FINANZA

🏦 Banche Italiane: 2023 da record!

Nel corso del 2023, le cinque più grandi banche italiane hanno registrato profitti senza precedenti, con un totale aggregato che si aggira intorno ai €21,1 miliardi, in crescita del 64% (!!!) rispetto ai €12,8 miliardi del 2022.

Festeggiano davvero tutti:

  • UniCredit: €8,6 miliardi

  • Intesa Sanpaolo: €7,7 miliardi

  • MPS: €2 miliardi (in profitto dopo ben 13 anni di digiuno)

  • Bper: €1,5 miliardi

  • Banco Bpm: €1,2 miliardi

Ma come mai le banche han fatto tutti questi soldi?

Buona parte del successo è, chiaramente, dovuto all’incremento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea.

L’aumento dei tassi, mirato a contrastare l’inflazione, ha aumentato il costo dei prestiti per i clienti (sia privati che imprese), mentre le banche hanno mantenuto generalmente bassi i tassi da loro offerti sui depositi.

Questa differenza, arrivata all’apice proprio nel 2023, ha fatto sì che gli istituti potessero godere di lauti profitti sui prestiti (divenuti più costosi), beneficiando al contempo di condizioni favorevoli (per loro) sui depositi.

Non stupisce quindi che questi risultati arrivino nonostante il numero di prestiti concessi nel 2023 sia diminuito sensibilmente: secondo i dati della Banca d’Italia, infatti, i prestiti del settore privato si sono ridotti quasi del 3% su base annua (-1,3% per le famiglie e -3,7% per le società non finanziarie).

Festeggiano gli azionisti e i manager, mentre lo Stato…

Gran parte di questi profitti verrà infatti elargita agli azionisti tramite dividendi o utilizzata per finanziare il riacquisto di azioni proprie (che ha la finalità di aumentare gli utili per azione).

D’altro canto, sorride meno lo Stato Italiano: la tassa sugli extra-profitti bancari prevista per il 2023 aveva proprio lo scopo di raccogliere parte di questi “extra-guadagni”, ma la proposta iniziale è stata limata considerevolmente e ora permette alle banche di accantonarne una parte senza doverla versare nelle casse erariali (rendendo la tassa di fatto un enorme buco nell’acqua).

Ok, 2023 da urlo, ma il 2024?

Se il 2023 è stato un anno record, secondo le prime previsioni, il 2024 non dovrebbe comunque essere da meno.

UniCredit pensa infatti di bissare i risultati dello scorso anno, mentre Intesa prevede addirittura di alzare ulteriormente i propri profitti fino a €8 miliardi tra il 2024 e il 2025.

E questo perché, in generale, ci si aspetta che i tassi, pur non aumentando, rimangano stabili almeno per un po’… il tutto a (grande) vantaggio dei margini delle banche italiane.

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🇫🇮 Finlandia, leader di centrodestra Alexander Stubb eletto nuovo presidente (LaStampa)

🌐 Forse vedremo finalmente un'IPO fintech nel 2024 (TC)

💍 Sarà un anello a monitorare salute e benessere (IlSole24Ore)

🔭 Il telescopio spaziale James Webb ha scoperto una nuova galassia (Wired)

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Il 13 febbraio 1945, una serie di bombardamenti alleati inizia a colpire la città tedesca di Dresda, riducendo la "Firenze dell'Elba" in macerie e fiamme e uccidendo circa 25.000 persone. Nonostante l'orrenda scala di distruzione, il risultato strategico è probabilmente scarso, dato che i tedeschi erano già sul punto di arrendersi.

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