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💰 Intel: maxi investimento in Europa, ma l’Italia?

💰 Intel: maxi investimento in Europa, ma l’Italia?

Giorgio Papavero & Filippo Lusini
July 04, 2023

INSIEME A:

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter mattiniera per sconfiggere il caldo estivo!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

❌ Nvidia: stop alla vendita in Cina?
💰 Intel: maxi investimento in Europa, ma l’Italia?

❌ Nvidia: stop alla vendita in Cina?

Poche settimane fa vi abbiamo parlato dell’ingresso della “sconosciuta” Nvidia nel “Trillion Dollar Club”.

Ora però, il cielo va scurendosi all’orizzonte, complice i nuovi divieti stabiliti dal Governo Usa.

Nvidia: dalle stelle alle stalle?

Nonostante il boom dello scorso mese causato dall’enorme richiesta di schede video da utilizzare per il settore dell’intelligenza artificiale, non sembrano esserci buone notizie per Nvidia (e non solo).

A quanto pare, nuove limitazioni al commercio con la Cina colpiranno proprio il settore dei chip, con Nvidia, per l’appunto, in prima fila.

In particolare, alla società americana è stato per ora vietato di esportare il suo processore più potente (l’A100), ma secondo alcune indiscrezioni le limitazioni potrebbe allargarsi ad altri prodotti.

Ok, quali saranno le conseguenze?

A dire il vero, qualche colpo già si è sentito, con il valore delle azioni sceso di circa il 3% la scorsa settimana (salvo poi chiudere comunque la settimana in verde).

Jensen Huang, amministratore delegato della società, ha dichiarato che questo tipo di divieti potrebbe causare ingenti danni all’industria tech made in Usa.

Timori confermati anche dal CEO di J.P. Morgan, Jamie Dimon, il quale ha affermato che un rapporto di collaborazione tra Stati Uniti e Cina aiuterebbe entrambi i paesi.

Il mercato cinese, infatti, contribuisce a ben un quinto dei ricavi totali di Nvidia, e l’embargo potrebbe portare a conseguenze rilevanti soprattutto sul lungo periodo.

Taiwan: pomo della discordia?

Non è un caso che l’isola di Taiwan si trovi al centro di una disputa con la Cina (la quale ne rivendica l’appartenenza), proprio per il suo ruolo preponderante nell’industria dei semiconduttori.

Gli stessi chip progettati da Nvidia sono prodotti sull’isola asiatica (nella quale viene realizzato circa il 92% dei chip mondiali), con gli Stati Uniti che vogliono custodire gelosamente i segreti della produzione.

La Cina infatti, nonostante gli investimenti degli ultimi anni, non è ancora riuscita a raggiungere la qualità dei prodotti frutto della collaborazione Usa-Taiwan.

Da qui le misure di embargo del Governo Biden, proprio allo scopo di evitare che i suoi migliori chip (come appunto l’A100) finiscano nelle mani di Pechino.

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💰 Intel: maxi investimento in Europa, ma l’Italia?

Il colosso della Silicon Valley ha ufficializzato il piano di investimenti in Europa.

Il più importante è quello da oltre €33 miliardi, il quale prevede la costruzione di un mega-sito di semiconduttori all'avanguardia nella città di Magdeburgo, in Germania.

Di chi stiamo parlando?

Intel è l’azienda statunitense leader nel settore dei semiconduttori e delle soluzioni informatiche, e concorre con Amd, Nvidia e Samsung per il primato mondiale nella produzione di chip.

Nonostante il 2022 sia stato definito dagli investitori un “anno orribile”, in cui il fatturato è calato del 20% (da €80 a €63 miliardi), l’azienda ha deciso di scommettere sull’ecosistema europeo per dare un nuovo slancio al proprio sviluppo.

Ok, ma quali sono le condizioni dell’accordo tra Intel e Germania?

L’apporto da €33 miliardi - il più grande investimento estero in Germania - prevede che la produzione di chip inizi entro quattro anni dall’approvazione della Commissione Europea.

Questi i punti principali dell’accordo:

💼 10 mila posti di lavoro creati
💸 €10 miliardi sovvenzionati da Berlino
🏭 2 mega stabilimenti costruiti a Magdeburgo

Rendering di una delle due nuove fabbriche di processori

Il piano europeo, che secondo Intel aiuterà l'UE a creare un ecosistema di chip e a creare una catena di approvvigionamento più equilibrata e resiliente, prevede inoltre un impianto da $4,6 miliardi in Polonia e una fabbrica da €25 miliardi in Israele.

E l’Italia?

Sembrano davvero lontani i tempi in cui il governo di Mario Draghi indicava Vigasio, in provincia di Verona, come il sito italiano preferito per una nuova fabbrica di chip da svariati miliardi di euro.

Nel frattempo, lo scenario politico italiano è cambiato, e così anche i piani di Intel.

A gennaio 2023, un comunicato stampa affermava:

“Continuano i dialoghi con l’Italia per uno stabilimento di produzione back-end all’avanguardia e continuiamo a essere entusiasti del progetto. Questo si aggiunge ad altri progetti che stiamo valutando in altre parti del mondo, di cui non abbiamo ancora stabilito luoghi e tempi”

Fonti interne Intel

Ad oggi, però, non ci sono novità, e il fatto che Intel abbia speso gran parte delle sue risorse a disposizione per gli investimenti citati sopra non lascia ben sperare.

Angolo Politico 💬

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Angolo Cripto ⛓️

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