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🇮🇹 Incetta di turisti

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🇮🇹 Il turismo italiano raggiunge numeri record!

  • 🛢️ Ma che sta succedendo al petrolio?

TURISMO

🇮🇹 Il turismo italiano raggiunge numeri da record!

Finalmente il nostro turismo è tornato ai livelli pre-pandemici.

Secondo l’ultima rilevazione ISTAT, infatti, nel 2023 il turismo italiano ha segnato 134 milioni di arrivi e 451 milioni di pernottamenti, recuperando e superando così i livelli del 2019.

In particolare, l’Italia nel 2023 ha segnato:

  • 🇮🇹 +2,3% di arrivi rispetto al 2019

  • 🇮🇹 +3,3% di pernottamenti rispetto al 2019

Ma in che regioni preferiscono andare i turisti?

A dominare la classifica sia degli arrivi che dei pernottamenti (forse inaspettatamente) è…:

  • 🥇 il Veneto: con ben 21,1 milioni di arrivi e 72 milioni di pernottamenti

  • 🥈 segue la Lombardia: con 17,7 milioni di arrivi

  • 🥉 e la Toscana: con 14,7 milioni di arrivi

Tra le regioni che invece accolgono meno turisti troviamo Abruzzo, Calabria, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise.

Non tutte le regioni però hanno recuperato…

Se è vero che a livello italiano, abbiamo recuperato e superato i livelli del 2019, alcune regioni hanno registrato delle performance meno brillanti, che le posizionano ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici.

Tra queste troviamo il Molise (-2% di pernottamenti), l’Emilia-Romagna (-2,9%), il Piemonte (-3,2%), la Toscana (-4,3%), la Campania (-8,7%), la Basilicata (-15,1%) e la Calabria (-18,3%).

Perché la ripresa del turismo è una buona notizia?

Il 2023 è stato l’anno in cui il settore ha definitivamente superato la crisi pandemica e considerando che il turismo rappresenta una quota rilevante della nostra economia, una sua accelerazione non può che far ben sperare.

Rispetto al peso sul PIL è bene però fare un appunto: se è vero che il turismo conta e non poco, spesso la politica sbaglia a definirne l’entità.

Più volte negli ultimi anni si è parlato di un turismo pari al 12-13% del PIL, che però è una cifra che la stessa ISTAT ha definito esagerata, perché comprende tutta una serie di attività che non sono imputabili solo al turismo (es. i trasporti).

Più realistica è quindi la stima del 5-6% del PIL, che non è comunque da sottovalutare e che rende ogni crescita del settore comunque di valore per il sistema economico.

Le nostre bellezze le dovremmo far fruttare di più…

Quando si parla di turismo, spesso ci si dimentica che l’Italia non è un paese come un altro, visto che è quello con più siti UNESCO al mondo, davanti a Cina, Francia, Germania e tutti gli altri.

Tuttavia, nonostante il patrimonio naturale, artistico e paesaggistico di cui disponiamo, abbiamo comunque meno turisti di altri paesi come Spagna o Francia.

Il problema, secondo diverse analisi, è che l’Italia non è in grado di valorizzare e ‘mettere a rendita’ come si dovrebbe il proprio patrimonio e, per questo motivo, raccoglie molti meno frutti di quelli che potrebbe dal settore turistico.

Secondo te l'Italia dovrebbe valorizzare di più le proprie bellezze?

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FINANZA E MERCATI

🛢️ Ma che diavolo succede con il petrolio??

Nei giorni scorsi l’OPEC+ (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) ha annunciato l’estensione dei tagli alla produzione di petrolio fino al 31 dicembre 2025.

Le restrizioni sono pari a 2 milioni di barili al giorno e - teoricamente - avrebbero dovuto ‘sostenere’ i prezzi del petrolio, riportandoli sopra gli 80$ al barile (questo perché riducendo l’offerta il prezzo dovrebbe salire).

Il problema?

Il mercato in realtà ha reagito all’opposto e le quotazioni del petrolio al posto che salire sono continuate a scendere, segnando un -15% rispetto al recente picco toccato ad Aprile.

Una contraddizione apparentemente illogica ma che acquista perfettamente senso quando si scopre che in Maggio in realtà… l’offerta di petrolio è aumentata!

Nell’ultimo mese, infatti, sono stati prodotti circa 60 mila barili in più al giorno rispetto ad Aprile - e quindi il dubbio sorge spontaneo: non è che qualcuno queste restrizioni non le sta rispettando?

La risposta, ovviamente, è sì.

In particolare, Iraq, Kazakistan e Russia continuano ad avere una sovrapproduzione di petrolio che rischia di far deragliare i piani dell’OPEC+, sempre più in difficoltà nel controllare la produzione dei suoi paesi membri.

Ma perché alcuni paesi non rispettano la riduzione?

Il motivo è abbastanza semplice: le varie tensioni geopolitiche che colpiscono alcuni paesi (tra cui la Russia) si stanno iniziando a far sentire anche sui bilanci statali di questi paesi… che quindi hanno sempre più bisogno di denaro fresco.

Denaro utile soprattutto a:

  • 🪖 Finanziare la crescita delle spese militari;

  • 🤑 Coprire i buchi di bilancio causati dalla riduzione del commercio

Ma se il prezzo del petrolio scende, perché la benzina non cala?

Pensare che ci sia sempre una correlazione diretta tra prezzo del petrolio e prezzo del carburante è tanto intuitivo, quanto (purtroppo) sbagliato

Il prezzo che vediamo ai distributori di benzina si compone infatti di diverse voci, ognuna delle quali ha un peso differente.

  • 🇮🇹 Componente fiscale: le tasse che paghiamo sulla quantità di carburante acquistato pesano per il 58% sul prezzo finale

  • 🏭️ Componente industriale: i costi di approvvigionamento del petrolio, della sua raffinazione e in ultimo dello stoccaggio e distribuzione, che pesano complessivamente per il 42%

Come è facile intuire, all’interno della voce “Componente Industriale” sono racchiusi diversi processi, che non necessariamente ‘costano’ di meno nel momento in cui il prezzo del petrolio scende (pensiamo alla raffinazione, che serve per trasformare il petrolio grezzo in carburante).

Detto questo, molto spesso in realtà è solo una questione di pazienza: gli effetti delle variazioni di costo del petrolio non si trasmettono immediatamente sui prezzi dei carburanti.

Spesso sono infatti necessari diversi giorni (o talvolta settimane) affinché i cali del petrolio si trasmettano sul prezzo di benzina e diesel (c’è da dire però che questi ‘ritardi’ talvolta sono anche figli di una strategia di prezzo volta alla speculazione da parte delle società petrolifere).

Questa discrepanza temporale, tra l’altro esiste a prescindere che il prezzo del petrolio aumenti o diminuisca - anche se ovviamente noi consumatori ce ne accorgiamo molto di più in un caso rispetto all’altro.

🇷🇺 Putin: ‘Consegnare armi a Kiev è passo pericoloso’ (Ansa)

🇮🇹 Mattarella: ‘Ora più che mai serve fedeltà a Repubblica’ (Ansa)

🦾 Elon Musk comprerà un sacco di chip da NVIDIA (CNBC)

🔎 Il nuovo Starline di Boeing ha preso il volo (Verge)

⚡️ I paesi UE stanno raggiungendo gli obiettivi green (GD)

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🆕 Nexi apre al Graduate Program 2024 per Marketing & Sales

Il 6 giugno 1944 un corpo di spedizione alleato composto da 156.000 uomini sbarca in Normandia per combattere le truppe naziste.

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