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💸 Il Mercoledì Nero: quando Soros mise in ginocchio la lira

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💸 Il Mercoledì Nero: quando Soros mise in ginocchio la lira
📱 Tim torna italiana: Poste Italiane diventa il primo azionista
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STORIA ECONOMICA
💸 Il Mercoledì Nero: quando Soros mise in ginocchio la lira

Il 16 settembre 1992 è una data che ha segnato profondamente la storia economica italiana.
Quel giorno, a Palazzo Chigi, regna il panico.
Ministri e banchieri si riuniscono d'urgenza cercando disperatamente una soluzione alla crisi in corso: la lira italiana sta crollando sui mercati valutari internazionali, perdendo in un solo giorno il 7% del suo valore.
Dietro questo attacco speculativo c'è un nome destinato a rimanere nella memoria collettiva degli italiani: George Soros.
Con una strategia finanziaria pianificata nei minimi dettagli, questo singolo investitore riesce a mettere in ginocchio la valuta italiana, realizzando in poche ore un profitto personale di circa un miliardo di $.
È l'inizio di una delle crisi valutarie più significative della storia economica italiana, un evento che cambierà per sempre il rapporto tra l'Italia e la sua moneta.
Ma come è potuto succedere?
Per comprendere come sia stato possibile questo attacco, bisogna considerare la situazione dell'Italia a inizio anni '90:
📈 Il debito pubblico era esploso dal 59% del PIL (1979) al 105% (1992)
💲 L’inflazione si manteneva costantemente sopra il 5%
🇪🇺 Non era più possibile svalutare la Lira dopo l'ingresso nello SME nel 1979, poiché le monete europee dovevano mantenere cambi stabili tra loro
All'inizio del 1992, la situazione precipitò ulteriormente: lo scandalo di Tangentopoli destabilizzò l'intera classe politica italiana e a luglio il Governo Amato varò una manovra d'emergenza senza precedenti, con tagli e tasse per 100.000 miliardi di Lire (6% del PIL)
Ma neanche questo bastò, e l'Italia era ormai vista come un paese sull'orlo del fallimento.
A sferrare il colpo decisivo al nostro Paese è George Soros

George Soros nel suo ufficio a New York
Prima dell'attacco alla lira, George Soros era già una figura di spicco della finanza mondiale. Gestiva il Quantum Fund, un hedge fund che aveva realizzato enormi profitti attraverso operazioni speculative sui mercati globali.
La sua filosofia d'investimento si basava su un principio rivoluzionario: i mercati non riflettono la realtà oggettiva, ma le percezioni degli investitori, che a loro volta influenzano la realtà.
E guardando all'Italia del 1992, Soros individuò l'opportunità perfetta: una valuta fragile, un sistema politico in crisi e un paese economicamente vulnerabile.
Per Soros, l’Italia era una bomba pronta a scoppiare
Perciò, la mattina del 16 settembre 1992, dal suo ufficio di New York, Soros mise in atto il suo piano in due mosse:
1.Attacco alla sterlina
Il Quantum Fund vendette allo scoperto 10 miliardi di dollari di sterline brittaniche
La Banca d'Inghilterra, per difendere la sterlina, alzò i tassi dal 10% al 15% in poche ore
Nonostante questo, la sterlina crollò e il Regno Unito fu costretto ad uscire dallo SME
Da questa operazione, Soros guadagnò 1 miliardo di dollari in un solo giorno
Nel pomeriggio dello stesso giorno, Soros spostò poi l'attenzione sulla lira italiana:
2.Attacco alla lira
Il Quantum Fund vendette allo scoperto miliardi di lire italiane
Altri hedge fund e banche d'investimento seguirono l'esempio
In poche ore, il mercato venne inondato di ordini di vendita sulla lira
Banca d'Italia spese $48 miliardi nel tentativo di sostenere la lira
Ma fu tutto inutile. La pressione era troppo forte, le riserve si stanno esaurendo e il cambio continuava a crollare…
Quali furono le conseguenze dell’attacco?

Il 17 settembre 1992, il governo Amato capitolò, annunciado l'uscita dell’Italia dallo SME. In seguito all’evento:
🔻 La lira perse un terzo del proprio valore rispetto al dollaro e al marco tedesco

🇩🇪 Lo spread tra BTP e Bund tedeschi raggiunse il picco di 770 punti base
🏭 In Italia iniziò un massiccio piano di privatizzazioni (Eni, Enel, Telecom)
📉 Nel 1993, il nostro Paese entrò in recessione, con alta disoccupazione e tassi alle stelle
E l’Italia si ritrovò davanti a tutte le sue debolezze strutturali
Con l’attacco alla lira, l’Italia si ritrovò nuda e vulnerabile di fronte alle forze titaniche dei mercati internazionali.
Da questo “trauma” collettivo nacque però la consapevolezza che l'Europa aveva bisogno di una moneta forte e protetta dagli attacchi speculativi. E infatti, pochi anni dopo, nascerà l’Euro.
Se vuoi saperne di più su questa storia e su come l'attacco alla lira ha cambiato per sempre il nostro Paese, puoi guardare il nostro ultimo video su YouTube, dove approfondiamo tutti i dettagli di questa incredibile operazione finanziaria. 👇️
TELECOMUNICAZIONI
📱 Tim torna italiana: Poste Italiane diventa il primo azionista

Nuovo giro di valzer per il controllo dell'azionariato di Tim, che dopo anni di gestione francese torna in mani italiane.
Poste Italiane ha completato l'acquisizione del 15% di Tim dalla francese Vivendi, raggiungendo così una partecipazione totale di quasi il 25% nel gruppo di telecomunicazioni.
Questa rappresenta la seconda operazione di Poste nel capitale di Tim, che aveva già acquisito il 9,81% delle azioni da Cassa Depositi e Prestiti lo scorso 15 febbraio.
Ma quali sono i dettagli dell’operazione?
Poste Italiane ha completato l'acquisizione del 15% di Tim dalla francese Vivendi per un totale di €684 milioni. Il prezzo pagato è di €0,2975 euro per azione, una delle valutazioni più basse nella storia delle acquisizioni di Tim.
Questa valutazione ridotta è il risultato di diversi fattori:
📉 L'andamento negativo del titolo in Borsa
📞 La trasformazione radicale del settore delle telecomunicazioni
✂️ La recente scissione della rete dal resto del gruppo Tim
Insomma, l'operazione conferma come il valore dell'ex monopolista telefonico italiano sia oggi significativamente inferiore rispetto alle valutazioni del passato.
Ma allora perché Poste ha fatto questa mossa?
Per la società guidata da Matteo del Fante l'operazione ha un valore decisamente strategico e mira a promuovere il consolidamento nel mercato delle telecomunicazioni italiane, un settore che sta affrontando sfide importanti:
📉 Margini sempre più stretti
💰 Necessità di investimenti sempre più importanti
🔄 Esigenza di ristrutturazione del mercato

Matteo Del Fante, Amministratore delegato di Poste Italiane
Cosa farà Poste con Tim?
Poste Italiane ha fatto sapere che con questo investimento intende svolgere un ruolo di "azionista industriale di lungo periodo", con l'obiettivo di:
✅ Favorire la creazione di sinergie tra Poste Italiane e Tim
✅ Apportare valore aggiunto per tutti gli stakeholder
Poste ha inoltre dichiarato che non intende incrementare la partecipazione oltre il 24,81%, non volendo infrangere la soglia che renderebbe l'OPA obbligatoria.

E le prime sinergie sono già visibili
Tra queste:
📱 Fornitura di servizi per l'accesso di Postepay all'infrastruttura di rete mobile di Tim a partire dal 1° gennaio 2026
💻 Partnership industriali nei settori della telefonia e dei servizi ICT
📺 Sinergie nel campo dei contenuti media
💰 Collaborazioni nei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti
⚡ Cooperazione nel settore dell'energia
E Vivendi?
Dopo questa cessione, il gruppo francese manterrà solo una quota di minoranza del 2,51% del capitale con diritto di voto di Tim.
In una nota, Vivendi ha ricordato di aver espresso più volte l'intenzione di vendere la sua partecipazione in Tim "a buone condizioni finanziarie".
Evidentemente, l'offerta di Poste ha soddisfatto questa condizione…
E tu cosa ne pensi di questa operazione? |

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