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🇮🇹 Il Governo Meloni e le tasse: cosa dicono (davvero) i numeri

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Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🇮🇹 Il Governo Meloni e le tasse: cosa dicono (davvero) i numeri

  • 🚀 Nasce il colosso spaziale europeo (per sfidare Musk)

ITALIA

🇮🇹 Il Governo Meloni e le tasse: cosa dicono (davvero) i numeri

“Meno tasse per tutti”. Era una delle promesse più forti della destra durante la campagna elettorale. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si sono presentati come il governo che avrebbe messo fine all’oppressione fiscale. Tagli, semplificazioni, più soldi in busta paga.

Due anni dopo, la narrazione ufficiale è che quella promessa stia diventando realtà.

Ma c’è un piccolo problema: i numeri dicono l’esatto contrario.

Dati alla mano, la pressione fiscale non è mai stata così alta da dieci anni a questa parte

Oggi la pressione fiscale (cioè la quota del PIL che finisce nelle casse dello Stato) si attesta al 42,8% del PIL, un livello che non si vedeva dal governo Monti (quello dell’austerità, per intenderci).

E se si guarda alle entrate totali, che comprendono anche contributi previdenziali e imposte indirette, la cifra sale addirittura al 47,6% del PIL.

In pratica, quasi metà di ciò che produce l’economia finisce allo Stato.

E le previsioni non sono confortanti:

  • 📈 2025: pressione fiscale al 42,8%

  • 📊 2026: stabile al 42,8%

  • 📉 2027: salirà ancora al 42,9%

  • 🔽 2028: scenderà al 42,7%

Insomma, il “meno tasse per tutti” sembra rimasto più uno slogan che una realtà economica.

Cosa ha fatto (davvero) il governo per ridurre le tasse?

Negli ultimi due anni il governo ha introdotto alcuni interventi che, sulla carta, avrebbero dovuto alleggerire il carico fiscale.

  • ✂️ è stato reso permanente il taglio del cuneo fiscale sui redditi medio-bassi

  • 📉 è stata ridotta l’IRPEF, passando da 4 a 3 aliquote e abbassando quella per i redditi fino a €28mila

  • 📊 si prevede un'ulteriore riduzione dell'aliquota del secondo scaglione (da 35% a 33%)

Tutto bello, se non fosse che accanto a questi tagli sono arrivati nuovi aumenti e riduzioni di agevolazioni:

  • ⛽ sono tornate le accise sui carburanti

  • 🏦 è stata rimodulata la detrazione dei bonus a svantaggio dei redditi più alti

  • 💰 e nel 2026 arriveranno nuove imposte su banche e assicurazioni

Il risultato netto? Nonostante i tagli, la pressione fiscale non è scesa. Anzi, è aumentata.

Ma di chi è la colpa?

Il principale colpevole si chiama fiscal drag, o drenaggio fiscale. È un meccanismo tanto invisibile quanto efficace per far crescere le entrate dello Stato senza alzare formalmente le tasse.

Ecco come funziona:

  • 🔺 Quando aumenta il costo della vita, gli stipendi devono aumentare per tenere il passo (in Italia, da gennaio 2021 a gennaio 2025 i prezzi sono aumentati del 16%, mentre le retribuzioni solo dell'8%)

  • 💼 Gli aumenti di stipendio spesso portano a sforare le soglie per i bonus o per passare allo scaglione IRPEF successivo (con aliquote più alte)

  • 💸 Risultato: si pagano più tasse senza aver avuto davvero un miglioramento della propria situazione economica

  • 📦 In più, con l'aumento generale dei prezzi si paga anche più IVA (calcolata in percentuale del prezzo dei prodotti)

E il fiscal drag conviene (parecchio) al governo

  • 🔼 Secondo una stima, nel solo 2024 il fiscal drag ha portato nelle casse dello Stato €17 miliardi in più

  • 🔽 L’Ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato che le due principali riforme fiscali di questo governo (taglio del cuneo e riduzione IRPEF) non solo non hanno compensato il fiscal drag, ma lo hanno persino peggiorato di circa €300 milioni l’anno

In teoria, per evitare il drenaggio fiscale basterebbe adeguare le soglie IRPEF e i bonus all’inflazione. Ma il governo Meloni ha scelto di non farlo, tenendosi le maggiori entrate per “mettere in ordine i conti pubblici”.

Insomma…

La verità è che il governo Meloni non ha introdotto nuove tasse clamorose: ha semplicemente lasciato che l’inflazione e il drenaggio fiscale facessero il lavoro sporco.

Così, mentre i cittadini credono di guadagnare un po’ di più, finiscono per versare più imposte senza accorgersene. È una strategia silenziosa, che tiene in piedi i conti pubblici ma svuota gradualmente le tasche degli italiani…

Secondo te, il governo avrebbe dovuto usare i proventi del fiscal drag per ridurre ulteriormente le tasse?

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SPAZIO

🚀 Nasce il colosso spaziale europeo (per sfidare Musk)

L'Europa ha finalmente deciso di fare sul serio nella corsa allo spazio. Airbus, Leonardo e Thales hanno firmato un accordo per unire le loro attività spaziali in un'unica super-società che nascerà nel 2027.

L'obiettivo? Provare a competere con SpaceX di Elon Musk, che negli ultimi anni ha letteralmente stravolto il mercato dei satelliti con la sua rete Starlink.

Ma chi sono i protagonisti di questa storia?

Parliamo di tre giganti europei dell'aerospazio e difesa:

  • 🇫🇷🇩🇪 Airbus (a cui andrà il 35%): il colosso franco-tedesco che tutti conosciamo per gli aerei, ma che ha anche una divisione spaziale importante

  • 🇮🇹 Leonardo (32,5%): l'azienda italiana leader nel settore aerospazio e difesa, che già controlla il 67% di Telespazio e il 33% di Thales Alenia Space

  • 🇫🇷 Thales (32,5%): il gruppo francese specializzato in elettronica per la difesa e l'aerospazio, partner di Leonardo in Thales Alenia Space e Telespazio

Insieme, queste tre aziende daranno vita a un colosso da €6,5 miliardi di fatturato annuo e 25.000 dipendenti sparsi in tutta Europa.

Come funzionerà questa nuova società?

La nuova società avrà sede a Tolosa, in Francia, ma opererà come un'entità veramente paneuropea con team distribuiti in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.

  • 🏭️ Le aziende nazionali manterranno la capacità di gestire programmi sovrani

  • 🤝 Ci saranno funzioni trasversali organizzate per linee di business

  • 👨‍💼Il CEO non sarà scelto a rotazione tra i partner, ma potrà venire anche dall'esterno

Cosa porterà ciascun partner?
  • 🇫🇷 🇩🇪 Airbus contribuirà con i suoi business Space Systems e Space Digital

  • 🇮🇹 Leonardo porterà la sua Divisione Spazio e le quote in Telespazio e Thales Alenia Space

  • 🇫🇷 Thales contribuirà principalmente con le sue quote nelle joint venture esistenti

La nuova società si occuperà di tutto il portafoglio spaziale, dalle infrastrutture ai servizi, escludendo però i lanciatori (che restano di competenza di altre aziende come Arianespace).

Perché proprio ora questa fusione?

La risposta è semplice: l'Europa sta perdendo la battaglia dello spazio.

SpaceX ha completamente rivoluzionato il mercato con i suoi lanci a basso costo e la rete di satelliti Starlink in orbita terrestre bassa. Nel frattempo, le aziende europee hanno continuato a farsi concorrenza tra loro invece di unire le forze.

Il risultato? Tagli al personale e calo di competitività: Airbus Defence and Space e Thales Alenia Space hanno già ridotto rispettivamente 400 e 700 posti nel 2024.

Non è solo SpaceX a spaventare: anche la Cina sta investendo miliardi nel settore spaziale, mentre l’Europa è rimasta indietro sia sui costi sia sull’innovazione.

Ma i numeri reggono davvero?

Secondo le aziende, la risposta è sì. La nuova società "sarà profittevole fin dal primo giorno" , con sinergie stimate in centinaia di milioni di euro l’anno entro cinque anni.

Il portafoglio ordini è già robusto: ammonta a più di tre anni di ricavi previsti, il che dovrebbe garantire stabilità almeno nel medio termine.

Insomma, ce la farà l’Europa a competere con SpaceX?

La strada è ancora lunga, ma questo è sicuramente un passo nella direzione giusta.

Come ha osservato l'analista David Barker di GAM, "prima di questa joint venture, l'Europa di fatto competeva contro sé stessa".

Ora invece punta a replicare due precedenti di successo: Airbus, nata dalla fusione di più realtà europee e oggi in grado di superare Boeing, e MBDA, il consorzio missilistico tra Leonardo, Airbus e BAE Systems, che nel 2024 ha fatturato 4,9 miliardi.

Resta da vedere se basterà per colmare il divario con SpaceX, ma una cosa è certa: per la prima volta da anni, l’Europa ha deciso di smettere di farsi la guerra in casa e di provare davvero a giocare la partita spaziale.

Il closing dell’operazione è atteso per il 2027, dopo il via libera dell’Antitrust europeo e delle autorità nazionali.

E tu cosa ne pensi? L'Europa riuscirà a recuperare il gap con SpaceX?

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