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🎯 I mercati hanno capito il "trucco" di Trump: cos'è l'effetto TACO

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Il menù di oggi prevede:
🎯 I mercati hanno capito il "trucco" di Trump: cos'è l'effetto TACO
🍫 Ferrero compra WK Kellogg per 3 miliardi: altro colpo negli USA
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MERCATI
🎯 I mercati hanno capito il "trucco" di Trump: cos'è l'effetto TACO

Donald Trump è tornato a minacciare dazi altissimi su molti prodotti importati negli Stati Uniti. Lunedì scorso ha inviato lettere a Giappone, Corea del Sud e altri 12 paesi, parlando di dazi fino al 200% sui farmaci e del 50% sul rame. Ieri pomeriggio ha rincarato la dose annunciando dazi del 30% su tutti i prodotti UE importati negli USA.
Ma questa volta i mercati non sembrano preoccupati. Anzi, gli investitori sembrano già sapere come andrà a finire. E tutto ruota attorno a un nuovo termine: TACO trade.
Cos’è il TACO trade e perché Wall Street non ha paura?
TACO è l’acronimo di "Trump Always Chickens Out", cioè “Trump si tira sempre indietro”.
Il termine è stato usato per la prima volta dal Financial Times e descrive un comportamento ormai ben noto: Trump annuncia dazi molto alti, ma poi fa marcia indietro poco dopo, riducendoli o rimandandoli.
Come funziona nella pratica?
All'inizio di aprile, Trump aveva annunciato tariffe altissime per il Liberation Day che avevano allarmato gli investitori, convincendo molti che una recessione fosse imminente.
La reazione del mercato è stata così intensa, sia per le azioni che per le obbligazioni, che Trump è stato costretto a fare marcia indietro, congelando quelle tariffe per 90 giorni e scatenando una ripresa epica dei mercati che continua ancora oggi.

Da allora, molti investitori non si fanno più prendere dal panico quando sentono parlare di nuove tariffe. Invece:
🎯 Aspettano che Trump faccia marcia indietro
📊 Non si fanno prendere dal panico iniziale
🔄 Scommettono sulla ripetizione del pattern TACO
Insomma, gli investitori si sono resi conto che l'amministrazione statunitense non ha una tolleranza molto alta nei confronti delle pressioni economiche e di mercato.
Ma c’è un problema nella logica TACO trade, e gli analisti più esperti lo stanno già capendo
📉 Se i mercati non reagiscono, Trump non subisce pressioni
🚨 Senza pressioni, potrebbe non fare marcia indietro
💥 E il rischio è di politiche commerciali più aggressive
Come avverte Ed Mills, analista politico di Raymond James: "È un gioco pericoloso quando si ha bisogno della reazione del mercato per ottenere un cambiamento di politica"
Il rischio è che Trump possa sentirsi incoraggiato ad adottare misure tariffarie più severe del previsto, proprio perché i mercati non reagiscono più.
A Trump l’effetto TACO non piace per niente
Trump stesso è consapevole del TACO trade e non ne è per niente contento.

A fine maggio, quando gli è stato chiesto del TACO trade, ha reagito malissimo e ha detto: "Io faccio marcia indietro? Oh, non l'ho mai sentito dire".
Dopo che gli investitori sono sembrati indifferenti alle lettere di lunedì scorso, Trump ha postato su Truth Social: "LE TARIFFE INIZIERANNO A ESSERE PAGATE IL 1° AGOSTO 2025. Non saranno concesse estensioni".
Ok, e quindi cosa accadrà nei prossimi mesi?
La situazione attuale crea un equilibrio molto precario. Ci sono due scenari possibili:
🔄 I mercati continueranno a non reagire, scommettendo sulla strategia TACO
💣 Trump, frustrato dall'etichetta, deciderà di non fare più marcia indietro
L'accordo sui dazi europei non è ancora stato trovato e i negoziati proseguono, ma la tendenza azionaria rimane comunque al rialzo. Questo conferma che gli investitori continuano a scommettere sulla strategia TACO.
Il problema è che, in un gioco del genere, basta che una sola volta Trump non faccia marcia indietro per creare scompiglio nei mercati globali. E con la crescente frustrazione del presidente per essere etichettato come quello che "si tira sempre indietro", questo scenario potrebbe diventare sempre più probabile.
Secondo te, Trump continuerà a fare marcia indietro sui dazi o prima o poi metterà davvero in atto le sue minacce? |
INTERNAZIONALE
🍫 Ferrero mette le mani sui cereali americani

Ferrero continua a espandersi negli Stati Uniti. Il gruppo dolciario italiano, noto in tutto il mondo per Nutella, Kinder e Ferrero Rocher, ha annunciato l’acquisizione di WK Kellogg Co, storica azienda americana specializzata nella produzione di cereali per la colazione.
E i numeri dell’operazione sono impressionanti
💰 $23 per azione - il prezzo che Ferrero pagherà per ogni singola azione di WK Kellogg Co
📊 $3,1 miliardi - il valore aziendale complessivo dell'acquisizione
🏢 100% di controllo - WK Kellogg diventerà una controllata interamente di proprietà di Ferrero
Il consiglio di amministrazione di WK Kellogg ha approvato l’accordo all’unanimità. Una volta completata l’operazione, la società sarà ritirata dalla Borsa di New York e non sarà più quotata.
Ma cos’è WK Kellog Co e che fine ha fatto Kellogg’s?
Molti associano ancora il nome “Kellogg” ai classici cereali del mattino, ma nel 2023 la storica azienda americana si è divisa in due entità distinte:
🥣 WK Kellogg: si occupa esclusivamente dei cereali per la colazione venduti in USA, Canada e Caraibi
🥜 Kellanova: gestisce il resto del portafoglio, tra cui snack famosi come Pringles, ed è indipendente
E proprio Kellanova è stata protagonista di un altro affare clamoroso: nel 2024 è stata acquistata da Mars per $29 miliardi.
L’acquisto di WK Kellogg rappresenta solo l’ultima mossa di una strategia di espansione ben definita da parte di Ferrero
Ferrero da anni sta investendo massicciamente negli Stati Uniti, comprando aziende e marchi molto conosciuti. Tra le principali operazioni:
🍫 Fannie May (2017) – cioccolatini di lusso, per $115 mln
🍭 Ferrara Candy Company (2017) - caramelle e gomme da masticare
🍬 Nestlé USA (divisione dolci) (2018) – Butterfinger, Crunch e altri classici, per $2,8 mld
🍪 Biscotti Kellogg (2019) – Keebler, Famous Amos, ecc., per $1,3 mld
🍦 Wells Enterprise (2022) - gelati

Inaugurazione di uno stabilimento produttivo Ferrero negli USA, Bloomington Illinois
Ad oggi, Ferrero conta in Nord America oltre 14.000 dipendenti, 22 stabilimenti produttivi e 11 uffici.
Perché Ferrero punta sugli USA?
La strategia è chiara: diversificare l’offerta oltre i prodotti tradizionali a base di nocciola e penetrare settori ad alto consumo negli USA, come cereali e snack. Il gruppo punta su marchi già conosciuti dal pubblico americano, evitando così i costi e i rischi legati alla creazione di nuovi brand.
L’acquisizione di WK Kellogg rafforza Ferrero in un mercato maturo ma ancora centrale per la colazione americana, ampliando l’offerta con un portafoglio di prodotti riconoscibili e perfettamente integrabili nella rete di distribuzione esistente.
Quali saranno i prossimi passi?
Con questa nuova mossa, Ferrero si conferma tra i gruppi alimentari europei più dinamici e ambiziosi a livello globale. Resta da capire se il gruppo proseguirà con nuove acquisizioni o se si concentrerà sull’integrazione delle realtà già acquisite.
Una cosa però è certa: negli Stati Uniti, Ferrero non è più solo un “marchio italiano di cioccolato”, ma un vero colosso industriale del settore alimentare.
Cosa ne pensi dell'acquisizione di Kellogg da parte di Ferrero? |

🇪🇺 La stangata di Trump sull'Europa, da agosto dazi al 30% (Ansa)
🇮🇷 Pressing di Putin all'Iran: rinunci all’uranio arricchito (AGI)

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🤖 Anche l’accademia usa l’AI (Techy)

🫁 Tumore al polmone, al San Camillo di Roma c'è un progetto per la diagnosi precoce (Wired)
🇵🇪 In Perù sono stati trovati i resti di una città fondata circa 3.500 anni fa (Internazionale)

Il 13 luglio 1878, viene firmato il Trattato di Berlino
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