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🚗 L'UE riapre la porta ai motori tradizionali

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🚗 L'UE riapre la porta ai motori tradizionali
🏆 Il Portogallo è l'economia dell'anno
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AUTOMOTIVE
🚗 L'UE riapre la porta ai motori tradizionali

La Commissione europea ha presentato un pacchetto di revisione che introduce maggiore flessibilità per il settore automobilistico: dal 2035 ci sarà ancora spazio per i motori a combustione interna, insieme a biocarburanti, carburanti sintetici e ibridi.
Una mossa che segna un cambio di rotta significativo rispetto alla linea dura iniziale e che risponde alle pressioni del settore automotive europeo.
Cosa cambia rispetto alle normative precedenti?
Fino ad ora, la normativa europea stabiliva che a partire dal 2035 le case automobilistiche avrebbero dovuto ridurre le emissioni del 100%, determinando di fatto il divieto totale di produzione di veicoli con motori a benzina e diesel.
Questa impostazione ha creato non poche difficoltà al settore automobilistico europeo, che ha fatto pressioni per ottenere maggiore flessibilità.
Con la nuova proposta, l’obiettivo di riduzione delle emissioni è stato abbassato dal 100% al 90%. Questo margine del 10% consente l’uso di motori a combustione interna, ma solo se alimentati da biocarburanti o carburanti sintetici.
Ok, ma in concreto cosa potranno fare le case automobilistiche?
Per rispettare il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni, le case automobilistiche possono scegliere tra diverse opzioni:
🔋Veicoli elettrici e a idrogeno
⚡ Ibridi: Produrre ibridi plug-in (PHEV), ibridi leggeri ed estensori di autonomia
⛽ Motori a combustione tradizionali alimentati da biocarburanti o carburanti sintetici
🏭 Compensare il restante 10% delle emissioni attraverso l'uso di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nell'UE
Quest'ultimo punto collega le necessità del settore automotive con quelle del settore siderurgico: si possono costruire motori tradizionali utilizzando però acciaio sostenibile.
Non è finita qui
Nonostante la maggiore flessibilità, l'auto elettrica rimane una priorità.
La Commissione europea ha stanziato €1,8 miliardi per il programma Battery Booster, destinato a sviluppare una filiera di batterie completamente europea, favorendo la neutralità climatica entro il 2050.
Novità anche sul fronte della semplificazione burocratica
La Commissione ha colto l'occasione per portare avanti anche la sua agenda di semplificazione normativa, con:
📉 Riduzione del numero di normative secondarie
🧪 Semplificazione dei test per nuovi furgoni e autocarri
💰 Risparmi stimati in circa €706 milioni all'anno
Ma com’è messo l’elettrico in Europa?
La situazione è mista: le auto elettriche stanno crescendo, ma non abbastanza velocemente rispetto agli obiettivi prefissati.
Fino a ottobre 2025, le auto elettriche hanno raggiunto una quota di mercato del 16,4% nell'UE, in aumento rispetto al 13,2% dello stesso periodo del 2024. Nei primi dieci mesi del 2025 sono state registrate 1,47 milioni di auto elettriche.

Tra i mercati con le crescite più significative nell’elettrico figurano
🇩🇪 Germania: +39,4% rispetto al 2024
🇧🇪 Belgio: +10,6%
🇳🇱 Paesi Bassi: +6,6%
🇫🇷 Francia: +5,3%
Nonostante i progressi, ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) segnala che il ritmo di crescita è ancora inferiore a quanto necessario per la transizione completa.
E c’è una grossa differenza tra Nord e Sud Europa
La diffusione delle auto elettriche è disomogenea tra il Nord e il Sud Europa. Nei paesi del Nord, la transizione all’elettrico sta avvenendo più rapidamente, grazie a migliori infrastrutture di ricarica, incentivi statali e maggiore potere d'acquisto.
Al contrario, nel Sud Europa, compresa l’Italia, la crescita è più lenta. Le ragioni includono una rete di ricarica meno capillare, incentivi meno robusti e una minore disponibilità economica dei consumatori.
E in Italia come stanno andando le vendite?
In Italia, la transizione all’elettrico sta procedendo lentamente.
Nei primi 11 mesi del 2025, le auto elettriche hanno rappresentato solo il 5,2% del mercato, con 82.897 unità vendute. Sebbene la crescita ci sia, l’Italia è ancora lontana dalla media europea del 16,4%.
Mentre le auto ibride elettriche (HEV) dominano il mercato italiano, con una quota del 42,6% delle vendite e 636.274 unità immatricolate (+7,9%). E c’è un’altra buona notizia: complessivamente, la quota di benzina e diesel è scesa al 33,9%, con un forte calo rispetto agli anni precedenti.
Un percorso graduale verso l’elettrificazione
L’Italia sta seguendo un percorso più lento verso l’elettrificazione, con un forte focus sulle ibride come soluzione transitoria.
Tuttavia, la crescita continua, seppur al di sotto della media europea, e richiederà un impegno maggiore su infrastrutture e incentivi per accelerare il processo.
Secondo te, questa marcia indietro dell'UE sull'automotive è... |
ECONOMIA
🏆 Il Portogallo è l'economia dell'anno

The Economist ha incoronato il Portogallo come "Economia dell'anno" per il 2025, lasciando tutti un po' sorpresi.
Il piccolo paese iberico ha battuto tutti i grandi nomi grazie a una combinazione perfetta: crescita solida, inflazione sotto controllo e una borsa che vola.
Come fa The Economist a scegliere l’economia dell’anno?
Per il quinto anno consecutivo, il settimanale britannico ha stilato la sua classifica delle migliori economie, analizzando 36 Paesi ricchi sulla base di cinque indicatori:
📊 Inflazione di fondo: quella che esclude cibo ed energia, troppo volatili
📈 Ampiezza dell'inflazione: quanti beni e servizi hanno registrato aumenti superiori al 2%
💰 Crescita del PIL
👷 Mercato del lavoro: andamento dell'occupazione
📉 Performance dei mercati azionari
Ogni paese riceve un punteggio per ciascun indicatore e alla fine esce una classifica complessiva.
Perché ha vinto il Portogallo?
Il Portogallo ha messo insieme una combinazione vincente dei vari indicatori:
📈 Crescita del PIL intorno al 2,4%
💹 Mercato azionario in rialzo di oltre il 20%
📉 Inflazione contenuta e vicina al target
👷 Dati occupazionali solidi

A sostenere questi risultati hanno contribuito il forte sviluppo del turismo e l'afflusso di residenti stranieri ad alto reddito, attratti da un sistema fiscale particolarmente competitivo.
E l’Italia come si è piazzata?
Il nostro Paese si colloca al 16° posto, a metà classifica. Non brilliamo, ma nemmeno affondiamo.
Nel dettaglio:
📉 L'inflazione core è relativamente vicina al target del 2%
🛒 L'ampiezza dell'inflazione segnala però rincari ancora diffusi
📈 La crescita del PIL resta contenuta, intorno allo 0,6%
👷 L'occupazione cresce a un ritmo moderato
💹 I mercati azionari sono positivi, ma meno dinamici rispetto ai Paesi in testa
La notizia che forse nessuno si aspetta è che lo stivale non solo supera la Germania (che continua a faticare, zavorrata da un mercato del lavoro debole), ma anche gli Stati Uniti.
Infatti, gli USA, nonostante un mercato del lavoro solido, pagano un'inflazione ancora troppo elevata che ne abbassa il punteggio complessivo. A pesare è anche l'"inflation breadth" (ampiezza dell'inflazione): i prezzi di oltre l'85% dei beni nel paniere americano stanno ancora crescendo a ritmi superiori al 2% annuo.
Chi vince e chi perde in Europa?
Il dato più interessante è il ribaltamento delle gerarchie europee.
I paesi del Sud Europa, quelli che negli anni '10 arrancavano tra crisi del debito e austerity, ora guidano la classifica:
🇵🇹 Portogallo: 1° posto, grazie a crescita del PIL robusta, inflazione sotto controllo e un mercato azionario in crescita di oltre il 20%
🇬🇷 Grecia: ancora nelle posizioni alte (aveva vinto nel 2022 e 2023)
🇪🇸 Spagna: vincitrice l'anno scorso, si conferma tra le migliori
A faticare, invece, è il Nord Europa:
🇪🇪 Estonia: tra le peggiori, con un'inflazione core vicina al 7%
🇫🇮 Finlandia: in fondo alla classifica
🇩🇪 Germania (20° posizione): meglio degli anni scorsi, ma ancora in difficoltà
Curioso il caso della Francia (11°): nonostante il caos politico, si piazza piuttosto bene. La Gran Bretagna, invece, vive un anno definito "meh" dall'Economist, con un'inflazione core al 4% ancora troppo alta per la Bank of England.
Insomma…
Il 2025 mostra un mondo economico molto eterogeneo: l'Europa meridionale si conferma in ripresa, mentre il Nord fatica ancora. L'inflazione resta la sfida principale, ma almeno la crescita e l'occupazione tengono in molti paesi.
Curiosità finale: le economie che hanno vinto la classifica Economist negli anni precedenti hanno visto in media un ulteriore +20% in borsa l'anno successivo. Vedremo se il Portogallo confermerà anche questo trend…
Sapevi che il Portogallo stava andando così bene? |

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