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💊 L'Italia è una potenza farmaceutica
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
💊 L'Italia è una potenza farmaceutica
🏎️ È finita tra Brembo e Pirelli
Abbiamo lanciato il nostro nuovo canale YouTube!
E lo abbiamo fatto con un video bomba, che parla del passaggio dalla Lira all’Euro e sfata un bel po’ di miti sul fatto che “l’Euro è stata la causa del declino economico italiano”.
Se vuoi vederlo, clicca qui sotto👇🏻
P.S.: è il nostro primo video, quindi qualsiasi feedback è ben accetto!!
INDUSTRIA FARMACEUTICA
💊 L'Italia è una potenza farmaceutica (e nessuno se n'è accorto)
C’è poco da fare: il Made in Italy nel mondo piace (e parecchio) e a trainarlo c’è un settore che, più di altri, rappresenta un vero e proprio pilastro italiano: la farmaceutica.
Settore che continua a crescere, anche e soprattuto grazie all’export, che ha segnato negli ultimi dieci anni un +150%, battendo (e di gran lunga) i nostri competitors europei:
🇪🇸 Spagna: la cui farmaceutica è cresciuta del +102,5%
🇩🇪 Germania: con un +95,9%
🇫🇷 Francia: con un +26,3%
I numeri parlano chiaro…
Nei primi sei mesi del 2024, le esportazioni di "Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici" hanno superato quota €25 miliardi, rappresentando l'8,5% di tutto l’export manifatturiero italiano, come riportato dal Sole 24 Ore.
Questo vuol dire che, quasi un euro su dieci dell'export italiano del 2024 è un farmaco!
Per dare qualcuno numero, negli ultimi 10 anni (tra il 2013 e il 2023):
🏭️ La produzione dell’industria farmaceutica italiana è praticamente raddoppiata, passando da €26,9 miliardi a €52 miliardi
🚢 L'export è passato da €19,6 miliardi alla cifra record di €49,1 miliardi (aumentando il suo peso dal 73% del 2013 al 94% del 2024)
Ma le buone notizie non finiscono qui…
E la cosa positiva è che queste ottime performance non riguardano solo i classici “distretti del farmaco” presenti in Lombardia, Toscana e Lazio, ma anche province sparse in giro per l’Italia, come Latina, Napoli, Firenze, Frosinone, Siena, Ascoli Piceno, l’Aquila e Rieti…
…province in cui il settore farmaceutico sta facendo da traino e sta contribuendo allo sviluppo economico locale!
E poi ci sono gli investimenti che arrivano dall’estero…
Il settore farmaceutico italiano, infatti, attrae sempre più investimenti dall'estero:
💉J&J ha annunciato a giugno 2024 un investimento di € 580 milioni nei prossimi cinque anni, potenziando innanzitutto lo stabilimento vicino a Latina
💊Eli Lilly, Novartis e Sanofi hanno programmato investimenti importanti in Italia nei mesi precedenti
Ma non sono solo le multinazionali straniere a puntare sull'Italia.
Le nostre Big italiane - da Menarini a Dompé, da Angelini ad Alfasigma fino a Chiesi e Italfarmaco - non solo continuano ad esportare (e parecchio) all’estero, ma sempre all’estero fanno shopping, con acquisizioni soprattutto negli USA.
“Sappiamo fare bene i farmaci grazie alle nostre competenze e dobbiamo continuare a collaborare con il Governo per difendere questo patrimonio e anzi se possibile rafforzarlo.
Insomma, la produzione farmaceutica, con il grande traino dell'export, è sempre più un settore di punta della manifattura italiana.
Dopo il boost della pandemia, la crescita del farmaceutico non si sta fermando, a conferma di una forza industriale che sembra strutturale e che continuerà, negli anni a venire a portare in alto il nome del Made in Italy nel mondo.
Sapevi che siamo una potenza nel settore farmaceutico?Diccelo rispondendo al sondaggio! |
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FILIERA DELL’AUTOMOTIVE
🏎️ È finita tra Brembo e Pirelli
Ieri c’è stato un altro terremoto nel settore dell'automotive italiano.
Brembo ha infatti venduto tutte le 55,8 milioni di azioni che deteneva in Pirelli, pari al 5,58% del capitale, incassando €282,9 milioni e realizzando una plusvalenza di €73 milioni.
Con questa mossa, l’azienda bergamasca esce definitivamente dal capitale di Pirelli, segnando la fine di una collaborazione che molti avevano sperato potesse sfociare in una grande fusione.
Ma andiamo con ordine: di chi stiamo parlando?
🏎️ Brembo è l’azienda italiana leader nella produzione di impianti frenanti ad alte prestazioni per auto e moto
🚘️ Pirelli è l’azienda italiana specializzata nella produzione di pneumatici, conosciuta anche per la sua lunga esperienza nelle competizioni sportive, tra cui la Formula 1, dove è fornitore ufficiale
Il legame tra le due aziende inizia nella primavera del 2020, quando Brembo acquista una quota del 2,4% di Pirelli.
Nei due anni successivi, l’azienda bergamasca aumenta gradualmente la sua partecipazione, fino a arrivare al 6% ad inizio 2023.
Questa mossa aveva alimentato ipotesi su una possibile fusione tra le due aziende, che avrebbe potuto creare un grande colosso nel settore dell’automotive italiano, con un valore stimato intorno ai €12 miliardi, come riporta Milano Finanza.
L'idea era che l'unione delle competenze di Brembo e Pirelli avrebbe potuto dare vita a un'eccellenza italiana nel mondo dell’automotive.
E allora cos’è che è andato storto?
Ad andare storto sono stati i problemi di governance di Pirelli.
L’entrata di Brembo nell’azienda di pneumatici aveva tra gli obiettivi anche quello di tutelare la tecnologia italiana dal rischio di venire copiata ed “esportata” in Cina, ad opera dell’azionista di maggioranza di Pirelli, che è la cinese Sinochem (proprietaria del 37%).
La logica era quella di avere un “blocco italiano” che mantenesse ben salda la governance di Pirelli e si mantenesse il diritto di nominare l’amministratore delegato.
E infatti, nel 2021 Brembo e Camfin (ovvero la holding di Tronchetti Provera) avevano stretto un’alleanza per coordinare le loro mosse ed evitare colpi di mano da parte di Sinochem.
Colpi di mano che comunque sono stati bloccati dal Governo italiano nel giugno del 2023, quando questo ha deciso di ricorrere al Golden Power per escludere i cinesi di Sinochem dalla governance esecutiva di Pirelli, soprattutto proprio dalla possibilità di nominare l’amministratore delegato di Pirelli.
Mossa che, tra l’altro, aveva anche portato l’altro azionista cinese di Pirelli (Silk Road) a vendere la propria quota.
A questo punto, Brembo e Pirelli potevano andare a nozze…
Con i cinesi fuori gioco dal punto di vista della governance, sulla carta Brembo e Pirelli avrebbero potuto iniziare a porre le basi per una potenziale fusione.
Questa possibilità va però molto velocemente in frantumi, principalmente per la reticenza della nuova dirigenza di Pirelli nel condividere la leadership dell’azienda con Brembo.
Dal canto suo, Brembo ha deciso di non forzare la mano, andando (per esempio) ad acquistare ulteriori quote da Sinochem, e non lo avrebbe fatto anche sia per evitare tensioni con Tronchetti Provera, sia per evitare tensioni con la Cina, paese in cui l’azienda di freni ha importanti interessi industriali.
Insomma, dal sogno di un colosso italiano nell’indotto dell’automotive sembra ci si sia (purtroppo) svegliati.
Secondo te è “rischiosa” la presenza di una società cinese nel capitale di Pirelli? Oppure è giusto così? |
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Queste le risposte al primo sondaggio della scorsa newsletter: il 60% di coloro che hanno risposto non è d’accordo con lo stop alla produzione di auto con motore termico, mentre il 28% è a favore.
Ecco cosa hanno detto alcuni di voi:
✍️ Regione Lombardia cerca uno Specialista in relazioni istituzionali e internazionali
💰️ Vibram Group cerca un Executive Assistant
🆕 RSE SpA cerca un Ricercatore Junior
🤑 Intherhome cerca un Accounting Manager
Il 3 ottobre 1866, con la firma del Trattato di Vienna ha fine la Terza guerra di indipendenza italiana.
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