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🇷🇺 L'economia russa al limite del collasso dopo 40 mesi di guerra

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Il menù di oggi prevede:
🇷🇺 L'economia russa al limite del collasso dopo 40 mesi di guerra
🌪️ Europa: 790 miliardi di danni per il clima
INTERNAZIONALE
🇷🇺 L'economia russa al limite del collasso dopo 40 mesi di guerra

Per quasi tre anni l'economia russa ha fatto l'impossibile: crescere nonostante le sanzioni, prosperare nonostante la guerra, sfidare tutte le previsioni degli economisti occidentali.
Ma ora, lentamente, qualcosa si sta incrinando.
Negli ultimi tre anni l’economia russa ha sfidato le leggi della gravità
Quando nel febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina, la maggior parte degli osservatori internazionali prevedeva un collasso economico. Le stime parlavano di una contrazione del PIL fino al 15%, con uno Stato paralizzato dalle sanzioni.
Ma non è andata così….
Nei due anni successivi, l’economia russa ha continuato a crescere a un ritmo superiore a molte economie occidentali:
📈 2023: +4,1% di crescita del PIL
📈 2024: +4,3% di crescita del PIL

Numeri che hanno permesso a Putin di dichiarare che le sanzioni erano inefficaci, rafforzando la sua narrativa di una Russia solida e autosufficiente.
Quest’anno, però, le cose stanno prendendo una piega diversa
L'economia russa sta rallentando e le stime di crescita per il PIL nel 2025 si attestano attorno al 2%.
Le parole del ministro dell'Economia Maxim Reshetnikov sono state chiare: il paese è "sull'orlo della recessione".

Vladimir Putin and Maxim Reshetnikov
Ed in effetti, i dati sono abbastanza allarmanti:
📈 Inflazione ufficiale: intorno al 10% anno su anno
🔍 Inflazione reale: secondo istituti indipendenti, superiore al 15%
💰 Tassi di interesse: abbassati simbolicamente dal 21% al 20% (primo taglio dal settembre 2022)
📊 Deficit pubblico: triplicato rispetto alle previsioni, dal 0,5% previsto all'1,7%
Cosa sta succedendo? Perché un’economia che sembrava a prova di bomba sta ora rallentando?
E, soprattutto, come ha fatto la Russia a crescere fino ad ora?
La crescita degli ultimi anni si è basata su una duplice riconversione dell’economia:
🪖 La trasformazione in economia di guerra
Il primo pilastro è stata la trasformazione in un’economia orientata al conflitto: circa il 40% degli investimenti statali è oggi destinato alla difesa e alla sicurezza.
Questa spinta ha generato effetti positivi nel breve termine:
🏭️ Costruzione di nuove industrie e infrastrutture
🧑🏭 Migliaia di posti di lavoro creati
🏦 Prestiti favorevoli dalle banche all'industria bellica
🌏️ Il pivot dall'Europa all'Asia
Il secondo grande cambiamento è stato il riposizionamento commerciale: con l’Europa ormai quasi fuori gioco, Mosca ha guardato a est, stringendo rapporti strettissimi con Cina e India.
La Cina, in particolare, è diventata il nuovo partner tecnologico della Russia, esportando componenti e prodotti di cui Mosca ha disperato bisogno. In cambio, Pechino acquista ingenti quantità di petrolio russo.
Anche questo cambiamento ha richiesto investimenti massicci: nuove infrastrutture per lo spostamento delle merci, oleodotti per il petrolio verso est. Tutti investimenti che hanno fatto (almeno temporaneamente) crescere l'economia.
Ora, però, le due riconversioni possono dirsi concluse
E gli effetti benefici degli investimenti si stanno esaurendo. Se l'anno scorso la spesa militare russa era cresciuta circa del 53%, quest'anno dovrebbe crescere soltanto del 3,4%.
E non è tutto perché l'economia russa sta affrontando tre problemi principali che stanno frenando la crescita:
📈 Inflazione alle stelle
Gli ingenti investimenti pubblici e la carenza di manodopera (molti giovani sono emigrati o sono stati arruolati) stanno spingendo i prezzi verso l’alto.
⛽️ Petrolio che non rende più come prima
Il petrolio resta la principale fonte di entrate, ma non garantisce più gli stessi margini. L’Agenzia Internazionale dell’Energia segnala un aumento delle scorte globali e una domanda in calo.
Per darvi un’idea, a marzo, le entrate fiscali da gas e petrolio sono crollate del 17% rispetto all’anno precedente.
🇨🇳 Effetto Cina
Con la Cina in difficoltà economica, anche la Russia rischia di perdere un partner cruciale. Se Pechino rallenta, sarà meno disposta ad acquistare petrolio o a sostenere Mosca in modo attivo.
Putin è preoccupato?
Ufficialmente no. La Russia continua a spendere per il conflitto e la narrativa del Cremlino resta ottimista. Ma dietro le quinte, la preoccupazione cresce.
I rischi non sono solo interni. Se le sanzioni dovessero inasprirsi (come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di fare) o se i prezzi del petrolio continuassero a scendere, le difficoltà potrebbero aumentare.
C’è infine un nodo a lungo termine: come riconvertire un’economia di guerra alla pace? Restituire un lavoro stabile e civile a centinaia di migliaia di soldati, abituati a paghe alte e uno stile di vita militarizzato, sarà una sfida enorme.
💭 Secondo te, cosa succederà all'economia russa nei prossimi mesi? |
AMBIENTE
🌪️ Clima estremo in Europa: quanto ci costa davvero?

Negli ultimi 40 anni, il clima estremo ha colpito duramente l’Europa. Alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e incendi non sono solo immagini da telegiornale: si traducono in perdite economiche enormi e, purtroppo, in tante vite spezzate.
E i numeri fanno davvero paura
Secondo il nuovo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), dal 1980 al 2023 il nostro continente ha subito perdite economiche per oltre €790 miliardi a causa di fenomeni meteorologici estremi come alluvioni, siccità, incendi e ondate di calore.
E il problema è che questi eventi stanno diventando sempre più frequenti e violenti. Lo conferma anche l’IPCC, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, che attribuisce questa crescita al riscaldamento globale.
Quali sono i paesi più colpiti?
Guardando ai dati nazionali (sempre dal 1980 al 2023), si capisce chiaramente chi ha pagato il prezzo più alto:
🇩🇪 Germania: €180 miliardi di danni
🇮🇹 Italia: €135 miliardi
🇫🇷 Francia: €130 miliardi
🇪🇸 Spagna: €97 miliardi

I numeri assoluti, però, raccontano solo una parte della storia
Se si considera invece il danno economico per abitante, lo scenario cambia drasticamente:
🇸🇮 Slovenia: €8.733 per abitante
🇱🇺 Lussemburgo: €2.694
🇨🇭 Svizzera: €2.685
🇮🇹 Italia: €2.330
🇪🇸 Spagna: €2.279
La Slovenia, pur essendo un piccolo paese, ha subito le perdite pro capite più elevate d’Europa. Al contrario, nazioni come Kosovo (€10), Montenegro (€
41) e Islanda (€87) sono risultate tra le meno colpite.
Dal punto di vista geografico, invece, i paesi più colpiti per superficie sono quelli dell’Europa centrale e occidentale, come Slovenia, Belgio e Germania, mentre i paesi del nord e dell’est, come Finlandia ed Estonia, sono stati relativamente risparmiati.
Va anche detto che non tutti gli eventi climatici estremi sono uguali
L'analisi dell'Aea mostra chiaramente che sono le alluvioni e le ondate di caldo ad aver provocato la maggior parte dei danni economici in tutta l'Unione europea.

E non si tratta solo di soldi
Dal 1980, le conseguenze di questi eventi climatici sono state tragiche anche dal punto di vista umano:
Oltre 238.000 persone hanno perso la vita in Europa
Il vero nemico silenzioso? Le ondate di calore. Sono loro ad aver provocato la maggior parte delle vittime, soprattutto durante estati roventi in paesi come Francia, Italia e Spagna. E le fasce più colpite sono sempre le più vulnerabili: anziani e persone con problemi di salute.
Cosa ci aspetta in futuro?
Purtroppo, questo potrebbe essere solo l’inizio. L’IPCC è chiaro: gli eventi estremi aumenteranno in frequenza e intensità. Questo significa che i costi economici (e non solo) saliranno ancora, se non si interviene in modo deciso.
Diventa, quindi, sempre più urgente:
🏢 Investire in infrastrutture resilienti
🌬️ Potenziare i sistemi di allerta precoce
🟢 Accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni
Insomma, quei €790 miliardi dovrebbero farci riflettere: il cambiamento climatico non è soltanto una questione ambientale, ma anche un problema economico di enorme portata. E il conto che stiamo pagando è sempre più salato.
Secondo te, quale dovrebbe essere la priorità per l'Europa contro i danni climatici? |

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