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🏭 L'acciaio europeo sotto assedio

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Il menù di oggi prevede:
🏭 L'acciaio europeo sotto assedio: 11 paesi (Italia inclusa) corrono ai ripari
💵 L’Europa è ostaggio del dollaro
UNIONE EUROPEA
🏭 L'acciaio europeo sotto assedio: 11 paesi (Italia inclusa) corrono ai ripari

L’industria dell’acciaio in Europa sta vivendo una delle peggiori crisi degli ultimi decenni.
Le difficoltà sono tali che ben 11 Paesi dell’Unione Europea, tra cui anche l’Italia, hanno deciso di muoversi insieme per chiedere alla Commissione UE regole più rigide a tutela delle loro acciaierie.
L'obiettivo? Difendere il settore da una concorrenza internazionale sempre più aggressiva, prima che sia troppo tardi.
Ma chi sono i paesi che chiedono aiuto all’Europa?
La richiesta è partita dalla Francia, ma ha trovato subito il sostegno di:
🇮🇹 Italia
🇦🇹 Austria
🇧🇪 Belgio
🇧🇬 Bulgaria
🇬🇷 Grecia
🇱🇺 Lussemburgo
🇵🇱 Polonia
🇷🇴 Romania
🇸🇰 Slovacchia
🇪🇸 Spagna
Notate chi manca? La Germania, che è il primo produttore siderurgico dell'Unione. Una assenza che non passa di certo inosservata...
E cosa chiedono?
Gli undici Paesi vogliono che l’UE reintroduca limiti precisi alle importazioni di acciaio, tornando ai livelli del 2012-2013. Nella pratica, questo significa fissare delle quote massime:
🔩 15% per gli acciai piatti
🔩 5% per gli acciai lunghi
🔩 15% per l'acciaio inossidabile
Se le importazioni superano queste soglie scatterebbero dazi aggiuntivi. L’obiettivo è evitare un’invasione di acciaio straniero che potrebbe mettere fuori gioco la produzione europea, già duramente provata negli ultimi anni.
Perché serve questa protezione?
L’industria siderurgica europea oggi è schiacciata da due problemi, uno esterno e uno “indiretto”:
🇨🇳 La sovraccapacità mondiale, guidata dalla Cina
La Cina è il vero gigante globale dell’acciaio: detiene oltre la metà del mercato mondiale (54%). Produce moltissimo, a prezzi molto bassi, facendo crollare i margini delle aziende europee che faticano a reggere la concorrenza

🇺🇸 I dazi USA, eredità dell’era Trump
Gli Stati Uniti, con la politica protezionista inaugurata da Trump, hanno portato i dazi sull’acciaio straniero fino al 50%. Il problema dei dazi trumpiani non è tanto l'accesso al mercato USA (la maggior parte dell'acciaio americano arriva dal Canada), ma il riorientamento dei flussi commerciali. In parole semplici: tutto quell'acciaio che non riesce più ad entrare negli Stati Uniti dove va a finire? In Europa, ovviamente.
Come stanno andando le cose per l’acciaio europeo?
I numeri parlano chiaro e non sono per niente rassicuranti. Nei primi sei mesi del 2025:
📈 Le importazioni di barre e tondini di acciaio inossidabile sono cresciute di oltre il 1000% rispetto al 2024
📉 I prezzi sono calati dell'88%
E le previsioni? Eurofer (l'associazione dell'industria siderurgica europea) prevede che il consumo di acciaio nell'Unione diminuirà dello 0,9% nel 2025.
Sarebbe il quarto anno consecutivo di recessione della domanda, mentre le importazioni continuano a crescere.
Cosa fa oggi l’UE per difendere le sue acciaierie?
L'Unione europea ha già delle misure di salvaguardia in vigore dal 2016: un dazio del 25% sulle importazioni di acciaio al di sopra di una certa quota.
Il problema? Queste misure scadranno l'anno prossimo.
Il commissario per il Commercio Maros Sefcovic ha promesso di proporre un meccanismo sostitutivo entro l'estate, ma gli undici paesi chiaramente non vogliono aspettare.
C’è, però, una novità interessante
Lunedì sempre Sefcovic ha annunciato che l'Unione europea e gli Stati Uniti formeranno un'alleanza per contrastare la concorrenza dell'acciaio cinese.
Il meccanismo? Sempre quello delle quote di importazione, ma stavolta in coordinamento con Washington.
Insomma, di fronte alla concorrenza cinese, anche gli alleati che si fanno la guerra commerciale tra loro capiscono che è meglio fare fronte comune...
Secondo te, l'UE riuscirà a proteggere efficacemente la sua industria dell'acciaio? |
POLITICA MONETARIA
💵 L’Europa è ostaggio del dollaro

Quando si parla di scontro economico tra Stati Uniti ed Europa, si pensa subito ai dazi. In realtà, c’è un altro nodo che ultimamente complica i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico è la dipendenza dell’Europa dal dollaro.
Perché il dollaro pesa così tanto in Europa?
Oggi il dollaro non è solo la moneta degli Stati Uniti: è la valuta con cui si fanno la maggior parte delle transazioni internazionali, anche quelle che non coinvolgono direttamente gli USA.
Questo significa che:
💵 Il commercio mondiale gira ancora quasi tutto in dollari
🏦 Le banche centrali e i governi europei investono enormi quantità nei titoli di stato americani
🇪🇺 Ogni volta che il dollaro si muove, tutta l’economia europea ne risente
E questa dipendenza dal dollaro sta diventando un problema per le aziende europee
Negli ultimi mesi il dollaro si è indebolito rispetto all’euro, perdendo circa -13% dall’insediamento di Trump a gennaio 2025.

Potrebbe sembrare una buona notizia per chi viaggia, ma per le aziende europee che esportano negli Stati Uniti, è un problema serio:
🛍️ I prodotti europei costano di più per gli americani
📈 Ai dazi USA (+15%) si aggiunge il cambio sfavorevole, che alzano i prezzi dei prodotti UE
📉 Molte aziende rischiano di perdere clienti e quote di mercato
Ma perché il dollaro si è indebolito?
Le ragioni sono diverse e si intrecciano tra loro:
🔻 Perdita di credibilità del dollaro dovuta all’incertezza economica e politica degli Stati Uniti.
📈 Aumento del debito pubblico USA, aggravato dall'approvazione del "One Big Beautiful Bill Act" firmato da Trump il 4 luglio scorso, che si stima incrementerà il deficit federale di circa $3,4 trilioni nel prossimo decennio

📉 Gli USA non sono più visti come “porto sicuro” dagli investitori globali; la perdita della tripla A (il massimo grado di affidabilità) da parte delle principali agenzie di rating ha reso il Tesoro americano meno attrattivo
🏦 Politica monetaria della Fed: La Federal Reserve mantiene i tassi al 4.25-4.5% da dicembre 2024. Powell ha ammesso che "avrebbe già tagliato se non fosse per l'incertezza sui dazi di Trump". Risultato: tassi alti ma mercati nervosi per l'instabilità politica.
C’è poi un effetto “boomerang”: per diversificare e ridurre i rischi, molti investitori negli ultimi mesi hanno venduto titoli americani, spostando i loro soldi su investimenti in euro. Questo ha rafforzato la moneta europea e indebolito ancora di più il dollaro. Ma così facendo, hanno reso i prodotti europei ancora più cari per il mercato americano.
Gli USA stanno portando avanti una politica contraddittoria
🔼 Da un lato vogliono un dollaro forte, simbolo di potere globale
🔽 Dall’altro puntano a un dollaro debole per esportare di più
Per mantenere il dominio, spingono sulle stablecoin (criptovalute ancorate al dollaro) e sui dazi. Ma intanto, il dollaro sta perdendo peso nel mondo…
E, intanto, c’è chi ne paga le conseguenze
Le ricadute di questo equilibrio instabile sono chiare:
🧑🤝🧑 I consumatori americani trovano prezzi più alti sui beni importati
🏭️ Le aziende europee vedono ridursi la competitività
🌐 L’intera economia globale è più esposta agli umori di Washington e ai movimenti dei mercati valutari
Come vedi il futuro del dollaro? |

🌊 Terremoto magnitudo 8.8 in Kamchatka. Allerta tsunami sulla costa Pacifica (Skytg24)
🇮🇹 Intesa sui dazi, la politica italiana si spacca (RaiNews)

📈 L’AI sta correndo scattando (Techy)
💼 Lavoro mangia lavoro (Techy)

🛡️ Uno scudo chimico protegge le cellule sane dai danni al DNA, preservandole da uno degli 8 segni distintivi dell'invecchiamento (GNN)
🧬 La mappa più completa del Dna umano apre alla medicina su misura(Ansa)

Il 31 luglio 1971, Programma Apollo: gli astronauti dell'Apollo 15 sono i primi a viaggiare su un veicolo lunare
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