• il Punto
  • Posts
  • 🏆 Il Nobel per l'economia va a chi ha spiegato perché cresciamo (o no)

🏆 Il Nobel per l'economia va a chi ha spiegato perché cresciamo (o no)

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🏆 Il Nobel per l'economia va a chi ha spiegato perché cresciamo (o no)

  • 🇫🇷 Macron fa marcia indietro sulle pensioni

IN COLLABORAZIONE CON iliad

🎓 10 borse di studio da €15.000 per la tua magistrale? iliad le mette in palio ora!

Si chiama iliadship ed è il progetto con cui iliad vuole fare la differenza nel futuro delle giovani generazioni:

  • 💰 10 borse di studio da €15.000 ciascuna per la tua magistrale

  • 📚 In materie STEM, Scienze Sociali o Arts & Literature

  • 🚀 Con l’affiancamento di tutor iliad e mentori dell’Advisory Board 

  • 💼 E la possibilità di attivare un tirocinio in iliad o presso un’azienda partner

Perché lo fanno? Semplice: iliad crede che investire nella formazione dei giovani sia l'unico modo per connettere in modo davvero sostenibile il Paese.

E non si tratta solo di soldi, ma di creare la prossima generazione di leader.

Le candidature chiudono il 31 ottobre 2025.

Vuoi far parte del cambiamento?👇

NOBEL

🏆 Il Nobel per l'economia va a chi ha spiegato perché cresciamo (o no)

Il Premio Nobel per l'economia 2025 è stato assegnato a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt per aver spiegato la crescita economica guidata dall'innovazione”.

Un premio che arriva in un momento in cui ci chiediamo tutti dove ci porterà l'intelligenza artificiale, come gestiremo la transizione verde e se l'innovazione continuerà a migliorare le nostre vite.

I tre economisti premiati hanno dedicato la loro carriera a rispondere a una domanda apparentemente semplice ma fondamentale: perché alcune economie crescono mentre altre restano ferme?

Joel Mokyr: il progresso tecnologico come motore della crescita

Professore alla Northwestern e alla Tel Aviv University, Mokyr riceve metà del premio per la sua analisi storica sull’innovazione e il progresso tecnologico.

La sua ricerca si concentra su come la Rivoluzione industriale e il progressivo sviluppo della scienza e della tecnologia abbiano trasformato l'economia mondiale.

Prima del XVIII secolo, secondo Mokyr:

  • 🧩 La conoscenza era frammentata

  • 🔍️ Le scoperte venivano applicate senza capirne il funzionamento

  • 📉 L'innovazione era sporadica e casuale

Dopo l'Illuminismo, tutto cambiò:

  • 📚️ Il ragionamento scientifico iniziò a integrarsi con la sperimentazione

  • ↔️ L'innovazione divenne autogenerante

  • 💡 Nacquero istituzioni che valorizzavano curiosità, dibattito e apertura alle nuove idee

Secondo Mokyr, è proprio questo nuovo atteggiamento verso il progresso tecnologico e l’innovazione ad aver reso possibile lo sviluppo economico europeo.

Il suo messaggio per oggi è chiaro: le società che limitano l’accesso alla conoscenza o ostacolano l’innovazione rischiano di ricadere nella stagnazione.

Aghion e Howitt: la matematica della “distruzione creatrice“

L’altra metà del premio è stata assegnata ad Aghion (Collège de France, LSE, INSEAD) e Howitt (Brown University), che nel 1992 hanno sviluppato un modello matematico della “distruzione creatrice”, concetto teorizzato da Joseph Schumpeter: ogni innovazione favorisce la crescita sostituendo ciò che è ormai obsoleto.

Il loro modello ha messo in luce la tensione centrale del capitalismo moderno:

  • ◀️ da un lato, il progresso tecnologico aumenta la produttività

  • ▶️ dall’altro, spiazza imprese e lavoratori legati ai vecchi settori

La loro teoria ha rivelato sia le promesse che i pericoli dell'innovazione:

  •  I vantaggi: promuove l'efficienza e migliora gli standard di vita

  • ⚠️ I rischi: genera conflitti tra aziende emergenti e consolidate. Se le aziende tradizionali usano il potere politico o di mercato (tramite lobby, ad esempio) per sopprimere i concorrenti, l'innovazione ristagna e di conseguenza anche la crescita economica

Ma cosa c’entra tutto questo con noi oggi?

Il lavoro dei tre Nobel non è solo teoria economica: offre una guida concreta per affrontare le grandi trasformazioni del nostro tempo.

Secondo l’OCSE, i settori trainati dall’innovazione rappresentano oggi oltre il 60% della crescita della produttività nelle economie avanzate.

In un’epoca segnata da:

  • 🤖 Automazione e intelligenza artificiale

  • 🌱 Transizione verde

  • 🌐 Rivoluzione digitale

le loro teorie aiutano a capire:

  • 👨‍💻 Quali politiche favoriscono davvero l’innovazione

  • ⚖️ Come bilanciare crescita, equità e sostenibilità

Il messaggio chiave è chiaro

Mokyr, Aghion e Howitt ci ricordano che la crescita economica non avviene da sola, ma dipende da quanto una società sa incoraggiare l’innovazione, la conoscenza e la libertà di sperimentare.

L’innovazione porta progresso, ma anche cambiamenti difficili. Crea nuove opportunità, ma può lasciare indietro chi non è preparato. Per questo servono politiche che aiutino le persone a formarsi e cogliere le nuove occasioni, invece di difendere vecchi settori destinati a scomparire.

Investire in scuola, ricerca e formazione significa costruire le basi di una crescita duratura. Chi invece chiude l’accesso alla conoscenza o teme il cambiamento rischia di restare fermo.

La lezione dei tre premi Nobel è chiara: il futuro dipenderà dalla nostra capacità di accogliere il cambiamento e trasformarlo in benessere per tutti.

Secondo te, qual è il principale ostacolo all'innovazione in Italia?

Login o Iscriviti per partecipare ai sondaggi.

FRANCIA

🇫🇷 Macron fa marcia indietro sulle pensioni

Sembrava la battaglia simbolo di Macron, quella che avrebbe dovuto consolidare la sua immagine di riformatore deciso.

Dopo mesi di scioperi, cortei e scontri per innalzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni, arriva un inatteso dietrofront: la riforma delle pensioni viene sospesa.

Il nuovo governo francese, guidato da Sébastien Lecornu, ha deciso di mettere in pausa l’applicazione della legge fino alle elezioni presidenziali del 2027.
Una scelta clamorosa, che segna un passo indietro per Macron ma rappresenta, allo stesso tempo, un atto di puro pragmatismo politico per salvare una maggioranza ormai fragile.

Si tratta di un baratto per la sopravvivenza

Negli ultimi mesi, la Francia è sprofondata in una crisi politica senza precedenti: cinque Primi Ministri si sono succeduti in meno di un anno, riflesso di un Parlamento diviso e di un presidente sempre più isolato.

Privo di una maggioranza stabile, Macron ha dovuto destreggiarsi tra compromessi e governi lampo, nel tentativo di mantenere il controllo di un’Assemblea Nazionale ormai ingovernabile.

L’arrivo di Lecornu è l’ennesimo tentativo di ristabilire un equilibrio, ma il prezzo da pagare è alto.

In sostanza, il nuovo premier ha offerto alla sinistra moderata (in particolare al Partito Socialista) la sospensione della riforma sulle pensioni come merce di scambio. In cambio, chiede:

  • l’approvazione della legge di bilancio 2026,

  • 🙅 e la non sfiducia del governo almeno fino alla fine della legislatura

Non si tratta quindi di una cancellazione, ma di un congelamento politico: rinviare il tema a tempi più favorevoli per non far crollare un equilibrio già precario.

Qual è il costo di questa operazione?

Nulla in economia è gratuito, e la marcia indietro avrà un costo tangibile per le casse pubbliche:

  • 💶 €400 milioni nel 2026

  • 💶 €1,8 miliardi nel 2027

Due miliardi di euro in due anni che, per non gonfiare il deficit (già elevato), dovranno essere compensati con nuove misure.

Quali? Le opzioni sul tavolo sono le classiche:

  • ✂️ tagli ad altre voci di spesa

  • 📈 aumenti delle imposte

L’obiettivo dichiarato resta mantenere il deficit sotto il 5%, per rassicurare Bruxelles e i mercati finanziari.

Riuscirà a farlo senza i tagli alle pensioni? Solo il tempo potrà dirlo…

Una cosa è certa: la situazione in Francia è molto precaria

L’economia francese è da tempo sotto pressione e le prospettive per il futuro non sono incoraggianti:

  • 📈 Il debito pubblico, oggi al 113% del PIL, potrebbe superare il 120% entro la fine del decennio

  • 💶 I tassi sui titoli di Stato a 10 anni sono al 3,5%, livello più alto degli ultimi 10 anni

  • 🔼 Il deficit di bilancio è al 5,8% del PIL, quasi il doppio rispetto al limite del 3% fissato dall’UE

In questo contesto, la sospensione della riforma rappresenta un colpo alla credibilità del Paese.
Solo un anno fa, Macron difendeva la riforma come “indispensabile per la tenuta dei conti pubblici e la credibilità della Francia in Europa”.
Oggi, quello stesso provvedimento viene messo in pausa per ragioni di stabilità politica interna.

Dopo averla imposta con una forzatura parlamentare e aver affrontato mesi di proteste, il presidente rinnega la sua battaglia simbolo pur di evitare la caduta dell’esecutivo.

In un’Europa che premia coerenza e continuità, la Francia appare oggi più fragile, incerta e prigioniera dei propri equilibri interni.

Secondo te, Macron ha fatto bene a sacrificare la riforma delle pensioni?

Login o Iscriviti per partecipare ai sondaggi.

🇲🇬 Golpe in Madagascar, il presidente in un luogo segreto (Ansa)

🇺🇦 Guerra Ucraina Russia, Rutte: "Gli aiuti militari a Kiev in linea con l'anno scorso" (Skytg24)

🌳 Il suono inudibile potrebbe essere la prossima frontiera nella difesa dagli incendi boschivi (Techcrunch)

🛰️ Dati militari, messaggi e cronologia internet: uno studio rivela come intercettarli dai satelliti (Euronews)

🌋 Trovati i resti della Terra primordiale (Ansa)

🪥 Una gomma da masticare che diagnostica l'influenza (Ansa)

Il 16 ottobre 1943, Deportazione dal Ghetto di Roma di 1023 ebrei verso il Campo di sterminio di Auschwitz

Ti è piaciuta la Newsletter di oggi?

Login o Iscriviti per partecipare ai sondaggi.

Raggiungi 75mila professionisti con un click 💻️

Fai pubblicità in questa newsletter per far conoscere il tuo servizio o prodotto ad oltre 75mila professionisti, che sono per la stragrande maggioranza decision maker in azienda (C-Level, Mid-Upper management e imprenditori). Contattaci ora!

Newsletter curata da… 💌 

  • Sara Cacioli - il Punto Media (LN)

  • Duccio Pasquinelli - il Punto Media (LN)