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🇪🇺 Europa: che spinta sul green!

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🇪🇺 Europa: che spinta sul green!

  • 🚗 Stellantis ai saluti, l’Italia resta a piedi?

Queste le risposte al sondaggio della scorsa newsletter. Più del 54% di voi crede che OpenAI la spunterà nella battaglia dell’AI. Google non è comunque lontano, fermo al 37,5% dei voti, con molti che pensano che Big G abbia maggiori risorse ma sia meno specializzato in Intelligenza Artificiale.

Prendiamo qualche istante per dirti che è uscita la prima puntata di un Podcast a cui lavoriamo da qualche mese a questa parte:

DIRECT!

Direct è un po’ il fratello di questa newsletter: se ti piace leggere il Punto amerai ascoltarlo, ne siamo certi!

Due puntate a settimana (mercoledì e sabato) da 15 minuti, andando dritto al punto (😉) delle notizie più importanti che non devi assolutamente perderti.

Ascolta la prima puntata cliccando qui in basso 👇🏻

P.S.: Se ti sei mai chiesto che voce abbiamo noi autori della news, finalmente puoi scoprirlo!

P.P.S: se lo ascolti e ci scrivi su Instagram ti mandiamo una sorpresa in chat! :)

ENERGY & GAS

🇪🇺 Europa: che spinta sul green!

L’energia elettrica prodotta in Europa è sempre più green:

  • Nel 2022, per la prima volta, l’eolico e il solare hanno superato il peso di fonti come gas e carbone per la produzione di elettricità

  • Nel 2023 le rinnovabili hanno coperto il 44% del fabbisogno elettrico europeo, superando la soglia storica del 40%

  • Sempre nel 2023 c’è stato il più grande calo della storia nell’uso di fonti fossili per generare elettricità: -19%

Questo è quanto emerge in estrema sintesi, dal report “European Electricity Review” di Ember.

Ok, ma come viene prodotta l’elettricità in Europa?

Gli ultimi dati ci dicono che il fabbisogno elettrico europeo è coperto da:

  • 💧 ⚛️ 35% idroelettrico e nucleare

  • 💨 ☀️ 27% eolico e solare

  • ⛽️ 17% gas

  • 🪨 12% carbone

  • ⚫️ 9% altro

Eolico e solare stanno diventando i punti di riferimento?

La fine dei rapporti commerciali con Mosca (conseguente allo scoppio della guerra in Ucraina) ha dato una forte spinta all’eolico e al solare, la cui produzione è in costante crescita negli ultimi 3 anni.

Degna di nota la performance dell’eolico:

  • 📈 +13% di produzione rispetto al 2022

  • 🔌 Coperto il 18% del fabbisogno energetico elettrico europeo, più di quanto abbiano contribuito il gas (17%) e il carbone (12%)

  • 🇫🇷 Prodotti 475 TWh di energia elettrica, pari alla domanda annuale francese di energia elettrica

Un trend di crescita che sarà importante non solo mantenere, ma addirittura raddoppiare per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici europei.

Senza contare che ciò doterà l’Europa di un sistema energetico più sostenibile e sicuro, grazie alla sempre minore dipendenza da fornitori terzi per il proprio approvvigionamento energetico.

Come se la cavano idroelettrico e nucleare?

Il 2022 è stato un anno difficile per l’idroelettrico e il nucleare, la cui produzione è stata rallentata da una serie di sfortunati eventi (o errori) come:

  • 🏜️ Una delle peggiori siccità degli ultimi 500 anni, che ha riportato la produzione idroelettrica sui livelli degli anni 2000

  •  La dismissione di alcune centrali nucleari tedesche

  • 👷🏻 I lavori di manutenzione a molte centrali nucleari francesi

Tutto ciò ha portato ad un crollo di produzione pari a 185 TWh, che è stato solo in parte recuperato nel 2023.

Crollo che è anche dovuto alla scelta politica tedesca (discutibile) di completare, con lo spegnimento dell’ultimo reattore nell’aprile del 2023, il processo di abbandono del nucleare come fonte di produzione energetica.

Gas e carbone continuano verso la via dell’abbandono

Che la transizione energetica europea stia avanzando ce lo dicono i dati sul contributo di gas e carbone al mix energetico europeo:

  • 📉 La produzione di energia elettrica da carbone è crollata del 26%, ai livelli più bassi dal 1990

  • ⛽️ Scende anche l’utilizzo del gas, che fa -19% rispetto al 2022

Insieme, queste due fonti coprono il 29% della domanda elettrica europea, un peso nettamente inferiore a quello delle energie rinnovabili, arrivate ormai a quota 44%.

E questo non può che far bene all’aria che respiriamo: nel solo 2023 le emissioni di C02 europee sono calate del 19%.

Ma quindi? A che punto siamo con la transizione energetica?

Il 2023 non ha deluso le aspettative:

  •  Il processo di dismissione delle centrali a carbone, rallentato negli scorsi anni dagli shock energetici causati dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, è tornato a correre

  • 💨 Superati gli shock energetici e la serie di sfortunati eventi che hanno penalizzato l’idroelettrico e il nucleare, le energie rinnovabili hanno segnato nuovi record nel dare il loro contributo alla copertura del fabbisogno elettrico europeo.

Non possiamo però ancora cantar vittoria. Gli obiettivi europei sono ambiziosi e sfidanti, ma il tempo stringe e occorre accelerare ancora di più, se vogliamo centrare i target del 2050.

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AUTOMOTIVE

🚗 Stellantis ai saluti: l’Italia resta a piedi?

L’inizio di questo febbraio è apparso subito molto caldo per l’asse Roma-Amsterdam, soprattutto a causa dell’incendio divampato con il botta e risposta tra:

  • 🇮🇹 Il Governo Italiano

  • 🚗 Stellantis

L’oggetto della contesa riguarda la riduzione della produzione negli stabilimenti italiani e la volontà da parte della società produttrice di auto di voler trasferire le fabbriche all’estero.

Ma facciamo un passo indietro: chi è Stellantis?

29º gruppo al mondo per fatturato nel 2022, Stellantis è una holding produttrice di autoveicoli con sede legale in Olanda. Nata dalla fusione tra FCA (Fiat Chrysler Automobiles) e Groupe PSA nel 2019, conta circa 400.000 dipendenti e stabilimenti in 29 paesi.

La casa proprietaria di marchi come Fiat, Maserati, Citroën e Peugeot, conta in Italia qualcosa come:

  • 👨🏻‍💼 42.700 dipendenti

  • 🏭 6 impianti di assemblaggio (Mirafiori, Modena, Cassino, Pomigliano, Melfi e Atessa)

  • 🚗 751.384 modelli realizzati nell’ultimo anno

Ma è proprio questo ultimo valore al centro dell’attenzione

La produzione, infatti, è scesa decisamente al di sotto del milione di unità, soglia ritenuta dal Governo Italiano importante per rilanciare il settore automobilistico italiano.

Eppure, Stellantis non sembrerebbe essere troppo intenzionata ad investire nel nostro Paese - anzi...

Ad aggravare la situazione, infatti, ci si mette la scelta di interrompere la produzione del Suv Maserati Levante da Mirafiori (Torino) entro il 31 marzo, con questa decisione che impatterà su molti dipendenti dello stabilimento, che saranno messi in cassa integrazione.

E a questo si aggiungono anche le preoccupazioni su eventuali tagli allo stabilimento di Pomigliano, in Campania, dove lavorano circa 4.500 persone.

Il Governo ritiene però di aver aiutato notevolmente Stellantis

E le parole del Ministro delle Imprese e del Made in Italy su questo suonano come una minaccia:

“Abbiamo radicalmente cambiato il regolamento europeo euro 7, cosa che Stellantis ci disse di ritenere cruciale, e realizzato il Piano incentivi. Ora tocca all’azienda mantenere gli impegni assunti.”

“Ove non lo facesse, aumentando la produzione che si è ridotta drasticamente negli ultimi anni, le risorse del fondo automotive pari a circa 6 miliardi saranno destinate dal prossimo anno anch’esse integralmente a sostenere nuovi insediamenti produttivi”

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy

Insomma, la situazione sembra chiara: o Stellantis aumenta la produzione in Italia, oppure perde le risorse investite dal Governo.

Nel mentre, però, Stellantis guarda ad est…

Stellantis ha infatti appena concluso un nuovo accordo per la realizzazione di nuovi motori elettrici in Ungheria.

La produzione partirà nel 2026 e prevede un investimento di €103 milioni in joint governo ungherese, con questo investimento che rientra nel piano da oltre €50 miliardi dedicato all’elettrico da Stellantis nel corso del prossimo decennio.

E in tutto questo trambusto, il Governo italiano sta valutando di mettere nelle proprie mani un pezzo delle decisioni dell’azienda, investendo almeno €4 miliardi per entrare nel capitale di Stellantis - raggiungendo così la stessa quota detenuta dal Governo Francese (che però conterebbe comunque più voti).

E proprio su questo è il sondaggio di oggi, facci sapere la tua opinione 👇🏻

Il Governo Italiano dovrebbe entrare nel capitale di Stellantis per fermare la "fuga" dall'Italia?

Dicci la tua opinione rispondendo al sondaggio qua sotto!

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Il 15 febbraio 1898, una forte esplosione di origine sconosciuta affonda la corazzata USS Maine nel porto dell'Avana a Cuba, uccidendo 260 dei 400 membri circa dell'equipaggio americano a bordo. Una delle prime corazzate americane, la Maine pesava più di 6.000 tonnellate ed era costata oltre $2 milioni.

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